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Autore: Non Anonimo    07/04/2006    5 recensioni
Esiste un'insana paura\ di cercare altrove il bisogno\ ed appellarsi al sogno\ per una gioia che dura
Non è una songfic, è una semplice storia su come le persone non sappiano cosa vogliono davvero o non siano in grado di affrontare i propri desideri.
Genere: Malinconico, Dark, Introspettivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: James Potter, Lily Evans, Peter Minus, Remus Lupin, Severus Piton, Sirius Black | Coppie: Remus/Sirius
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
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NON ERA PREVISTO

NON ERA PREVISTO

4 voti su 4 bastano e avanzano(Un enorme grazie ad Ethlinn, Moony91, Agartha e Himiko !^^),via alla storia.

PREMESSA:

Ogni eventuale capitolo avrà il nome di una canzone per due motivi: sono sicuramente meglio dei titoli che verrebbero in mente a me, sono la “colonna sonora” del brano. Cercherò di spiegare ogni volta perché ho scelto proprio quella canzone, con l'unica ragione che mi piace fare cose come questa^^

Come per l'altra ff i nomi dei personaggi sono in inglese, tutti gli altri credo di tenerli in italiano. Inoltre Remus resta sempre un pianificatore. Per il resto i caratteri dei personaggi sono abbastanza diversi, o quantomeno l'idea è questa.

Ogni correzione, critica o altro è più che ben accetta!

Chanson idiomatique (Chi la conosce? eh eh!)Perché questo capitolo è un'insieme di luoghi comuni, letteratura e psicologia spicciola. Il mio modo di scrivere classico quindi, mancano solo le battutine idiote...peccato.

Canzone idiomatica

A Remus piacevano i romanzi ottocenteschi.

Per un motivo molto semplice.

A grandi linee rispecchiavano la sua vita.

Con lo stesso tipo di interesse di una persona che guarda un film su gente nella sua stessa condizione, lui leggeva per puntare un dito e poter dire, no, una persona in questa situazione non avrebbe questo comportamento, o per stupirsi di come l'autore riuscisse ad intravedere alcune verità che neanche lui aveva scorto, prima di leggerle.

In realtà lui amava la letteratura in generale, ogni libro gli dava una buona idea. Un consiglio su come vivere.

Per esempio, aveva deciso che avrebbe amato come l'Antonio di Shakespeare.

No, non pensava alla passione bruciante del triumviro romano per Cleopatra, ma ai sentimenti struggenti e all'immensa dignità del mercante di Venezia.

Ma perché i suoi piani fossero perfetti aveva bisogno di un Bassanio, e in particolare qualcuno di così impossibile da non poter rovinare tutto rendendo la sua favola reale.

Anni dopo, ripensandoci, non sarebbe riuscito a ricordare se si era innamorato di Sirius per tener fede alle sue fantasie o se aveva messo su tutto quell'apparato mentale solo per giustificare i sentimenti per l'amico.

Ma ciò veramente importante erano le fondamenta su cui era basato l'amore provato dal personaggio: sacrificio, lealtà ma soprattutto segretezza.

Lui sapeva di essere una persona giusta e allo stesso modo sapeva che i suoi sentimenti non erano sbagliati, ma tutto questo per fortuna-pensava-, non bastava a dargli il diritto di agire di conseguenza.

Lui desiderava Sirius da così tanto tempo, e con così tanta forza che il solo pensare di riuscire ad averlo gli provocava nausea. Sarebbe significato la fine di qualcosa di perfetto. Remus non era di certo uno stupido, sapeva perfettamente che la realtà non avrebbe mai retto il confronto con la sua immaginazione.

Lì Sirius era perfetto, il ragazzo nobile di cuore e di spirito che abbandona il suo status e la sua famiglia per mantenersi fedele ai propri principi, un moderno eroe romantico. Incompreso perché superiore alla società in cui vive.

E lui, Remus, era un poeta medievale, il suo amore era nobile perché irrealizzabile.

A volte si chiedeva se l'appagamento totale delle sue fantasie sarebbe stata la morte di Sirius a causa sua, per difenderlo, o per fermarlo.

I suoi pensieri a volte erano spaventosi soprattuto dal momento non lo stupivano. Erano scherzi fra lui e lui. Aveva in mente altri venti finali, uno più silenzioso e meno eccitante degli altri, e gli piacevano tutti.

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Sirius stava ridendo con una ragazza e una qualche bevanda alcolica di cui conosceva solo la gradazione, in altre parole stava tenendo fede al suo modo di vivere: prendi tutto quello che ti passa davanti. Tanto ciò che vuoi davvero non potrai mai averlo.

Come una famiglia amorevole al posto dell'alcolico e il suo secondo migliore amico al posto della ragazza, o ragazzo, di turno.

Ma certe cose non succedono e basta, quindi quella era la felicità.

Avere una delle due cose l'avrebbe illuso; o peggio, reso serio, dandogli responsabilità vere. Lui preferiva di certo la libertà.

Si era già emancipato dalla sua famiglia, e la scuola non gli dava grossi problemi.

Avere un migliore amico completamente autosufficiente, e che cominciava ad aver ancora meno bisogno di lui da quando aveva una certa Lily.

E un secondo migliore amico con cui avercela per motivi indipendenti dalla sua volontà, e un terzo di cui non sapevi che fartene, unito all'interesse esclusivamente fisico per il proprio partner, era come non avere niente. E non avere niente è essere liberi.

Quando era più che sobrio-in qualunque senso- pensava che essere liberi in questo modo era come aver rinchiuso tutto il mondo fuori dalla propria stanza e aver buttato via le chiavi.

Ma in fondo quelli erano momenti strani e brevi. Lui non mentiva quando diceva di stare bene, se qualcuno avesse mai messo la cosa in discussione.

La sua continua allegria era reale. Non poteva lamentarsi troppo, sapeva di avere molto più di altre persone.

Non aveva più persone sgradevoli attorno, era circondato da buoni amici, aveva un esercito di ammiratori, e la persona che... gli piaceva immensamente(gli sembrava stupida come frase, ma gli sembrava più stupido usare il verbo amare alla sua età), non lo ricambiava, ma lui era comunque la sua persona più importante.

Perderlo come amico sarebbe stato praticamente impossibile. Fin quando la situazione era tale era lui che conduceva il gioco della sua vita.

Le cose erano perfette così. Ne era sicuro. Sorrideva felice.

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Ma a volte il destino gioca sporco e decide di avverare i tuoi desideri impossibili.

Che noia! Giusto?

PS: Se qualcuno ha qualcosa da contestare sulla natura dei sentimenti di Antonio per l'amico Bassanio ne Il Mercante di Venezia (anche se non credo), posso solo dire a mia discolpa che perfino la mia -particolarmente anziana- prof d'inglese supportava questa teoria(incredibilmente diffusa); in effetti arrivò anche a chiedere in classe qual'era l'altro personaggio dell'opera teatrale con un problema sociale, oltre a Shylock l'ebreo, e qual'era il suddetto problema, la risposta era proprio:“Antonio perché è omosessuale”.

Piccola storiella per spiegare la decisione interpretativa.

La prossima in caso sarà Spice up your life. Ovviamente scherzo. Sarà I'm a slave 4 U. XD

Grazie a chiunque abbia letto!

Non Anonimo

  
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