Storie originali > Fantasy
Ricorda la storia  |      
Autore: poisonivy    16/08/2011    1 recensioni
Dal testo
Alysea, questo è il mio nome.
Il nome di venti tropicali. Caldi. Costanti. Di una precisione talmente matematica nel loro soffio, da essere considerati i migliori amici dei naviganti, che in passato, su di essi basavano le loro rotte
Genere: Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Eccomi qui, come ogni sera a guardare il mare, per vedere il sole che, lentamente, si immerge, incendiando quell’immensa distesa di blu zaffiro, un bagliore di fuoco che dura un attimo, brucia tutto, si imprime come una foto sulla retina.
Continui a vederlo anche dopo, quando tutto è finito, e il bagliore rosso e bruciante, si è stemperato in colori più soffici, che, dolci, accompagnano gli occhi verso l’oscurità che seguirà.

Alysea, questo è il mio nome.

Il nome di venti tropicali. Caldi. Costanti. Di una precisione talmente matematica nel loro soffio, da essere considerati i migliori amici dei naviganti, che in passato, su di essi basavano le loro rotte.
Tra l’altro, cosa sarà venuto in mente ai miei, di darmi questo nome .... irrequieta, pallida, coi capelli neri e gli occhi ametista, nata in inverno, più precisamene, al solstizio d’inverno, non c’entro poi molto con un caldo ed esatto vento tropicale.

E’ anche per questo che, ogni sera, vengo qui, su questa scogliera, ad osservare il tramonto e ad aspettare il sorgere della luna, che riporterà i colori sul mondo; ma colori diversi, pallidi e soffici.
Come se, con la luna, tutto cambiasse abito, indossando stoffe eleganti, impalpabili, bianco, perla, argento, blu cupo o nero onice.
Sento che c’è un motivo per ciò che sono, nome compreso, ed è come se, guardando questo eterno spettacolo, mi avvicinassi al mio perché.
Quindi ogni sera resto qui, ad aspettare il sorgere della luna, sotto la cui luce amica tornerò a casa; ogni giorno passa sempre più tempo, è quasi il solstizio d’estate. E’ strano come mi senta bene alla sua luce.
Adoro il sole, anche per questo lo guardo tutte le sere tuffarsi in mare, è come se quel bagliore rubino, per un attimo, accendesse e bruciasse anche me, una sensazione strana. Poi sorge la luna, ritorno serena.

Ecco, è sorta, è ora di tornare a casa.
 
***
 
Estate, è quasi il solstizio – il mio compleanno, per quanto importa, compio 22 anni – adoro l’estate, dopotutto, come non potrei, l’estate è il mio regno.
No, non è per dire, lo è davvero.
I miei genitori non hanno deciso il mio nome ‘per via degli occhi blu come zaffiri’, come tutti affermano sempre sentendo il mio nome, ma per ciò che sono: Zefiro, il vento dell’estate.
Il vento di ponente che caldo soffia dal mare.
Nato da una naiade azzurra e un elfo alato del sole, dal mare e dal vento, non potevo essere altrimenti.
Viaggio veloce per il mondo, spostandomi con l’estate, o meglio, portando con me l’estate e il sole. E’ il mio compito.
Perché sono qui ora, non lo so nemmeno io. E’ come se qualcosa mi avesse chiamato in quest’ isola del mare greco.
Talmente piccola che dalle scogliere si possono vedere sia l’alba che il tramonto.
Praticamente un grosso scoglio in mezzo al mare.
In questa stagione però, è pieno di vita, meta di tanti turisti, soprattutto giovani, che vogliono divertirsi.
E io sembro solo uno di loro. Sto in spiaggia, faccio windsurf, nuoto, insomma, mi comporto come un normale turista. E aspetto.
Ma sento che non ci vorrà ancora molto. Qualsiasi cosa mi abbia trascinato qui, succederà presto.
 
***
 
Solstizio d’estate. Stasera dovrò aspettare un po’ per vedere sorgere la mia amica luna.
Come sempre sto aspettando il tramonto. Sono più agitata del solito. Non so perché.
Ecco, il sole è quasi arrivato, sta’ per tuffarsi in mare. Rosso, come ogni sera brucia tutto, accende il mare e il cielo del suo fuoco carminio. Avvolge della stessa luce infuocata anche me.
Ma stasera è diverso, la sensazione di fuoco che sempre mi dà, è più intensa, la mia mente e il mio corpo bruciano. Faccio in tempo a vedere il sole sparire oltre l’orizzonte e poi, tutto è buio.
 
***
 
Stasera dovrei festeggiare. Il solstizio d’estate, il mio compleanno.
Non so perché, invece, ho sentito che dovevo salire sulla scogliera, assistere al tramonto.
Ma non sono l’unico a quanto sembra. Una ragazza sta ammirando lo stesso spettacolo.
Ecco, il sole è quasi arrivato, sta’ per tuffarsi in mare. Tutto si accende di un bagliore rubino.
Ma non riesco a prestare attenzione al grandioso spettacolo di luce che mi è davanti. Vengo distratto da un movimento.
La ragazza di prima sembra immersa nella luce del tramonto, il problema è che sembra che stia bruciando veramente e, quando tutto si spegne, la luce intorno a lei rimane.
Una perfetta bolla rosso rubino. Mi avvicino per osservare meglio e, non so come, ritorno alla mia forma originale.
Ali bianche sulla schiena, orecchie a punta, pelle bronzea, occhi blu e capelli biondi.
Il problema, è che non l’ho deciso io, e questo non è normale. Io ho sempre il controllo.
Deve essere stata la vicinanza alla bolla di luce. Penso di aver scoperto perché sono stato chiamato qui.
Dentro la bolla, la ragazza sembra svenuta. Non mi resta che aspettare.
 
***
 
Buio. Caldo. Nulla e poi…. Rosso. Scotta. Bianco. Riposo, calma.

Non so dove sono, ho appena aperto gli occhi, o forse, sono sempre stati aperti, ma era troppo buio per vedere. Ora c’è una luce soffusa, perlacea. Mi sento bene. Tranquilla. Sono sola, nel nulla, ma non sono spaventata.
Qualcuno sta venendo verso di me, due persone. Un uomo e una donna, o meglio, sembrano un uomo e una donna, ma sono strani.
Lei è pallida, ha lunghi capelli. Blu, come il mare dove è più profondo. Ma a colpirmi, sono gli occhi: ametista. Come il mare subito dopo il tramonto, quando ancora c’è luce. Come i miei.
Anche lui è pallido, ha le orecchie a punta e occhi color argento, capelli neri, come i miei, e come le grandi ali sulla sua schiena.
Ora sono davanti a me, mi guardano e sorridono. Ciao, bimba mia. E’ lei che ha parlato. La sua voce è come la marea, musicale, ipnotica. Solo dopo registro cosa ha detto. Sono la sua bambina?
Si, sei la nostra bambina. Stavolta è lui, anche la sua voce è musicale, ma diversa, come un soffio di vento.
Penso sia arrivato il momento di chiedere spiegazioni.
Invece di rispondermi, lei mi sorride e poi, lui agita le ali. Mi piego su me stessa per non essere trascinata via. E’ come se un vento di mareggiata si fosse abbattuto su di me.
Apro gli occhi, e vedo nero. Mi alzo, e il nero si apre, come una sipario, come le ali dell’uomo che mi è di fronte, e che ora mi sorride. Come le tue ali.
E’ come se rispondessero ai miei pensieri. Anche stavolta, realizzo in ritardo il significato delle parole, persa nella loro musica. Mi volto. Ali nere. Come i miei capelli. Come le sue.

Ti chiami Alysea perché sei vento e mare. Perché vento e mare siamo noi, tua madre e tuo padre. Naiade blu e Elfo del vento notturno. Pallida come la luna, mutevole come lei e le maree che controlli. Veloce, leggera, precisa come i venti di cui ti abbiamo dato il nome. Per quasi 20 anni sei cresciuta tra gli uomini: per imparare da loro e farti diventare forte abbiamo addormentato la tua essenza. Ora è il momento di riprendere il tuo posto e i compiti che ti spettano. Ora vai, devi svegliarti. C’è già chi ti sta aspettando. Scoprirai da sola chi. Anche questo fa parte di ciò che siamo.
Ci sono molte altre cose che vorrei sapere, ma su queste loro parole mi sento diventare pesante e sprofondare nuovamente nel buio. Un ultimo pensiero affiora: avevo ragione, al tramonto, ho trovato il mio perché.
 
***
 
Sono passate alcune ore. Ho provato a racchiudere nuovamente la mia forma originale. Non ho potuto. Qualunque cosa sia, questa bolla è potente.

Lei è sempre svenuta. Chissà chi è. E’ pallida e minuta. Sembra normale. Ma non può essere, non ci sarebbe questa bolla rubino, altrimenti.

Mentre aspetto, rifletto. Non ho mai molto tempo, o abbastanza pace intorno a me, per farlo veramente. Ora, il buio e il silenzio mi donano la calma per permettermi di pensare. A me e alla mia vita, soprattutto.

Sempre in movimento, in mezzo alla gente. Immerso nell’estate che porto – il mio compito ormai da 10 anni - e nel sole che mi accompagna dove vado. Sono felice della mia vita. Mi piace. Ma…..
Ma ultimamente, c’è qualcosa che non va. Sento che qualcosa mi manca, come se ciò che mi era sufficiente fino ad ora, non bastasse più. Come se fossi incompleto, e metà di me stesso fosse lontana.

Non mi ero mai fermato ad analizzare queste mie sensazioni, come ho detto, non ne ho mai il tempo.
Ma ora, nel silenzio, mi torna in mente mio padre, le storie che mi raccontava. Lui era più tranquillo di me, non capivo, dopotutto, anche lui era vento…..

Quando chiedevo spiegazioni, mi rispondeva sempre che anch’io sarei stato come lui, quando avessi trovato la mia metà.
Continuavo a non capire.
Era a questo punto che mi raccontava delle nostre tradizioni e leggende, di come ogni vento, dovesse essere legato ad un altro elemento, perché, nella notte dei tempi, colui che tutto decide aveva visto che eravamo troppo mobili, troppo volatili e irrequieti, senza un equilibrio che ci desse stabilità e pace, permettendoci di vivere felici. Chi è sempre inquieto e in movimento, difficilmente lo è.
Così, ha stabilito che, ad ogni essere che ha in se il vento, sarebbe stata destinata una metà che lo bilanciasse. Un compagno per la vita, che avesse caratteristiche opposte alle sue.
Lui, che era puro vento del deserto, aveva trovato in mia madre, fresco e tranquillo mare delle coste, la sua metà. E aveva scoperto che tutte le leggende erano vere.
Per me, sarebbe stato lo stesso, avrei trovato la mia metà, il mio opposto, che mi avrebbe completato e bilanciato.
Un cambiamento improvviso, mi riporta alla realtà.
La luce nella bolla si è intensificata.
Cerco di avvicinarmi, e in quel momento, la luce si spegne e al posto della sfera abbagliante che era, c’è ora un guscio nero, che, in un attimo, sparisce.
 
***
 
E’ quasi la mezzanotte del solstizio d’estate. La luna sta per sorgere quando il guscio nero scompare sotto lo sguardo stupito di Zefiro.
Nemmeno il tempo di chiedersi dove sia finito, e se la ragazza al suo interno sia salva che subito viene distratto dalla luna, che, piena, sta sorgendo ad est. Ma non è sola.

Assieme a lei, avvolta dalla sua luce bianco argentea, una ragazza. La ragazza di prima, che lui ha vegliato in quelle ore, ma è diversa.
Ora ha grandi ali nere, e la sua figura pallida, risplende della stessa luce soffice della luna.


E’ in quel momento che Alysea apre gli occhi, e capisce che è tornata.
Vede la luna, che è sorta con lei, come d’ora in poi sarà sempre.
Sente il vento, che la accarezza, e il mare, di cui ora percepisce distintamente dentro di se il movimento.
Lentamente, si posa sulla scogliera dove ha sempre aspettato. E ora lo sa, aspettava questa sera.
Ma, arrivata a terra, si accorge che la scogliera non è deserta come sempre.
Un ragazzo, ha grandi ali bianche e la pelle dorata.

I loro occhi si incontrano. Ametista e Zaffiro. E capiscono.
La metà della leggenda di suo padre, che lui pensava di non avere.
La sensazione di non aver capito tutto, che le era rimasta anche dopo le spiegazioni dei suoi genitori, ora scomparsa.
Simili: entrambi vento, entrambi mare. Opposti: giorno lui, notte lei.

Si avvicinano, attratti l’uno dall’altra come i poli opposti di una calamita.

Una carezza, pelle bronzea sul viso latteo.

Occhi che si chiudono, e un bacio dolce, atteso.

Due anime che si cercavano senza saperlo. Due anime che si sono trovate, nella magia della notte di mezza estate.
  
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Fantasy / Vai alla pagina dell'autore: poisonivy