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Autore: Aurora Barone    15/08/2011    2 recensioni
anno 2020, In Giappone sono stati realizzati moltissimi robot che convivono "pacificamente" con gli esseri umani, anche se questa convivenza pacifica è una vera forzatura fatta di prevericazioni da parte degli esseri umani.
Echiko è uno di questi robot, solo che lei in realtà è per metà umana e per metà robot e in passato era un essere umano, ma le è stato cambiato il suo aspetto e la sua memoria è stata cancellata.
Ma se incominciasse a ricordare le sue vere origini? E se il legame con il suo padrone non fosse uno dei migliori, potrebbe riuscire a sottrarsi ad esso? Sopratutto se lui è anche molto bello, seducente e anche molto lunatico...Ma in particolare c'è un braccialetto che impedisce ai robot di sottrarsi al volere dei propri padroni e che impone ai robot di proteggere il proprio padrone dagli eventuali pericoli.
Echiko non riesce ad accettare questa condizione di sottomissione sopratutto perchè Itou è davvero un tipo insolito, prima la tratta male, ma poi la bacia e la tira fuori dai guai. E poi c'è Yoto l'amico di Itou che si mostra interessato a lei, ma Itou sembra non sopportare il fatto che il suo robot frequenti il suo amico...E poi c'è quel robot a scuola che Echiko crede che abbia una voce molto familiare...
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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La pista da ballo era gremita di ragazzi e ragazze, c'era anche una ragazza che ballava in modo sensuale su un cubo, mentre vedevo Yoto che si muoveva appena, mentre la ragazza che ballava insieme a lui aveva completamente perso lucidità e strusciava il suo corpo accanto al suo, Yoto rimaneva immobile con un espressione scioccata e basita.

Itou lo incoraggiava dicendo “Dai! Dai!” mentre Yuki sorrideva in modo goffo e un po' imbarazzato, forse perché nella stessa situazione di Yoto, avrebbe fatto le stesse identiche cose che faceva lui, ovvero rimanere basito senza muovere un muscolo.

Mi piaceva quel suo modo di essere, era il classico bravo ragazzo che non avrebbe mai fatto del male ad una mosca e mi trasmetteva sicurezza, anche perché era sempre stato molto sincero, non c'era un'emozione che potesse nascondere, tutto quello che pensava veniva fuori in un modo o nell'altro senza che se ne accorgesse.

Notai con piacere che non era cambiato affatto, era tale e quale al Yuki di cui ero innamorata persa.

Parlava sempre in modo spontaneo e avventato come me, eravamo simili, molto probabilmente per questa ragione mi piaceva, con lui era sempre tutto chiaro e limpido, non c'era bisogno di scervellarsi tanto nel capire cosa pensasse o nel capire che tipo di persona fosse.

Si poteva facilmente tratteggiare un' idea di come lui fosse:

un ragazzo di quelli educati, dai modi gentili, insomma uno di quei ragazzi d'altri tempi che incontri poche volte nella vita, un po' come Yoto, però c'era qualcosa in lui di diverso, non sapevo dire cosa fosse, forse la spontaneità, il suo modo di scherzare e di sorridere, ma lui spiccava tra tutti, ai miei occhi in quel momento era come se ci fosse soltanto lui e basta.

Infatti finivo per non staccargli più gli occhi di dosso, però non mi batteva il cuore come la prima volta che lo avevo visto, ciò che mi metteva in agitazione era invece l'espressione tumultuosa di Itou.

Era da circa mezzora che parlava amichevolmente con Yuki come se si conoscessero' da una vita,ma nonostante tutto aveva un espressione per nulla allegra, sembrava inquieto, come se stesse parlando per nascondere questa sua irrequietezza.

“Come vi siete conosciuti?” domandai curiosa, non riuscivo ancora a spiegarmi come mai si conoscessero.

“Poco tempo fa ero in un videonoleggio, ero così indeciso su che film comprare e così ad un certo punto sbuca Itou all'improvviso facendomi prendere un gran bello spavento e mi consiglia dei film” disse Yuki ridendo.

“Che fifone!” commentò Itou mettendolo in imbarazzo.

“Ho pensato fossi uno squilibrato!” rispose lui in sua difesa.

Dopo un po' notai che anche Yuki mi stava fissando da un po' di tempo e che la conversazione veniva portata avanti da Itou che parlava dei film che gli aveva consigliato, domandandogli se alla fine li avesse visti.

Lui annuii continuando ad osservarmi con attenzione come se stesse cercando di cogliere qualcosa dal mio sguardo, poi mi domandò che genere di film mi piacevano, una domanda banalissima eppure in quel momento tremavo, non riuscivo a pensare a niente, ero andata in tilt.

“Ma film romantici poi bè dipende...non c'è un genere in particolare...” dissi incerta, sudando freddo.

“La tua voce...” disse lui continuando a fissarmi con i suoi occhi color castagna, poi aggiunse “ mi è così familiare...anche certi gesti...che è strano...”

Mi salii un groppo in gola tra il peso del suo sguardo e delle sue parole, perché non potevo dirgli la verità...e temevo quasi che la scoprisse, dato che era sempre stato un ottimo osservatore.

 

Si soffermava spesso su dei piccoli particolari a cui spesso non facevo caso o che col andare del tempo io stessa mi dimenticavo.

Mi ricordai di quella volta che avevamo parlato così scherzosamente della prima volta che ci eravamo visti in autobus, si ricordava persino com'ero vestita, persino il colore delle scarpe che portavo e persino quali orecchini avevo indosso, mi faceva una descrizione così minuziosa di ogni singola cosa.

“E' incredibile...quanto due persone diverse possano avere certe insolite somiglianze...” disse di colpo,mentre io evitavo di incrociare il suo sguardo, Itou tossii rumorosamente, doveva essergli andato di traverso il drink che stava bevendo.

“Ti chiami Echiko giusto?” domandò squadrandomi per bene.

Annuii con il capo, poi mi soffermai su Sayoko che ballava con la sua compagna e poi Yoto che veniva trascinato non so dove da quella ragazza ubriaca.

Volevo evitare di incrociare i suoi occhi castani che mi fissavano con insistenza, poi c'era anche Itou che mi metteva maggiormente a disagio, stava iniziando ad assumere un atteggiamento sgradevole nei confronti di Yuki senza una ragione ben precisa.

“Yuki tu hai mai scopato con una ragazza?” gli domandò a bruciapelo, come se fossero' domande comuni da fare.

“Perchè questa domanda?” domandò Yuki confuso e imbarazzato.

“No, così...per farmi un'idea...” disse Itou spostando lo sguardo verso la mia direzione ed io gli lanciavo un' occhiataccia.

“Ma ecco io veramente...” disse con goffa titubanza.

“Immagino di no!” disse scoppiando a ridere.

“Non c'è nulla da ridere!” disse Yuki arrossendo per la rabbia e la vergogna.

“Piantala!” dissi specchiandomi nei suoi occhi verdi apparentemente freddi e distaccati.

Avrei tanto voluto capire cosa gli passasse per la testa, ma lui era così difficile da capire, era volubile e complicato, non era cristallino come Yuki, in lui c'erano troppe discrepanze caratteriali, un momento prima poteva essere mansueto e cortese, ma dopo due secondi poteva benissimo uccidere qualcuno.

Ed ecco che di colpo aveva cambiato atteggiamento, era diventato vile e spiacevole, sembrava che volesse in tutti i modi sminuire e infastidire Yuki.

“Come mai non hai mai...” proseguii il discorso mettendolo sempre di più in una condizione di disagio.

“Io ecco...bè con questa mia ex non me la sono sentita, ma con l'altra mia ex...avrei tanto voluto ma lei era troppo...ecco come dire...”

Itou completò la frase in tono interrogativo: “ frigida?”

“Si, esatto, proprio frigida...non so spiegarmi il perché...forse non mi trovava abbastanza attraente...” ammise timidamente.

Anche Yuki mi aveva dato quell' appellativo, ero sbalordita e iniziai a pensare di esserlo per davvero.

“Per carità io ero davvero innamorato di lei...e poi non si dovrebbe mai parlare male dei defunti...” disse incominciando ad impallidire, poi il suo tono di voce divenne sempre più triste.

“Già appunto magari eri tu che non andavi bene...” disse Itou in tono severo quasi di rimprovero, continuavo a non capire che gli prendesse, era stato lui a dire per primo che fossi frigida e adesso prendeva le mie difese.

“Già....per quel motivo l'ho lasciata, mi sentivo così inadeguato...io così goffo e brutto e lei così carina...” disse in tono malinconico.

Era sempre stato un ragazzo insicuro di se stesso e non si piaceva fisicamente, non gli piaceva il suo naso grosso, le sue orecchie a sventola e quel po' di ciccia che c'era nel suo stomaco e nelle sue gambe, ma in verità per me lui era perfetto, così per com'era, glie lo avevo sempre detto, ma non doveva avermi preso sulla parola e poi neanche io ero perfetta, persino Itou con quella sua fisionomia occidentale, non era perfetto, aveva anche lui qualche imperfezione.

In realtà anche quest'aspetto di Yuki mi piaceva, non si dava arie, era molto umile, a differenza di Itou che aveva un atteggiamento arrogante e prepotente, si comportava come se tutto gli fosse dovuto e non faceva altro che pavoneggiarsi e mettersi in mostra.

Anche se quella sua sicurezza prepotente, non riuscivo a spiegarmene la ragione, ma risultava in qualche modo intrigante.

Lo sguardo di Yuki si spostò su di me, io distolsi lo sguardo e finsi di osservare i ragazzi che ballavano, non sapevo cosa fare e come comportarmi.

“Echiko...a te piace ballare?” domandò Yuki, mi voltai stupefatta, sembrava come se mi stesse per proporre di ballare, ma in quello stesso momento Itou intervenne battendolo sul tempo “ Echiko ti va di ballare?”

“No!” risposi osservando quei due che si rivolgevano delle strane occhiate.

“Avanti, il tuo padrone ha voglia di ballare...” disse mostrando un broncio forzatissimo.

Il mio sguardo si incrociò a quello di Yuki, mentre Itou mi trascinava contro voglia sulla pista da ballo.

Ormai sulla pista da ballo, iniziò a ballare, si muoveva in modo elegante e morbido, mentre io rimanevo immobile ad osservarlo e ad evitare ogni forma di contatto fisico.

“Non ho voglia di ballare ribadii!” pronta per andarmene e tornare al tavolo su cui Yuki stava seduto ad osservarci.

Ma il suo braccio strinse il mio e non aveva affatto intenzione di lasciarmi andare, poi disse “ Hai intenzione di dirgli la verità...”

“Io...veramente non so...” esclamai turbata.

“Ancora non riesco a capire che diamine ci trovi in un tipo come quello...così impacciato e grossolano...” disse con sdegno e disprezzo.

“Bè allora perché hai deciso di farci amicizia?” domandai irritata da quei suoi giudizi negativi.

“Leggendo il tuo diario e da come ne parlavi...bè ero curioso di conoscere questo fantomatico Yuki!”disse continuando a stringermi il polso.

“Non è carino che ti faccia i fatti miei!” esclamai adirata.

“Sono il tuo padrone! Ma come al solito sembra che te ne dimentichi!” disse con una sicurezza sconvolgente, era come se fosse convinto di essere nel giusto.

“Lasciami!” gli urlai contro, tentando di liberarmi dalla sua stretta,ma stavo prendendo una violenta scossa e poi c'era troppa gente in mezzo a noi e ciò mi impediva anche di muovermi.

“Non fare scenate...siamo in pubblico, non farmi fare brutta figura!” disse ridendo.

“ Sei...un vero figlio di puttana!” dissi infuriata, lo dissi senza pensarci, d'istinto e di colpo la sua espressione divenne ostile e furente.

“Cosa hai detto?” urlò con ferocia.

Solo dopo notando quella sua reazione mi resi conto di aver toccato un tasto dolente e che non avrei mai dovuto premere.

“La puttana sei tu! mi permetti di farti certe cose...anche se come dici tu sono una persona sgradevole...e poi osi darti arie da santarellina e perbenista...” disse insultandomi con cattiveria.

Mi trovai in difficoltà, non sapevo come rispondere a quelle accuse, in verità forse aveva ragione, non lo avevo respinto, mi ero comportata come una poco di buono, come una di quelle ragazze facili che conosceva lui.

“Con questo braccialetto mi riesce alquanto difficile respingerti!” dissi aggrappandomi a quella scusante, in parte era vero, ma a volte non avevo neppure provato a fargli resistenza...non riuscivo a distogliere il mio sguardo dal suo e non riuscivo a far a meno di desiderarlo sessualmente, non so c'era un'attrazione che non avevo mai provato per nessuno.

Desideravo il suo corpo, desideravo lui, anche se sapevo che fosse sbagliato, che era una persona sgradevole...nonostante tutto continuavo a volerlo in un modo irrazionale e privo di sensatezza, pur sapendo che il nostro rapporto non era quello di due innamorati.

E più sapevo che fosse una cosa dannatamente sbagliata e più continuavo a volerlo con maggiore intensità, finivo per esserne sempre più attratta, anche in quel momento, non riuscivo a far a meno di incrociare il suo sguardo ostile che se avesse potuto mi avrebbe trafitto con una sola occhiata.

“Mi stai mangiando con gli occhi!” disse in tono provocatorio, tornando di colpo a scherzare e a prendermi in giro.

Si divertiva molto a mettermi in difficoltà e ci riusciva alla perfezione, io in tutta risposta distolsi lo sguardo dal suo.

Continuavo a sentire la stretta decisa della sua mano sul mio braccio, poi con l'altra mano mi strinse il viso e mi costrinse a guardarlo in faccia.

“Io ti piaccio...e anche molto...” disse con arroganza.

“Non so di cosa tu stia parlando!” esclamai sulla difensiva.

“ Ti si legge tutto in faccia...” disse lasciandosi scappare una sonora risata.

Poi riprese a ballare come se niente fosse continuando a tenermi per il braccio e stava tentando inutilmente di trascinarmi in qualche movimento.

“E' proprio vero sei frigida...ed io che ti ho pure difesa...ma Yuki ha proprio ragione sei davvero frigida...” mi sussurrò all'orecchio poi aggiunse “e priva di sex appeal”

In quel momento le sue parole mi pesarono in maniera spropositata, anche perché lo aveva affermato persino il mio Yuki e incominciavo quasi a crederci anche io e così volli dimostrare a lui o forse persino a me stessa di non esserlo.

Iniziai a ballare, anche se ecco non lo avevo mai fatto, mi stavo improvvisando dei movimenti traendo ispirazione dalle altre ragazze che vedevo muoversi sulla pista da ballo, poi mi spinsi oltre, non sapevo che cosa stessi facendo, ma era del tutto fuori di me, iniziai ad avvicinarmi sempre di più a lui e lasciai che i nostri petti si toccassero' mentre ballavo.

“Allora non sei poi così tanto frigida” disse sornione stringendomi il cinto per far si che i nostri corpi non smettessero' di toccarsi, poi mi resi conto che ci stavamo spingendo un po' troppo oltre eppure non riuscivo a fermarmi in qualche modo mi divertiva stuzzicarlo.

Poi di colpo mi afferrò per il braccio e mi fece roteare, non appena fui girata mi trovai stretta a lui senza riuscire a muovermi e sentii la sua intimità premere contro il mio sedere.

“Mi stai facendo eccitare” mi sussurrò all'orecchio in tono roco e affannoso.

Il mio cuore sussultava e mi sentii le gambe così molli, poi la sua bocca si posò sul mio collo lasciandomi la scia dei suoi baci appassionati, non riuscivo a muovermi, mi sentivo completamente in estasi, poi sentii il suo respiro posarsi sui miei capelli e iniziò ad accarezzarmeli con una delicatezza tale da provocarmi i brividi lungo la schiena.

“Ti prego...basta...” lo supplicai rendendomi conto che non ero in grado di fermarlo.

“Fermami se ci riesci!” disse maliziosamente continuando a premere la sua rigida intimità contro il mio sedere.

Dopo questa frase tornò a baciarmi il collo con maggiore foga ed entusiasmo, io tentai di liberarmi dalla sua braccia possenti che mi avvolgevano, ma non ci riuscivo e dopotutto neppure mi stavo scomponendo più di tanto per liberarmi.

Le luci delle discoteca si fecero soffuse e meno accecanti delle precedenti e poi parti una musica armoniosa, tutte le coppiette iniziarono a ballare un lento, poi incrociai appena lo sguardo di Sayoko nella penombra, ma non riuscii a vedere un granchè.

Itou mi fece roteare riportandomi di fronte a lui e poi mi strinse per ballare il lento, lo guardai stupefatta, quel suo modo di fare mi dava sui nervi, mi afferrava e mi prendeva come se fossi una bambola da manovrare a suo piacimento e lo faceva con una certa facilità e leggerezza.

Io diventai rigida come una corda di violino,ma lui riuscii lo stesso a trasportarmi e a guidarmi nei movimenti, nonostante stessi facendo una certa resistenza.

“Sei troppo tesa...rilassati!” commentò con sarcasmo.

“Adesso basta! Voglio fermarmi...fammi fermare...” dissi adirata, stavo riflettendo su ciò che fosse accaduto, avevo lasciato di nuovo che prendesse in mano la situazione e che facesse di me ciò che gli pareva, per questa ragione ero infuriata.

Non volevo comportarmi da poco di buono, eppure fino ad un momento fa mi ero comportata di nuovo da ragazza facile cedendo alle sue sciocche insinuazioni... e lui faceva ciò che gli pareva di me, senza troppi problemi e aveva assunto quell'espressione sicura e irritante, come se avesse tutto sotto controllo e potesse disporre di me come meglio credeva.

“Dai non lo trovi romantico... ballare un lento insieme al tuo padrone...” disse mostrando un sorriso disarmante.

“Io...voglio farti a pezzi!” esclamai perdendo la calma, poi mi stavo davvero stancando ad essere manovrata da lui, avevo le gambe stanche e i piedi anche quelli erano cedevoli.

“Per una volta potresti anche dirmi qualcosa di carino...non credi?” disse facendo gli occhioni dolci e facendo uno sguardo ingenuo e innocente che non gli s'addiceva affatto.

“Non vedo perché mai dovrei dirti qualcosa di carino!” esclamai sconvolta.

“Vedi mi maltratti sempre!” disse facendo una vocina petulante quasi da bambino piccolo.

Continuava a ballare questo lento da solo trascinandomi contro voglia, mentre io avrei tanto voluto far qualcosa per porvi fine.

“Non mi fermerò finchè non mi dirai qualcosa di carino...” disse furbamente.

La musica era persino finita e lui continuava a ballare costringendomi a seguirlo nonostante fossi sfinita.

“Hai dei bei occhi...” dissi in preda all'affanno.

“Dici davvero?” disse divertito continuando a farmi volteggiare causandomi il mal di testa.

“ Hai detto che ti saresti fermato...se ti avessi fatto un complimento” dissi timidamente e in maniera anche un po' goffa, perché ritenevo davvero che quegli occhi fossero' veramente meravigliosi.

“ Questo è uno di quei complimenti che mi fanno tutte...cose già sentite...voglio sentirmi dire qualcosa di diverso!” disse in tono capriccioso e seccato.

Continuavamo a muoverci e non aveva alcun intenzione di mollare la presa, nonostante la musica si fosse fatta più movimentata e rumorosa, però le luci continuavano ad essere soffuse, ma riuscivo comunque a vederlo, non riuscivo a vedere le altre persone che si muovevano intorno a noi.

Dopo tornò ad essere molesto, mi cinse i fianchi e iniziò a baciarmi appassionatamente sulle labbra.

Sgranai gli occhi sorpresa poi li chiusi, non avevo idea di cosa stessi facendo, ma non riuscivo a fermarlo, la morbidezza delle sue labbra e quel coinvolgimento emotivo che percepivo mi impedivano di controbattere.

I suoi baci erano irruenti e impetuosi, tanto che sentii le labbra dolermi per i morsi ricevuti, sembrava volesse divorarmi e ciò mi smosse dentro un miscuglio di sensazioni discordanti che andavano pari passo: piacere e dolore.

Con la stessa bramosia e desiderio finii per accarezzare la sua lingua con la mia, mentre sentivo i nostri respiri irregolari e affannosi.

Ci fermammo per riprendere fiato, riaprimmo gli occhi e ci guardammo con un'intensità che non c'era mai stata, mi era difficile credere che potesse esserci un' incrocio di sguardi così ardente e passionale come quello.

Tanto che mi trovai costretta a richiudere gli occhi per l'emozione forte che stavo provando, non riuscivo a sostenere i suoi occhi che mi guardavano in quel modo, come se mi stesse spogliando solo con lo sguardo.

Poi riprese a baciarmi sulla bocca, poi scendere di nuovo verso il collo, poi aprii gli occhi e la sua mano strinse la mia, mi stava portando via dalla pista da ballo.

Non feci domande, ero confusa,ma felice come se avessi preso una qualche droga e molto probabilmente non mi importava neppure dove mi stesse portando, mi bastava che mi stringesse la mano.

Quando mi resi conto che mi stava trascinando dentro uno di quei minuscoli e squallidi bagni rimasi immobile facendo resistenza, poi riprese a baciarmi con foga distraendomi e così finii dentro quel bagno senza rendermene conto tra un bacio e l'altro.

Poi le sue labbra scesero' sempre più giù sfiorandomi il seno coperto dai vestiti che mi stava sfilando via con ansietà, poi mi spinse contro il water del bagno per farmici sedere.

Mi ritrovai con imbarazzo priva di reggiseno che aveva gettato sul pavimento insieme alla maglietta, in quel momento ritornai in me e mi resi conto della situazione spiacevole in cui ero finita.

Itou stava in piedi e mi guardava con quei suoi occhi desiderosi e brucianti di desiderio che mi ammaliavano in maniera devastante e sconvolgente.

Ero tra due fuochi: la parte razionale diceva no, mentre quella irrazionale urlava si.

Aiko l' avrebbe fermato lasciando prevalere la ragione, ma Echiko, quella nuova me stessa sembrava essere particolarmente eccitata dai suoi baci e dall'idea stessa di far sesso con lui, in maniera anche non del tutto convenzionale.

Insomma una parte di me pensava che fosse la cosa più squallida al mondo sopratutto come prima volta e poi con un ragazzo con cui non ero neppure fidanzata, per giunta con Itou!

Mentre l'altra era esaltata, desiderosa di trasgredire, non curandosi delle conseguenze, forse un po' stanca della me stessa razionale che avevo sempre lasciato prevalere per tutta la mia vita.

Aiko non aveva mai fatto errori, ero sempre stata una ragazza impeccabile,non mi ero mai concessa grandi rimpianti, la persona più ragionevole di tutte.

Dovevo essermi stancata di questa mia correttezza e impeccabilità, fare sempre ogni cosa in modo pensato e giusto, per una volta avrei voluto fottermene delle conseguenze delle mie azioni, volevo lasciarmi travolgere da quell'ondata di piacere e lussuria senza pormi troppe domande.

Poi quel suo modo di guardarmi così sensuale e perverso non mi dava modo di pensare, per non parlare dei suoi baci per nulla casti che mi incenerivano la testa di desideri peccaminosi e inauditi, persino il cuore pulsava fortissimo, sembrava uscirmi fuori dal petto.

Rimasi immobile a subire i suoi baci e le sue carezze,poi lo supplicai di fermarsi quando la sua mano si posò sul mio seno scoperto.

In quel momento si tolse il braccialetto dal polso lasciandolo cadere a terra e disse “ Se non vuoi...fai resistenza...”

Per quanto ci provassi, con tutte le mie forze, non riuscivo davvero a reprimere tutte quelle sensazioni piacevoli che provavo mentre sfiorava il mio corpo e il peso del suo sguardo contro mi paralizzava.

Mi sentivo così fragile e impotente, come non lo ero mai stata prima d'ora:

con Yuki non mi ero sentita così persa e spaesata, non avevo mai provato tutte quelle sensazioni intense e sfolgoranti, era sempre stato un rapporto sereno, non mi aveva mai messo in agitazione, non avevo mai provato un desiderio così ossessivo e fisico di lui.

Ero sempre stata pienamente padrona delle mie azioni, mentre con Itou perdeva il controllo, smettevo di ragionare e mi rifiutavo di farlo, come se ogni ragionamento plausibile non contasse più nulla.

Con la dita stuzzicava i miei capezzoli in modo rude e selvaggio, però tuttociò non mi disturbava, anzi mi piaceva quel suo modo di toccarmi.

Non era violento, era semplicemente il coinvolgimento emotivo a renderlo brusco e maldestro e non provavo neppure dolore, anche se il mio corpo si trovò a sbattere contro il muro del bagno mentre affondò la bocca su uno dei miei seni.

Non mi resi conto neppure conto di quel violento impatto, forse perché ero un robot quindi ero abbastanza resistente rispetto ai comuni mortali, non mi faceva facilmente male, oppure quella folle eccitazione mi impediva di avvertire qualsiasi forma di dolore.

Ansimai senza riuscire a contenermi, nonostante volessi evitare di strillare come un'ossessa perché mi vergognavo e non volevo neppure dargli troppo soddisfazioni, glie ne stavo già dando troppe.

Istintivamente la mia mano strinse la sua testa contro il mio seno, non volevo che smettesse, era troppo gradevole la sensazione che mi provocava sopratutto in quella parte del corpo.

Dopo un po' si liberò dalla stretta della mia mano e disse malizioso e sarcastico “ Volevi soffocarmi...”

Riuscii a malapena a ricompormi e divenni paonazza sia per l'imbarazzo che per il piacere che mi aveva provocato, poi si mise a ridere “ Sei imbarazzata?”

“Io...affatto...” dissi non volendo che mi prendesse in giro, non volevo dargli l'aria di una ragazzina sciocca e inesperta, anche se in effetti quelli erano i miei primissimi approcci sessuali.

Si era seduto sul water accavallando le sue gambe sulle mie, poi sentii la sua virilità sfregare contro la mia, il piacere e l'eccitazione crescevano sempre di più e persino i miei respiri e i miei spasmi si fecero' più frequenti e rumorosi, anche lui sussultava anche se in modo più sobrio e contenuto.

Questo fatto mi irritava, così chiusi gli occhi e iniziai a baciarlo e a leccare le sue labbra per provocarlo e a strofinare con insistenza il mio seno nudo contro il suo petto coperto da quella sua camicia nera, ma dopo un po' mi decisi a sbottonargliela.

Tolto l' intralcio dei vestiti le sue braccia mi avvolsero' per far aderire il suo petto nudo contro il mio, in quel momento lessi nel suo sguardo tanta dolcezza, una dolcezza che sino ad allora sembrava essermi sfuggita.

Mi accoccolai silenziosamente fra le sue braccia, nonostante tuttociò mi sembrasse inusuale, pensavo fosse una situazione squallida, molto da film porno e invece ci stavamo abbracciando con la stessa dolcezza di due fidanzatini.

Così mi tornò in mente la lettura dei suoi pensieri fatta da quel macchinario di Lyriko...che fosse davvero innamorato di me? Il macchinario aveva detto la verità?

Ma dopo un po' sciolse l'abbraccio e torno ad assumere un atteggiamento rude e selvaggio, tornò a strusciare la sua virilità contro la mia in modo fermo e deciso, ma i pantaloni ci impedivano di godere a pieno di quel piacere, così Itou si tolse gli indumenti e poi lo aiutai a sfilarmi i pantaloni.

Dopo che mi tolse i pantaloni e le mutandine, in quel momento mi resi pienamente conto di quello stesse effettivamente accadendo, ero incredula, spaventata ed imbarazzatissima.

Eravamo in piedi nudi l'uno di fronte l'altro, l'idea di essere nuda mi metteva in soggezione, anche se quel corpo non lo percepivo tanto come il mio, aveva subito delle significative trasformazioni, era stato modellato e perfezionato, non avevo più tutte quel grasso e quelle imperfezioni che avevo in passato, però c'era quel senso di pudore e quella percezione che avevo di me e del mio corpo che era diversa da com'è effettivamente fosse, cioè lo ricordavo per com'era in passato:

ricordavo ancora le mie gambe in carne con la cellulite e le smagliature e tante altre significative imperfezioni che adesso erano inesistenti, però mentalmente dentro di me continuavo a percepire quei difetti fisici anche se mi erano stati tolti.

E poi era la prima volta che vedevo un ragazzo del tutto nudo e ciò mi metteva a disagio, anche perché il corpo di Itou era bello da guardare, non era gracile, ma non era neanche eccessivamente muscoloso, aveva dei muscoli sparsi nel petto e nel resto del corpo che non erano accentuatissimi e che stavano in perfetta armonia con il suo corpo.

Poi i miei occhi senza volere si posarono più giù, senza che me ne accorgessi, in quella parte che mi metteva in maggiore soggezione.

“Non ne hai mai visto uno?” domandò ambiguamente ridendo.

La sua risata sapeva essere irritante, ma allo stesso tempo gradevole, non sapevo quindi se fare o non fare a meno di arrabbiarmi.

Imbarazzata ricondussi il mio sguardo all'altezza del suo viso, gli si dipinse un leggero sorriso che non compresi, non capivo se era sarcastico, divertito o era un sorriso gentile privo di cattive intenzioni.

Non sapevo cosa gli stesse passando per la testa, figuriamoci, faticavo a capire cosa mi fossi messa in testa io stessa, insomma quella situazione era a dir poco paradossale:

Io che avevo sempre messo al centro di tutto l'amore, mi ero lasciata trascinare in un fetido bagno pubblico a perdere la mia verginità con lui, con Itou, una persona con il quale non c'era un rapporto, a malapena ci sopportavamo e poi lui era il mio padrone, dovevo odiarlo, sopratutto per come mi trattava, mi dava sui nervi la sua prepotenza e arroganza.

Ma ecco se da una parte lui mi dava sui nervi per tutto quello che era, anche per come si comportava con le ragazze e con suo padre e con il resto delle persone, dall'altra quel suo modo di fare così arrogante,egoista e prepotente acquisivano un fascino del tutto particolare, non avevo mai conosciuto qualcuno che svelasse con così tanta facilità i propri difetti senza curarsi dell'opinione altrui.

Non era ingannevole, con me si mostrava per com'era con tutte le sue imperfezioni, senza dover ricorrere a subdole frasi e parole,non era come faceva con le altre, forse perché non avvertiva questa necessità, non era interessato al fatto che mi potesse piacere o meno oppure era già sicuro di aver fatto colpo su di me.

E poi a pensarci bene non avevo mai conosciuto qualcuno che mettesse a repentaglio la propria vita per salvare la mia, forse molto probabilmente perché la mia vita non era mai stata messa in pericolo prima che diventassi Echiko.

Mi erano sempre sembrate cose ben lontane dalla realtà la ragazza che viene salvata dal suo amato, insomma questo cose capitano nei film, negli anime e nei manga, non nella vita reale e invece era accaduto,solo che colui che mi aveva tirato fuori dai guai non era il classico principe azzurro delle favole.

“Guarda pure,puoi anche toccare e baciare” disse in tono provocante e sensuale riferendosi alla sua virilità con una sicurezza che trasudava da tutti i pori, non provava neppure la metà del mio imbarazzo.

Iniziai a sentire molto, ma molto caldo e divenni talmente impacciata e goffa che non riuscii a proferire parola e neanche a muovermi.

Poi la sua mano strinse la mia conducendola nella sua zona X, lo lasciai fare con aria distratta e sempre più confusa.

Sentivo che da un momento all'altro sarei morta di infarto non riuscivo a reggere quel concentrato di emozioni che si susseguiva senza darmi pace.

Ero tra l'eccitazione e l'inibizione, una parte di me voleva mettere da parte ogni pudore e darsi alla pazza gioia,mentre l'altra si stava trattenendo e si stava chiedendo cosa avessi fatto sino adesso.

Così la mia mano veniva forzatamente condotta verso i suoi genitali e si muoveva indecisa senza capire se doversi liberare e smettere di fare quello che stesse facendo.

Lo sentii gemere estasiato, mentre la sua mano premeva la mia per farmi stringere la sua modesta virilità.

“Ti piace?” gli domandai eccitata dal suo stesso piacere.

Poi la sua mano smise di forzare la mia e continuai da sola a sfregarlo e a muoverlo stringendolo, mi lasciavo trasportare dai suoi incitamenti di piacere, non sapevo perché, ma l'idea che potessi farlo eccitare, mi aggradava.

“Ahh si, non ti fermare!” esclamò beato.

Dopo un po' notai che il suo pene si era irrigidito ed era diventato molto duro e mi fece cenno di togliere la mano, non capivo cosa avesse in mente, ma ero rimasta completamente abbagliata dai suoi occhi verdi che mi osservavano in un modo sempre più focoso e stuzzicante.

Mi baciò ovunque, poi si concentrò in una zona già esplorata, la mia zona X che amava tanto i suoi baci appassionati e la sua lingua invadente.

Da lì arrivammo ad un punto di non ritorno, io ero in estasi e non ero più in grado intendere e volere sapevo solo di volerlo dentro di me e continuavo a supplicarlo tra gli striduli spasmi e mugugni.

Anche lui sembrava essere abbastanza fuori di sé, sentivo il suo respiro corto e le sue braccia mi sollevarono improvvisamente da terra, le mie gambe in un gesto quasi automatico attorniarono il suo busto, in questo modo le nostre intimità combaciavano perfettamente.

Mi spinse impetuosamente contro il muro e inizia a sentire la sua virilità addentrarsi impulsiva dentro la mia.

Provai un dolore lancinante e mi lamentai per il dolore, mi uscirono persino le lacrime agli occhi, mentre Itou continuava a penetrare sempre più in profondità.

“Calma, calma...è normale che ti faccia male...la prima volta è sempre così...” disse con un tono di voce gentile ed eccessivamente fruttato, non era proprio da lui, quei suoi modi di fare così carichi di affetto e tenerezza mi disorientavano.

Mi baciò con dolcezza le guance bagnate di lacrime e sentii la sua virilità continuare a spingersi dentro di me tra i suoi gemiti e rantoli di piacere, mentre per me in quel momento era un supplizio, faceva molto male, però allo stesso tempo percepivo una punta di piacere che andava crescendo mano mano che Itou penetrasse sempre più dentro di me.

I suoi baci sulle mie guance umide e sulla bocca era una dolce e lauta consolazione e poi lo sentii affondare sempre più dentro di me fino a che la mia intimità c non si dilatò del tutto per poterlo accogliere.

In quel momento iniziai a provare un incommensurabile piacere, non riuscivo a darmi un contegno, le parole mi sfuggivano di bocca da sola, gli avevo dato del porco e aveva detto delle cose assai sconvenienti, ma anche lui sembrava essere abbastanza su di giri, lo sentii digrignare mentre continuava a spingere la sua virilità convulsamente dentro di me.

Non erano solo la penetrazione a causarmi quella sensazione di beatitudine ed estasi,ma ogni parte del nostro corpo che si toccava e che entrava in simbiosi l'una all'altra, persino il suo respiro caldo che mi accarezzava il viso accresceva maggiormente l'ebbrezza di quel momento.

La mia intimità si contraeva e diventava sempre più calda e desiderosa, come se non si sentisse abbastanza appagata e così continuava a cercare la sua.

Anche lui non sembrava soddisfatto e così tutti e due ci sfregavamo l'uno contro l'altra diventando completamente schiavi del piacere fino a che non arrivammo al culmine.

Dopo abbracciai Itou accoccolando la mia testa sul suo petto nudo, ma non parve apprezzare il mio gesto divenne improvvisamente nervoso e si rivestii in fretta e furia.

“Che ti prende?” gli domandai scossa.

“Abbiamo finito no? Quindi rivestiti!” esclamò con impazienza.

Raccolsi i miei vestiti da terra con un espressione mesta e sconsolata, mi stavo riprendendo da quel piacere provato e stavo mettendo a fuoco ciò che fosse accaduto con razionalità,accorgendomi pure della repentina scontrosità di Itou.

Non so neppure perché mi fossi abbandonata a lui con così tanta facilità, mi era venuto spontaneo come se non potessi fare altrimenti, come se tuttociò fosse inevitabile, ma adesso mi accorgevo di aver fatto un enorme cazzata e il suo atteggiamento mi feriva.

Sembrava come se per lui non fosse stata altro che una semplice sveltina come tante altre, nulla di più, chissà quante altre ragazze doveva essersi fatto in quello stesso bagno.

Gli mollai uno schiaffo violento sul viso, lui assunse un espressione confusa, come se non capisse la ragione per cui lo avessi schiaffeggiato e mi guardava con quel suo sguardo penetrante e indagatore.

   
 
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