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Autore: evanss    16/08/2011    7 recensioni
Scorpius aprì gli occhi di scatto, una sgradevole sensazione all’altezza dello stomaco e la consapevolezza istantanea che no, la sua mano non era appoggiata esattamente su un cuscino, ma su qualcosa di più morbido e decisamente più piacevole al tatto. E no, non era nella sua camera. E cavolo, quella cosa che aveva confuso per delle coperte messe alla rinfusa, in realtà respirava. E parlava. Con una sorta di paura, mista a curiosità e soprattutto consapevolezza, volse il capo, ritrovandosi davanti – l’espressione corrucciata anche nel sonno, il trucco sbavato e i capelli rossi più aggrovigliati che mai - la responsabile dei respiri e delle frasi sconnesse che gli avevano tolto il sonno. Oh. Merlino. Caro.
Un compleanno movimentato, qualche cocktail di troppo e un risveglio indimenticabile.
Genere: Commedia, Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Albus Severus Potter, Lily Luna Potter, Scorpius Malfoy | Coppie: Lily/Scorpius
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nuova generazione
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~ the hangover ~

 

 

Non riusciva a ricordare l’ultima volta che aveva dormito così male.

Si sentiva la schiena a pezzi, la testa che gli pulsava, le gambe doloranti e in bocca il sapore dolciastro di qualche cocktail che doveva aver bevuto la sera prima.

Ancora a occhi chiusi, sospirò sommessamente e cercò di riaddormentarsi.

E forse ci sarebbe anche riuscito, davvero, se solo il materasso e le coperte – o ciò che fino a qualche istante prima aveva pensato fossero semplicemente materasso e coperte – non avessero cominciato a muoversi.

E a mugolare qualcosa. Frasi sconnesse e senza senso, per essere precisi.

Scorpius aprì gli occhi di scatto, una sgradevole sensazione all’altezza dello stomaco e la consapevolezza istantanea che no, la sua mano non era poggiata esattamente su un cuscino, ma su qualcosa di più morbido e decisamente più piacevole al tatto. E no, non era nella sua camera. E cavolo, quella cosa che aveva confuso per delle coperte messe alla rinfusa, in realtà respirava. E parlava.

I ricordi della sera prima si susseguirono nella sua mente a tutta velocità, aumentando il suo maledetto mal di testa che proprio non ne voleva sapere di andare a disturbare qualcun altro.

Con una sorta di paura, mista a curiosità e soprattutto consapevolezza, volse il capo, ritrovandosi davanti – l’espressione corrucciata anche nel sonno, il trucco sbavato e i capelli rossi più aggrovigliati che mai - la responsabile dei respiri e delle frasi sconnesse che gli avevano tolto il sonno.

Oh. Merlino. Caro.

Scorpius deglutì, poi analizzò la situazione, sforzandosi di pensare. O almeno di pensare a ciò che una persona con un po’ di buonsenso avrebbe fatto in un momento simile.

Sollevò la mano che aveva tenuto per tutto il tempo all’altezza del cuore di lei, proprio sopra il seno - cosa diavolo aveva, dei radar anche mentre dormiva? - e poi, più sveglio e dolorante che mai, si voltò di nuovo a fissarla con insistenza, quasi fosse convinto di riuscire a farla dormire per sempre con la sola forza del pensiero.

Perché la sua mano sinistra era intrecciata tra i capelli di Lily?

Chi aveva stabilito che lei gli stesse così addosso? Perché c’erano tutti quei bicchieri vuoti sul comodino? Perché le loro gambe erano intrecciate? E – questione più importante di tutte - da quando aveva cominciato a dormire mezza nuda?

Scorpius inspirò di nuovo.

Lily l’avrebbe ucciso. Al l’avrebbe ucciso. James l’avrebbe ucciso e poi gli avrebbe fatto molto male.

In che diavolo di casino si era cacciato?

 

*

…qualche ora prima

 

Aveva sempre pensato che i party babbani rappresentati nei film – quei pochi che Lily era riuscita a fargli vedere senza che lui cominciasse a imprecare contro la tv – fossero esagerati e senza dubbio poco attinenti alla realtà.

Quel venerdì sera invece, immerso in un caos di musica e urla gratuite, Scorpius Malfoy capì di essersi sbagliato.

Casa Potter si era trasformata in un vero e proprio inferno, tutto merito di quell’impiastro del suo migliore amico, che aveva deciso di festeggiare coi fiocchi. Incredibile, Al era sempre stato molto maturo per la sua età, controllato nelle emozioni e nei gesti, educato e perché no, anche saggio. Eppure, bastava pronunciare la parola compleanno perché si trasformasse nella caricatura più insopportabile di un’undicenne viziata hollywoodiana.

 «L’hai visto in giro, per caso?»

Più che una domanda sembrava un’affermazione, dal modo in cui la suddetta undicenne – Al, con addosso una collana di perle probabilmente regalatagli da qualche invitato infame – gliel’aveva praticamente urlata nell’orecchio.

Scorpius, drink alla mano, lo squadrò da capo a piedi e ringraziò il cielo che i coniugi Potter non fossero in casa, non si meritavano di assistere a un simile spettacolo.

Albus Severus Potter, conosciuto da tutti come studente maturo e riflessivo, gli stava davanti con un cappello hawaiano in testa e una camicetta fucsia troppo stretta – probabilmente presa in prestito da qualche invitata – e gli rivolgeva un sorriso smagliante, mentre sorseggiava il suo cocktail con aria trasognata.

«Il tuo cervello? No Al, mi dispiace. È scomparso senza lasciare tracce.» sbottò il biondo, mentre una Corvonero di cui non ricordava il nome – e che non ricordava di aver visto sulla lista degli invitati – gli strizzava l’occhio, dall’altra parte della stanza.

Al rise in maniera esagerata, poi lo strinse in un abbraccio troppo passionale per i suoi gusti e gli piantò un bel bacio sulla guancia. Con tanto di segno.

Merlino, perché aveva del lucidalabbra?

Idiota.

«Sei il migliore Scorps, non so come farei senza di te.» aggiunse poi Al, ubriaco più che mai, allargando le braccia con aria plateale.

Scorpius, ricambiando l’abbraccio e trascinando Al verso la sedia più vicina, sorrise.

«Lo so. Anche tu non sei male, palla al piede. Vado a farmi un giro, vedi di non combinare troppi casini, eh?» aggiunse poi, dandogli una pacca sulla spalla. Lui annuì prontamente, mentre una decina di invitati si avvicinava alla sua postazione.

Si salvi chi può, pensò Scorpius, mentre fuggiva il più velocemente possibile.

Uscire in giardino era fuori discussione, avrebbero tentato di buttarlo in piscina.

Entrare in cucina idem, c’era quella piaga di Jenny Sanqualcosa che non perdeva occasione per spalmarglisi addosso.

L’unica sua salvezza, in momenti come quelli, era racchiusa in un metro e sessanta di lentiggini e insolenza.

Con passo deciso quindi, salì la rampa di scale – attento a non farsi notare da qualche invitata troppo invadente - ritrovandosi davanti alla porta scura, quella del bagno: l’unico luogo dove Lily si rifugiava – in compagnia dei suoi cioccolatini preferiti - ogni qualvolta doveva partecipare a feste troppo caotiche.

Bussò una volta, sicuro più che mai di trovarla lì.

Non ci fu nessuna riposta.

«Sfigata, sono io. Mi apri?» chiese velocemente, bussando un’altra volta.

Era già pronto a ritrovarsela davanti mentre – cioccolatini alla mano – gli apriva la porta, ricoprendolo d’insulti. Ma non accadde nulla di tutto ciò.

Passarono parecchi secondi prima che il rumore della chiave che girava nella serratura arrivasse alle sue orecchie e quando la porta si aprì, non ci fu nessun insulto ad aspettarlo.

Lily – vestito stropicciato e incazzatura palpabile – gli diede subito le spalle, tornando verso il muro e lasciandosi cadere a terra, tra la vasca e lo scaffale più alto – i bicchieri di parecchi cocktail ormai vuoti che le stavano intorno, quasi come una sorta di barriera.

Scorpius la fissò stranito, poi buttò uno sguardo sui bicchieri vuoti.

«Oh andiamo, ti ci metti anche tu adesso? E io che venivo qui per sfottere gli altri, non è mica g…» ma Scorpius non finì mai la sua frase, non quando Lily alzò lo sguardo verso di lui.

Gli occhi rossi, il mascara che le colava sulle guance e lo sguardo privo di quella luce sfrontata e battagliera che vi aveva sempre trovato.

Lily stava piangendo.

Solo in quel momento si rese conto che aveva tra le mani quell’aggeggio babbano che serviva per comunicare a distanza, il telequalcosa. Probabilmente aveva appena ricevuto una telefonata da quel babbeo babbanofilo di Norrington, il suo ragazzo.

«Stai bene?» le chiese di getto, ricevendo come risposta neanche uno sguardo, solo un dito medio.

Scorpius sospirò.

«Me lo sono meritato, domanda idiota. È Norrington? Dai, non starai mica piangendo perché ti ha detto che non verrà?» osservò lui, mentre prendeva posto inginocchiandosi davanti a Lily, cercando il suo sguardo.

Lei tirò su col naso, poi accennò un mezzo sorriso, cercando di trattenere altre lacrime.

«Mi ha mollato, ha un’altra. ‘Se vuoi possiamo rimanere amici’» fece lei, con tono lugubre, indicando l’aggeggio che aveva tra le mani.

Scorpius strabuzzò gli occhi.

«No…» cominciò – Lily gli rivolse uno sguardo a metà tra il furibondo e lo sconcertato - «…neanche il coraggio di dirtelo in faccia. Ti ha mollato via telecoso?» sbottò, in una sorta di sussurro strozzato.

Lily annuì.

«Sono proprio patetica come Serpeverde, vero?» gli chiese poi, sbuffando, mentre cercava di asciugarsi le lacrime con la carta igienica.

Scorpius sospirò, si assicurò che la porta fosse chiusa e poi – come aveva fatto un migliaio di altre volte - si fece avanti e si dispose al suo fianco, la testa di Lily sulla sua spalla.

Stettero qualche minuto in silenzio, i singhiozzi di lei e il ticchettio della mano di lui sulla vasca come unico sottofondo.

«Posso picchiarlo, se vuoi.» fece Scorpius all’improvviso.

La sentì sorridere contro la propria spalla. Non diceva sul serio - e lei lo sapeva – ma era pur sempre un tentativo per tirarla su di morale.

«Certo, con quelle mani da pianista. No, poi ti avrei sulla coscienza. Ma grazie per avermelo chiesto. Però se vuoi puoi cruciarlo.» aggiunse lei, facendolo sorridere, mentre si stringeva al suo braccio.

«Sembro un brutto panda, mhm?» gli domandò dopo qualche secondo, alludendo al trucco rovinato e agli occhi gonfi.

Lui rise, di nuovo.

«No. Sembri un brutto panda che piange.» disse, mentre Lily gli schiaffeggiava una gamba.

«Non sarò una di quelle ragazze lasciate che passa il tempo a disperarsi per lo stronzo di turno.» aggiunse lei decisa, mentre tirava su col naso e si puliva ogni traccia di lacrima rimasta, il viso ridotto a una specie di maschera.

Scorpius rimase in silenzio, non gli sembrava il caso di infierire con un’altra battuta.

«Secondo te non sono abbastanza bella?» sbottò poi all’improvviso, fissandolo.

Lui rimase un tantino spiazzato.

«Che razza di domanda è?» le chiese, mentre al piano di sotto qualcuno urlava ‘SONO IL RE DEL MONDO!’ – probabilmente James, che si dilettava nel riadattare scene famose di film babbani.

Lily alzò gli occhi al cielo.

«E’ semplicissima. Secondo te sono bella o no?»

L’acconciatura fattale da Rose aveva senz’altro visto tempi migliori e ora i capelli rossi le ricadevano quasi interamente sulle spalle. Gli occhi ancora arrossati, un po’ lucidi e non solo per via delle lacrime, i residui del trucco che le segnavano le guance.

Scorpius dovette faticare e non poco per non scoppiare a ridere.

«Una meraviglia, se solo potessi guardarti.» sbottò poi, mordendosi il labbro.

Lily cominciò a picchiarlo – buon segno – e poi balzò in piedi, barcollando un po’.

Scorpius le fu vicino in un lampo – giusto il tempo di alzarsi – le mani lungo le sue braccia, il respiro di Lily sul suo collo.

Si allontanò, un po’ stranito, quel poco che bastava per guardarla in viso.

«Quante ne hai bevute, di quelle schifezze?» domandò lui, con una certa insistenza nella voce. Lily lo ignorò, continuando a tenere il telecoso tra le mani.

Scorpius le prese una ciocca di capelli tra le dita, ponendola dietro l’orecchio.

Lei rimase immobile, silenziosa, senza smettere di fissarlo.

Non l’aveva mai fatto prima.

E quel battito accelerato non aveva nessuna ragione di esistere.

Assolutamente.

«Dai, ti accompagno in camera. È meglio se ci dormi su.» fece lui, mentre apriva la porta. Lei lo fissò con uno sguardo strano per qualche secondo. Scorpius pensò che fosse sul punto di scoppiare a piangere di nuovo, oppure di lanciargli addosso qualcosa.

Ma lei, contro ogni previsione, gli rivolse un sorriso.

Il primo, vero sorriso di quella sera.

Grazie, gli stava dicendo.

Lui le rispose con uno strano cenno del capo, prima di aprirle la porta.

Il tragitto dal bagno alla stanza di Lily fu così rapido – avevano entrambi il timore di trovare invitati lungo il corridoio e Lily non era molto stabile sulle gambe, quindi fu piuttosto Scorpius a trascinarla di peso – che avrebbero impiegato molto più tempo smaterializzandosi.

La stanza di Lily, semplice e poco illuminata, gli sembrò più grande dall’ultima volta in cui l’aveva vista, qualche mese prima. Ma forse era solo una sua impressione.

Lily, liberando i capelli dall’acconciatura lavorata e togliendosi le scarpe, si collocò davanti allo specchio, con espressione afflitta.

«Cazzo. E mi lamento anche, se qualcuno mi molla.» sbottò scoraggiata, fissando il suo riflesso. Scorpius fece qualche passo verso di lei.

«Non cominciare coi tuoi monologhi da sfigata. Dai, metti il pigiama e fila a letto, sei distrutta.» fece lui con tono risolutivo, allontanandosi di nuovo, mentre si dirigeva verso la porta.

Lily lo fissò per qualche istante: il peso di tutte le lacrime che aveva versato, la stanchezza, l’orrenda sensazione di non essere abbastanza e tutta la tristezza che aveva tentato di soffocare, tornarono a farle compagnia nel momento stesso in cui lo vide allontanarsi da lei.

«Scorpius, mi faresti un favore?»

Fu appena un sussurro, il suo.

Lui era immobile, una mano sulla maniglia e l’altra lungo il fianco, in attesa.

«Dormiresti con me?»

 

*

 

Capì che il momento tanto temuto era arrivato quando la sentì mugugnare una specie di ‘ancora cinque minuti, mà’.

Lily prese a stiracchiarsi, le gambe nude intrecciate tra quelle di Scorpius, la maglietta che le scopriva metà pancia e il braccio di lui incastrato sotto la sua schiena.

Se probabilmente da svegli e lucidi avessero cercato di replicare quell’incastro perfetto, non ci sarebbero riusciti.

Scorpius si godé gli ultimi secondi di pace e tranquillità.

Poi, come previsto, l’inferno.

L’urlo strozzato che uscì dalla bocca di Lily e finì dritto nel suo orecchio, gli sarebbe bastato come sveglia per una settimana intera, Scorpius ne era sicuro.

Riuscì a districarsi dalle sue gambe e dalle coperte solo quando lei balzò in piedi, mentre lo fissava con la bocca spalancata e gli occhi sconcertati.

«Che cazzo ci fai nel mio letto?» sbottò nel panico, mentre si guardava intorno – i bicchieri vuoti sul comodino, la camicia di Scorpius buttata a terra, insieme al suo vestito.

«Calmati, non è successo niente. Non eri in te ieri sera, mi hai praticamente implorato di dormire con te.» rispose lui, tentando – inutilmente – di mantenere un tono di voce basso.

Lily incrociò le braccia al petto, ogni traccia d’alcool sparita, lo sguardo inquisitorio.

Ok, stava iniziando a ricordare.

Ma fissarlo ancora un po’ con aria furiosa non avrebbe fatto male a nessuno.

«Senti un po’, cara principessa del mondo magico, non vado in giro a dormire con gente a caso, tantomeno a molestarla. Perciò piantala di fissarmi così! E ci tengo a ricordarti che me l’hai chiesto tu, di dormire qui con te.» puntualizzò lui, il petto nudo e i pantaloni sbottonati.

Il ritratto della credibilità.

Lily gli lanciò uno sguardo in tralice, poi prese a fissare il pavimento.

Serpe o no, era sempre Scorpius. Lo stesso che aveva passato una serata chiuso in un bagno a consolarla, piuttosto di divertirsi con qualche sconosciuta.

Non sorrise, ma gli rivolse una specie di sguardo riconoscente, misto a qualche scusa.

Era sicuro che lui avrebbe capito. Lui capiva sempre.

La questione sarebbe anche finita lì, se solo in quel momento Lily non si fosse voltata verso lo specchio e il riflesso del suo misero metro e sessanta - coperto a malapena da una t-shirt malandata - non le avesse fatto notare che non solo aveva passato la notte a dormire con uno Scorpius mezzo nudo e mezzo ubriaco, ma l’aveva fatto da mezza ubriaca e soprattutto mezza nuda.

«O MIO DIO. Sono praticamente nuda! Girati subito!» sbottò all’improvviso, le guance divenute dello stesso colore dei suoi capelli.

Scorpius alzò gli occhi al cielo, allargando le braccia in una sorta di gesto esasperato.

«Quale parte della frase ‘abbiamo dormito insieme’ non ti è chiara? Ho già visto tutto quello che c’era da vedere, Lily, non è il caso di farne un dramma!» se ne uscì poi sospirando, mentre raccoglieva la camicia da terra.

«Te lo faccio vedere io il dramma!»

Lily cercava in tutti i modi di allungarsi la maglietta per cercare almeno di coprirsi il sedere, ma come aveva previsto, il risultato non fu dei migliori.

Quando capì che non c’era nessuna possibilità che il miracolo accadesse, prese alla rinfusa dei vestiti dalla sedia più vicina e si catapultò nel bagno.

Scorpius, esasperato e distrutto dopo solo cinque minuti dalla sveglia, prese un bel respiro e cominciò a rivestirsi, pregando che né Al né James lo trovassero in camera di Lily in quelle condizioni.

Qualcuno lassù doveva avere proprio uno strano senso dell’umorismo.

Qualche minuto più tardi - jeans scuri, maglietta nera e viso struccato - Lily riapparve davanti a lui, l’ombra di un sorriso sulle labbra.

«Non pensare che me ne dimenticherò presto. Sei un maniaco.» sbottò poi, evitando di guardarlo in viso, mentre gli si parava davanti e gli chiudeva gli ultimi bottoni della camicia, senza permettergli di replicare.

Dal piano di sotto cominciarono a provenire dei rumori di ceramiche, probabilmente Al o James alle prese con le pulizie del giorno dopo.

«Sei tu che mi hai circuito. Approfittatrice.» la canzonò lui, mentre Lily tentava di dare una sistemata ai suoi capelli.

Ci mise qualche secondo per tirare fuori tutto ciò che non era riuscita a dirgli la sera prima.

Quando si voltò a fissarlo lui era lì, pronto, quasi come sapesse già tutto.

«Nel remoto caso in cui una ragazza dovesse spezzarti il cuore – sempre ammesso che tu ne abbia uno - la picchierò per vendicarti, se ti farà sentire meglio.»

Lui le rivolse uno sguardo strano - che riuscì a spiazzarla - poi sorrise.

Non era mai stato molto bravo ad esternare i propri sentimenti o a mostrarsi colpito quando a farlo erano gli altri. Eppure, nel giro di qualche ora, due delle persone più presenti nella sua vita gli avevano fatto capire che in fondo, la sua compagnia non era poi così male. E che, per qualche strana ragione, la sua presenza nella loro vita era importante tanto quanto la loro nella sua.

Scorpius rimase così – con un sorriso appena accennato sul volto - al centro della stanza, mentre sentiva Lily scendere le scale a tutta velocità.

Quando dopo qualche minuto la raggiunse – James ancora dormiente sul divano, una collana di fiori tra i capelli e la sua preziosa scopa tra le braccia – si lasciò trasportare dall’entusiasmo di Al, meno ubriaco di qualche ora prima, ma notevolmente più assonnato.

«…e poi è stato fantastico, James mi ha preso in braccio e sono rimasto al centro della stanza con addosso solo…» la voce di Al sembrava solo un eco lontano rispetto al ricordo del viso di Lily a pochi centimetri dal suo e allo sguardo che lei gli stava rivolgendo proprio in quel momento.

Non si ricordava l’ultima volta che l’aveva guardato in quel modo, forse perché non l’aveva mai fatto.

Gli rivolse un ultimo sorriso, poi si precipitò in salotto a svegliare James.

«Adoro i compleanni!» sbottò Al sbadigliando, mentre scartava gli ultimi regali rimasti e mangiava un pezzo di torta.

Scorpius, il profumo di Lily ancora sulla pelle e uno strano luccichio negli occhi, sorrise.

«Oh, fidati. Anch’io

 

 

 

 

***

Sì, sono di nuovo io.

Questa shot (scritta più di una settimana fa) non ha un vero e proprio senso, me ne rendo conto. Ci ho messo un po’ a pubblicarla perché non mi convinceva mai completamente, quindi modificavo tutto ogni cinque minuti XD adesso diciamo che mi piace abbastanza! Rappresenta un possibile momento in cui L&S si sono resi conto che la loro non era solo amicizia XD in vino veritas! Ah, Al in versione bimbominkia compleanni addicted era un’idea troppo bella, non ho resistito. E il film che James cita (sono il re del mondo) è ovviamente Titanic, penso si sia capito.

Ultima cosa, in questa shot ho ipotizzato che Al sia nato in estate.

Beh, io direi che è tutto! Fatemi sapere che ne pensate!

Alla prossima :D

vals

 

 

 

 

 

  
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