Goodbye to you

 "Sai cos'è bello qui? Guarda: noi camminiamo, lasciamo tutte quelle orme sulla sabbia, e loro restano lì, precise, ordinate.
Ma domani, ti alzerai, guarderai questa grande spiaggia e non ci sarà più nulla, un'orma, un segno qualsiasi niente. È come se noi non fossimo mai esistiti.
Se c'è un luogo, al mondo, in cui puoi pensare di essere nulla, quel luogo è qui. Non è più terra, non è ancora mare. Non è vita falsa, non è vita vera. È tempo. Tempo che passa. E basta."
-A. Baricco

Finalmente il mare.
È il tramonto. L'inafferrabile linea dell'orizzonte sembra separare il cielo dal mare, uniti però da quel color rosso carminio che conferisce un'atmosfera sospesa a tutto: alle onde, agli scogli, alla sabbia, a lei...
Pansy è immobile davanti allo spettacolo che le si para davanti, incapace tuttavia di apprezzarne l'inconfondibile bellezza. Le sue labbra si incurvano nel sorriso amaro di chi nella vita si è visto strappare via tutto, di chi ha assistito al crollo da parte di un solitario soffio di vento del proprio castello di carte costruito con tanta cura...
Pansy getta nuovamente uno sguardo al cielo e poi, lentamente, esitante come se non fosse completamente sicura di ciò che sta facendo, si sfila dai piedi i leggeri sandali argentati e, tenendoli mollemente con due dita, si incammina per la lunga distesa di sabbia che sembrava attendesse solo lei.
Le prime stelle cominciano a sorgere, ma lei continua imperterrita nella sua camminata; l'acqua fresca e salata le accarezza le caviglie, la sabbia viene smossa ad ogni passo, le urla di bambini lontani risuonano allegre nel silenzio che la isola dal mondo circostante.
Improvvisamente il suo passo ben ritmato si fa più deciso come se finalmente il suo corpo avesse compreso il motivo di quella passeggiata serale in riva al mare. Pansy deposita delicatamente i sandali ai piedi di uno scoglio e, con un'agilità che non pensava di avere, si arrampica fino a che non le è più possibile salire. Allora si siede; osservando con un misto d'orgoglio e stanchezza la meta che ha raggiunto, nota le iniziali di due innamorati incise in modo indelebile sulla pietra. Sulle sue labbra tinte di rosso affiora nuovamente quel sorriso amaro e Pansy posa una mano su quelle due piccole iniziali, come se non ne sopportasse la vista e sentisse il bisogno di nasconderle.
Dopo qualche attimo, o forse minuto, o forse addirittura ora, tira fuori dalla tasca dei pantaloncini una foto ormai sbiadita e consumata dal tempo.
Pansy l'aveva osservata più volte di quanto non riuscisse a ricordare, ma ora su quello scoglio proteso sul mare, non trova la forza di farlo. I suoi occhi neri allora si sollevano e, per la prima volta da quando era arrivata su quella spiaggia, guarda davvero il mare, il cielo, le stelle, le onde, le nuvole, i gabbiani... Infine i suoi occhi si posano sulla linea dell'orizzonte e Pansy comincia a pensare.
Le immagini iniziano a formarsi spontaneamente una dopo l'altra, esplorando ricordi, risvegliando sensazioni, facendo emergere sentimenti. Pansy chiude gli occhi e, finalmente, si abbandona completamente al richiamo della memoria.

***

Pansy riapre gli occhi e, finalmente, riesce a guardare per un istante la foto che tiene appoggiata in grembo; un'unica, solitaria lacrima cade sul volto di quel ragazzo dagli occhi grigi che tanto ha amato... Con mani tremanti solleva la foto e, a passi sempre più decisi, si avvia in riva al mare, fino a che le dolci onde dell'acqua non arrivano ad accarezzare la punta dei suoi piedi nudi sporchi di sabbia.
Il suo sguardo cade un'ultima volta su quella foto, quella foto che risveglia in lei ricordi, emozioni forti e sentimenti violenti... Improvvisamente lascia la presa su quel pezzo di passato e lo osserva volteggiare lentamente in aria finché non raggiunge la liscia superficie del mare; quello sprazzo di gioventù galleggia ancora per qualche secondo; poi affonda, portando con se l'ultimo segno di quell'amore ormai perduto.
I suoi occhi ora sono asciutti. Il tempo delle lacrime è ormai finito. Lo sguardo si fa risoluto e un debole sorriso, un sorriso genuino, si apre sul suo volto; il sorriso di una donna che ha pianto, sofferto, sopportato, ma che ora si sente libera, libera da un passato che continuava a bussare insistente per farla piombare in quello stato di irremovibile impotenza che l’aveva intrappolata per tutti quegli anni. Quel passato che non può essere cancellato o modificato, quel passato che le apparterrà sempre, quel passato a cui lei ha deciso di sorridere. Perché, davanti a quell’immensa distesa d’acqua, davanti a quel cielo ormai scuro e cosparso di stelle, Pansy, con il sorriso sulle labbra e gli occhi pieni di speranza, decide di andare avanti.

E finalmente… ti lascio dietro di me.

Angolo dell'Autrice
Ieri ho pubblicato quella che pensavo potesse essere la mia prima fanfiction; mi sbagliavo. Infatti, poco dopo averla pubblicata, l'ho riletta e mi sono resa conto che non mi convinceva per niente.
Oggi ho avuto questa improvvisa ispirazione su uno dei personaggi che più mi incuriosisce e spero che voi, se siete arrivati fino a qui, l'abbiate gradita.
Se ne avete voglia recensite, sia positivamente che negativamente; mi piacerebbe davvero avere un parere di qualsiasi genere!
M.