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Autore: sawadee    15/08/2011    1 recensioni
Dio ti ci fanno quando muori. Le riflessioni di Cassandro prima di renderci Alessandro.
La fonte è Plutarco, Vita di Alessandro.
Genere: Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Aristotele
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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La porta degli dei.

 

Delirio, gli dei rendono folli chi a loro si assimila, chi li invoca senza rispetto, chi loro si definisce. Dioniso e Zeus tolgono  il freno di chi non sa e lo fanno correre più veloce verso la perdizione.

Il sole e la polvere confusi, incendio di cicale e grilli nell'afoso meriggio. Anche gli ultimi sterpi son cuprei, bruciata ogni sfumatura di verde, nonostante il fiume. La lana della tunica attaccata alle gambe, come una seconda epidermide.  E il caldo, la luce accecante, la polvere sollevata dalle rare folate di maestrale.

I colori, che bruciano lo sguardo, un trionfo dal turchese al turchino nel cielo, polvere di lapislazzulo impastata con l'acqua,talmente intenso da far male.

E la Porta del Dio, finalmente, si avvicina. Trattengo il cavallo.

 Babilonia.

Bava sanguigna dalla bocca del mio cavallo. - Forza, amico mio. ci siamo quasi.- Insopportabile calore dalla terra e dal cielo. Attraverso la porta, specchio del cielo, brillante come una pietra.

Arrivo fino alle scuderie, acqua non troppo fredda, o rischia di morire, povera fedele creatura che mi guarda con occhi fin troppo buoni.

Il pelo è morbido, pulsante, sotto la mano, quando lo carezzo.  La bisaccia è nella mia mano, con lo zoccolo di asino[i]  ben nascosto. Siamo giunti al punto di non ritorno.

Questa è la fine.

Delirio, gli dei rendono folli chi a loro si assimila, chi li invoca senza rispetto, chi loro si definisce. Dioniso e Zeus tolgono  il freno di chi non sa e lo fanno correre più veloce verso la perdizione.

Tappeti e profumi serici, calore dai bracieri nel lussuoso palazzo. Bruciano anche gli ultimi incensi, spire per il dio novello, umano come me. Freno perduto del re dionisiaco, persuaso di sua divinità, in verità solo uomo, come me. E il caldo, le luci nascoste, le spire di incenso per celebrare l'uomo.

Il vino, che brucia la mente, trionfo del porpora più cupo, più del sangue, sangue spezzato ancora che scorre, talmente intenso da fare male.

Mio fratello mi viene incontro.  Gli passo la bisaccia.

- Aristotele manda questo.-

Laconico.

Non ho voglia di parlare. Togliere la vita non è un bel passatempo, per quanto necessario.

Roxanne è incinta, la barbara. Sanno tutti che è necessario, il folle, risvegliatosi o ripresosi, penserà che qualcuno abbia intenzione di trasformarlo in un dio, come il suo amico Efestione. La tua morte sia la mia vita. Si prendano gli altri il regno, a me lascino la vita.

Mentre lo penso, mi accorgo, con un brivido, che il potere ha già corrotto me ed averlo è l'unica via che ho per sopravvivere.

Delirio, gli dei rendono folli chi a loro si assimila, chi li invoca senza rispetto, chi loro si definisce. Dioniso e Zeus tolgono  il freno di chi non sa e lo fanno correre più veloce verso la perdizione

Ricami di acqua nelle dolci fontane, verdeggiare delle piante nel giardino delle delizie. Si librano farfalle e uccelli dorati tra le piante, godimento per il cuore. Leggiadria della floreale architettura, rarità offerta all'uomo, al ricco, per godere.

Casa mia è dove c'è Euridice, dove c'è chi mi vuole bene. Casa mia è in Macedonia, non qui, non dove ci portano i sogni e le follie che ci uccideranno. Fu bello sognare all'inizio ed agire per curiosità. Ma poi i sogni senza ancora sulla realtà portano a impazzire. Rincorrere fantasmi e fantasie.

Sono solo ombre di un sogno, come noi uomini, mi ripeto per l'ennesima volta. Ci ucciderà tutti, una vita in cambio di molte vite, come ha detto Aristotele.

Già. Mio padre e la mia famiglia sono le più esposte, per non aver voluto piegarsi a ciò che non è nostro, alle mollezze orientali. I nemici che tradiscono per salvarsi la vita non possono essere leali amici e compagni, perché tradiranno di nuovo. La vita conta poco, è solo ombra, ma non ho altro.

Sorrido amaro: il potere logora solo chi non ce l'ha.

Delirio, gli dei rendono folli chi a loro si assimila, chi li invoca senza rispetto, chi loro si definisce. Dioniso e Zeus tolgono  il freno di chi non sa e lo fanno correre più veloce verso la perdizione.

Passato  e presente si confondono nella memoria, mistica visione perduta. Friniscono le cicale bruciate, dorate le loro armature. Siedo sul trono assiso da solo, capelli neri, tombe reali, vasellame d'argento, armi e sogni che fuggono, come gioventù e vita.

 

 

 

 



[i] Plutarco, vita di Alessandro, 77. 2.

   
 
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