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Autore: ShootinStar    15/08/2011    8 recensioni
"Harry Styles mi fissava immobile nel suo poster sopra al mio armadio. Accanto a lui un altro dove non era solo, bensì circondato dai suoi compagni. Eccoli lì, sorridenti, luminosi, capaci di contagiarti con il loro sorriso solo guardandoli. Il loro nome campeggiava alla fine del foglio. ONE DIRECTION."
Genere: Commedia, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: Incompiuta
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“Devo cambiare le tende e metterne di più spesse”. Questo fu il mio primo pensiero quella mattina quando un doloroso fascio di luce entrò dalle persiane semiaperte e mi colpì gli occhi ancora assonnati.
Con un po’ di fatica mi misi a sedere e dopo essermi accuratamente massaggiata le tempie, aprii lentamente gli occhi. E incontrai i suoi. Magnetici, azzurri come il cielo che quella mattina mi stava invitando ad uscire fuori e ammirarlo in tutta la sua immensità. Bellissimi.
Abbassai lo sguardo sul suo sorriso, altrettanto perfetto. E dopo un lungo momento di riflessione, sospirai.
Harry Styles mi fissava immobile nel suo poster sopra al mio armadio. Accanto a lui un altro dove non era solo, bensì circondato dai suoi compagni. Eccoli lì, sorridenti, luminosi, capaci di contagiarti con il loro sorriso solo guardandoli. Il loro nome campeggiava alla fine del foglio. ONE DIRECTION.
Mi infilai le mie infradito di pelo leopardate (MAI rivelarne l’esistenza ad un ragazzo, scapperebbe a gambe levate subito dopo averle viste) e scesi le scale ancora in pantaloncini da calcio e maglietta di due taglie più grande.
Sul tavolo c’era un disordine incredibile. Come al solito.
I miei genitori lavoravano nel municipio del mio piccolo paese e la mattina uscivano di casa molto presto, così ero abituata a fare colazione da sola.
Aprii la credenza, tirai fuori la mia tazza preferita, un cucchiaio, i cereali al cacao e il mio latte parzialmente scremato. Feci colazione in silenzio, come facevo ormai da due mesi, da quando era finita la scuola. Frequentavo un liceo linguistico poco distante dalla mia città. Quella mattina di Agosto mangiai i miei cereali, sciacquai la tazza e il cucchiaio e decisi di andare a controllare la posta. Solita routine.
Feci scattare la serratura della porta e uscii fuori, mentre una leggera brezza mi scompigliò i capelli ancora annodati e indomati. Aprii la cassetta della posta, cercando di non farmi illusioni anche quella mattina.
La mia lettera non sarebbe mai arrivata, già lo sapevo. Ma quando vidi che la cassetta era completamente vuota, mi si strinse comunque il cuore.
Rientrai in casa e mi accorsi che sul tavolo c’era un biglietto un po’ spiegazzato che non avevo notato prima. Lo presi tra le mani e riconobbi la scrittura lineare e arricciolata di mia madre. Aveva scritto “France, ti è arrivata una lettera. L’ho appoggiata sul tuo comodino. Credo sia quella che aspettavi”.
Il mio cuore perse un colpo. E poi un altro. E prima che potessi svenire lì, con il biglietto ancora in mano, corsi al piano di sopra alla velocità della luce.
Aprii la porta della mia stanza con tanta foga che quasi temetti che la maniglia mi rimanesse in mano. In effetti, c’era una busta bianca sul mio comò.
Ma come avevo fatto a non notarla?
Mi sedetti sul letto ancora disfatto a gambe incrociate e girai la busta per vedere il mittente. Il nome che mi apparve davanti era quello che avevo tanto sognato. La casa discografica dei One Direction. Quella che aveva organizzato il concorso “Italy meets 1D”.
In poche parole, non so se per business, per tenere buone le fan o semplicemente perché gli andava, la loro casa discografica aveva indetto un concorso, durante il quale erano state vendute delle loro cartoline numerate nei vari negozi di musica d’Italia. Alla fine, sarebbero stati proprio loro ad estrarre 5 numeri fortunati, che corrispondevano ad altrettante fan italiane che avrebbero avuto la possibilità di trascorrere una settimana con i propri idoli in un albergo lussuosissimo e partecipare con loro ad alcuni eventi. E la lettera che stavo tenendo tra le mani era quella che stavano aspettando tutte le ragazze d’Italia. L’attestato che mi informava che ero stata sorteggiata, che ero tra le 5 fortunate, che li avrei incontrati.
Strappai la carta con una cura quasi maniacale e pian piano estrassi il foglio azzurro dalla busta. Lessi le parole che avevo immaginato di leggere solo nei miei sogni, quelle parole scritte al computer, in un inglese perfetto, quella parole che aspettavo da un mese e che ormai avevo rinunciato a leggere. Sì, ero stata scelta. Sì, li avrei incontrati 3 giorni dopo, al Grand Hotel Ritz di Roma.
E io me ne stavo ancora lì, con la lettera aperta tra le mani e un sorriso ebete stampato sul viso.
  
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