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Autore: beyond_the_darkness    16/08/2011    1 recensioni
Sono cresciuta e mi sono ritrovata in un mondo crudele, in cui non c’è posto per i sogni, figuriamoci poi per le favole! E, improvvisamente, questo mondo crudele mi ha aperto gli occhi.[..] Ma sognare troppo a volte fa male, e quando ci si sveglia, è peggio di prima.
Genere: Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Da piccola, pensavo che la neve fosse fatta di panna, che le nuvole fossero di zucchero filato e che i fiori che sbocciavano in primavera fossero canditi.
Da piccola pensavo che da grande sarei stata una principessa, una ballerina, una fata, una sirena.
Da piccola adoravo guardare i  film d’amore i cui protagonisti (quando chiedevo a mio nonno cosa facessero quando si avvicinavano e posavano le labbra dell’uno sull’altro lui mi diceva che:) “Ciucciavano la caramella”.
Da piccola adoravo le storie come Biancaneve, La sirenetta, La bella addormentata nel bosco.
Da piccola credevo che quando finalmente avrei compiuto sedici anni, anche io come le principesse dei cartoni della Disney, avrei trovato il mio principe azzurro.
Da piccola credevo che a diciotto anni avrei avuto un matrimonio da favola, con un vestito da favola, con un marito da favola.
E poi, così, da un giorno ad un altro sono cresciuta.
Sono cresciuta e mi sono ritrovata in un mondo crudele, in cui non c’è posto per i sogni, figuriamoci poi per le favole! E, improvvisamente, questo mondo crudele mi ha aperto gli occhi.
Ho capito che né le nuvole, né la neve, né i fiori erano commestibili.
Ho capito che non diventerò mai una principessa o una ballerina o una fata o una sirena perché per essere speciali, non serve essere qualcosa che nessun’altro è, basta essere sé stessi, sempre e comunque.
Ho capito che nella vita vera, fuori dai film, le persone “ciucciano la caramella” così, perché fa figo, non più per amore.
Tra una settimana precisa compio sedici anni e ancora il principe azzurro non l’ho trovato.
Di conseguenza, dubito seriamente che, tra due anni e una settimana mi sposerò con un vestito da favola e soprattutto con un marito da favola.
Eppure, se mi vedeste oggi, non riconoscereste più la bambina che voleva un pezzo di nuvola per poterlo assaggiare.
Vedreste solo un guscio vuoto, inutile, che si lascia condizionare dagli altri, che non crede più nel destino. Lascio vagare la mente, lascio vagare l’anima. Ma sognare troppo a volte fa male, e quando ci si sveglia, è peggio di prima.
Eppure la notte, quando non riesco a dormire, penso a come sarebbe se avessi trovato il cosiddetto “principe azzurro”. Penso a come sarebbe stato rimanere bambina per sempre, un po’ come Peter Pan. E questa è senza dubbio la cosa più strana. Da bambini, vogliamo solo crescere, essere alte come la mamma o forti come il papà (modello fruttolo insomma) e poi, quando siamo cresciuti desideriamo solo poter tornare bambini.
Sorrido ripensando a quei giorni, quando bastava un abbraccio cinque minuti dopo una litigata, per fare pace, quando ogni giorno era un’avventura, quando ogni bacio dei genitori era un regalo.
Sorrido ripensando che, anche da piccola, ero una sognatrice. Vedevo cose che gli altri non vedevano, sentivo voci che gli altri non udivano, scoprivo sapori che gli altri non immaginavano.
Sognavo un mondo popolato da esseri incantati, magici, con strade di cioccolato e cartelli di liquerizia.
Eppure, dopo sedici anni, ancora non ho smesso di sognare ad occhi aperti, desidero ancora essere un essere speciale, diverso dagli altri.
E di sicuro, non sarà questo mondo crudele a farmi desistere.
E di sicuro, non sarà questo mondo crudele in cui non c’è spazio né per sogni né per favole, a farmi smettere di sognare. 

   
 
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