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Autore: Gisella_Incompleta    17/08/2011    2 recensioni
Ronnie, una ragazza di solo 15 anni alla prese con un problema troppo grande per lei. Uscirà da questa situazione felice e soddisfatta, ma soprattutto più matura.
Genere: Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Sophie era la mia salvezza da sempre, il primo bengala sparato nel cielo quando mi perdo. Non era mai stata più saggia di me, ma a differenza mia sapeva mantenere il controllo.
Non sempre riusciva a trovare una spiegazione, ma sapeva come farmi ragionare.
Lei sapeva tutto quello che era successo con Donnie, anche quando timidamente mi spostò lo slip e mi entrò dentro. Per lui era fondamentale, diceva che non bastava amarsi con il cuore, con l’anima, ma bisognava amarsi anche con il corpo.
Dovevo capire fin da subito che in realtà a lui interessava esclusivamente quello, del mio amore, dell'affetto che provavo per lui non gliene fregava un cazzo.
Avevo paura, sentivo delle nause, mi era capitato di svenire varie volte e il dottore mi aveva detto che era meglio se provavo con un test, di non essere frettolosa e non arrivare a credere delle cose che magari non esistevano nemmeno.
Forse dentro di non c'era nessun bambino, dovevo mantenere la calma e non essere così infantile.
Avevo mandato un messaggio a Sophie molto vago: 'Piccola mia, ho bisogno di te. Puoi venire?'
Amava quando la chiamavo Piccola, quindi io l'accontentavo sempre. In realtà avevamo la stessa età e frequentavamo la stessa classe. Era sempre stata più brava di me a scuola, era molto studiosa, mentre io pensavo solo a divertirmi.
Dopo mezz'ora arrivò a casa mia. Era molto entusiasmata, credeva che la notizia che doveva ricevere sarebbe stata piacevole, ma non fu così.
Gli dissi che avevo paura di esser rimasta incinta, ma lei mi indirizzò un lugubre sguardo, poi mi sorrise e disse: 'Ma dai, sei una ragazza per bene! Sicuro avete utilizzato gli anticoncezionali.'
Squadrai il mio abbigliamento, che non poteva essere di sicuro paragonato ad una "brava ragazza" e poi risposi: 'Beh, certo. Tranne una volta! Era la prima, era capitato per caso.'
'Pff, allora per una volta solo che potrà mai cambiare!'
'Sophie, per favore, accompagnami in farmacia.'
Appena arrivammo fuori farmacia nessuna delle due voleva entrare a chiedere questo fottuto test di gravidanza, ma per fortuna grazie al mio abbigliamento e alle mie provocazioni riuscì a convincere un signore ad entrare al nostro posto.
Sicuramente lui sarebbe rimasto in incognita. Lo ringraziai calorosamente e andammo via.
A casa mia non c'era nessuno, fortunamente. Non avevo il coraggio di entrare nel bagno.
Urinai, ma non riuscì a vedere nulla. Nessuna linea, nessun colore.
Sophie mi urlò: 'Ronnieee!'
Non ragionavo più. Avevo iniziato a delirare dopo che il test di gravidanza era risultato...positivo.
Non riuscivo a credere che una notte d'amore, mi avrebbe rovinato la vita.
Sì, occhei, avere un bambino sarebbe stata una cosa bellissima, ma non  a 15 anni. Avevo già corso troppo nell'andare a letto con Donnie.
Certo, lo amavo, ma dovevo comprendere prima a cosa andavo incontro: il rimpianto di una vita.
Rimpiangevo il giorno in cui venivo reputata la ragazza più carina dell'istituto, con i miei modi da brava ragazza.
Ora vengo giudicata come una puttana, dai ragazzi maschilisti e le ragazze invidiose.
Non sapevo più come farmi notare e alle volte organizzavo spogliarelli sexy nei bagni della scuola, o provocavo con le mie calze a rete.
Ecco perché Donnie veniva da me. Ora capisco, a lui interessava quella cosina che avevo tra le gambe, non me.
Da quel momento in poi non sarei stata mai più così precoce e istintiva. Ci avrei pensato mille volte su, prima di frequentarmi con un ragazzo. 
Ero esausta. Sophie era stata tutto il tempo con me e sembrava fosse mia nonna per quante raccomandazioni e preoccupazioni mi aveva dato. Mi aveva anche consolato quando avevo pianto tanto da creare una pozzanghera sul pavimento. Adoravo quella ragazza, ma a volte era davvero logorroica.
Decidemmo che non dovevo dire nulla né a mia madre, né a Donnie finchè non ci saremmo accertate di tutto andando dal medico.
Sophie chiamò lo stesso medico che mi visitò al momento del mio svenimento.
Era piuttosto scorbutico, ma siccome mi aveva già visitato di sicuro avrebbe saputo come prendermi.
Forse ero svenuta proprio per il bambino che probabilmente soggiornava dentro me.
  
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