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Autore: ClaudyT91    17/08/2011    3 recensioni
"A volte mi sentivo come se non venissi da questo mondo, da questo pianeta. Forse venivo da Krypton o magari da Marte. La mia vita non mi era mai piaciuta. Ero la Regina di un Paese che non sopportavo."
Una piccola storia che scrissi per un contest.
Genere: Song-fic | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Piccola storia che scrissi per un contest in cui si doveva scrivere una fanfiction basandosi sulla canzone Kings and Queens dei 30 Seconds to Mars.

Into your eyes
Hopeless and Taken
We stole our new lives
Through blood and name
In defense of our dreams


A volte mi sentivo come se non venissi da questo mondo, da questo pianeta. Forse venivo da Krypton o magari da Marte. La mia vita non mi era mai piaciuta. Ero la Regina di un Paese che non sopportavo. Dopo la morte dei miei genitori riuscivo a sentirmi a mio agio solo con il Re, il mio caro fratello, la mia famiglia. Tutto quello che ho sempre voluto a questo mondo mi è sempre sembrato impossibile. I soldi, la fama, l’ammirazione non erano quello che cercavo. Odiavo essere chiamata “mia Regina”, odiavo tutte quelle attenzioni da parte di chiunque in Paese. La mia vita era fatta di incontri importanti, balli e feste reali. Nessuno mi aveva mai notata per quella che ero effettivamente. Per tutti sono sempre stata solo e soltanto la Regina. Non avevo uno straccio di amico. Perché quando sei la Regina, le persone hanno quasi paura di rivolgerti la parola, come fossi una specie di Divinità. Ma io non sono una Dea, sono una semplice ragazza che vorrebbe una vita normale. Per fortuna con me c’era il Re. Era l’unico che riusciva a farmi ridere. Trascorrevamo tutto il tempo insieme a Palazzo, perché solo tra di noi riuscivamo a capirci fino infondo.
Fu proprio quella mattina, la più fredda che io avessi vissuto, che il Re spalancò le porte della mia stanza e mi disse sottovoce che aveva preparato, in gran segreto, un viaggio per noi due. Nessuno sapeva niente, avremo lasciato una lettera al maggiordomo e saremo tornati a Palazzo entro tre giorni. I tre giorni più belli della mia vita. E’ vero che essere una Regina ha i suoi vantaggi, ma per me vivere a Palazzo era come vivere tra Paradiso e Inferno ogni giorno. La mia vita era invidiata da tutte le ragazze del Paese, ma io l’avrei ceduta volentieri.
Il viaggio con il Re fu qualcosa di magnifico e ci divertimmo un mondo. Quella città era completamente diversa dal Paese, anche l’atmosfera che si avvertiva era differente. Per non parlare del fatto che nessuno si fermava a guardarmi e scrutarmi dal basso verso l’alto, ero una semplice persona che camminava per la strada di una grande città. Io e il Re visitammo dei giardini meravigliosi, entrammo in qualche negozio dove misurai qualsiasi cosa mi piacesse e mangiammo in un fast food dove conoscemmo alcuni ragazzi con cui facemmo subito amicizia. Ero talmente emozionata che non riuscivo a parlare: erano i primi amici che avevo oltre a mio fratello. I tre giorni passarono in fretta. C’erano così tante cose che ancora non ero riuscita a fare, ma non volevo perdermi neanche un secondo di quella libertà che ci eravamo presi. Quando arrivò il momento di tornare al Paese mi sentivo svenire all’idea di non poter godere più di quei fantastici momenti che avevo vissuto. Io e il Re discutemmo per ore e arrivammo alla conclusione di contattare il nostro maggiordomo, l’unico di cui ci fidavamo. Gli spiegammo quello che avevamo fatto e lo pregammo di non dire a nessuno dove ci trovavamo, lui avrebbe dovuto solo raccontare a tutti che stavamo bene ma che non saremo mai più tornati.
Passarono i mesi, passarono gli anni. Al Paese era tutto come prima, una famiglia benestante aveva preso il potere sotto i riflettori di tutti i cittadini mentre io e mio fratello vivevamo la nostra vita, quella che sognavamo da tanto tempo, con i nostri amici nella città dove ci sentivamo veramente a casa nostra. Ci eravamo imposti e eravamo riusciti a ritagliarci uno spazio e una vita tutta nostra, se pur con qualche difficoltà, eravamo riusciti a coronare il nostro sogno.
Solo da quel momento in poi riuscii a sentirmi davvero una Regina.
  
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