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Autore: ivi87    16/08/2011    17 recensioni
Seguito di "Quando viene Dicembre.."
Abbiamo visto il Natale dal punto di vista di Rick.
Ora vedremo il Capodanno attraverso gli occhi di Kate.
Genere: Comico, Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Kate, Beckett, Rick, Castle
Note: Raccolta, What if? | Avvertimenti: Spoiler! | Contesto: Quarta stagione
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Natale casa Castle/Capodanno casa Beckett'
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New Year, New Me

 

 

#1

 

Oggi è il 31 Dicembre.

Sono nervosa ed eccitata allo stesso tempo.

Sto per passare la notte di capodanno con Richard Castle. Da soli.

Questa serata o sarà un disastro o sarà una favola.

Preferirei la favola per questa sera. Sono stanca dei disastri. La maggior parte della mia esistenza ne è costellata.

La vita non mi ha dato molte gioie ed io e il mio caratteraccio non abbiamo di certo contribuito a migliorare la situazione.

Sono orgogliosa e alzo dei muri attorno me. Lo so da me, non c’era bisogno che lo psicologo del dipartimento facesse la scoperta del secolo.

Ma sono quasi morta, e in questi casi lo strizzacervelli è la prassi.

In realtà mi ha fatto bene parlare con un estraneo, qualcuno che non conosca me e Castle.

Qualcuno che non sorrida maliziosamente ogni volta che entriamo in una stanza.

È una cosa che mi ha sempre dato un tremendo fastidio.

Tutti al distretto, nessuno escluso, sanno che io e Castle proviamo qualcosa l’uno per l’altra.

Persino gli addetti alle pulizie lo sanno.

Tutti! Sin dal primo giorno!

Ma perché? Perché chiunque riusciva a vedere quello che io invece non vedevo?

Battutine e allusioni mi infastidivano da morire.

Non volevo essere una delle tue conquiste, non volevo cadere e farmi male.

Sapevo che, a modo tuo, mi avevi già affascinata e ti dovevo tenere a distanza.

Ma tu hai sfondato tutte le mie barriere e sei entrato a forza nel mio cuore.

Non credevo che l’avrei mai ammesso ma ad un certo punto ho sentito il bisogno di dirti quello che provavo. O almeno di provarci. Volevo accettare il tuo invito negli Hamptons, ma ancora una volta la vita, o il destino, o quello che è, ha deciso per me.

La tua ex moglie è spuntata dal nulla portandoti via.

Lo so che non è colpa tua. E nemmeno colpa mia. È successo e basta.

Ma il mio cuore si è spezzato. Capita.

Il dolore però è stato tale che ho deciso che da quel momento in poi saremmo stati solo amici.

Decisione presa con la testa ovviamente, non certo con il cuore, ha osservato il mio psicologo.

Però..sempre più perspicace il dottore!

“Kate, non stia sempre sulla difensiva..” mi disse.

Ma è così! Dovevo difendere il mio cuore, che male c’era?

Il dottore mi chiese poi di raccontargli alcuni episodi della mia vita. Belli e brutti, recenti e passati.

Ho cominciato a parlare, e mentre le parole scorrevano fluenti dalla mia bocca, vidi l’espressione sul volto del dottore e la mia voce rimbombò nelle mie orecchie.

Ogni episodio che avevo citato riguardava Castle. E se non lo riguardava, trovavo il modo di inserirlo nella conversazione.

Per un attimo pensai che la mia diagnosi fosse ossessione maniacale, e glielo dissi.

“No Kate, lei è solo innamorata” ha risposto invece.

Innamorata.

Questa parola mi risuonò in testa per giorni e giorni.

Mi teneva compagnia gironzolando tra un pensiero e l’altro.

Io, Kate Beckett sono innamorata.

Non vedo pazza per le rivelazioni shock, ma questa..Dio, questa mi ha lasciata senza fiato.

Lo psicologo me l’ha detto in faccia come se fosse la cosa più normale del mondo.

In pratica tutti quelli che conosco, addetti alle pulizie sempre compresi, lo sapevano. L’unica ritardata sono io a quanto pare.

Avevo l’amore davanti agli occhi ed ho quasi rischiato di perderlo più volte prima di rendermene conto.

Fatto sta che dovevo cominciare a prenderne atto e agire di conseguenza.

Perciò, per prima cosa, lasciai Josh.

Lui non aveva colpe. Era un uomo meraviglioso, ma non era Rick.

Al distretto non ho detto molto, solo che era finita e che non volevo subire un interrogatorio.

Speravo di parlarti nel giro di qualche giorno ma non ci sono riuscita. Dovevo pensare un po’ a me stessa prima.

Volevo che conoscessi la vera Kate, quella spensierata e sognatrice che non vedevo più da tanto.

Così mi sono presa del tempo per fare delle passeggiate, nuotare, prendere il sole, guardare le stelle e qualunque altra cosa mi venisse in mente.

Ho guardato vecchie foto e diapositive di quando ero piccola e passato parecchi fine settimana da mio padre.

Volevo che mi parlasse della piccola Kathy, quella che per orgoglio dormiva al buio anche se ne era terrorizzata; e della Kathy adolescente, che usciva con motociclisti e chitarristi per indispettire i genitori.

E volevo che mi parlasse della mamma.

Quando venne dicembre il terapista mi disse che avevo fatto passi da gigante e che ero pronta per affrontare con coraggio i miei sentimenti.

Le festività si avvicinavano e mio padre mi voleva da lui per Natale.

E tu mi volevi a casa tua a festeggiare con tutti i nostri amici.

Sarebbe stato certamente bello ma non saremmo riusciti ad essere Rick e Kate. In mezzo agli altri saremmo stati i soliti Castle e Beckett.

Mi serviva ancora qualche giorno per preparare il nostro momento.

Quindi declinai tutti i tuoi inviti. A malincuore ma anche un po’ divertita: adoro la tua espressione da cucciolotto abbandonato.

E così mentre guidavo fuori città, verso casa di mio padre, pensai che capodanno sarebbe stata  l’occasione giusta per restare da soli e farmi avanti.  

 

 

Guardo la tavola apparecchiata davanti a me.

Dopo aver cucinato ed essermi messa il mio bel vestito nuovo sono qui ad aspettare che arrivi.

Sono solo le 19.30, ho ancora una mezzoretta per controllare che sia tutto perfetto.

Sistemo una candela quando qualcuno bussa alla porta.

Guardo dallo spioncino e ti vedo mentre ti chini e lasci qualcosa appoggiato al muro ma non ci bado molto. In realtà sono stupita e compiaciuta allo stesso tempo: Richard Castle in anticipo? Dev’essere proprio l’inizio di una favola.

Apro la porta e resto di sasso.

Sei bellissimo nel tuo completo nero e camicia rossa. Cappotto lungo nero appeso al braccio.

Anche tu mi scruti e sorridi “Detective, il nero ti dona da impazzire, ma non lo sai che si indossa anche qualcosa di rosso a capodanno?” mi dici squadrandomi da capo a piedi.

Mi scanso e ti lascio entrare “Ah si?” rispondo con aria ingenua prendendo la bottiglia di champagne dalle sue mani “Grazie, non dovevi disturbarti” 

“Ho portato anche questi” e mi porge una scatola di cioccolatini.

Cioccolato fondente con peperoncino.

Ti guardo e il tuo sorriso è tutto un programma.

Mi mordo il labbro incatenando i nostri occhi  e cammino lascivamente verso di te.

“It’s really sweet...” mi blocco a due centimetri dal tuo volto “ma non mi piace la cioccolata” mi volto lasciandolo lì impalato e mi dirigo in cucina.

“Strega!” ti sento mugugnare.

Sorrido soddisfatta, controllo il forno e ti raggiungo in salotto.

La serata è lunga Richard Castle, non si può avere tutto subito e poi lo ammetto: adoro provocarti!

 

 

Siamo a tavola e tra una portata e un bicchiere di vino continui a farmi complimenti sulla mie doti di cuoca.

Non sono un asso, ma ho sgobbato come una matta l’intera settimana per far sì che fosse tutto perfetto.

Finalmente tra un argomento e l’altro arriviamo al punto cruciale.

Mi hai chiesto cos’è successo a Natale, durante la nostra telefonata.

“Non che non sia felice di essere qui, perchè credimi, lo sono. Ma è l’ultima cosa che mi aspettavo che mi chiedessi.” Mi dici abbozzando un sorriso “di solito evitiamo di restare da soli per impedire che si creino situazioni..imbarazzanti..”

Già, di solito è così. E non mi sta più bene.

So che sai dello psicologo e sai anche che la cosa non mi entusiasmava granché all’inizio, ma delle sedute successive e dei miei progressi non sai nulla.

Comincio a spiegarti che ho lavorato parecchio su me stessa e che mi sono presa del tempo per fare qualunque cosa mi venisse in mente, solo perché mi andava di farla. Senza analizzare pro e contro e senza usare la logica.

“Wow, Kate Beckett libera da ogni freno? Dimmi subito cosa hai fatto!!” mi domandi curioso e divertito.

“vediamo.. avevo voglia di camminare sotto la pioggia, così ho lasciato a casa l’ombrello e sono uscita, incurante del raffreddore che mi sarei presa..”

“uuhh impavida.. e poi?” lo so, per il resto del mondo è una cosa da niente, ma io non l’avevo mai fatto.

Mi sfugge una risata “ho preso una tela, della vernice e ho dipinto un quadro” esordisco poi.

Sei stupito e cominci a controllare le pareti, strappandomi un altro sorriso “L’ho gettato subito Castle, era orrendo! Te l’ho detto, l’ho fatto solo perché mi andava..”

“Sono impressionato, davvero. E ammirato. E orgoglioso di te Kate”.

Arrossisco e abbasso lo sguardo imbarazzata. Probabilmente questa è l’unica cosa che non cambierà mai.

Proseguo raccontandoti del tempo trascorso con mio padre e dei suoi racconti fino alla fine della cena.

“Non vedo l’ora conoscere questo nuovo lato di te” sussurri dolcemente aiutandomi a sparecchiare il tavolo. Non c’è nulla di malizioso nel tuo tono di voce o nei tuoi occhi nonostante io stessa più volte ti abbia lasciato intendere quello che accadrà stasera.

Sei la dolcezza fatta persona Richard Castle e ho una voglia matta di baciarti.

Quindi ti bacio e basta. Perché mi va di farlo.

Con il braccio sinistro mi abbracci istintivamente mentre il piatto che stringi nella mano destra ti resta a mezz’aria e non me ne importa nulla se ti dovesse cadere.

È un bacio possessivo il mio che ti lascia senza fiato. Quando ti riprendi fai un respiro profondo, ti liberi del piatto e mi prendi il volto baciandomi a tua volta.

Per la foga barcolliamo fino ad urtare il piccolo mobiletto che sta accanto alla finestra e il mio alberello di Natale cade inesorabilmente a terra, interrompendo il nostro bacio.

Ti chini a raccoglierlo, scusandoti un po’ imbarazzato e, mentre lo sistemi, io afferro piatti e bicchieri e li porto in cucina.

Il bordo del lavello mi fa da sostegno perché mi gira la testa. Ed era solo un bacio.

Apro l’acqua, infilo i guanti e cerco di calmarmi. Sono solo le 22, la serata è ancora lunga. Non posso farmi venire un infarto proprio ora.

Ti avvicini portando le posate e la teglia ormai vuota, poi ti siedi sullo sgabello del bancone e sento che mi osservi. Ti lascio fare per un po’ ma poi non resisto e mi volto.

“Mi stai fissando?”

“Si” ammetti tranquillamente.

“Mentre lavo i piatti..” dico confusa risciacquandone uno.

“Si” ripeti convinto.

“Perché?” chiedo, non capendo cosa ci fosse di tanto interessante.

“Perché tu sei la mia musa, ti devo osservare sempre!”

Scuoto la testa divertita “Cosa c’è di così ispirante nel lavare i piatti, Castle?”

“mmm di solito nulla, ma se lo fai tu, anche la cosa più banale diventa fonte di ispirazione” rispondi serio guardandoti attorno.

Spiazzata da una semplice frase.

Il mio cuore sembra impazzito, minaccia di scoppiarmi dal petto.

Mi sfilo i guanti e li lascio nel lavandino. Non mi importa di riordinare.

“Dove tieni carta e penna? Devo assolutamente scrivere di un tipico momento casalingo di Nikki! Non avrei mai pensato che fosse una che lava i piatti ma ora lo devo assolutamente mettere nero su bianco!” dici tutto eccitato cercando dei fogli sulla scrivania.

Sei adorabile quando parli di Nikki e se non sapessi che in realtà sono io, sarei gelosa marcia.

Nikki non perderebbe un'altra occasione e io ho intenzione di fare lo stesso! Non voglio più sprecare altro tempo. Quello che dovevamo dirci ce lo siamo detto, per tutte le altre confessioni o confidenze, avremo il nuovo anno a disposizione. Ma ora non ce la faccio più.

“Li tieni qui dentro?” mi indichi un cassetto della scrivania.

Non credo che avrai tempo per scrivere Castle...

Mi avvicino sorridente, appoggio una mano sul tuo braccio e con decisione ti costringo a voltarti “Sai, Rick, mi sento molto ispirata anche io..”

Il tuo volto stupito è da mangiare. I tuoi occhi si spostano dal lavandino a me più volte.

Non ti aspettavi questo da me. Eppure dovresti averlo capito che da stasera hai una nuova Kate tutta da scoprire.

Stringo forte i lembi del colletto della tua camicia e comincio ad indietreggiare fino alla camera da letto. Ti lasci trascinare docilmente ancora incredulo ma una volta in camera chiudi prontamente la porta alle tue spalle.

 

 

 

Angolo dell’autrice:

 

A gran richiesta ecco il seguito (di soli 2 capitoli) di “Quando viene dicembre...”

Se a Natale il punto di vista era quello di Rick, ora a capodanno vediamo tutto attraverso gli occhi di Kate.

Spero che la storia sia credibile e all’altezza delle vostre aspettative.

Ovviamente di psicologia non so nulla perciò non fateci troppo caso se ho scritto cavolate!

Questo primo capitolo è molto introspettivo, sullo stile del POV di Rick.

Nel prossimo e ultimo, si passa all’azione! :D

PS. Grazie mille a Cate per il titolo!! (tartarughina ci sai fare con titoli e battute ad effetto!!)

 

Un bacione a tutte,

buona lettura!!

 

Ivi87

   
 
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