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Autore: Mary West    14/08/2011    2 recensioni
Il sole ormai aveva raggiunto una sfumatura più cremisi e stava pian piano raggiungendo quel sottile, quasi invisibile, confine che spezzava cielo ed oceano.
In quel momento, un altro piede si posò su quella spiaggia deserta. Harry non ebbe neanche bisogno di voltarsi, per sapere a chi appartenesse; lo sapeva già.

Piccola one-shot sull'amicizia più bella della saga; partecipa al concorso "One-shot dell'estate".
Genere: Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Harry Potter, Ron Weasley
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace
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Allora...eccomi con una nuova, piccola storiella :)
Non è niente di ché, solo che oggi pomeriggio non sapevo cosa fare e, dopo una settimana lontana dal computer, nonostante sonno e mal di testa (sono tornata stanotte dalla Puglia xD), le mie dita non hanno resistito e questo è stato il risultato.
È ambientata dopo la Seconda Guerra Magica; Harry si sente triste, angosciato e si allontana da tutto e tutti, nascondendosi in una piccola località balnerare, dove lo troverà una persona molto speciale per lui.
Ci tengo a specificare che il rapporto che viene descritto tra questi due protagonisti è di amicizia, la più pura e meravigliosa di tutta la saga, a mio parere. Perché non ci sono altri amici come loro, così complici e fratelli. Adoro alla follia il rapporto che hanno, un rapporto che ha scatenato la mia fantasia *_*
Spero vi piaccia; buona lettura!




Brotherhood


 

Il sole splendeva di un delicato color miele, contornato da una striscia di luce infuocata. I suoi raggi illuminavano con dolcezza la superficie del mare, increspata da onde lente e soavi, che raggiungevano la riva sabbiosa e si infrangevano fragorosamente su sporadici scogli.
La spiaggia era completamente deserta, gli ombrelloni abbandonati, il mare solitario.
Nessuno era rimasto a cercare di catturare quella luce suggestiva ed ipnotizzante sulla propria pelle né a bagnarsi tra le acque cristalline dell’estesa azzurra.
Nessuno, tranne uno.
Un ragazzo sui diciassette anni camminava sulla riva, i jeans sollevati sopra le caviglie per immergere i piedi nell’acqua gelida, le mani infilate nelle tasche.
Si muoveva quasi automaticamente, mentre una brezza leggera si levava dagli alberi poco lontani e gli colpiva il volto, arruffando la sua chioma spettinata.
Dietro un paio di lenti sottili, due occhi color speranza fissavano l’orizzonte con aria sognante, vagamente distratta.
Harry James Potter aveva sempre amato il mare; sin da quando era piccolo, aveva provato un’emozione indescrivibile, di fronte a quell’estesa magica, formidabile.
Ogni volta che si era sentito triste, frustrato, sconfortato per qualche motivo, era andato lì, in quel piccolo angolo di paradiso: rimanere su quella spiaggia, ad osservare il sole tramontare dietro il mare, ad avvertire la sensazione della sabbia sotto i piedi…significava, per lui, qualcosa di unico e impareggiabile. E anche allora, che la guerra era finita e un senso di vuoto esistenziale aveva sostituito il terrore prima della battaglia, era andato lì, in quel luogo che per lui più che per ogni altro era sinonimo di pace e serenità.
All’improvviso, come se fosse stato vittima di un incantesimo, si fermò, sedendosi sul bagnasciuga, lo sguardo vitreo e ammaliato ancora fisso sullo spettacolo che gli si parava davanti. Sospirò, mentre un’onda più intraprendente delle altre si dirompeva con forza sulla riva, bagnandogli i pantaloni fino alle ginocchia.
Il sole ormai aveva raggiunto una sfumatura più cremisi e stava pian piano raggiungendo quel sottile, quasi invisibile, confine che spezzava cielo ed oceano.
In quel momento, un altro piede si posò su quella spiaggia deserta. Harry non ebbe neanche bisogno di voltarsi, per sapere a chi appartenesse; lo sapeva già.
Avvertì quella persona camminare dietro di lui, fino a sedersi al suo fianco.
“Ti abbiamo cercato dappertutto”
La voce di Ron rivelava un qualcosa di rassicurante, confortevole, come se qualcosa di caldo lo avesse investito da capo a piedi.
Non volevo farmi trovare da nessuno” replicò lui, con voce distaccata. Lasciò che il suo sguardo esplorasse ancora il tramonto infuocato.
Sapeva che, se si fossero guardati, tutte le sue difese avrebbero ceduto; non voleva incontrare lo sguardo luminoso di Ron, e leggervi dispiacere, delusione, biasimo.
“Non capisco perché”
Harry si costrinse ancora una volta a non guardarlo; non sapeva il motivo, ma sentiva dentro di sé l’implacabile desiderio di restare solo. Dopo la battaglia, dopo la morte di Fred, di Tonks, di Colin, si era sentito sporco dentro, come un assassino. E allora si era allontanato da tutti.
Aveva ignorato i loro tentativi di riportarlo con sé: le lettere di Remus, le telefonate di Hermione, le visite di Neville…aveva finto che non esistessero, che non fossero mai esistiti.
Un senso di dolore e cocente delusione l’aveva colpito, però, quando si era reso conto che Ron non aveva cercato in nessuno modo di trovarlo; eppure, ora era lì, al suo fianco, dov’era sempre stato.
“Non dovresti neanche pensarla una cosa del genere”
Tanto era immerso nei suoi pensieri, che quando Ron parlò di nuovo, lo fece trasalire.
Un sorriso spontaneo gli incurvò le dolci labbra brune.
“Hai detto che non capisci perché mi sono comportato così”
Con la coda dell’occhio, lo vide sollevare le spalle, quasi a mo’ di scusa.
“Forse è perché non vorrei. O, forse, perché non capisco perché ti senti così”
Un silenzio carico di tensione calò tra loro. L’aria diventò pesante, quasi fosse impregnata dei pensieri che scorrevano rapidi e inesorabili nelle loro menti.
Fu Ron a spezzare per primo quel tacere.
“Harry, non è colpa tua”
Quelle parole lo sconvolsero più di ogni cosa fino a quel momento: più del fatto che Ron sapesse dov’era, cosa provava, perché.
Sapeva ogni cosa di lui, come dal primo giorno che si erano visti ed entrambi avevano capito di aver trovato la propria metà, quell’amico così in armonia con la propria anima da farli sentire pieni, completi.
E, per la prima volta dopo settimane, sentì come una nuova vita rinascergli dentro.
Il suo futuro era finalmente sgombro, un nuovo avvenire si prospettava davanti ai suoi occhi, un avvenire pulito, felice, radioso.
Si voltò e il suo sguardo incrociò quello del suo migliore amico; sentì una mano posarsi sulla spalla, incoraggiante.
“Grazie”
Ron sorrise, scuotendo la testa con fare impacciato.
“Sempre per te”
Si alzarono nello stesso istante, e rimasero per un attimo a scrutarsi; poi, nello stesso momento, si avvicinarono e Harry gli gettò le braccia al collo, serrando gli occhi e stringendosi con forza alla maglietta dell’amico. Quando si separarono, i loro sguardi erano bassi; vagavano con gli occhi sul paesaggio che li circondava, con fare impacciato.
Ancora una volta, fu Ron a parlare per primo.
“Stasera mamma preparare le polpette. Ti piacciono?”
Harry sorrise, il primo vero sorriso da settimane.
“Da morire”

 

 

 

L’amicizia è una sola anima che vive in due corpi [Platone]

 

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Allora, spero vi sia piaciuta ^^
Mi farebbe piacere leggere qualche vostro commentino...:)
Un bacio e alla prossima.
Mary <3

   
 
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