NON ERA PREVISTO
4 voti su 4 bastano e
avanzano(Un enorme grazie ad Ethlinn, Moony91, Agartha e Himiko !^^),via alla
storia.
PREMESSA:
Ogni eventuale
capitolo avrà il nome di una canzone per due motivi: sono sicuramente meglio
dei titoli che verrebbero in mente a me, sono la “colonna sonora” del brano.
Cercherò di spiegare ogni volta perché ho scelto proprio quella canzone, con
l'unica ragione che mi piace fare cose come questa^^
Come per
l'altra ff i nomi dei personaggi sono in inglese, tutti gli altri credo di
tenerli in italiano. Inoltre Remus resta sempre un pianificatore. Per il resto
i caratteri dei personaggi sono abbastanza diversi, o quantomeno l'idea è
questa.
Ogni
correzione, critica o altro è più che ben accetta!
Chanson idiomatique – (Chi la conosce? eh eh!)Perché questo capitolo è un'insieme di luoghi comuni, letteratura e psicologia spicciola. Il mio modo di scrivere classico quindi, mancano solo le battutine idiote...peccato.
Canzone idiomatica
A Remus piacevano i
romanzi ottocenteschi.
Per un motivo molto
semplice.
A grandi linee
rispecchiavano la sua vita.
Con lo stesso tipo di
interesse di una persona che guarda un film su gente nella sua stessa
condizione, lui leggeva per puntare un dito e poter dire, no, una persona in
questa situazione non avrebbe questo comportamento, o per stupirsi di come
l'autore riuscisse ad intravedere alcune verità che neanche lui aveva scorto,
prima di leggerle.
In realtà lui amava
la letteratura in generale, ogni libro gli dava una buona idea. Un consiglio su
come vivere.
Per esempio, aveva
deciso che avrebbe amato come l'Antonio di Shakespeare.
No, non pensava alla
passione bruciante del triumviro romano per Cleopatra, ma ai sentimenti
struggenti e all'immensa dignità del mercante di Venezia.
Ma perché i suoi
piani fossero perfetti aveva bisogno di un Bassanio, e in particolare qualcuno
di così impossibile da non poter rovinare tutto rendendo la sua favola reale.
Anni dopo,
ripensandoci, non sarebbe riuscito a ricordare se si era innamorato di Sirius
per tener fede alle sue fantasie o se aveva messo su tutto quell'apparato
mentale solo per giustificare i sentimenti per l'amico.
Ma ciò veramente
importante erano le fondamenta su cui era basato l'amore provato dal
personaggio: sacrificio, lealtà ma soprattutto segretezza.
Lui sapeva di essere
una persona giusta e allo stesso modo sapeva che i suoi sentimenti non erano
sbagliati, ma tutto questo per fortuna-pensava-, non bastava a dargli il
diritto di agire di conseguenza.
Lui desiderava Sirius
da così tanto tempo, e con così tanta forza che il solo pensare di riuscire ad
averlo gli provocava nausea. Sarebbe significato la fine di qualcosa di
perfetto. Remus non era di certo uno stupido, sapeva perfettamente che la
realtà non avrebbe mai retto il confronto con la sua immaginazione.
Lì Sirius era
perfetto, il ragazzo nobile di cuore e di spirito che abbandona il suo status e
la sua famiglia per mantenersi fedele ai propri principi, un moderno eroe
romantico. Incompreso perché superiore alla società in cui vive.
E lui, Remus, era un
poeta medievale, il suo amore era nobile perché irrealizzabile.
A volte si chiedeva
se l'appagamento totale delle sue fantasie sarebbe stata la morte di Sirius a
causa sua, per difenderlo, o per fermarlo.
I suoi pensieri a
volte erano spaventosi soprattuto dal momento non lo stupivano. Erano scherzi
fra lui e lui. Aveva in mente altri venti finali, uno più silenzioso e meno
eccitante degli altri, e gli piacevano tutti.
------------------------------------------------------------------
Sirius stava ridendo
con una ragazza e una qualche bevanda alcolica di cui conosceva solo la
gradazione, in altre parole stava tenendo fede al suo modo di vivere: prendi
tutto quello che ti passa davanti. Tanto ciò che vuoi davvero non potrai mai
averlo.
Come una famiglia
amorevole al posto dell'alcolico e il suo secondo migliore amico al posto della
ragazza, o ragazzo, di turno.
Ma certe cose non
succedono e basta, quindi quella era la felicità.
Avere una delle due
cose l'avrebbe illuso; o peggio, reso serio, dandogli responsabilità vere. Lui
preferiva di certo la libertà.
Si era già emancipato
dalla sua famiglia, e la scuola non gli dava grossi problemi.
Avere un migliore
amico completamente autosufficiente, e che cominciava ad aver ancora meno
bisogno di lui da quando aveva una certa Lily.
E un secondo migliore
amico con cui avercela per motivi indipendenti dalla sua volontà, e un terzo di
cui non sapevi che fartene, unito all'interesse esclusivamente fisico per il
proprio partner, era come non avere niente. E non avere niente è essere liberi.
Quando era più che
sobrio-in qualunque senso- pensava che essere liberi in questo modo era come
aver rinchiuso tutto il mondo fuori dalla propria stanza e aver buttato via le
chiavi.
Ma in fondo quelli
erano momenti strani e brevi. Lui non mentiva quando diceva di stare bene, se
qualcuno avesse mai messo la cosa in discussione.
La sua continua
allegria era reale. Non poteva lamentarsi troppo, sapeva di avere molto più di
altre persone.
Non aveva più persone
sgradevoli attorno, era circondato da buoni amici, aveva un esercito di
ammiratori, e la persona che... gli piaceva immensamente(gli sembrava stupida
come frase, ma gli sembrava più stupido usare il verbo amare alla sua età), non
lo ricambiava, ma lui era comunque la sua persona più importante.
Perderlo come amico
sarebbe stato praticamente impossibile. Fin quando la situazione era tale era
lui che conduceva il gioco della sua vita.
Le cose erano perfette
così. Ne era sicuro. Sorrideva felice.
------------------------------------------------------------------------
Ma a volte il destino
gioca sporco e decide di avverare i tuoi desideri impossibili.
Che noia! Giusto?
PS: Se qualcuno ha qualcosa da contestare sulla natura dei sentimenti di Antonio per l'amico Bassanio ne Il Mercante di Venezia (anche se non credo), posso solo dire a mia discolpa che perfino la mia -particolarmente anziana- prof d'inglese supportava questa teoria(incredibilmente diffusa); in effetti arrivò anche a chiedere in classe qual'era l'altro personaggio dell'opera teatrale con un problema sociale, oltre a Shylock l'ebreo, e qual'era il suddetto problema, la risposta era proprio:“Antonio perché è omosessuale”.
Piccola storiella per spiegare la decisione interpretativa.
La prossima in caso sarà Spice
up your life. Ovviamente scherzo. Sarà I'm a slave 4 U. XD
Grazie a chiunque abbia
letto!
Non Anonimo