LUI SOLO
POTRA’ SALVARMI
La mia vita fragile come un
castello di carte.
Si è questo che è la mia vita, fragile.
Un semplice soffio mi può buttare
giù e poi rialzarsi è troppo faticoso…
Ormai è più di 2 anni che vivo con
la paura di cadere.
Ogni giorno mi alzo
dal letto con il cuore a mille, questo dura tutta la giornata.
Scendo le scale con calma e
affronto la giornata che mi si pone davanti, con la consueta paura.
I volti dei miei amici che mi
salutano e sorridono mi fanno piangere, guardo i loro lineamenti cresciuti e
penso che il mio volto non arriverà mai a diventare in quel modo.
Comunque sorrido cercando di far passare quei tristi pensieri.
Nessuno sa quello che sto vivendo,
non voglio far preoccupare le persone a cui voglio bene.
Non so però se riuscirò a
mantenere questo segreto a lungo… ci sono dei giorni in cui vorrei buttarmi tra
le braccia di un amico o di mio fratello e piangere, piangere, e non smettere
fino a quando il motivo del mio pianto non si unifichi
a quelle lacrime uscendo dal mio corpo, lasciando come ricordo, solo un solco
sul viso.
Ma questo non accadrà, non adesso almeno.
Ron è troppo impegnato con Hermione per preoccuparsi di me, e di questo,
sembra strano ma sono felice, quei due si amano da
ormai quattro anni era ora che si mettessero insieme.
Vederli insieme mi rende felice ma
dentro di me un alito di vento mi fa fremere, voglio provare anche io quelle
sensazioni, anche io voglio qualcuno che capisca come
mi sento solo guardandomi, un ragazzo che mi baci solo perché ho le labbra
sporche… ma è solo un sogno.
I corridoi diventano ogni giorno più vuoti, i ragazzi vanno via via a diminuire.
Dopo mio fratello ed Hermione colui
con il quale mi potrei sfogare è Harry.
Harry, il bambino sopravvissuto.
A volte quando lo
incontro capita che i suoi occhi verdi si incrocino con i miei azzurri, in quei momenti
le mie guance si rosano leggermente e scosto lo sguardo imbarazzata, lui ormai
non ci fa più caso, sorride e continua quello che stava facendo.
È dal primo anno che Harry mi piace, mi piace il suo
comportamento, i suoi sorrisi, la
sua gentilezza, la sua dolcezza… se devo essere sincera credo di essere
innamorata più della figura di Harry che del ragazzo in particolare.
Non so se sono stata chiara, intendo
dire che dopo tutto sono innamorata di quello che
Harry rappresenta, il ragazzo carino, simpatico, intelligente, il ragazzo
perfetto per intenderci.
Anche se in fondo lo so che neanche Harry è perfetto, nessuno lo è.
Sicuramente anche lui ha degli scheletri nell’armadio, ma non voglio
pensarci, ho troppa paura che quella figura di perfezione vada via via a
dissolversi.
Le giornate si susseguono, la
notte entra di forza nella luce del giorno e la luna sostituisce il volto opaco
del sole.
Quando orami la sala comune è vuota mi dirigo verso la mia stanza.
Sono sempre l’ultima ad andare a
letto, la paura mi ha fato imparare che vale la pena
di respirare ogni secondo.
Nel momento in cui socchiudo gli occhi la mia mente inizia a vagare.
Sono questi gli unici momenti in
cui non ho timore di cadere, quando la mia fantasia è l’unica a muoversi.
La mattina tutto si ripete come un
ciclo continuo che non riesco
fermare.
I volti, i risi, le parole mi
passano davanti e si allontanano come aria.
Ho voglia di vivere!
Mi ripeto.
Non credo che questa “cosa” che mi
passa tra le mani come granelli di sabbia si possa definire vita.
Ho voglia di interrompere questo
giro vizioso che si ostina a ripetersi, ma credo di non avere la forza, non
riuscirò mai a farlo da sola.
Ho bisogno di qualcuno.
Ho bisogno di una persona forte
che mi aiuti a sollevare quel grosso masso che non mi
permette di vivere a pieno.
Non so se a questo mondo esista una persona così, una che riesce ad essere perfetto
anche se pieno di imperfezioni, l’unica cosa che posso fare e sperare di
incontrarla un giorno.
Oggi la sala grande è più
silenziosa del solito.
I grandi tavoli delle quattro case
sono vuoti.
Solo alcuni ragazzi di Serpeverde occupano la lunga panca.
Inizio a fissare la finestra di
fronte a me.
Anche se buio riesco
ad intravedere la forma di un arbusto. L’albero ha le
fronde verdi, dopotutto siamo in primavera, il vento lo smuove leggermente, i
rami vacillano ma il tronco robusto tiene questi ben saldi e gli evita di cadere.
Anche io voglio un uomo che mi tenga come quel tronco fa con i suoi rami.
Socchiudo gli occhi e la mia mente esce dalla
sala e va ad unirsi a quelle fronde.
Il vento che mi muove non è come quello
che mi spaventa, è leggero e delicato.
Questi pochi secondi di pace vengono interrotti da una voce fredda.
Apro gli occhi, di fronte a me
appare la figura slanciata di Draco
Malfoy.
Ha un’espressione ,come al solito, superiore e incuriosita.
I suoi occhi mi scrutano. Non gli
avevo mai notati. Sono così chiari,riesco a
specchiarmici.
Le sue parole mi entrano dentro
come un sibilo acuto.
È dal mio primo anno che le nostre
discussioni si limitano a litigi.
All’inizio mi cingevo solo a
guardarlo severamente per poi allontanarmi senza voltagermi indietro.
Da qualche tempo però avevo
iniziato a rispondergli per le rime.
Era da un po’ che non
bisticciavamo.
Mi mancava.
È divertente sbraitargli contro
Mi viene da ridere a pensarci,
riesco a sentirmi bene solo con la persona che disprezzo di più… questo vuol
dire che dopo tutto non lo disprezzo così tanto.
Scuoto la testa, lui mi fissa interogativamente.
Tocca a me rispondere.
O mio Dio non ho sentito cosa ha detto.
Mi ero persa nei suoi occhi, che
bella sensazione.
Arrossisco lievemente ed esco di
scena con un semplice“sparisci Malfoy”.
Giro i tacchi e mi allontano…felice.
Draco rimane li
e mi guarda mentre mi allontano.
Arrivo in stanza con un sorriso
stampato sul volto.
Mi corico sul letto e chiudo gli
occhi.
Nel buio appare l’immagine di
Draco.
Sento la sua voce fredda e calda
allo stesso modo, ma soprattutto forte.
Forte, è questo il termine più
adatto per definire Draco.
Inizio a pensare che potrebbe
essere lui, la persona che sto cercando.
Sorrido tra me e me.
Però la mia felicità sparisce quando dal fondo del petto inizio a sentire
un profondo dolore.
Mi alzo e avvicino le mani al
punto che mi duole tanto.
Le lacrime mi bruciano negli
occhi.
Mi mordo un labbro per
trattenerle.
Devo farcela.
Ma non riesco a trattenerle a lungo.
Iniziano a scendere.
Il cuore mi brucia e io non riesco
a farlo placare.
“Ginny trattieniti” mi dico
piangendo.
Dopo poco il dolore si quieta.
Appoggio il viso umido sul cuscino
e sospiro profondamente.
Mi girò a pancia in su e mi asciugo il volto arrabbiata con me stessa.
Chiudo con forza gli occhi e
aspetto con inquietudine l’arrivo del sonno nel quale posso rifugiarmi ed
essere, finalmente, felice.
Questa mattina ho
saltato le prime ore, ancora non sono riuscita ad alzarmi dal letto.
Ogni rintocco entrava dalla porta
Hermione che mi chiedeva come stavo.
“bene” gli rispondevo
“non preoccuparti”, mentivo.
Non sto per
niente bene, il dolore ancora persiste con meno forza per fortuna.
Avevo pensato di inviare un gufo a
casa chiedendo cosa dovevo fare per far finire quel bruciore.
Infine però mi ero autoconvinta che non sarebbe servito a
niente avvertire a casa, dopo tutto cosa avrebbero potuto
mai fare.
Quest’estate, quando ero alla
tana, passavano intere giornate a starmi dietro.
“ginny tutto a posto?” “sei
stanca? Coricati un po’” mi dicevano continuamente.
Questa continue e assillanti
attenzioni avevano fatto sorgere molte
domande fra i miei fratelli che un giorno, di sera, vennero fuori.
Quella sera Fred e Gerorge
tornarono a casa sfiniti dopo aver lavorato fuori
tutto il giorno, non essendo ancora maggiorenni gli era vietato usare la megia.
Entrati in casa si andarono a
distendere sul divano.
Mamma corse subito a rimproverarli
per essersi coricati sul sofà.
I due gli risposero dicendo che se
fossi stata io mi avrebbero
portato in braccio fino al letto.
Io ascoltai tutto e mia madre e i
gemelli si accorsero della mia presenza.
Io scossi la testa facendo capire
a mia madre il mio volere di non dire
nulla a nessuno.
Da allora mi sono promessa di non
dire niente, almeno fino a quando troverò qualcuno che mi capisca realmente.
I miei pensieri sono interrotti da
qualcuno che bussa.
“Ginny sono Ron posso entrare”
“si” rispondo fievole e mi copro
fino a sopra le spalle massaggiando il petto.
Ron entra dalla porta e si dirigge
verso il mio letto.
È molto preoccupato, lo si capisce dagli occhi, non è mai riuscito a sopprimere i
suoi sentimenti, mi sa che è un difetto di famiglia.
Si accosta alle lenzuole e mostra
un sorriso molto tirato.
“allora, come va?” mi chiede.
Io lo imito e sorrido lievemente.
Nella sua voce si può confermare
la mia teoria sul fatto che è preoccupato, e non poco.
Mi chiede cosa ho, all’inizio non
rispondo poi acenno ad un dolore di
stomaco senza scendere in particolari.
Mi invita a scendere per cena, e infine riesce a convincemi.
Dopo qualche minuto mi preparo.
Prima di scendere mi guardo allo
specchio.
Dov’è finita la vecchia Ginny solare di qualche anno fa?
L’immagine che si riflette nel
vetro è molto diversa.
Non sopporto guardarmi in quelle
condizioni.
Abbasso il viso e me ne vado
sbattendo la porta a quella figura che tanto
odio.
Arrivo nella sala e do un’aggiustata
ai capelli.
Il dolore non vuole smettere di
persistere.
Ora però non è tempo di mostrare a
tutti come sto.
Faccio comparire sul mio volto un falso
sorriso e mi avvicino al tavolo dei Grifoni.
Mi siedo continuando a mostrare
quel finto riso.
Harry mi vede e mi chiede come
sto.
Io do la mi asolita
risposta “bene, non preoccuparti”, lui annuisce
e torna a cenare.
Io non tocco cibo, le vivande non
mi fanno nessun effetto.
Attendo che la sala inizi a
svuotarsi per ritornare nel mio caldo letto.
Ad un tratto Ron ed Harry iniziano
a discutere dell’inizio della seconda parte del
campionato e della prossima partita contro i Serpeverde.
Al sentire di quell’ultima parola i mie pensieri vanno a posarsi su Draco,mi volto con calma,
per cercare con lo sguardo il ragazzo.
Eccolo, finalmente lo vedo.
Mangia con eleganza avvicinando di
tanto in tanto un pezzo di cibo alla bocca.
Continuo a fissarlo e inizio di
nuovo a perdermi in lui.
Vorrei tanto essere tra le sue
braccia.
In questo momento lui alza lo
sguardo e nota i miei occhi che lo osservano.
Non sembra infastidito da questo,
anzi, mi sorride ammicantemente e si gira.
Io mi volgo a mia vota e
continuando a pensare a lui.
Il dolore non lo sento quasi più,
sono sicura che c’è ancora, ma il pensiero di Draco è più forte.
Ho bisogno di lui.
Credo finalmente di aver trovato quella
persona che mi potrebbe aiutare a tornare a vivere, adesso basta solo
convincerla a farlo.
Finalmente le lezioni sono finite.
Oggi non ho potuto parlare con
Draco, lui è un anno più grande di me, non abbiamo gli stessi orari… ma la
giornata non è ancora finita.
Sono seduta con i miei amici e ci accingiamo
a cenare.
Ho una fame da lupi.
Ieri e oggi a mezzogiorno non ho
mangiato nulla, ed ora è tempo di recuperare .
Mi metto nel piatto qualunque cibo
si trovi sulla tavola e inizio a divorarlo.
“Ginny calma, sembri un maiale” mi
rimprovera Ron, io alzo lo aguardo e lo guardo e gli
rispondo “scusa ma hai mai visto come mangi tu?!” per poi riiniziare a mangiare.
Mi giro svariate volte verso il tavole delle serpi, cercando la stupenda chioma biondo
platino…ma niente.
Appena finito di mangiare tutto quello che era possibile mangiare inizio a
tamburellare le dita sul tavolo.
Inizio a fissare un punto
insignificante sulla parete di fronte a me…
Cosa gli dirò a Draco?? Mi viene instintivamente da pensare, io lo aspetto con tanta impazienza ma non so come affrontarlo.
Non ho mai istaurato una
conversazione ,per coì dire, civile con lui, a meno
che urlagli contro che è uno stupido, insensibile (e altri complimenti
variopinti) non si possa definire tale, ma non credo.
Ma cosa più importante di cosa gli diro è cosa mi risponderà lui.
Già me lo immagino che mi fissa
con aria di sufficienza e scoppia a ridere seguito a ruota dalla Parkinson,
Zabini e le sue gardie del corpo.
Perché devo essere così negativa?? Mi chiedo, dopo tutto
non può andare peggio di così! o almeno credo. C’era
un vecchio detto che diceva sempre mio fratello Bill: quando tocchi il fondo,
inizi a scavare, speriamo che nel mio caso si riveli falso.
Aspetto che la sala si svuoti
sperando che Draco decida di tornare nel dormitorio da solo.
Ecco, lo sapevo.
Finalmente mi ero presa di
coraggio e lui cosa fa? Decide di allontanarsi con tutta la mandria.
Devo inventarmi qualcosa…
Cosa posso fare per far andare via
quei rompi palle??
Dai Ginny pensa!!!
Per i due scimmioni è semplice, basta metterli dei
dolci davanti al naso ed è fatta, il problema sono gli altri due.
A qualcosa arriverò,
dopo tutto sono la sorellina dei “fratelli Weasley”,
avrò preso qualcosa da loro oltre i capelli rossi.
Ok ci sono!!!
Sia Pansy che Blaise sono due pettegoli di prim’ordine, mi basterà porgerli su
un vassoi d’argento un bello scoop…
Meglio che mi muova.
Mi alzo di scatto e mi allontano
salutando con la mano.
Esco correndo fuori
dal portone, mi è venuto il fiatone, ormai mi stanco facilmente.
Impugno la bacchetta e cerco di
ricordarmi a formula che la mamma mi ha insegnato per preparare i dolci,”ovviamente solo quando sei a scuola, perché sei ancora
minorenne…” mi ripeteva quando mi spiegava la formula e i movimenti della bacchetta.
Finalmente la ricordo, alzo
la bacchetta e agitandola lentamente pronuncio: dulcius est.
O almeno spero sia così, non sono mai stata una cima in latino…
un attimo ed ecco che dal nulla compaiono due pasticcini dall’aspetto molto
invitante.
Li prendo e mi diriggo verso i
sotterranei.
I Serpeverde sono ancora sulle
scale, come faccio a prendere l’attenzione di Tiger e Goyle.
I quattro si stanno allontandando , devo muovermi.
Apro lo zaino e prendo una matita
e la lancio con forza verso il grupetto, questa va a sbattere contro la testa di Blaise.
Il ragazzo si gira massaggiandosi la testa dolonte, io
intanto appoggio i due pasticcini a terra e mi nascondo
dietro la porta.
“ ahi che cazzo!!” urla Zabini voltandosi
verso il luogo da dove avevo scagliato con potenza il pastello.
I due scimmioni, come mi aspettavo
si accorgono immediatamente dei pasticcini e spostando la figura di Blaise si
avvicinano.
Li vedo passare di fronte a me, e
per un attimo ebbi il timore di essere scoperta, trattengo il respiro e chiudo
gli occhi, li riapro quando sento i “grugniti” dei due che assaporano i mie pasticcini.
Metto piede nei sotterranei.
I Serpeverde non si sono
allontanati più d tanto per fortuna.
Adesso tocca agli altri due.
Come faccio
a farli allontanare da Draco…
Ok!! Finalmente i miei fratelli
sono serviti a qualcosa.
Prima di iniziare la scuola Fred e
George misero nello zaino uno degli
scherzi più venduti di quel periodo.
Li avevo pregati per mesi, ma
mamma e papà non volevano.
Questo famigerato scherzo si
chiamamva “mugoliti” un nome abbastanza strano ma che rappresentava in pieno il
senso del gioco.
In poche parole bastava
pronunciarte il nome di due persone e dopo poco l’oggetto, simile ad un
petardo, iniziava ad emmettere gemiti poco
casti.
Riapro lo zaino e prendo in mano
il gioco e lo avvicino alla bocca.
“Hermione Granger e Ron Weasley” detto
questo faccio levitare il petardo fino a un aula no
tanto lontana dai ragazzi che si erano fermati ad aspettare gli altri due
componenti, che stavavno ancora degustando i pasticcini.
Dopo neanche 10 secondi dalla
stanza si iniziano a sentire i famigerati mugoliti:
“Ron basta potrebbe entrare qualcuno” questa era la voce di un’accaldata Hermione.
“dai ‘Mione, il maglioncino…”
arrosisco leggermente.
Anche se so che è tutto uno scherzo sentire quei due che… beh non mi piace
per niente.
Ad un tratto anche gli ultimi due
Serpeverde si accorgono dei suoni provenienti dall’aula e con poche parole, che
non riesco a sentire, liquidano Draco, che rimane con
un palmo di naso.
I due curiosi accostano le orecchia alla porta e cercano di ascoltare.
Allora, per arrivare nel
dormitorio delle serpi Draco deve scendere ancora due rampe e sostare in un
corridoio.
I pasticcini a
quanto pare erano davvero buoni, Tiger e Goyl non si vedono ancora.
Lo scherzo, mi aveva
spiegato George, dura 1 ora, quindi c’è tempo.
Chi sa cosa faccia faranno Blaise e Pansy quando sentiranno un botto provenire dall’aula??
Meglio non perdere tempo, mi dico
sopprimendo una risata divertita.
Draco gia non si
vede più.
Con passo leggero e silenzioso lo
seguo.
Scendo la prima rampa correndo
leggermente per evitare di perderlo.
Giro un attimo lo sguardo, ho
avuto l’impressione che qualcuno si stesse avvicinando, per fortuna era solo un
impressione
Adesso devo solo parlare con drac—
“ahi” ad un tratto vado a sbattere
contro qualcosa, anzi qualcuno.
Spalanco gli occhi.
“Draco” dico vedendolo sopra di
me.
Le guance mi bruciano,
sono diventata rossa.
Lui ride
“Weasley lo so che quelli della tua famiglia si sentono a loro agio tra la
polvere… ma che ne dici di rialzarti ?” mi dice.
“se
qualcuno mi desse una mano…” ecco, tutti i miei bei piani si sono andati a farsi
benedire.
Mi rialzo da
sola, ovviamente lui non si spreca neanche a darmi una mano.
Guarda te di che ragazzo dovevo
andare ad innamorarmi.
Appena rimessa impiedi il petto
inizia a bruciare.
No, non adesso.
“volevi dirmi qualcosa?” mi chiede
lui scocciato.
“beh volevo dirti--“
oddio che male, non riesco quasi più a respirare.
“Weasley, non farmi perdere tempo”
mi da fretta lui.
Non può capire che vorrei tanto parlarli
ma non ce la faccio.
Forza, sono venuta da lui per
parlarli e ce la devo fare.
Tiro un profondo sospiro e il
petto continua a farmi male, troppo.
Lui continua a fissarmi aspettando
la mia risposta, che io non riesco a dargli.
Mi giro e, sconfitta, faccio
qualche passo avanti.
Lo sapevo, sono
una debole.
Ho fatto tutta questa fatica per
niente.
Stringo forte i pugni e metto un
piede sulla rampa che mi riporterà al mio solito e infelice mondo.
Ma, oggi non deve finire così!!
Devo farcela.
Mi giro.
Draco è ancora lì che mi fissa.
Non riesco ad emettere sillaba.
Solo una cosa rimane da fare…
Mi avvicino di più a lui e faccio
incontrare le mie labra con le sue.
Lui rimane quasi pietrificato.
Un Malfoy pietrificato, è da
raccontare ai posteri.
Rimango accostata a lui per
qualche secondo che mi sembra un’eternità.
Non voglio
staccarmi da lui, sto così bene.
Ma anche le cose belle devono avere una fine.
Mi allontano da quelle
labbra calde.
Immergo i miei occhi dentro i suoi
e prima che possa dire qualcosa mi allontano.
Salgo le scale velocemente.
Non posso credere a quello che ho
fatto.
Io Ginny Weasley ho baciato Draco
Malfoy.
Sorrido e attraverso i
sotterranei.
Sopra vedo ancora due dei
Serpeverde attaccati alla porta dalla quale escono gemiti spinti.
Arrivo nell’ingresso, sulla scala sono seduti Tiger e Goyle che si massaggiano lo stomaco.
Salgo tutte le rampe che mi
portano alla mia stanza.
Arrivata, indosso il pigiama e mi infilo sotto le coperte.
Sorrido.
Il dolore è quasi placato.
Sfioro con la punta delle dita la
bocca che ancora conserva il magnifico sapore di Draco.
È tutto vero.
Sono riuscita a rompere
quell’insopportabile monotonia.
Chiudo gli occhi, soddisfatta e
spero con tutta me stessa di riuscire nuovamente ad incrociare le mie labbra a quelle di Draco, perché in quei momenti riesco
a sentirmi libera ed in pace.
FINE
Allora pero che la storia vi sia
piaciuta!!!! Se silasciate un piccolo commento, se no…
beh lasciatelo comunque!!! Vi ringrazio per essere arrivati fino a qui,
ma vi prego fate un piccolo sforzo!!!
GRAZIE!! ^^