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Autore: moveslikelevine    17/08/2011    0 recensioni
Salve gente, questa è la prima storia che pubblico qui, l'avevo scritto un po' di tempo fa, ho fatto poi delle modifiche e ho pensato di pubblicarla, le critiche sono bene accette in modo che io possa migliorare.
Brevemente la storia racconta di una ragazzina che ad un tratto si trova catapultata in un ambiente diverso, circondata da persone sconosciute e deve affrontare situazioni nuove.
Questo perchè è stata costretta a trasferirsi in un altra città.
Incontrerà nuovi amici e forse un nuovo amore, ma basterà a farle amare la California?
Genere: Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Quella mattina Jenny si svegliò, aveva sentito un forte rumore, probabilmente una pesante valigia era caduta in salotto.
Jenny l’aveva classificata come la peggior mattina di tutta la sua vita: doveva partire e trasferirsi in una città della quale sapeva solamente il nome: Monterey, CA.
Tutto era cominciato una sera di alcune settimane prima, quando suo padre, Carl, aveva comunicato, durante la cena, che la famiglia “avrebbe cambiato aria”, e ciò significava che ci si trasferiva in California.
-Mi hanno offerto un ottimo posto di lavoro, non potevo rifiutare - disse soddisfatto.
-E’ un’ottima idea, non c’è niente di male, anzi in molti sostengono che Monterey sia una bella città, mi ricordo quando ci passavo le vacanze da piccola- così sua madre, Flora, aveva accolto la notizia.
Liza, la sorella maggiore sembrava non stare più nella pelle:
-Fico!- esclamò -California, stiamo arrivando! Jenny, ma ci pensi? Andiamo in California!- sembrava provasse una gioia inspiegabile mentre pronunciava quella parola.
Persino il piccolo Mark, di appena un anno, si agitava nel suo seggiolone, batteva le mani e pronunciava qualche strana parola e Stich, il cucciolo di golden retriever che da qualche mese abitava con la famiglia Tyler cominciò a scodinzolare.
Tutti sembravano eccitati, tutti tranne Jenny, che fissava a bocca aperta il vuoto, incredula.
Quando si riprese riuscì ad urlare -Stai scherzando papà? Io non ho nessun’intenzione di muovermi da Dallas, qui ho la mia casa, i miei amici, la mia scuola e tutto il resto!-.
-Ma Jenny…- non sapeva nemmeno chi aveva pronunciato quelle due parole, si era già alzata, era salita di corsa sulle scale e si era chiusa nella sua camera.
Chiamò subito Sally, la sua migliore amica, le raccontò tutto, entrambi piansero.
Come poteva arrivare in una nuova scuola alla fine dell’anno, non riusciva a pensarlo.
Ma ormai lo sapeva, era deciso, si partiva per Monterey.
 
Quando quella fatidica mattina Jenny si svegliò corse in sala, c’era un forte odore di pelle delle valigie, il pavimento era cosparso di sacchi, sacchetti, borse, zaini, stava per rimettersi a piangere ma riuscì a trattenersi.
Si guardò in giro, non poteva crederci, non poteva pensare che forse un giorno, qualche sconosciuto avrebbe abitato lì, anche se il padre le aveva promesso che non avrebbe venduto quella casa.
Sembrava che solo Jenny non fosse entusiasta di tutto ciò che accadeva: Liza stava aiutando a caricare i bagagli, Mark e Stich erano già in macchina.
Flora chiuse la porta a chiave e tutti salirono a bordo, diretti all’aeroporto.
Per Jenny l’intero viaggio sembrò durare un’eternità.
 
L’aereo atterrò dopo circa due ore di viaggio.
Il fuso orario faceva sentire Jenny ancora più lontana dalla sua città.
Scendeva da qualla scaletta, e ad a ogni gradino sentiva sempre più forte il desiderio di risalirle.
Vedeva Liza, davanti a lei, mentre scendeva, l’aria le scompigliava i capelli, e lei sorrideva e si guardava in giro.
Arrivò un taxi giallo che li avrebbe portati nella nuova casa: -Tutti a bordo!- esclamò l’autista, con uno strano accento, e così tutti salirono.
Jenny guardava dal finestrino tutto ciò che di nuovo le stava intorno, -Ma ci siamo già stati qui?- disse ad un tratto, -Si, quando eri molto piccola- rispose la madre con un sorriso.
Jenny rimase appiccicata al vetro: vide un grande negozio di vestiti sulla destra, poi uno Starbacks sulla sinistra.
Più avanti notò una vetrina piena zeppa di muffin al cioccolato, più in là c’era una libreria, un internet point e un ristorante cinese; ma ciò che la colpì di più era il mare, a pochi metri da lei.
Era di un colore azzurro intenso e al largo si vedevano delle minuscole barchette, questo la fece sorridere.
La macchina si fermò, l’autista aiutò con i bagagli e ripartì, per poi scomparire dietro alle palme che si vedevano in lontananza
Jenny respirò profondamente, c’era profumo di sale nell’aria, la brezza le muoveva i capelli castani, sorrise ancora “così questa è la California” pensò.
La villa era molto grande, bianca, con un ampio giardino.
Si accorse che era rimasta in mezzo al parcheggio, sola, a guardarsi in giro, gli altri erano già in casa.
Una volta entrata si trovò in una sala molto spaziosa; tutti appoggiarono i pesanti bagagli “Molto carina, devo dire” disse Flora guardandosi in giro -E’ fantastica!- urlò Liza -Già- disse Jenny.
-Potete cominciare a sistemare le vostre cose nelle camere ragazze-, -Ok mamma-, Liza era già arrivata al piano superiore e aveva già scelto la sua stanza -La mia è quella più grande- aveva esclamato.
Jenny non era per nulla dispiaciuta, quella più piccola le ricordava la sua.
C’era una finestra dalla quale si poteva vedere il mare, vide un sacco di ragazzi che si esercitavano con il loro surf, sembravano tanti pois colorati su quello sfondo azzurro “mi piacerebbe provare, forse un giorno imparerò a surfare” pensò Jenny.
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
  
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