La piccola Wendy prese in mano la strana e colorata pietra; la osservò contro luce, la rigirò più e più volte tra le minute dita, infine decise che andava bene e tornò all’ombrellone. Lì poggiò il suo piccolo tesoro nel secchiello pieno di acqua marina, insieme ai ritrovamenti del resto della giornata, una discreta quantità di sassolini di varie forme, dimensioni e colori.
Avrebbe certamente preferito fare castelli di sabbia assieme al padre come sempre, ma quell’estate a impedirglielo era a mancanza di sabbia fine e del padre
‘Dov’è papà?’ aveva chiesto quella mattina, e la madre, con il volto segnato da pesanti occhiaie e gli occhi ancora arrossati per le lacrime, le aveva risposto ‘Papà non viene, è impegnato.’
E la bambina aveva capito, nonostante la sua tenera età, che la madre ci stava male e lasciò perdere. Si accontentò delle pietre e dei pochi giochi di plastica.
Prese ad impilare dei sassolini uno sull’altro, ma questi continuavano a cadere. Dopo il quinto tentativo iniziò ad arrabbiarsi e tirò i sassi verso l’ombrellone vicino, fortunatamente vuoto.
‘Calmati, Wendy, è pericoloso’ aveva sentito dietro di sé, ma la voce non corrispondeva a quella chiara e leggermente acuta della madre, ma a quella roca e più grave del padre.
Alla vista del marito, la donna si alzò dal lettino e gli prese il volto con le mani, fissandolo negli occhi quasi per avere la certezza che lui fosse realmente lì, non solo nella sua mente. Gli baciò delicatamente la bocca, a godere di ogni singolo attimo della sua presenza, e gli sfilò il cappello accarezzandogli teneramente la nuca, coperta da capelli tagliati cortissimi.
Si ritrasse alcuni secondo per osservare l’uomo che amava stretto nella divisa militare che tanto odiava.