Lontananza.
Era inspiegabile come Holmes fosse diventato una dipendenza,
con il tempo.
Solo qualche anno prima, se avesse dovuto assentarsi dalla
città per qualche
giorno, forse sì, si sarebbe chiesto cosa Holmes avrebbe
fatto in certe
occasioni, ma di certo non fissava continuamente la porta della propria
camera
d’albergo sperando di vedere qualcuno portargli un suo
telegramma o di vederlo
fare una delle sue “sorprese”, come durante il suo
viaggio di nozze, raggiungendolo
ovunque fosse.
Cercò di calmarsi, seduto sul letto
della sua camera d’albergo, cercando di accettare
l’idea che Holmes non si sarebbe presentato quando lui aveva
lasciato Londra
solo per due giorni per un ritrovo di vecchi commilitoni. Sarebbe
ripartito per
tornare a casa la sera antecedente e avrebbe potuto dormire di nuovo
con il
viso immerso in quei capelli disordinati. Doveva passare solo una notte
da
solo. Ma la lontananza lo uccideva.
Bussarono.
“Si?”
“Consegna”
Aprì la porta, trovandosi davanti un fattorino che non aveva
visto durante il
giorno. Quello spinse il dottore di nuovo dentro la stanza e lo
seguì,
chiudendosi la porta alle spalle; lo baciò.
Successe tutto tanto velocemente che a mala pena capì cosa
era successo, ma lo
scostò appena riprese lucidità.
“Sono impegnato-” disse solo, prima che
l’altro assalisse di nuovo le sue
labbra.
“Lo so” sussurrò l’altro, con
una voce molto più familiare.