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Autore: Hakkun91    16/08/2011    1 recensioni
Un viaggio... un vecchio che, camminando per una lunga strada incontra il suo passato, ricordando e piangendo ciò che ha perso.
Ma solo alla fine...
Genere: Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Le fredde e languide membra si trasportavano in un, ormai arreso movimento ondulatorio… la notte, buia e pesante incorniciava quel momento e luogo rendendolo ancor più oscuro. Il vento soffiava teso tra le fronde dei grandi alberi che, ormai da secoli ornavano quella vecchia stradina di campagna, coprendola in primavera con un tappeto di mille colori. Ma ora era inverno, la stagione dei freddi abbracci, delle calde serate d’innanzi al tepore di un fuoco, o sotto delle calde coperte. La figura avvolta in quel nero capoto si ‘’trasportava’’ con scarsa voglia, alternava passi ritmici a continui zoppicamenti che rendevano la scena quasi buffa, seppur di buffo non v’era nulla.

-ahime!- proferì la figura, con un voce sorda e bassa –guarda un po’… prima avevo tutto: amore, ricchezza e fama… e ora? Non mi rimane che il mio povero corpo mortale- concluse mentre con un gesto di stizza calciò un sasso che rimbalzò per qualche metro fino a inabissarsi in una pozzanghera.
Continuava a camminare in quella strada che, per tutta la sua lunga vita, ne aveva segnato il percorso. Si fermò davanti a d un albero di castagno, alto e leggermente piegato dal vento che per secoli si era abbattuto su di lui…

La vecchia mano raggrinzita del vecchio sfiorò con dolcezza la corteccia, come ad accarezzare un vecchio compagno con cui si sono trascorse mille avventure. Girò attorno al tronco fino a trovare quel che cercava, una scritta. Ormai quasi del tutto sbiadita e anche se scolpita nella corteccia risultava quasi coperta dalla nuova ‘’pelle’’ del vegetale.. ‘’Marthen & Ed…’’ il resto del secondo nome e della scritta sottostante ormai era illeggibile.
-ah ma guarda tu, persino su questa incisione ormai non siamo più assieme… destino crudele- commentò il vecchio lasciando quel alberò, senza aver un po’ di rammarico per ciò che quasi era stato cancellato dal tempo.

Ancora passi lenti, arresi all’evidenza di quel che si va a trovare, di chi ci si troverà di fronte.
Un panchina: ormai corrosa dal tempo, arrugginita e scolorita, alcune delle parti di ferro erano cadute disperdendosi, mentre le parti di legno erano ormai marcite da tempo sparendo lasciando un vuoto… simile a quello che il vecchio provava ora… un vuoto che come nella panchina era il posto di quel qualcosa che sorreggeva la vita, dava sicurezza in un mondo freddo e cinico, capace di lasciarti a terra senza preaviso.
-oh i miei averi… similmente a questa vecchia panchina si sono corrosi e spariti e ora rimango vuoto e senza appoggio- commentò incamminandosi verso una zona che pareva essere una tomba monumentale… li nel bel mezzo di una stradina?

Eccola la tomba… Grande quanto basta per farci stare una famiglia. Era una splendida costruzione di marmo bianco e nero, scolpito con un disegno molto sobrio ma dal buon gusto. L’ingresso era chiuso da un piccolo cancello di ferro battuto nero, con piccole decorazioni d’orate che riprendevano i disegni di una natura selvaggia e incontaminata.
-sembra- disse il vecchi avvicinandosi alla costruzione –una tomba di qualcuno di importante- concluse posando una mano sul cancelletto e sbirciando l’interno nel intento di leggere di chi fosse. Una scritta affiorava da una candida lastra di marmo: ‘’ jeck methiu VI’’ questo era quel che vera scritto, insieme ad un numero che risultò troppo piccolo perche le vecchie iridi del uomo lo leggessero.
-chissà… chissà se anche io avrò un monumento cosi? Ma forse tutti si son dimenticati di me- concluse incamminandosi verso la metà ormai attesa e sognata.
La strada condusse l’uomo per altri centinaia di metri, attraverso campagne e persino traversando un vecchio, logoro ma sicuro ponte… forse lo avrebbe portato al sicuro, tra le braccia di un caro amico.

-ed eccoti qui…- esordì una voce, atona nel tono ma comunque sia fredda e spietata –hai fatto un viaggio nel tuo passato, rivissuto momenti? O hai semplicemente pianto per ciò che hai perso?- chiese fissando il vecchio.
L’anziano uomo fissò la figura: era alta e avvolta in un nero mantello, il viso celato da un grande cappuccio che non dava possibilità di vedere il volto, non che qualcuno se ne sarebbe lamentato. Nella mano destra era stratta quella che avrebbe portato pace al vecchio, mentre la mano sinistra lo indicava inesorabile .
-oh mia cara amica…- disse il vecchio senza la minima paura o sorpresa per quel incontro. – pianto? No.. perche avrei mai dovuto? Ho avuto molto e perso ancor di più, ho amato e odiato e a mia volta  sono stato amato e odiato… ma tutto ormai è solo un ricordo opaco di una lunga e sofferta vita, scandita da fuggevoli attimi di felicità.- replicò alla domanda della figura.
-quindi…- rispose la nera signora – non hai rimpianti? Sei pronto?- chiese quasi sorpresa, se costei lo potesse essere. Il vecchio la fissò sorridente, ma con una nota di tristezza sul vecchio volto.                                   
–rimpianti tanti.. tanti che anche avendo una seconda vita non potrei mettervi rimedio- rispose alla prima domanda, tralasciando la seconda per rispondervi con tutta calma.
-pronto? Si lo sono, sono pronto per questa cosa di cui molti hanno paura- rispose chiudendo gli occhi… poi non sentì altro che la risposta fugace del suo interlocutore
-bene...- tutto si oscuro per un secondo, poi… non si può definire il tempo che trascorse da quelle ultime parole, ma alla fine una accecante luce inondò quella oscurità, rendendola calda e sicura.
Salve a tutti voi che, intrepidi leggerete questa storia xD *mette fuoco al suo pc* -w- cosi non dovrete sorbirvi altre cose del genere XD comunque spero possa essere gradita ;) òwò si accettano consigli *0* .
  
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