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Autore: Lirin Lawliet    14/08/2011    19 recensioni
Ho intenzione di riprendere a breve gli aggiornamenti, abbiate fede!
Ormai, dopo rispettabilissimi diciotto anni vissuti nello spasmodico desiderio di essere baciata (e magari anche sodomizzata, perchè no?) dalla fortuna, era giunta all'inoppugnabile conclusione che qualsiasi progetto avesse tentato di portare a termine sarebbe stato inevitabilmente disturbato da un morboso e sadico inconveniente che l'avrebbe portata a ricominciare tutto daccapo. Era un classico caso di A.S.N.C.M.S.; sigla che, per chi nasceva con la sfiga saldamente avviluppata al patrimonio genetico, aveva un significato quasi profetico: alla sfortuna non c'era mai scampo.
Un soggetto su un milione nasce con l'abbonamento alla sfiga cronica, la peculiarità di ingrassare con l'ossigeno, la dirompenza atletica di un bradipo paraplegico e la tendenza a sviluppare brufoli negli unici giorni in cui sarebbe estremamente gradita la loro assenza... E Nabiki Tsukiyama, franco-giapponese, figlia di mezzo (e perciò, già sfigata di suo!) era nata proprio sotto quella cattiva stella.
[Pairings: MORI X OC / HIKARU X KAORU / TAMAKI X HARUHI X HIKARU]
Genere: Comico, Commedia, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Yaoi | Personaggi: Nuovo personaggio, Takashi Mori Morinozuka, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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.LA BOTTEGA DEI DESIDERI.

 

Undicesimo ingrediente:

Cause di Suicidio

 

 

 

 

Ariete

Fortuna: Un ragazzo bellissimo ti noterà per strada, ma stai attento: è un vigile urbano e ti farà una bella multa.... Sì, anche se non hai una macchina.

Salute: A causa della perdita di una moneta da dieci centesimi nel tombino sotto casa, i nati sotto questo segno subiranno un violento shock che porterà alla conseguente perdita della conoscenza della lingua madre. Perciò, invece di sprecare parole a parlare di ciò che vi succederà, possiamo dire che "iohabgdo lonoijafsn oaghuybfaui nasyujd mvgh gqwijc ei fu, siccome immobile, udbfs baybfifnvb euihf m! Swmfhym tarapia tapioca uiwmfum? Qjihcdl iqekld tenotchtitlan siojmfgh in fila per sei col resto di due, sei per sette quarantadue, per due quarantaquattro.

Amore: per questa settimana terrai fede ad un altro segno zodiacale, quello della vergine. Spiacente: sei destinato a restare tale a tempo indeterminato.

 

Se qualcuno avesse mai avuto la possibilità di allungare le mani sull'agenda di Kyouya, probabilmente, tra diagrammi di flusso, numeri telefonici e piani cartesiani vari ed eventuali, avrebbe trovato anche diversi elenchi fantasiosamente intitolati. E, fin qui, nulla di strano... Se non fosse stato per il fatto che Kyouya stesse provando l'impellente esigenza di aggiornarne uno in particolare: quello che si intitolava «Cause di Suicidio».
Si trattava di una lista particolarmente lunga ed elaborata, contenente pericoli ed insidie di varia entità che da secoli minacciavano la sopravvivenza della specie umana (come i CD di Justin Bieber e le code all'ufficio postale, insomma); e, se Kyouya avesse avuto una penna a portata di mano, in quel momento, si sarebbe trovato a dover compiere una scelta difficile: stabilire dove inserire la dicitura "Condividere spazio vitale con Nabiki Tsukiyama".
D'altra parte, dopo un'attenta e rapida riflessione, era giunto alla conclusione che il catastrofico evento potesse essere collocato tra il comma 3 e il comma 3-BIS, cioè tra le scritte "Cenone della Vigilia di Natale" e "La Prova del Cuoco"; ma, dato che le crudeli regole del gioco della bottiglia non gli offrivano alcuna possibilità di salvezza, l'unico obiettivo effettivamente realizzabile era quello di ottenere, se non altro, almeno un risultato dignitoso (come quello di salvarsi la pelle, per intenderci). Indi per cui, optò per una silenziosa invocazione di aiuto divino e fece violenza su se stesso per non iniziare a strillare istericamente; anche perchè, se fosse entrato in modalità «Cacatua urlatore» anche per mezza frazione di secondo, il suo curriculum di Tipo Affascinante sarebbe stato contaminato in modo irreversibile. Il che, era da evitare nella maniera più assoluta.
Dopotutto, cinque minuti con la Tsukiyama non avrebbero dovuto avere conseguenze troppo gravi sul suo sistema nervoso, no?

... No?!

Ma andiamo! Chi voleva prendere in giro?!
Avrebbe preferito farsi fare dei sani impacchi di acido borico nella zona pelvica piuttosto che chiudersi in una stanza buia insieme a quel cataclisma umano.
Peggio: avrebbe preferito chiudersi nel confessionale del Grande Fratello e sfogarsi con Alessia Marcuzzi, piuttosto che adeguarsi alle regole del gioco. Già si immaginava chiuso nella famigerata stanza rossa (armato in modo strategico di fazzolettino stropicciato) a piagnucolare uno sconclusionato «Alessia, io nomino Nabiki perchè non si è integrata bene con il gruppo». D'altra parte, immaginava anche la risposta della conduttrice, che anzichè dirgli "Scusa, ma a te che te ne fotte se si è integrata bene oppure no?! Devi nominare il concorrente forte, non quello fesso!" lo consolava, dicendogli: «Grazie per aver dato la tua motivazione, Kyouya; lo so che è sempre difficile eliminare un compagno».

All'incirca, questo fu ciò che pensò Kyouya quando la bottiglia di Coca Cola arrestò la sua folle corsa proprio sotto il suo impudente nasino patrizio.

D'altra parte, mentre Kyouya stava meditando se fare subito harakiri oppure no, il resto del gruppo stava manifestando il proprio stupore in modi quantomeno variegati...

«Tocca proprio a... Kyouya?» chiese timidamente Haruhi, spezzando il gelido silenzio che aveva seguito la decisione finale della bottiglia.
«Sembrerebbe di sì.» le fece eco Tamaki, grato che l'oscurità gli impedisse di scorgere la tremenda espressione che sicuramente avrebbe trovato sul volto dell'amico.
«Vi sbagliate! Tocca a Honey!» gracidò Nabiki, con la voce stridula e stonata, che ricordava vagamente lo squillo di un citofono.
«Nacchan, ma io sono dall'altra parte del cerchio...» replicò tristemente l'Accessorio Adorabile.
Come da copione, i due perfidi gemellini scoppiarono a ridere sguaiatamente, sospingendo il vero prescelto verso la povera disgraziata.
«Cercate di non trucidarvi a vicenda.»
«Sarà difficile.» fu il commento spassionato del Giovane Buddha, alias Takashi.
«Meglio così! Vorrà dire che ci divertiremo ancora di più!» replicò Hikaru. «Su, scommettiamo su chi di loro sopravviverà!» gli fece eco Kaoru.
«Hika-chan, Kao-chan, non è divertente.» li ammonì Mitsukuni, imbronciandosi «Sono sicuro che Nacchan e Kyo-chan si comporteranno bene... Vero?» chiese poi, speranzoso.
Calò nuovamente il silenzio, segno evidente che nessuno dei presenti avrebbe scommesso uno yen sul buon esito di quel maledetto gioco per bambini.

A quanto sembrava, non esisteva modo di sfuggire al Destino.
E Kyouya, se avesse potuto, gli avrebbe sguinzagliato contro un'orda di avvocati incazzosi e lo avrebbe lasciato in mutande, il Signor Destino; ma, dato che dubitava di poter querelare un'entità sovrannaturale (almeno per il momento, cioè, finchè non fosse diventato Signore e Padrone di tutte le cose visibili ed invisibili) si limitò a sospirare sommessamente, conscio di dover stare al gioco.

«Beh...» sfiatò quindi, senz'alcuna enfasi nella voce «Dopotutto, ho scelto io di prendere parte al gioco. Quindi, credo proprio di non potermi rifiutare.» spiegò, alzandosi lentamente in piedi, senza perdere neanche un grammo del suo autocontrollo «Facciamo quello che dobbiamo fare, e chiudiamola qua.».

In fondo, si trattava solo di sopportare quella piattola di Tsukiyama per qualche minuto: quanto poteva essere difficile?
L'unica risposta possibile era «tanto»... Solo che lui ancora non poteva saperlo.

La stanza prescelta fu il bagno, in quanto era l'unico locale dell'appartamento che fosse completamente isolato dalle altre stanze; e, come tutti i bagni, era piccolo e irto di ostacoli che al buio potevano diventare parecchio insidiosi: lavandini sporgenti, cabine doccia disposte in modo tale da causare traumi cranici, scalini che amavano mimetizzarsi e che attiravano invariabilmente i mignolini dei piedi... Insomma, la sola idea di trovarsi in un luogo simile spaventava Kyouya per almeno dieci ragioni diverse, che andavano dalla contaminazione biologica all'esaurimento nervoso.
Ma ormai si era in ballo e si doveva ballare.
Perciò, il Tipo Affascinante si preoccupò di recitare silenziosamente le sue ultime preghiere ed accettò stoicamente il proprio destino.

Quindi, quando lui e Nabiki sentirono la chiave ruotare dall'esterno e sancire definitivamente l'inizio del gioco, trattennero il respiro per ragioni diverse: Nabiki perchè aveva il terrore del buio, e lui perchè aveva il terrore di Nabiki. E, intanto, i secondi passavano, e nessuno dei due osava parlare. L'unico rumore presente era quello del ticchettio assiduo di una goccia d'acqua che, probabilmente, perdeva dal lavandino causando un sonoro ed irritante "plick".
Inutile dire che, a furia di sentire quel ticchettio, Kyouya ebbe un terribile presentimento; presentimento che si rivelò oltremodo fondato: doveva fare pipì.

Andiamo, Kyouya, distraiti! Cerca di pensare a qualcosa di diverso... Che so? Sei appena stato snobbato da Haruhi. Come ti senti a riguardo? Oddio, mi sto psicoanalizzando da solo! Così non va, non va proprio per niente. Devo calmarmi, devo pensare positivo... Sì, ok: Haruhi preferisce Tamaki, e allora? Come se non lo avessi sempre saputo... E se le cose stanno così, non ha neanche più senso cercare di incastrare Tamaki con Nabiki, anche perchè non credo proprio che Haruhi mi lascerebbe campo libero. No, devo rinunciare. Va bene così, non c'è niente che non vada. In fondo, non ci sarebbe mai stato futuro tra me e lei: lei è una plebea e io un giorno sarò proprietario di una catena di ospedali.

Plick... Plick... Plick...

Sempre che sopravviva a questa esperienza e che non mi scoppi la vescica nei prossimi cinque minuti.

«Lo sai che fai rumore quando pensi? Mi fai venire mal di testa.» esclamò improvvisamente Nabiki.
La sua voce proveniva da qualche parte, lì intorno.
«E tu lo sai che la tua voce è irritante? Che ne diresti di limitarti a respirare? Anzi, visto che siamo in un bagno, evita di fare anche quello...»
«Guarda che dopo che l'ho usato ho aperto la finestra! Non senti come profuma di passiflora selvatica?» replicò l'altra, offesa.
Kyouya evitò di chiederle cosa accidenti fosse una passiflora selvatica.
«Intendevo solo dire che nei bagni le voci generalmente rimbombano. E comunque ti preferisco muta.»
Nabiki, Dio solo sa come, gli obbedì; ma poco dopo fu lui a sentire nuovamente il bisogno di parlare.
«Il tuo rubinetto perde?» chiese scioccamente, gingillandosi sul posto.
«No, piange perchè gli ho appena raccontato una storia triste... Certo che perde, baka!» lo aggredì l'altra.
A Kyouya sfuggì una risata soffocata.
«Certo che è proprio vero che non potresti avere un futuro con Nekozawa-senpai: lui odia la luce e tu odi il buio.»
«E questo che c'entra?»
«Niente.» ammise «L'idea di parlare con te mi stuzzica quasi quanto quella di scalare l'Himalaya in infradito ma, semplicemente, ho pensato che stare in silenzio ti facesse stare peggio.»
«Ma avevi detto che non dovevo fiatare!»
«Infatti. Avevo detto che tu non dovevi farlo, non che non potevo farlo io. Ma se non vuoi...»
«No!» quasi gridò l'altra «No... Per favore, continua a parlare.»
Kyouya sorrise, scuotendo la testa ritmicamente. Era entrato lì dentro che era stato scaricato da una plebea, e adesso che faceva? Familiarizzava con un'altra plebea!

Ottimo. Cento punti, Kyouya! Se continui così tra qualche anno ti candiderai a Miss Universo e quando ti chiederanno qual è il tuo desiderio risponderai "la pace nel mondo".

«Uhm... Dunque, vediamo...» ragionò, scartando a prescindere argomenti spinosi come la politica, l'economia e l'utilità sociale di Barbara d'Urso «Accidenti! E' difficile parlare con te!»
«Ma se non ho quasi aperto bocca?!» replicò l'altra «Di' piuttosto che quando non vieni pagato per parlare con una ragazza non sai cosa dire.»
«Questo è un punto di vista interessante.» ammise «Ma, in realtà, è che nonostante abbia molte informazioni su di te, non ti conosco davvero.»
«Sai che potrei denunciarti per stalking, vero?» scherzò Nabiki, ridacchiando nervosamente.
«Sai che potrei falsificare un certificato di matrimonio per vendicarmi? Che dici, ti piacerebbe diventare la Signora Nekozawa?»
«Credo che preferirei farmi il bidét con l'acido muriatico, ma nella vita non si può mai dire: magari potrebbe piacermi.» qui si interruppe «L'acido muriatico, intendo.»
A quel punto, Kyouya fece qualcosa che non avrebbe mai creduto possibile: scoppiò a ridere.

Fu una risata spontanea e sincera, che si propagò rapidamente, riscaldandogli il cuore; un cuore ferito e che rifiutava di farsi medicare, un cuore che, forse, un giorno avrebbe iniziato a battere davvero, seguendo un proprio ritmo, senza più adeguarsi alle fredde e sterili note che aveva ripetuto fin dal principio, assecondando i desideri di un uomo che non meritava di chiamarsi padre. Un giorno, Kyouya avrebbe smesso di piegarsi al suo volere, avrebbe smesso di rivaleggiare con i due fratelli maggiori, avrebbe abbandonato l'idea di dover necessariamente dimostrare di essere il migliore... Un giorno.
Era ancora troppo presto perchè un cambiamento del genere potesse avere luogo, però, quella risata lo fece sentire libero e leggero come solo di rado era accaduto; e la cosa più assurda era che la persona a cui andava il merito di avergli fatto provare una simile emozione era quella che soltanto qualche minuto prima avrebbe inserito fra le «Cause di Suicidio».

Forse, non è così insopportabile come pensavo - ammise a se stesso, asciugandosi gli occhi velati di lacrime.

«Ah, finalmente ci sono riuscita!» gongolò Nabiki, sospirando sommessamente «Sapevo che avevi bisogno di farti una sana risata. Quando Haruhi ha detto che...»
«Non ha importanza quello che ha detto.» la interruppe lui, placido «In fondo, sapevo che la verità sarebbe venuta a galla.»
«Ah... Capisco...» mugugnò l'altra «E tu come ti senti? Triste? Sollevato? Offeso?»
«Tu parli troppo.» sospirò Kyouya, tappandosi le orecchie «Sei...»
«Irritante? Petulante? Insopportabile?» suggerì scherzosamente l'altra.
«Qualcosa del genere.» ammise «Ma non sei neanche così male come pensavo.»
Nabiki non rispose subito, tanto che Kyouya quasi sentì il frastuono degli ingranaggi del suo cervellino che tentavano di tradurre quell'affermazione.
«Ah! Quindi pensavi male di me!?» sbraitò, nuovamente offesa.
«Uff... Come siete complicate, voi donne. Vi si fa un complimento e voi capite sempre l'esatto contrario.»
«Scusami se proprio non riesco a trovare una lode fra gli aggettivi irritante, petulante ed insopportabile.» borbottò l'altra «Ma forse hai ragione tu. Sarà per quello che non ho mai avuto uno straccio di fidanzato. Pensa che...»

Ed eccola che parte!

«La prima volta che ho avuto una cotta per qualcuno ero in seconda elementare; e sai di chi mi ero infatuata? Proprio di Hikaru e Kaoru! Ovviamente, ero troppo timida per dichiararmi, e quindi avevo confessato tutto al mio unico amico: il mio diario super segreto. Lo avevo chiamato Amilcare. Il diario, intendo. Guarda caso, loro lo hanno trovato... E sai che hanno fatto? Lo hanno fotocopiato e hanno sparso le pagine per tutta la scuola. Se solo ci penso mi viene ancora l'orticaria! Argh!» lamentò lei «Per fortuna, i miei hanno divorziato subito dopo e mi sono trasferita a Parigi con mia madre; non che l'abbia vista spesso, mia madre! Mi ha lasciato in un collegio femminile, dove l'unica cosa che avesse ormoni maschili erano i Ficus Benjamin che c'erano nell'atrio! Cose da pazzi! Dico, ma lo sai che significa per un'adolescente vivere in mezzo a decine di altri esseri dal pollice opponibile dotati di utero e riviste sul sesso? Eh? Lo sai?»

«Grazie al cielo, no.» sbadigliò Kyouya, cercando di seguire un discorso che ormai era partito per la tangente fin dalla prima sillaba.

«E non è finita qui! Perchè, comunque, d'estate avevamo il permesso di tornare dalle nostre famiglie, ed è stato proprio durante una vacanza a Palma de Mallorca con mamma e le mie sorelle che mi sono innamorata di François. Dico, io! Avevo tredici anni e... Sì, insomma, sai com'è quando uno va in un paese straniero, no? Sei convinto che nessuno capisca la tua lingua e quindi te ne freghi delle buone maniere e di parlare come un libro stampato. E all'aeroporto un tizio mi ha spintonato e io gli ho gridato qualcosa che somigliava ad una maledizione senza perdono, in francese, perchè, in fondo, chi cavolo poteva conoscere il francese in Spagna? Sì, ok, era possibile che qualcuno lo parlasse, ma quante probabilità c'erano che lo conoscesse proprio il tizio che mi aveva travolto? Beh, sai lui che mi ha risposto? Mi ha risposto: "Sei una veva maleducata! Dove ti hanno pvesa i tuoi genitovi? Allo zoo?"... Sì, aveva la R moscia. Ma questo non c'entra! Era b-e-l-l-i-s-s-i-m-o e, cosa più importante, mi aveva perfettamente capito! Era francese anche lui, dannazione! E mica è finita qua: alloggiava anche nel nostro stesso villaggio turistico, nella stanza accanto alla mia... Ed è stata una persecuzione (anzi, una pevsecuzione) per tutta la durata della vacanza. Il bello è che lui lo faceva apposta ad essere odioso, perchè probabilmente quello era il suo modo di approcciare con le ragazze; e quando ho capito di aver perso definitivamente la testa per lui... Lui si era già trovato un'altra ragazza: mia sorella Sayuri. Ovvio!»

«Ma non mi dire...» sbadigliò ancora Kyouya, accostandosi al lavandino: lasciò che l'acqua scorresse liberamente, eliminando così quel "plick" fastidioso, e si avvicinò a tastoni al gabinetto. Dopotutto, Nabiki era così concentrata sul proprio destabilizzante monologo che non si sarebbe mai resa conto di ciò che stava per fare. Sarebbe stato rapido ed indolore.
O, almeno, così sperava.

«E non interrompermi, perchè ora viene il bello!»
«Per carità, continua pure.» la incoraggiò Kyouya, sollevando silenziosamente la tavoletta del water.
«Quindi, ti dicevo, a sedici hanni ho finalmente avuto un computer. Il mio primo computer! L'avevo chiamato Agamennone, sai? Comunque, mi iscrissi ad MSN e ben presto iniziai a chattare con Sasha. Cara ragazza, Sasha: gentile, romantica, simpatica... Insomma, ero felicissima, perchè finalmente avevo un'amica per la pelle. Poi è successo il patatrac. Cos'è successo, ti chiederai tu? E te lo dico subito, cos'è successo! Maledizione... Se ci penso mi viene ancora voglia di andare a sotterrarmi nel deserto del Sahara. Praticamente, Sasha mi scrisse un'email in cui diceva di essersi innamorata di me e che aveva tutta l'intenzione di venire a Parigi per incontrarmi. Io, che -te lo giuro- sono etero al cento per cento, ho cercato di dissuaderla, dicendole che non era il mio tipo. Lei mi ha mandato una foto, che ritraeva una ragazza (che io credevo fosse lei) ed un gran pezzo di gnocco, che io pensai fosse suo fratello! Ed effettivamente, la ragazza della foto era carina, ma come, ti ho già detto... Non era il mio tipo. Quindi le ho detto che non volevo sentirla più.» concluse tristemente «Poi, quel geniaccio di Yukino, la mia sorellina più giovane, mi ha rivelato che Sasha è anche un nome maschile. Capisci adesso? Sasha era il gran pezzo di gnocco, e la ragazza nella foto era sua sorella! Ed è così che mi sono giocata anche il mio terzo amor...»

In quel momento, il blackout cessò.
Le luci si riaccesero.
Il bagno venne inondato da una calda e rassicurante luce dorata.
Nabiki si rese conto di aver parlato tutto il tempo con la testa rivolta alla doccia, quindi si voltò e, successivamente, si pietrificò.

«Oh... Ehm... Ah... Ahpperò! Cioè, scusa, non volevo guardarti il fringuello... Cioè, volevo dire... Oh, cazzo!»

Kyouya, dal canto suo, assunse tutte le tonalità del rosso vinaccia, del giallo colera e del bianco merluzzo; poi Nabiki urlò; quindi Kyouya chiuse di scatto la tavoletta, rischiando di castrarsi da solo; Nabiki urlò di nuovo; Kyouya belò uno scontato «Posso spiegare!», cercando di far salire su la cerniera dei pantaloni, che proprio non ne voleva sapere di nascondere i gioielli di famiglia; quindi la chiave ruotò due volte, i gemelli fecero capolino nel bagno, Nabiki urlò di nuovo e Kyouya maledisse se stesso, la sua vescica, il gioco della bottiglia e quella dannata, dannatissima, giornata.

...E fu così che Kyouya aggiornò ben presto l'elenco «Cause di Suicidio».

..


"...E fu così che Kyouya aggiornò ben presto l'elenco «Cause di Suicidio»", scrisse Kaoru, pigiando i tasti con indolenza, raccontando sul proprio blog ciò che era accaduto negli ultimi due mesi. Gestiva quel blog da oltre un anno e lo aggiornava costantemente, parlando di come la sua vita fosse costellata di individui quantomeno bizzarri, se non addirittura assurdi. In realtà, il blog di Kaoru era un gigantesco contenitore di estrinsecazioni demagogiche (meglio conosciute come "cazzate") che, stranamente, riscuoteva un più che discreto successo fra i nerds e le ammiratrici dell'Host Club.
Soltanto Hikaru era a conoscenza del suo passatempo e lo prendeva in giro scherzosamente, cercando di sbirciarne il contenuto; ma Kaoru era terribilmente geloso di ciò che scriveva e, benchè tutti gli utenti del Giappone potessero avere accesso ai suoi pensieri, non aveva mai permesso ad Hikaru di fare altrettanto, cosa che amava ricordargli spesso. E infatti...

«Stai ancora aggiornando quel coso?» chiese Hikaru, uscendo dal bagno con solo un asciugamano formato "foglia di fico" a nascondergli le parti basse.
«Già.» gli rispose lui, affrettandosi a nascondere la finestra di internet. Hikaru arricciò il naso, offeso.
«Eddai, lasciami leggere qualcosa! Solo un post!» si lagnò «Uno solo e poi basta, giuro!»
«La risposta è sempre la stessa: vai a produrre peni di tua proprietà.»
«Traduzione?»
«Fatti i cazzi tuoi!» scherzò Kaoru, agguantando rapidamente un lembo dell'asciugamano del gemello. Gli diede uno strattone, lasciando Hikaru in déshabillé, cosa che -lui lo sapeva- non avrebbe provocato la minima reazione nel gemello. Infatti, Hikaru era sempre prefettamente a suo agio in qualsiasi situazione, tanto era vero che subito affilò lo sguardo ed assunse una cupida posa da maharaja pronto per l'accoppiamento con l'harem. Kaoru conosceva bene quello sguardo: era quello di un grosso, pericoloso, gatto sornione.
«Aaah, potevi dirlo subito che volevi fare dell'altro!» scherzò, infatti «Che dici? Sono ingrassato?» chiese poi, girandosi ora a destra ora a sinistra, in un tripudio di pelle adamantina e muscoli in evidenza.
Kaoru proruppe in una smorfia di scherno.
«Sei obeso. Ti servirebbe una patente per girare a piedi.» mentì, lanciandogli l'asciugamano «E poi hai le rughe!»
«Non è vero!» protestò, infiammandosi di collera «Oddio, e se avessi ragione?» aggiunse subito dopo, inquieto, quasi piagnucolando «Dici che cambierò quando sarò vecchio?»
«Se sei fortunato, sì.» scherzò Kaoru.
«Antipatico!» si lagnò Hikaru, rilanciandogli l'oggetto del misfatto «Se è per questo, tu oggi hai i capelli a forma di fungo atomico. Sei inguardabile.»
«Semmai sono irresistibile! Tsk!»
A quel punto, Hikaru gli cinse le spalle e gli bisbigliò all'orecchio un «Dai, ti prego... Possiamo scrivere un post insieme, no?» che fece sospirare Kaoru sia per l'imbarazzo che per la frustrazione.
«Non avevi detto che ero inguardabile?» gli ricordò quest'ultimo, cercando di controllarsi.
Hikaru gli carezzò una guancia con la propria, cosa che -lui lo sapeva- lo avrebbe fatto cedere.
«Mentivo.»
Kaoru sospirò. Come sempre, aveva vinto Hikaru.
«Anch'io...»
«Quindi non è vero che ho le rughe, giusto?»
«Liscio come una pentola antiaderente.» ammise Kaoru, porgendo le labbra a quelle del gemello, che subito lo accontentò, colmando la distanza che li separava.

Come ogni volta in cui si abbandonavano ai loro capricci, nessuno dei due osava porsi domande scomode. Era giusto? Era sbagliato? Accadeva e basta, spesso senza alcun preavviso. Ciò che era certo era che, quest'affiatamento, questa forza incontrollabile che li spingeva l'uno fra le braccia dell'altro, non era sana. Non era sana perchè loro due non erano omosessuali e, cosa ancor più importante, erano fratelli. Sangue del proprio sangue. Eppure, il legame che li univa era così forte da trasformarsi in un bisogno ancestrale di aversi accanto in ogni modo possibile, anche se sbagliato.
D'altra parte, entrambi sapevano che da quando era comparsa Haruhi nella loro vita il loro rapporto stava cambiando: se ne rendevano perfettamente conto, ma non volevano che accadesse. Entrambi erano innamorati di lei ma, per amarla davvero, avrebbero dovuto dividersi ed affermarsi in quanto singoli, in quanto esseri diversi.
Eppure, ogni volta che provavano a fare un passo in tal senso, si rendevano conto di non essere ancora pronti.
Kaoru amava Haruhi, ma l'affetto che provava per Hikaru era più profondo; anche Hikaru amava Haruhi, ma era ancora troppo immaturo per dividersi dal gemello.
Così, restavano sospesi in equilibrio, senza sapere cosa fare delle loro contraddizioni: volevano essere distinti, non volevano essere confusi l'uno con l'altro; eppure, facevano in modo da apparire come un'unica persona. Erano semplicemente due bambini che ancora non avevano trovato il proprio posto nel mondo e che, anzichè concentrarsi sulle loro diversità, preferivano enfatizzare ciò che li accomunava.
Non erano pronti. Semplicemente.

«Avevi promesso che avremmo scritto un post insieme!» mugugnò Hikaru, più tardi, armeggiando con una maglietta azzurra.
«Uff... Come sei pesante!» sbuffò Kaoru, riallacciandosi le scarpe «Intanto, perchè non vai a prendere qualcosa da mangiare? Ho così fame che nello stomaco mi sta crescendo il buco dell'ozono.»
«Tu ce l'hai nella testa, il buco dell'ozono!» ribattè Hikaru, piccato, obbedendo nonostante tutto al gemello.
Non appena Hikaru scomparve oltre la porta della loro stanza da letto, Kaoru sorrise e si affrettò ad accedere nuovamente al blog. Con un po' di fortuna, Hikaru si sarebbe dimenticato del post nel giro di dieci minuti, e lui avrebbe avuto il tempo per scrivere gli ultimi aggiornamenti...

Post del 31 luglio 2011

 

Domani inizieranno le vacanze estive. Finalmente! Non ne potevamo più :)
Ovviamente, Haruhi si è classificato nuovamente primo agli esami del primo trimestre: è davvero una macchinetta! Ma come fa?
Io e Hikaru stiamo pensando che, quando andremo all'Università, ci iscriveremo alla Facoltà di Arte. Io ho sempre sognato di diventare uno stilista, proprio come la mamma; Hikaru invece non sa ancora bene quale strada scegliere, ma sono sicuro che non mi seguirà soltanto perchè siamo fratelli. Io penso che vorrebbe diventare un programmatore di videogiochi.
Dopodomani, l'Host Club partirà per Bora-Bora. Renge-kun ha deciso che quella sarà la location per le riprese del film. Noi in Polinesia ci siamo già stati, ma sarà divertente lo stesso.
In questi ultimi due mesi sono cambiate un po' di cose... Tanto per cominciare, Kyouya e Nabiki, dopo l'incidente del bagno, sembrano essere diventati amici. Dopotutto, anche Kyouya ha un cuore. Un cuore di calcestruzzo armato, ma pur sempre un cuore.
Almeno credo.
Oltretutto, grazie alle ripetizioni di Mori-senpai, Nabiki è riuscita ad ottenere il tanto sospirato sei; quindi per il momento non dovrà cambiare classe. Mori-senpai e Hani-senpai, caso strano, hanno litigato perchè Hani continua a portare il coniglietto di peluche anche all'università. Comunque, ora hanno fatto pace e Hani-senpai è tornato in modalità "gingillino coccoloso".
Sospetto che in privacy Mori-senpai lo allatti con il biberon.
Oddio, se leggesse quello che ho scritto mi calcioroterebbe sulla luna! Soprattutto contando il fatto che ultimamente è più strano del solito: parla meno di quanto non faccia già normalmente (credo che prima o poi passeremo al linguaggio dei segni, se non addirittura ai segnali di fumo) e sta sempre con la testa fra le nuvole. Ogni tanto lo si vede gironzolare su Facebook alla ricerca di chissà chi o di chissà cosa, e quando c'è Nabiki nei paraggi diventa ancora più strano: rovescia il thè, inciampa su bucce di banana (suppongo che questo dipenda un po' da me e mio fratello) e va a sbattere contro qualsiasi superficie solida. Credo che abbia qualche serio problema di equilibrio (fisico e mentale).
La signorina Winslate non si arrende. Ci sta alle calcagna ma per il momento non sembra essere pericolosa. Mori-senpai dice che non le stacca gli occhi di dosso, ma io ho i miei dubbi.
Comunque, il Lord è in crisi per problemi di cuore. Sul questo blog non posso scrivere chi sia la ragazza di cui è perdutamente innamorato, ma vi basti sapere che non sa come dichiararsi.
Personalmente, non credo abbia molte speranze... Anche perchè ultimamente i suoi capelli sono ancora più biondi del solito. Sembrano fatti con Photoshop! XD
Forse è il suo modo di applicare la tecnica: abbaglia, confondi e attacca la preda... Ma io, come dicevo, ho i miei dubbi e me li tengo stretti.
Haruhi non andrà a lavorare a Karuhizawa quest'estate, perchè la figlia di Misuzu, Mei-chan, ha fatto finalmente pace con lui; quindi suppongo ci sarà lei a dargli una mano. E poi, detto tra noi, credo che la signorina abbia una cotta per Kasanoda-kun, che l'ha seguita a Karuhizawa ed ha cercato di farsi assumere dal signor Misuzu. Che tipo, quel Kasanoda!
Misuzu gli ha detto: "Quello che mi serve è una persona veloce, scattante e con molta voglia di lavorare."
E Kasanoda gli ha risposto: "Bene, se mi assume le darò una mano a cercarla."
Ma vi pare? Ah, l'amour!
Non vi ho detto che ci sono due novità, una bella ed una brutta: la mamma non si sente molto bene ultimamente. Ha spesso la nausea. Mi chiedo da cosa possa dipendere...
Ma passiamo alla notizia bella: la mamma ha preparato una nuova collezione di abiti per l'estate e ha anche scelto la testimonial per la sua nuova linea. Indovinate chi è? E'...

In quel momento, Hikaru fu di ritorno; cosa che costrinse Kaoru a sospendere la narrazione e chiudere tutte le applicazioni del computer.

«Ho avuto un'idea geniale per quella cosa che dovevamo fare insieme!» trillò il gemello, sorridendo a trentadue denti.
«Hai abbandonato l'idea originaria e hai optato per la reclusione a vita in una camera iperbarica?»
«Sì, esatto proprio quell... NON PRENDERMI IN GIRO!»
«Ok, ok, scusa. Qual era l'idea geniale?» chiese Kaoru, con la consapevolezza di aver già vinto. Infatti, Hikaru si grattò il mento.
«Non me lo ricordo più.» ammise «Fa niente! Sbrighiamoci a mangiare e andiamo a trovare Haruhi. Mi sto annoiando!»

E ancora una volta il blog era salvo grazie alle Super Chicc... Ehm... Grazie a Kaoru.

 

 

..

Quella calda mattina di agosto era iniziata nel migliore dei modi per Nabiki, cosa che (è quasi inutile ribadirlo) la rendeva oltremodo inquieta. Infatti, lei sapeva che ogniqualvolta le cose sembravano andare bene, c'era sempre un piccolo, microscopico, intoppo che lottava stoicamente per diventare un problema di proporzioni bibliche. Eppure, più Nabiki aspettava il problema, più il problema si rifiutava di presentarsi... Che maleducato!

Ancora non ci credo, sono già le nove di sera e non è successo niente. Ranka-san non ha chiesto un aumento dello stipendio; Nekozawa-senpai, anche se è venuto a trovarmi alla Bottega dei Desideri, non ha ordinato come suo solito una Granita alle Sanguisughe; Tamaki per una volta non mi ha assillato con le continue richieste di consigli sul come dichiararsi ad Haruhi... No, qualcosa non va.
Ma ti lamenti sempre? Per una volta che sono le nove e tutto va bene...
Forse hai ragione tu. E questa è la cosa che mi preoccupa più di tutto il resto: tu non sei una persona, sei solo un'appendice. La mia appendice! E le appendici non hanno ragione.
Guarda: un'alga unicellulare sa più cose di te, quindi gradirei la smettessi di offendere. Grazie. E poi, se sono la tua appendice, giuro che sarò la causa del tuo colon irritabile.
Ci mancherebbe solo quello, come se non fossi già abbastanza irritata di mio. Ci pensi? Potrei non rivedere Takashi per tutta l'estate.
Sarebbe una fortuna per entrambi: per lui, perchè avrebbe qualche possibilità di salvezza; e per te, perchè ridurresti drasticamente le possibilità di restare incinta con un suo solo sguardo.
Questa era bella, te lo concedo.

Così, Nabiki fece ritorno a casa sfoggiando un sorriso a ventiquattro carati. Stranamente, l'ascensore non era occupato come al solito e la vicina del piano superiore non stava spostando i mobili, creando sempre l'impressione che in quell'appartamento ci fosse un rave party. Di Kamazaki-san, neanche l'ombra...
«Questo sì che è strano.» ragionò «Com'è che non mi assale con le sue continue richieste di pagamento? Quasi quasi vado a bussare a casa sua...» disse, ridendo scioccamente della propria battuta. Alla fine, decise saggiamente di ignorare le stranezze e di accettare la novità con il giusto grado di gioia, quindi, infilò la chiave nella toppa e la girò finchè non si rese conto di un'ennesima stranezza: la luce era accesa.

Oddio, e se fosse un ladro? - pensò, spiando l'interno dell'appartamento. Decise di usare un'arma contundente nel caso in cui fosse stata aggredita; quindi, si sfilò una scarpa (che godeva di un mirabolante tacco sette che, normalmente, smorzava un po' l'effetto-bonsai dovuto ai suoi centosessanta centimetri scarsi) e lo tenne davanti a sè a mo' di spada. Conto fino a tre, si fece coraggio, ed irruppe nell'appartamento gridando un poco convinto «Fuori da casa mia!!!».

Un paio di magnetici occhi cerulei la squadrarono con malcelato divertimento.
La figura, slanciata e comodamente sdraiata sul suo divano, intenta a guardare chissà quale programma-spazzatura, sorrise, sfoggiando una splendida chiostra di denti bianchissimi.

«Yo!» la salutò l'intruso, mimando il gesto di soffiarle un bacio.
«T-Tu...?» sfiatò Nabiki, allibita «C-Che ci fai qui? Chi ti ha fatto entrare? Perchè hai la mia maglietta addosso?»
«Beh, perchè sta meglio a me che a te. E poi non si saluta nemmeno?» replicò l'intruso, sbuffando platealmente «Ciao, Nabiki. Come stai? Anch'io sono felice di vederti.» la schernì subito dopo.
Nabiki richiuse la porta con la grazia di un facocero allo stato brado e marciò rapidamente verso l'inaspettato intruso, squadrandolo con evidente furore.
«Ciao Sayuri, sono felice di vederti. Come va?» recitò «Ora puoi dirmi che diavolo ci fai in casa mia?»
Sayuri, la maggiore delle sorelle Tsukiyama, si sciolse in un sorrisetto sarcastico e si precipitò ad abbracciare la sorellina, stritolandola in un abbraccio anacondesco.

Bisogna sapere che Sayuri Tsukiyama in tenera età era stata colta da quella che si potrebbe definire "mutazione genetica da donna comune a gnocca pazzesca", tanto era vero che la natura le aveva regalato le caratteristiche migliori degli orientali e degli occidentali.
La sua pelle non era olivastra: era color caramello; i suoi occhi non erano azzurri: erano colorzaffirodelcielonotturnoincuibrillasolounagigantescalunapiena; i suoi capelli non erano biondi: erano millefilid'oroattraversatidalprimoraggiodisoledelsolstiziod'estate.
Insomma, era il risultato genetico meglio riuscito della famiglia Tsukiyama, almeno dal punto di vista fisico. Non che Sayuri fosse stupida, per carità; era soltanto un po' bimbominkia.

«Kyaaaaa! Sister! Mi sei mankata kosì tantuuuu!» squittì Sayuri, al culmine della gioia.
«Sto soffoc... Sto soffocand... oh... Ho i tuoi capelli in gola!»
«Ah, ma hai ragione! Sayu-chan è stata una sorellona kattiva con la sua sister! Non ho avvisato ke sarei tornata in Giappone xkè volevo farti una sorpresa!» cinguettò, saltellando sul pavimento come un odioso pupazzetto caricato a molla.
«Ci sei riuscita, cazzo!» sfiatò l'altra, quando fu libera dalla morsa mortale della sorella «Quando sei tornata? Perchè sei tornata? E, soprattutto, chi ti ha fatto entrare?»
Sayuri, la splendida Sayuri, sbuffò capricciosamente, accomodandosi di nuovo sul divano.
La sua ellenica bellezza faceva a pugni con i suoi modi bambineschi.
«One: sono tornata today. Two: sono tornata xkè sono la nuova testimonial della collezione di Yuzuha Hitachiin-sama. Three: mi ha fatto entrare quella simpatika vekkina così gentile...»
«Ma chi? Kamazaki-san?» chiese Nabiki, incapace di sovrapporre l'immagine di una tipica vecchina gentile ed odorosa di biscottini a quella dell'orrida arpia di sua conoscenza.
Ciò nonostante, Sayuri annuì.
«Yes! Vekkina gentile!» sottolineò il concetto, con enfasi.
Nabiki sospirò, provando l'irrefrenabile impulso di picchiare una tempia contro uno spigolo e farla finita lì.
«Ok, ci siamo salutate. Ora puoi andare in albergo. Baci baci, ciao.»
Gli occhioni turchesi di Sayuri si riempirono di lacrimoni.
«Mi cacci via?» piagnucolò «Ma Sayu-chan voleva tanto tanto restare con la sua little sister Nacchan!»
«Sì, sì, ok! Quello che vuoi, basta che la smetti di parlare come una bimbaminkia!!!» strillò Nabiki, coprendosi le orecchie, stuprate da tante K e CHAN.

«Kyaaa! Quindi Sayu-chan può restare!» gongolò, spaparanzandosi nuovamente sul divano.

Nabiki evitò accuratamente di dire qualsiasi cosa che potesse provocare un'ennesima valanga di gridolini e punti esclamativi buttati a casaccio, quindi marciò in punta di piedi verso la propria camera da letto. Poco ci mancò che le partisse un embolo, quando notò lo stato in cui la sua splendida, spartana stanzetta era stata ridotta: c'erano poster dei Tokyo Hotel ovunque, le magliette firmate D&G ordinate a mo' di ventaglio sul suo letto, c'era un enorme pupazzo di Hello Kitty che aveva ormai traumatizzato a morte il povero Napoleone e mille altri ninnoli e aggeggi rosa confetto, che il solo nominarli faceva male agli occhi.

Ok... Devo stare calma....
Sì, infatti: strangolala con calma. Uccidila lentamente. Soffocala con amore... Fai quello che vuoi, ma fallo!

«SAYURIIIIIIIII!!!» tuonò, fumando come un residuato bellico «Cos'hai fatto alla mia stanza?»
Il grazioso faccino di Sayuri fece capolino nell'angusta cameretta e si mosse intorno, apparentemente, senza notare nulla di strano.
«Non ti piace? Ho pensato di renderla più kawaii! Non è un amore?»
«No. Se vomitassi qui e adesso sarebbe già un bel tocco di colore.» ruggì Nabiki, massaggiandosi le tempie messe a dura prova.
«Uffy! Come vuoi tu, ma a me piace di più kosì! Anzi, la lovvo kosì!»

No. La sindrome indiscriminata del verbo "lovvare" proprio non l'accetto. Devo correre ai ripari.

«Ehm... Sayu-chan, non è che potresti farmi la cortesia di pazientare un attimo? Mettiti comoda, eh. Mi raccomando, provvedi alla tua sistemazione. Io farò presto rientro alla magione.»
Sayuri la guardò come se le avesse appena recitato Adeste Fideles in latino.
«Volevo dire, aspettami qui x qualke minutino, siediti e rilaxati mentre io faccio una telefonata veloce veloce, oki?»
«Aaah, ora ho capito! Sì, sì, fai pure con comodo.»

Non appena rimase da sola, Nabiki si aggrappò alla cornetta del telefono come se fosse la sua unica possibilità di salvezza e sudò freddo mentre componeva il numero di telefono di Kyouya. Sbagliò due volte e, alla terza, schiacciò i tasti con la stessa precisione chirurgica con la quale avrebbe disinnescato una bomba atomica.
Al secondo squillo, Kyouya sollevò la cornetta...

«Non dirmelo, so già tutto: me l'hanno detto i gemelli.»
«Salvami!» lo implorò, ingoiando l'orgoglio e la vergogna in un sol boccone.
«Dammi un buon motivo per farlo e vedrò di trovare un modo per aiutarti...»
«Fornitura di dolci gratis per un mese.» azzardò subito l'altra, disperata.
«Facciamo tre.»
«Due!»
«Vada per due, allora. Prepara una valigia e lanciala dalla finestra tra dieci minuti. Non preoccuparti: ho pensato già a tutto. Subito dopo, esci con una scusa: ci sarà una Mercedes ad aspettarti.»
«Una valigia? Una Mercedes?»
«Sì, esatto. Scrivi una lettera a tua sorella in cui le dici che starai via per una settimana e lascia fare a me. E' tutto sotto controllo.» la rassicurò Kyouya, placido.
«Aspetta! E Napoleone?»
«Ci penserà Ranka-san, mi deve un favore.» spiegò «Ora sbrigati. Abbiamo poco tempo.»

Volente o nolente, Nabiki si affidò a Kyouya ed eseguì il suo piano con scrupolosità; ed, effettivamente, quando dieci minuti più tardi si ritrovò a bordo di una Mercedes nera, scortata da due individui che ricordavano i Men in Black, si sentì protetta e al sicuro... Almeno, fin quando non le venne offerto un bicchiere d'acqua, perchè subito dopo si sentì incredibilmente stanca e stordita, come se si fosse ubriacata con l'Efferalgan. Nel giro di mezzo minuto perse conoscenza, e quando si risvegliò scoprì, con sommo stupore, di non essere più a bordo di alcuna Mercedes. Lentamente, ruotò il capo alla propria destra e sollevò il finestrino; schiacciò la fronte contro il vetro freddo ed affilò la vista... La luna fu la prima cosa che vide; subito dopo, scorse le nuvole e, al di sotto di queste ultime, le luci della città. Come poteva essere possibile? Non lo era!

A meno che...

«OHCAZZOSONOSUUNAEREO!» strillò, spaventata. Quando c'era salita? Come ci era salita? Perchè ci era salita?
E non era neanche sola: c'erano anche Kyouya, Tamaki, Haruhi, Takashi, Mitsukuni, Hikaru, Kaoru e Renge-kun che, per inciso, la guardavano come se di colpo fosse diventata stupida.
Nabiki si guardò intorno, allibita.
«Benvenuta a bordo!» trillò Mitsukuni, stringendo a se il piccolo peluche rosa.
«B-Bordo.» fu tutto quello che ebbe la forza di dire.
«Sì, Nacchan! Non sei contenta? Stiamo andando tutti a Bora-Bora! Sarà faaaaaaaantastico!» squittì l'Accessorio Adorabile, seguito da un coro di entusiastici «Sì!»

Bora-Bora. Aereo. Sayuri. Oh Kamisama!
Sì, va bene lo stupore, ma le congiunzioni che fine hanno fatto? Parli come un codice fiscale.
Zitta. Non dire niente. Taci. Tacitacitacitaci!

«Nacchan, sei un po' pallida. Sei sicura di stare bene?» le chiese Haruhi, sporgendosi per sorreggerla.
«Bora-Bora...» sfiatò, prima di sbiancare e svenire di nuovo. Se non altro, però, conservava la speranza di risvegliarsi in una splendida isola polinesiana...

...Peccato che quell'aereo, della paradisiaca Bora-Bora, non avrebbe visto neanche la costa.

Continua...

 

Salve a tutti :D Come state? Siete tornate/i dalle vacanze o dovete ancora partire?
Innanzitutto, scusate per il ritardo; so che può sembrare una frase fatta ma, chi mi conosce, sa che non sto passando un periodo piacevole... Al contrario! Direi che è tremendo. Ciò nonostante, non ho alcuna intenzione di rigirarmi i pollici, quindi farò di tutto per continuare questa storia con lo stesso ritmo ed entusiasmo di sempre. Quindi: pensiero positivo!

A proposito di pensiero positivo... Voi sapete benissimo che la sfiga di Nabiki proviene dritta dritta da quella dell'autrice, vero? Ehehehe *_* Benissimo, dovete sapere che ogni volta che parto per le vacanze, al ritorno puntualmente succede qualcosa di assolutamente assurdo. Ne volete una prova?

Estate 2009 - Itinerario: Praga/Bruxels/Vienna... Vienna non l'ho mai vista. Vi chiedete perchè? Beh, perchè quando mi sono presentata all'aeroporto di Bruxels per imbarcare i bagagli E' FALLITA LA COMPAGNIA AEREA SKY-EUROPE e sono rimasta fregta (e, ovviamente, ho dovuto pagare un sacco di soldi per comprare un biglietto per tornare a casa; e non sono stata rimborsata!).

Estate 2010 - Grecia: sciopero della benzina... La nostra macchina aveva finito la benzina giusto giusto il giorno che dovevamo imbarcarla sulla nave. Non potevamo fare rifornimento a causa dello sciopero. Risultato? Abbiamo dovuto spingerla per oltre cinque chilometri :D

Estate 2011 - Amsterdam. Un mio amico prenota l'alloggio fino al 2 agosto (mattina); un altro mio amico, per errore, prenota l'aereo per il rientro il 3 agosto. Quindi, dalle 8:00 del 2 mattina fino alle 11:30 del 3 non avevamo un appoggio... Che facciamo? Ovviamente, pensiamo di accamparci in aeroporto. E INVECE NO! Perchè alle 22:00 l'aeroporto CHIUDE. Cos'abbiamo fatto? Ci siamo accampati nel parcheggio tutta la notte SOTTO LA PIOGGIA XD

Seriamente, ormai non so più cos'aspettarmi!

Detto questo, ringrazio come sempre chi legge, chi aggiunge questa storia all'elenco delle preferite/seguite/ricordate e chi, soprattutto, recensisce.

Scusate se non vi ringrazio uno ad uno e se ancora devo finire di rispondere alle vostre recensioni. Mi dispiace :(

Ultimamente sono un po' lenta e un po' giù di morale, ma spero di essere riuscita a scrivere un capitolo decente. Un bacio a tutti e buone vacanze ^^

   
 
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