Anime & Manga > Majin Tantei Nougami Neuro
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Autore: BlackroseDemonia    14/08/2011    2 recensioni
"Non avrei mai pensato di trovare un essere come te"
"E io non avrei mai pensato di commettere lo stesso errore di mia madre"
"E quale sarebbe?" disse lui avvicinandosi, schiacciandomi con il peso del suo corpo al letto
"Inamorarmi di un demone..."- dissi io mentre con stupore lui mi stringeva a sè mentre mi baciava...
(Nuovo personaggio X Neuro)
Genere: Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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majintantei5

Mi rialzo da terra, ancora un po’ pensierosa.

“Drakonian, ci sei?”-

domando al vuoto sperando che l’animaletto infernale che mi seguiva, e di cui Neuro non ne conosce l’esistenza appaia.

 Basta un secondo e poi sento qualcosa appoggiato sulla mia testa, era Drakonian.

Ha la forma di un ragno, il suo corpo è viola scuro con delle righe che percorrono il busto viola chiare. E’ dotato di otto zampette anch’esse a righe, inoltre ha delle ali  violacee sul retro del busto. Ha un viso simpatico, paffuto e peloso, due piccole corna poste sul capo, e 4 vispi occhietti neri.

“Ciao piccolo”- dico prendedolo in braccio per poi accarezzargli  la testa, mentre lui si lascia coccolare.

“Avevi bisogno di me?”- domanda poi lui sorridendomi, mostrando la sua dentatura identica a quella di Neuro.

“Dovresti andare nel laboratorio della scuola, e controllare che acidi sono spariti. Hai provato a venire con me in laboratorio, ti ricordi dov’è, giusto?”-domando

“Si. Approposito non sopporto come ti tratta quel demone”-dice Drakonian stizzito

“Si, è un po’ burbero, ma in fondo so che non è malvagio”-

“Uhm, ok. Allora vado, uffa per colpa di quel Neuro passi poco tempo con me”-

“Dai, stasera gli parlo della tua esistenza, così puoi tornare a stare a casa mia,ok?”-

“Si”-

 dice lui raggiante per poi aprire la bocca e sputare una ragnatela sul soffitto per poi arrampicarsi

“Ci vediamo dopo piccolino”-

dico salutandolo, mentre lui mi fa un cenno con la testa e poi scompare.

Così chiudo il ripostiglio e torno sulla scena del crimine. La polizia è appena arrivata e Neuro e lì che discute con loro.

“Salve commissario Stuart”- dico con educazione

“Salve Midelton, come immaginavo siete accorsi subito”-dice sorridendomi

“Come ha potuto vedere, dubito si tratti di omicidio, direi piuttosto che si tratta di una barbara esecuzione”-dice Neuro, senza degnarmi di uno sguardo.

Sono stizzita, metto i sacchi e li lego sotto le scarpe per poi entrare nella presidenza, per poi mettere i guanti.

“Ciao Martina!”-dice raggiante Mickeal, l’assistente del commissario Stuart per poi venirmi incontro. 

Mickeal era il fratello di Anna. Noi tre eravamo amici fin da piccoli, avevamo frequentato insieme tutte le scuole fino al liceo, poi lui si era dato alla carriera poliziesca, mentre io e sua sorella  studiavamo nel ramo della psicologia.

“ Ciao Mickeal. Cosa avete scoperto?”-

 “Oh, come ha detto quel tipo che ti fa da assistente, è stata un esecuzione. Inoltre pare che nelle finestre vi fosse un meccanismo che a comando ravvicinato, permettesse ad esse di aprirsi. Per questo ormai l’odore dell’acido è scomparso, purtroppo non abbiamo trovato niente che possa aver contenuto il liquido”- dice lui per poi tirarmi a sé.

“Non sopporto come ti tratta quel tipo e poi ho sentito che… vive a casa tua”- dice lui un po’ imbronciato.

“Ecco, è uno studente straniero, suo padre conosceva mio padre e… ma insomma cosa sono questi interrogatori?”-

domando un po’ addirata. Non ce la facevo più per due ragioni: la prima è che da sempre ho dovuto mentire sulla mia vera natura, di certo non potevo dire ai miei due migliori  amici guardate io sono per metà un mostro. E ora non potevo dire che quel ragazzo egocentrico, era in realtà un demone degli inferi che si nutre di misteri. Certo se avrei provato a dir loro qualcosa del genere mi avrebbero rinchiuso in qualche clinica psichiatrica.

Mi giro verso Neuro, lui … era il primo con cui io ero libera di essere me stessa … l’unico a cui potevo non mentire …

“Scusa, hai ragione sono troppo impiccione”

Io saluto Micheal e m incammino verso la scrivania, l’analizzo per un po’, fin quando non trovo un foglio scarabocchiato. Mi giro e con il telefono scatto una foto. Do un ultima occhiata alla stanza ed esco.

“Bene, tornate pure in classe ora, qui ci pensiamo noi”- dice commissario Stuart

Io e Neuro veniamo accompagnati in classe dal proffesor Milton . Appena entrati tutti iniziano a tempestare il professore di domande., e lui con calma, prega tutti di sedersi. Così appena ci siamo seduti racconta dell’accaduto e che per quel giorno le lezioni erano sospese. Così dopo aver riposto negli armadietti le nostre cose, veniamo accompagnati verso l’uscita.

“Accidenti, che brutta storia, ma voi due avete scoperto qualcosa?”-domanda Anna

“Ben poco per il momento, domani andremo dal commissario”-

“Se vuoi stasera parlo con mio fratello e poi ti chiamo”-

“E  a cosa ci servirebbe tuo fratello?”- domanda Neuro

“Suo fratello è l’assistente del commissario”

“Ah, capisco…”

“Bene, ragazzi sono arrivata alla macchina volete un passaggio?”- Domanda Anna

“No, io e Martina, torniamo a casa camminando”- dice Neuro tirandomi via dalla macchina

“Ah, ok”

Dice lei ammiccando un sorriso, per poi mettere in moto la macchina e uscire dal vialetto.

“Seguimi”- dice lui tirandomi.

“Mi fai male Neuro”-  dico io cercando di liberarmi dalla sua presa.

“E a me cosa in porta, mica è il mio di braccio”-

Finalmente dopo una decina di minuti  si ferma e  mi lascia. Siamo a pochi passi dalla fermata e l’autobus è appena arrivato.

“Ma sei impazzito o cosa si può sapere che ti è preso?”-

“Facile reperire indizi facendo la carina con tutti gli uomini che incontri”-

Dice lui, voltandomi le spalle.

“Cosa hai detto?”-

“Semplice che sei gentile con tutti solo per ottenere quello che vuoi”-

Io lo prendo per la giacca e lo costringo a voltarsi

“Sai una cosa idiota di un demone?L’unico che utilizza le persone è lo zuccone egocentrico che mi trovo davanti che non capisce minimamente i miei sentimenti!”-

Dico abbassandolo per poi mollarli uno schiaffo in pieno volto; per poi incamminarmi a passo svelto verso l’autobus e salire.

“Vai al diavolo Neuro”-dico mentre le porte si richiudono

Punto di vista di Neuro

Eccola che arriva … devo ignorarla. Infatti inizio a discutere con gli agenti, dovevo stragli lontano.

Come al solito è gentile con tutti … tutti all’infuori di me.

La osservo mentre entra con i sacchetti legati alla caviglia che avvolgono le scarpe per non inquinare la scena del crimine. E’ proprio ingegnosa … Poi vedo come ride e sorride con quel poliziotto, con quell’insulso umano. Sento le mani formicolarmi, e una gran rabbia … perché mi stavo riscaldando tanto? Per fortuna poi si allontana e dopo pochi minuti Martina esce, e veniamo accompagnati in classe e successivamente verso l’uscita della scuola.

Ero davvero di pessimo umore, quella ragazza faceva la carina con tutti solo … per ottenere quello che voleva …

Stringo i pugni e seguo lei ed Anna fino alla macchina di quest’ultima; Martina fa per salire, ma io la prendo per un braccio e la trascino via, ne avevo già avuto abbastanza di quella minuscola macchina …

Così dopo che Anna è partita, aumento la morsa intorno al polso di Martina e cammino a passo svelto verso la fermata. Lei cerca di liberarsi, ma ovviamente non ci riesce e si lamenta che le sto facendo male

“E a me che importa… non è mica mio il braccio”-

Dico stizzito per poi continuare a camminare per poi fermarmi a pochi passi dalla fermata. Solo allora lascio la ragazza.

“Ma sei impazzito o cosa si può sapere che ti è preso?”- dice addirata. Ma era stupida o cosa, nemmeno si rendeva conto di quello che faceva?Per la prima volta perdo il controllo e mi sfogo.

“Facile reperire indizi facendo la carina con tutti gli uomini che incontri”- dico per poi girargli le spalle.

Lei senza preavviso, mi volta e mi parla con rabbia dicendomi che ero io quello che utilizzava le persone, e che non capivo i suoi sentimenti. Poi finisce molarmi uno schiaffo in pieno viso. Io rimango immobile e mi giro appena per poi vederla salire sull’autobus, che poco dopo parte.

Perfetto, che se ne vada pure!

   
 
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