Una giornata uggiosa era quella, le nuvole grigie avevano
coperto completamente il cielo del mattino, e
le leggere gocce d’acqua cascavano da esse con una ritmicità
incredibile. In una casetta in periferia due bambini, messi gli zaini in
spalla, si dirigevano verso la portiera di una macchina, armati di ombrelli per
non bagnarsi.
:-mi raccomando accompagnali a scuola, nessun altra fermata- Una donna ancora
sull’uscio della porta ammonì l’autista.
:-Certo, certo non preoccuparti, dritti filati a scuola- sbuffo lui, anzi, lei.
:-Grazie!- E nacque un sorriso sulle morbidi labbra della donna sotto
quell’arco in legno
:- E’ il mio lavoro donna, e ora entra dentro, se tu ti ammali non potrò tenere
fede ai patti- la liquidò l’altra, che era indubbiamente più giovane della
donna che aveva di fronte.
:-Si vai mamma, altrimenti ti ammalerai- Fece la voce di uno dei due bambini.
:-Oh Saphira, mia dolce Saphira, promettimi che ti farai delle amichette ok?- e
si abbassò per dare un bacio sulla fronte della figlia dagli incredibili
capelli lunghi.
:-Certo mamma- Il dolce sorriso della bambina investì in pieno l’anziana donna,
che rispose con un altrettanto caldo sorriso.
:-Forza Saf andiamo, altrimenti facciamo tardi- Si lamentò il fratello dai
capelli biondi.
:-Mi raccomando tu proteggi tua sorella- E lasciò un dolce bacio anche sulla
fronte del figlio.
:-Certo… ovvio- Era arrossito dall’imbarazzo, in sopportava molto queste
smancerie, ma in fondo lei era sua mamma, qualche volta poteva permetterselo.
:-Forza marmocchi andiamo- E la donna dai capelli rosso fiamma si posizionò nel
posto guidatore della macchina.
:-A più tardi mamma!- Salutarono entrambi i bambini dirigendosi verso la
macchina ed entrandoci dentro uno alla volta.
La pioggia cadeva incessante bagnando i vetri e rendendo l’interno della
macchina più cupo, ma ai due bambini non importava, le loro uniche
preoccupazioni, seduti sui morbidi sedili grigi di quella macchina, era il loro
nuovo anno scolastico, avrebbero frequentato il quarto anno di elementari, e
avevano da poco cambiato scuola, non conoscevano niente e nessuno, e in
effetti, per loro era un bene.
:-hei nii-san che dici riuscirò a farmi degli amici finalmente?- La voce della
ragazza arrivò leggera e quasi inudibile alle orecchie del fratello.
:-Non dire sciocchezze, è ovvio che riuscirai a farti degli amici- la
rimproverò il fratello biondo sbuffando un poco.
:-E se non ci riesco? E se succede come tutte le altre volte?- Si sporse un
poco avanti, la sua preoccupazione era palpabile, lei aveva paura di rimanere
sola.
:-Non ti preoccupare Saphira-chan, ci riuscirai!- La voce venne dalla donna che
guidava il veicolo, e che si girò di poco verso i ragazzi per poi tornare
subito a guardare la strada.
:-L’hai sentita no? Anche lei è d’accordo con me- Il bambino era pieno di foga,
voleva molto bene alla sua amata sorellina, avrebbe fatto di tutto per lei, ma
a volte si preoccupava fin troppo.
:-Allora ragazzi, quest’anno avrete due nuovi compagni di
classe, per favore salutate i gemelli Drake e Saphira Hasegawa- L’aula dove la
preside li aveva portati era una tipica aula rettangolare, con le pareti color
giallo canarino e il pavimento tappezzato di mattonelle bianche, c’erano ampie
finestre da cui si poteva scorgere il giardino e l’aula era al piano terra.
:-Benvenuti!- E tutti i bambini della classe, molto ubbidienti, salutarono i
nuovi arrivati.
:-Andate a sedervi, così il maestro potrà controllare a che livello del
programma siete arrivati- e la gentile preside spinse i due gemellini verso
l’interno della classe, e questi di sedettero in un banco vuoto .
:-Allora ragazzi io sono il vostro maestro di Matematica e Italiano, non mi
interessa sapere con precisione dove siete arrivati, basta che mi diate la
certezza di conoscere tutte le tabelline e di saper fare un analisi
grammaticale- Esclamò l’uomo appoggiato con il sedere alla cattedra
:-C-certo- La flebile voce di Saphira cercò di farsi sentire e di uscire allo
scoperto.
:-Siamo in grado anche di fare un analisi logica- Volle però precisare il
fratello con orgoglio e gonfiando il petto.
:-Oh! Allora siete proprio dei piccoli geni- Utilizzò un tono di leggero
scherno :-Perché non me lo dimostrare?- E così dicendo chiamò Saphira alla
lavagna che fece una perfetta analisi logica di una frase fin troppo complessa
per la sua età.
:-E cosa mi dici della matematica?- Era ancora intenzionato ad infierire e
questa volta Saphira dovette risolvere qualche calcolo alla lavagna, non erano
molto complessi, ma per una bambina quello che aveva dettato il maestro sarebbe
dovuto essere come l’Arabo, e invece Saphira risolse con facilità quei calcoli
che per il resto della classe non avevano senso.
:-Complimenti, davvero complimenti- E si leccò le labbra mandando poi Drake
alla lavagna a cui inflisse un trattamento
uguale se non peggiore.
Così iniziò il triste anno scolastico dei due, quel professore, che in seguito
scoprirono chiamarsi Mike, divenne un incubo ricorrente per i due ragazzi, ogni
giorno li sottoponeva a prove sempre più estenuanti e sempre più difficili, non
che non desse loro voti alti, ma li trattava in modo molto sadico e severo, in
oltre i rapporti con gli altri bambini non migliorarono, a causa del troppo
intelletto dei due, nessuno si avvicinava loro, Saphira troppo timida per fare
il primo passo, si metteva in un angolo con un grosso volume sulle gambe,
mentre Drake, che cercava di avvicinare i bambini, veniva prontamente
allontanato e scacciato.
I bambini spesso possono essere molto cattivi con altri bambini, chi dice che i
bambini sono la purezza fatta persona si sbaglia, e i gemellini lo sapevano
bene, loro vedevano, si vedevano sempre dei pallini neri vorticare intorno ai
bambini, attratti dalle malefatte che i bimbi possono compiere, attratti dal
loro essere “piccoli e innocenti”.
:-Buon giorno ragazzi- Ed ecco che il maestro entrava in classe con uno strano
sorriso sulle labbra.
:-Buon giorno- Risposero gli alunni meccanicamente.
:-Oggi vi distribuirò delle autorizzazioni, fatele firmare ai vostri genitori,
sono per la gita che si terrà a fine settimana all’osservatorio- Finì di
parlare tranquillamente e un urlo di gioia esplose nella classe mentre lui
passava per i banchi a consegnare i foglietti di carta.
:-Mi aspetto che voi due siate presenti- Sussurrò ai gemelli con tono viscido
prima di allontanarsi e continuare la consegna delle autorizzazioni.
Il giorno dell’uscita arrivò presto i bambini non erano in
loro dalla felicità e quando il bus, che li avrebbe accompagnati, arrivò, loro
si precipitarono dentro a tutta velocità, poco dopo il pullman partì con i
brusii dei bambini come sottofondo.
:-E questo è il telescopio…- La guida li
stava portando per tutto l’osservatorio, spiegando e mostrando qualsiasi cosa,
moti bambini erano attentissimi mentre invece alcuni si stavano annoiando,
insomma una normalissima gita.
:-Ragazzi ora potete andare un po’ in giro per conto vostro, non toccate niente
e soprattutto vi voglio qui fra un ora, dove mangeremo e poi torneremo a scuola-
Il maestro diede via ibera ai bimbi che si sparpagliarono, anche i due
gemellini andarono in due direzioni diverse.
:-Hey avete visto quello?- Chiese in tono frivolo una bambina ad un'altra
indicando un oggetto su un piedistallo.
:-Sì è buffissimo- L’altra rispose con un altrettanto tono frivolo.
:-Già- E iniziarono a ridere insieme come due oche.
:-I-io lo trovo interessante- Arrivò da dietro di loro una vocina intimorita,
era la piccola Saphira che in qualche modo stava cercando di fare amicizia.
:-Ma a noi non ci interessa cosa pensi tu- rispose la prima freddamente.
:-Già, sparisci mostro, non sei degna di stare con noi- La seconda incalzò.
:- Esatto, noi siamo due ragazze alla moda, ben presto avremmo fidanzati ricchi
e ci daremo allo shopping, mentre tu rimarrai una poveraccia che veste di
stracci- E riprese la prima facendo scoppiare la sua amica in una risata
alquanto cattiva.
La povera Saphira, che niente aveva fatto di male, si era ritrovata aggredita e
corse via piangendo e rintanandosi in un angolo.
:-ma… perché… cosa ho fatto di male?- Piangeva singhiozzando, questa povera
bambina si sentiva sempre più sola e sempre più le persone l’allontanavano, lei
non aveva fatto niente eppure, ora in quell’angolo buio, credeva di avere tutte
le colpe del mondo.
:-Cos’hai piccola Saphira?- Una voce strana arrivò alle sue orecchie, alzò la
testa e scopri che apparteneva al suo maestro.
:-Niente- Riuscì a dire dopo qualche singhiozzo.
:-Su chi ti ha fatto piangere? Che andiamo a sgridarlo- La sua voce si stava
facendo sempre più strana, ma ormai Saphira ci aveva fatto l’abitudine.
:-Nessuno, davvero- Cercava di proteggere ingiustamente le due oche che pochi
minuti prima gli avevano rivolto aspre parole.
:-Su, su vieni- E tirò su la ragazza :-torniamo da tuo fratello- E la spinse
con la mano dietro la schiena.
Lei annuì sfregandosi il naso con la manica della giacca che indossava e si
avviò, solo che qualcosa di inconsueto la fece rabbrividire: la mano che il
professore stava usando per spingerla docilmente era lentamente scesa e ora si
trovava sul suo sedere.
:-Cosa sta facendo?- Scattò subito lei impaurita e indietreggiando.
:-Cerco solo di renderti felice- Ormai lo sguardo del maestro si era fatto
spaventoso, e iniziò ad avanzare verso la povera bambina che ad ogni passo si
avvicinava sempre di più al muro contro cui si era rifugiata prima.
:-No… La prego! Se ne vada!- le sue parole erano più che altro sussurri.
:-Ma come? Non stavi piangendo poco fa? Credevo volessi essere consolata- il
suo tono finto preoccupato la fece rabbrividire, ma non fu la cosa che gli
causò più disgusto, quella fu quando si leccò le labbra dopo queste parole.
:-Se ne vada… o-oppure urlo- Cercò di minacciarla senza molta convinzione.
:-Urla pure piccola sciocca, tanto non potrà sentirti nessuno- Ormai erano
arrivati al capolinea, lei era spalle al muro mentre lui la teneva ferma con le
braccia che gli sbarravano la strada ai lati.
:-Rilassati e vedrai che ti divertirai- Ormai Saphira non aveva più lacrime per
piangere, ne voce per urlare, chiuse gli occhi aspettando le mani dell’uomo su
di se, non sapeva cosa volesse farle, ma aveva paura, attese ancora qualche
istante, ma quelle mani non arrivarono, quando riaprì gli occhi e alzò lo
sguardo, vide il suo maestro con una smorfia di eterno dolore sul viso, e una
lama uscirgli dal petto, si toccò la fronte e notò che il sangue dell’uomo gli
stava colando a dosso, non ebbe ne ribrezzo, ne paura, semplicemente si sentì
sollevata.
Quando il cadavere cadde di fianco a lei, poté scorgere la figura del fratello
che estraeva la spada dal corpo esanime di quell’essere e la faceva sparire di
nuovo.
:-Come stai? Tutto bene? Ti ha toccata?- Volle sapere subito una volta riposta
l’arma.
:-No tranquillo, non è riuscito a farmi
niente- Lo tranquillizzò.
:-Meno male, se solo fossi arrivato un secondo dopo… non oso pensare- Non
riuscì a terminare la frase perché la sorella gli pose due dita sulle labbra e
gli sorrise :-Mi avresti salvata comunque- Era dolce il suo tono.
:-Saphira… tu sei- e ancora una volta la sorella gli pose due dita sulle
labbra.
:-No! Io non sono niente, ma ti prometto che io sarò per te, come tu sei per
me, un sogno oscuro- Quelle parole non erano scelte a caso, facevano parte di
un antica formula che sapevano di conoscere.
:-Allora io ti prometto che sarò per te, come tu sei per me, un sogno lucente-
Abbracciò la sorella teneramente, e quest’ultima lo allontano di poco per poi
lasciargli un semplice bacio a stampo sulla bocca per suggellare la promessa
che si erano fatti.
Angolo dell’autore!
Chiedo scusa per il microscopico capitolo, e per le varie stranezze
presenti, come ad esempio il cambio improvviso di tempo e di stile, ma avevo
sia bisogno di inserire questo frammento di storia prima di andare avanti, sia
avevo bisogno di darci un taglio, fin ora ho scritto completamente a mo di
copione di un film, scrivevo solo dialoghi, quindi ho cercato di dare un'altra
impostazione al tutto ^^ spero di esserci riuscito.
Ps: Si è vero ho usato uno (veramente entrambi) i miei
nickname per creare le frasi finali, ma vi assicuro che sia i nick che le frasi
sono di mia invenzione, c’è chi si ricava i nick da frasi che ha sentito, io ho
fatto il contrario, mi sono ricavato delle frasi dai nick che ho inventato,
spero di non essere stato troppo squallifo ^^