Lezioni
private
1-Dov’è
Hermione?
Toc-toc
“Svegliatevi, ragazzi!
Svegliatevi!”
Ron aprì gli occhi,
cercando di capire cosa stesse
succedendo.
“Muovetevi, è
urgente!”
Una voce…la voce di una
donna…forse sua madre, o sua
sorella…
“Accidenti a voi,
svegliatevi!”
Non era possibile…era a
Hogwarts e sicuramente non era sua
madre quella che bussava come se volesse buttar giù la
porta. Ma allora…chi
era?
“Ragazzi!”
Ron si alzò a malincuore
dal letto, infilò le pantofole e
aprì la porta, ancora mezzo addormentato.
“Ma che
cavolo…”
Non riuscì a finire la
frase: rimase a bocca aperta per lo
stupore, trovandosi davanti Calì Patil e Lavanda Brown in
camicia da notte,
seguite da Katie Bell, Alicia Spinnet e Angelina Johnson. Ma fu qualcun
altro ad
attirare la sua attenzione…
“Che diavolo ci fai qui,
Percy?”
Il
prefetto, anche lui mezzo
addormentato, aprì la bocca per rispondere al fratello, ma
le ragazze non lo
lasciarono neppure incominciare.
“HERMIONE
È SPARITA!”esclamarono
tutte insieme.
“Sparita?
Come sparita?” disse una
voce. Ron si voltò e vide che Harry, svegliato dal fracasso,
era seduto sul
letto, con un’espressione spaventata. Anche Neville, Seamus e
Dean erano
svegli, e lo guardavano confusi.
“Stamattina
mi sono svegliata e ho
visto che il letto di Herm era vuoto” disse Lavanda.
“Però ho trovato questo.”
Diede a Ron un foglio di pergamena, che il ragazzo si
affrettò a srotolare.
Sopra c’era scritto: “Ho
bisogno di parlarti lontano dagli altri. A mezzanotte nella
sala dei trofei.
Harry".
Ron
lesse il messaggio, poi passò
il foglio all’amico che lo lesse a sua volta.
“Questa non è la mia scrittura.
Era una trappola…un modo per attirarla fuori dal
dormitorio…” mormorò Harry
pensieroso.
“Credi
che c’entri Tu-Sai-Chi?”
chiese Ron, già terrorizzato all’idea di
affrontare Voldemort.
“Non
credo” rispose Harry. “Forse
è solo uno scherzo. Andiamo nella Sala Grande e vediamo se
è lì”
“Ottima
idea…però è meglio se
prima ci rendiamo presentabili” suggerì Angelina,
lanciando un’occhiata
espressiva ai capelli arruffati di Percy.
“Oh,
accidenti a te…mi avete
tirato giù dal letto!” cercò di
giustificarsi il ragazzo.
“Un
prefetto che si presenta così:
vergogna!” lo prese in giro Ron. “Ma quella
…spettinatura ti sta benissimo,
fratellone!”
“Ci
vediamo di sotto, allora!”
intervenne Harry, cercando di evitare un interminabile battibecco alla
Weasley.
Nella
Sala Grande Hermione non
c’era. Harry
e gli altri Grifondoro si
guardarono in giro, chiesero aiuto ai compagni, cercarono ovunque,
perfino
sotto i tavoli…ma niente Hermione. Harry era sempre
più preoccupato.
“Non
è in biblioteca” disse Calì.
“E
nemmeno in infermeria” aggiunse
Angelina.
“E
neanche nella serra, abbiamo
controllato. Non è uno scherzo…è
sparita!” esclamò Lavanda disperata.
“Meglio
che vada a parlarne con
Silente” concluse Harry. In quel momento, però,
l’attenzione dei ragazzi fu
attirata da una strana scena: un gruppo di Serpeverde,
all’ingresso della Sala
Grande, cercava di trattenere una Pansy Parkinson in piena crisi
isterica.
“Che
cosa è successo?” chiese Ron,
incuriosito.
“Malfoy
è sparito!” rispose
Millicent Bulstrode, con una smorfia di disprezzo. “Quella
stupida oca sta
strillando da mezz’ora…sembra che sia rimasta
vedova!”
“Povero
Malfoy…mi fa quasi pena!
Al posto suo sarei scappato anch’io!”
commentò Neville, guardando Pansy.
“Malfoy…vuoi
vedere che…” mormorò
Harry, ma in quel momento un gufo gli sfrecciò davanti,
lasciando cadere
qualcosa ai suoi piedi.
“Cos’è?”
chiesero in coro gli
altri. Il ragazzo raccolse da terra la pergamena; c’era
scritto “per Harry Potter”
e il testo del
messaggio era questo:
“Se
vuoi rivedere la tua amica, vieni subito in giardino, sotto la
quercia vicino al laghetto. Se non ti fidi portati pure qualche
amichetto…Pel
di Carota e il ciccione andranno benissimo. Saluti, sfregiato.
Draco
Malfoy”
“Malfoy…maledetto!”
esclamò Harry,
stringendo i pugni. “Ha preso lui Hermione…ma
perché ?”
“Forse
è meglio raccontare tutto
alla Mc Granitt” suggerì timidamente Neville.
“Buona
idea!” approvò Ron. “Questa
volta Malfoy ha esagerato!”
In
quel momento un altro gufo
entrò nella sala e lasciò cadere un altro foglio,
identico al precedente. Harry
lo aprì e lesse: “P.S.
: Non azzardarti a fare la spia con la Mc Granitt, o potresti
mettere in pericolo la tua amica. Draco
Malfoy”.
“E
allora?” chiese Ron.
“Allora
andiamo, che domande!”
rispose Harry.
Harry
uscì in giardino, seguito da
Ron e Neville, per recarsi all’appuntamento. Con loro
c’era anche Calì Patil: i
tre avevano cercato in tutti i modi di convincerla a restare con gli
altri, ma non
c’era stato verso di farle cambiare idea. “IO vengo
con voi, e basta!” aveva
affermato decisa, e i ragazzi si erano rassegnati.
“Quanto
sono ostinate le donne!”
brontolò Ron, mentre lui e gli amici si dirigevano verso il
laghetto.
“Hermione
è mia amica, e se Malfoy
le ha fatto del male, glie la farò pagare!”
ribatté la ragazza.
“Piantatela,
siamo arrivati!” , li
interruppe Harry.
Malfoy
li aspettava sotto la
quercia, con il solito sorrisetto stampato in faccia. “Siete
venuti? Che
gentili!” esclamò vedendoli.
“Dov’è
Hermione?” gridarono insieme
i quattro Grifondoro.
“Eccola!”
rispose Malfoy,
indicando la povera ragazza che giaceva sotto un albero vicino e
cercava
inutilmente di alzarsi. Harry riconobbe all’istante
l’incantesimo che la
bloccava; estrasse la bacchetta e pronunciò il
controincantesimo per liberare
l’amica dalla Pastoia. Non appena fu in grado di muoversi,
Hermione corse verso
il suo “rapitore” e gli sferrò un
micidiale calcio negli stinchi. “COME TI SEI
PERMESSO DI TRATTARMI COSI, RAZZA DI MALEDUCATO, TI FACCIO INGOIARE
QUELLA TUA
STUPIDA BACCHETTA!!!”gli gridò furibonda. Harry e
Ron riuscirono (a fatica) a
trattenerla prima che strangolasse il Serpeverde.
“Calma,
Herm! Credo che Malfoy ci
debba qualche spiegazione!” le disse Harry. Hermione, rossa
di rabbia, si
staccò dal ragazzo biondo, che non aveva smesso di
sorridere.
“Sei
curioso di sapere perché sei
qui, Potter?” chiese.
“Ascoltami
bene, Malfoy: per colpa
tua abbiamo saltato la colazione e io ho una fame da lupi, per cui
dicci cosa
vuoi e falla finita!” intervenne Ron spazientito.
“Come
preferisci. Ho una proposta
da farvi, e vi consiglio di pensarci bene prima di rifiutare”
disse il ragazzo.
“Come voi sapete, Tiger e Goyle sono due idioti”
“Questo
l’avevamo capito!”
commentò Ron.
“Molto
spiritoso, Weasley!
Comunque, sono il disonore di Serpeverde e, dato che, secondo Piton,
sono miei
amici, io dovrei, sempre secondo Piton, richiamarli
all’ordine e aiutarli con
gli studi. Naturalmente nessuna magia potrebbe allargare quelle loro
teste di rapa…e
qui entrate in gioco voi”
“Taglia
corto…che cosa vuoi?”
chiese Harry freddamente.
“Se
hai pazienza te lo dico
subito, Potter!” rispose Malfoy. I Grifondoro erano pronti a
tutto…ma le
successive parole del ragazzo li lasciarono a bocca aperta.