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Autore: AvrillinA    16/08/2011    4 recensioni
< Che fai? > mi domandò.
< Scendo da dove tu sei salito > risposi sorridendo con un pizzico di malizia. Rise.
< Shh... > lo intimai. Mi guardava con un'espressione strana. Forse dovevo sembragli pazza. Mi affrettai a spiegare il mio comportamento.
< Al piano di sotto c'è mia madre. Se solo immagina qualcosa... > non riuscii a finire la frase.
Genere: Fantasy, Sentimentale, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Coppie: Bella/Edward
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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 A PRIMO SGUARDO 

 
Era la prima ora di lezione.
Di solito me ne stavo lì, in totale inerzia, ad ascoltare la lezione del professor Grey.
Era stranamente ridicola la sua espressione mentre maneggiava fra le sue fragili mani il microscopio.
Cercava di mettere a fuoco qualcosa a noi sconosciuto. Tutta la classe era silenziosa. Udivo solo i loro respiri, i loro battiti cardiaci e il loro blaterare insensato sottovoce. A voce talmente bassa che neanche il professore riusciva a sentire.
Cercai di trattenere una risata; le rughe che gli increspavano la fronte erano buffe.
Di colpo alzò la testa.
< Ecco, si, ho fatto> disse quasi tronfio.
Direi che era ora!
Ci diede 5 vetrini a testa da dover esaminare e poi uscì fuori dall’aula.
Cominciai a svolgere il mio compito ma non riuscivo a capire il motivo della sua assenza.
Chissà, forse era andato in bagno. In fondo era umano.
Dopo aver svolto il mio compito per bene e dopo 40 minuti da quando se ne era andato cominciai a scarabocchiare qualcosa sul mio quaderno di biologia. Ciò che disegnavo non aveva senso, perciò cancellai con la gomma e, cercando di fare qualcosa di più interessante, mi voltai per domandare a Jessica:
< Jessica, per caso sai cosa stia facendo il professore fuori da così tanto tempo?>
< Mmmh... A dire il vero no> disse per poi subito dopo voltarsi e tornare a parlare con Angela.
Strano che Jessica non sapesse niente. Sua madre era la più pettegola di tutta Forks e anche lei non era da meno.
Finalmente la porta si aprì. Annusando istintivamente, mi accorsi di un odore strano che mi mise subito in guardia.
Era l’odore di uno come me. Era l’odore... di un vampiro.
I miei occhi si spalancarono immediatamente.
E’ se fosse stato un vampiro a caccia? D’altronde questo era il posto perfetto per cacciare. C’erano tantissimi umani deliziosi.
Sulla soglia della porta stava il professore che parlava con il vampiro a me sconosciuto.
Non ebbi l’occasione di vederlo in faccia, ma intravidi una mano bianca che gesticolava.
< Non ti preoccupare, di questo penserà tutto la scuola. Ora prendi posto> lo invitò il professore.
Se il mio cuore avesse potuto ancora battere forse i miei battiti sarebbero aumentati a dismisura.
Ma così purtroppo non poteva andare; così mi limitai a restare immobile cercando di mantenere la calma.
Con passo goffo e scoordinato il professore entrò per primo seguito da lui.
Tirai un grosso sospiro di sollievo nel vedere i suoi occhi dorati.
Ciò significava che, come me, si nutriva del sangue di soli animali.
< Si sieda Cullen> lo incitò di nuovo il professore.
L’unico posto libero era accanto al mio banco.
Così, rassegnata ma anche tremendamente curiosa, levai i miei libri che da sempre occupavano due banchi per far spazio a Cullen.
Era una coincidenza rarissima. Fin ora non avevo mai avuto a che fare con vampiri che non fossero della mia famiglia. Anche mio padre e mia madre erano vampiri.
Notai con la coda dell’occhio che anche lui era in un evidente stato di tensione.
Il professore si sistemò alla cattedra per poi verificare se ciò che avevamo svolto era corretto.
Mentre percorreva tutta le file dei banchi io stavo muta ed immobile.
Non sapevo come comportarmi. Finalmente arrivò il mio turno.
< Perfetto, signorina Swan> mi disse.
< Tu, Edward, cerca di tenere il passo con noi. Domani farò una ripetizione generale di ciò che abbiamo fatto fino ad ora> disse rivolgendosi al mio nuovo compagno di banco.
E così si chiamava Edward. Un nome abbastanza antico. Chissà quanti anni aveva.
Di colpo suonò la campanella facendomi saltare impercettibilmente. Era quasi impossibile che un vampiro sobbalzasse, ma ero persa in così tanti pensieri...
Una risatina tranquilla mi fece voltare la testa nella direzione del suono. Era Edward che rideva di me.
< Spaventata?> mi domandò.
< Si... a dir la verità si> dissi un po’ imbarazzata.
< Ah, comunque io sono Edward Cullen>
< Piacere, Bella> dissi stringendogli la mano fredda.
< Ora dobbiamo andare. Qual è la tua prossima lezione?> gli domandai in modo più amichevole possibile.
< Credo sia al primo piano. Matematica> rispose.
< Hai una piantina della scuola?>
< Certo> disse sfoderando un sorriso smagliante. < Non c’è alcun rischio che mi perda > aggiunse.
< Bene...> dissi sottovoce.
< Ci rivediamo> dissi mentre mi alzavo e mi mettevo lo zaino in spalla.
Sentivo il suo sguardo perforarmi la schiena ma non mi voltai.
Ero curiosa di sapere tutto su di lui. Domani ci saremmo rivisti e gli avrei rivolto di nuovo la parola.


Finite le ore di lezione mi avviai al pick-up. Usavo quel mezzo per non dare troppo nell’occhio. Ormai riconoscevo tutte le macchine di tutti gli studenti che frequentavano l’Istituto, perciò rimasi spiazzata un po’ quando vidi una volvo tirata a lucido. Era quella l’unica macchina che più spiccava in mezzo alle altre.
Di sicuro doveva essere del nuovo arrivato.
Non mi soffermai a guardarla a lungo anche perché volevo tornare a casa. I compiti che oggi ci avevano assegnato erano pochi e abbastanza elementari. Li avrei finiti in cinque minuti.
Aprii lo sportello della macchina e poggiai il mio zaino rosso sul sedile di lato. Partii per raggiungere casa. Forse Renee stava a casa. Mio padre, Charlie, lavorava in una stazione di polizia; invece mia madre Renee lavorava in un bar. Aveva orari ben precisi e da quanto sapevo doveva essere già uscita da lavoro. Parcheggiai nel vialetto di casa. Aprendo la porta sentii mia madre che canticchiava una canzone che non conoscevo.
< Siamo allegre oggi?> le domandai.
< Hey, ciao Bella. Non particolarmente> mi rispose con un mezzo sorriso.
< Vado di sopra> annunciai.
Mi fiondai nella mia stanza e indossai le cuffie.
In un secondo ero già sul letto a scuotere la testa a ritmo di musica.
Rimasi stesa per molto tempo, almeno fin quando il sole calò.
Quando mi scocciai di ascoltare la musica scesi giù.
C’era già mio padre. Strano. Avevo perso la cognizione del tempo.
Charlie tornava sempre alle 8. Diedi uno sguardo rapido all’orologio. Erano le 8 e 35.
< Ciao papà> lo salutai.
< Ciao Bella> mi rispose a sua volta.
< Mamma, papà devo parlarvi di una cosa importante> esordii.
Renee lasciò immediatamente ciò che stava facendo, così anche Charlie.
< Oggi, a scuola, è arrivato un nuovo compagno> dissi atona.
< Beh?> domandò mio padre.
Beh, fin qui non c’era niente di strano. Nessun motivo per allarmarsi. Ma non appena avrebbero saputo ciò che stavo per dirgli di sicuro si sarebbero preoccupati. Preoccupati di mantenere il nostro segreto che avevamo custodito per più di 20 anni.
< Ecco... il problema è questo. Lui... non è umano. E'... uno di noi> dissi facendo fatica ad ingoiare.
Le facce dei miei genitori erano indecifrabili.
< Vorresti dirci che è un vampiro?> domandò mia madre.
< Esatto...> risposi.
< Bella, l’unica soluzione sarebbe andarcene> disse prontamente mio padre.
Ecco, lo sapevo che sarebbe arrivato ad una conclusione drastica.
< Ma papà, non è pericoloso per gli essere umani. Ho visto il colore dei suoi occhi! Sono dorati proprio come i nostri... Sono convinta che si nutre di animali> affermai con convinzione spalancando gli occhi per la sua sparata.
No, non potevamo andarcene. Ci eravamo trasferiti qui a Forks da solo un anno. Io mi ero già ambientata. Mi piaceva questo piccolo pianeta alieno. Qui tutto era verde. E inoltre, motivo in più per non andarcene, a Forks pioveva praticamente ogni giorno. Il sole non usciva mai da quella coltre perpetua di nubi.
< Sentite, la cosa migliore sarebbe prima accertarci che non sia un pericolo per noi; ci penserò io. Però dovrete fidarvi di me, vi prego> supplicai.
< Va bene> acconsentirono.
< Però…> continuò mio padre < se vedo che le cose cominciano a sfuggirci di mano io non perdo nemmeno un secondo. Preparo le valigie e ce ne andiamo> disse impassibile.
Così dicendo prese il telecomando, pronto ad accendere la televisione, per poi distendersi sul divano.




Allora ragazze, spero vi piaccia la mia nuova ff.
L'ho scritta parecchio tempo fa ma ero indecisa se postarla o meno.
Voglio sapere assolutamente il vostro parere :)
Vostra... Mary
  
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