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Autore: veronica85    17/08/2011    2 recensioni
Il mio primo (e credo anche ultimo) tentativo di fanfiction su questo fandom. Una shot dal punto di vista di Nahuel, il mezzo vampiro grazie al quale Nessie ha potuto continuare ad esistere
Genere: Introspettivo, Malinconico, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Carlisle Cullen, Nahuel
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Breaking Dawn
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Beh... che dire... innanzi tutto, buonasera a tutti :) Mi chiamo Veronica e questa è la prima fanfiction che scrivo su questo fandom: ho voluto fare un tentativo, anche se Twilight non mi è particolarmente congeniale, per via di un cocnrso che rischiava di essere soppresso per mancanza di partecipanti. Quello che vedete di seguito è ciò che ho tirato fuori dalle indicazioni che mi sono state date: dovevo ambientarla in Breaking Dawn, usando il personaggio di Nahuel come protagonista e il prompt acqua. Inoltre, mi è stata data l'immagine di un oceano. Questo è quello che sono riusita a tirare fuori, spero sia di vostro gradimento :)

Non potevo ancora crederci: finalmente, finalmente ero stato utile a qualcuno. Finalmente sarebbe esistito qualcuno che sarebbe stato felice grazie a me. Mi sembrava impossibile, eppure era così. Guardavo quella bambina tra le braccia della vampira castana e ancora non riuscivo a capacitarmi della storia che ci avevano raccontato. Lei era sua figlia! Quella donna stringeva tra le braccia sua figlia! Quando la vivace moretta si era presentata da me e mia zia chiedendoci un aiuto per sua nipote ero rimasto allibito. All’inizio avevo pensato fosse una pazza allucinata o qualcosa di simile, tra l’altro i suoi capelli sembravano avvalorare la mia tesi: nessuna donna che non fosse pazza li avrebbe avuti così. Il primo istinto mio e di mia zia era stato di allontanarci: non avevamo bisogno dei problemi degli altri dopo che, tanto difficilmente avevamo risolto i nostri, né, tantomeno, di inimicarci un clan antico come i Volturi. Ma quella ragazza era una vera testarda, sembrava decisa a convincerci ad andare con lei a tutti i costi… ed ora a distanza di tempo, capivo perché. Un legame molto forte la univa a quelle persone, si capiva chiaramente, forse anche più forte di quello che univa me ed Huilen. E mia zia era stata la prima a capirlo e ad arrendersi alle insistenze della ragazza, forse perché in lei vedeva sé stessa e la stessa determinazione con cui lei aveva lottato perché mia madre potesse vivere anche dopo il parto. Così avevo deciso di seguirla: se veramente la mia esistenza avesse potuto aiutare qualcun altro, allora valeva la pena andare.

Quando Alice ci presentò ai Volturi ed avanzammo davanti a tutta quella gente mi sentii come un fenomeno da baraccone: tutti gli occhi dei presenti – ed erano davvero tanti, molti più di quanti ero abituato a vederne in una sola volta- erano puntati su di me, pendevano dalle mie labbra. Ero agitato e nervoso, ma quando mi venne chiesto di parlare lo feci, dicendo esattamente le cose come stavano, raccontando di me, delle mie sorelle e di Joham –chiamarlo padre è fin troppo ripugnante- di tutto quello che a causa sua abbiamo passato. Quel vampiro sembrava ascoltarmi davvero e questo mi diede forza: divenni un fiume in piena e mi sfogai, raccontai tutto, dal primo all’ultimo istante di cui avevo ricordo, tutto ciò che aveva cambiato la mia vita e mi aveva reso ciò che ero.

Ero certo che la mia storia avrebbe suscitato reazioni differenti ai presenti: qualcuno, forse, ne sarebbe rimasto sconvolto, altri probabilmente avrebbero goduto immaginando le sofferenze atroci che aveva patito mia madre a causa mia, altri ancora sarebbero rimasti completamente indifferenti ma a nessuno sarebbe importato veramente. Per nessuno di tutti quei vampiri sarei mai stato nulla più che il mezzo per evitare una disfatta contro i Volturi, la metà, di loro, probabilmente avrebbe dimenticato il mio nome non appena me ne fossi andato di lì e un quarto dei presenti, probabilmente non l’aveva neanche ascoltato o l’aveva già dimenticato. Rimasi quindi molto sorpreso quando vidi un vampiro biondo dall’aspetto autorevole avvicinarsi a me e posarmi una mano sulla spalla. Senza proferire parola, mi precedette iniziando a camminare con l’andatura spedita propria della nostra razza: non so ancora perché lo feci con esattezza, ma lo seguii. Non seppi mai quantificare con precisione per quanto corremmo ma ad un certo punto si fermò. Di fronte a noi c’era un’enorme distesa d’acqua, potevo sentire il rumore del vento che vi soffiava attraverso e un continuo agitarsi di quella che sembrava spuma bianca. Guardai l’uomo sorpreso, senza proferire parola, curioso di sapere perché mi avesse portato fin lì… e soprattutto perché continuasse ad osservare quel’enorme distesa d’acqua senza dire nulla. Avrei potuto andarmene ma immaginavo che quell’uomo volesse dirmi qualcosa.. e se c’era una cosa che Huilen mi aveva insegnato era il rispetto per i più anziani, categoria di cui quell’uomo così apparentemente giovane, faceva parte. Poco dopo, parlò..e le sue parole mi fecero bene, non mi pentii mai di averle ascoltate:

“Giovane Nahuel… volevo ringraziarti da parte mia e della mia famiglia e dirti che non dimenticheremo mai ciò che hai fatto per noi oggi. Mi rendo conto quanto doloroso possa essere stato per te, condividere certe cose davanti a tutte quelle persone, per questo ammiro ancora di più il tuo coraggio e come me tutta la mia famiglia. Se non vuoi ripartire subito, tu e tua zia potete restare con noi per quanto tempo volete, in caso contrario, mi auguro che questa non sia l’ultima volta che ci vediamo”
Si voltò e posso giurare che il sorriso che gli ingentiliva i lineamenti era sincero, il primo sorriso sincero che qualcuno, dopo Huilen, mi rivolgeva. Fu questo o forse il suo atteggiamento a spingermi a parlare: sentivo che lasciare quell’uomo così, senza neanche una parola, dopo che ne aveva trovate di così giuste per me, sarebbe stata una terribile forma di scortesia

“La ringrazio. Io…” esitai, incerto “a dire il vero non avrei mai creduto che quello che è successo a me potesse accadere ad altri. Pensavo che… che avere figli fosse contro la natura di voi vampiri e quando Alice mi ha parlato della mezza vampira e ho visto sua madre…” Non potei continuare, non avevo le parole. Vedere quella donna stringere la figlia sapere che aveva avuto la bambina quando era ancora umana ed era stata curata aveva distrutto in un colpo tutte le mie certezze: com’era possibile che quella donna fosse viva? Io e le mie sorelle eravamo degli assassini, le nostre madri avevano tutte perso la vita a causa nostra… perché lei no? Cos’aveva di speciale, di diverso dalle altre? Forse, proprio niente, conclusi, dopo averci riflettuto un po’, forse era tata solo fortunata a vivere nel giusto ambiente. L’uomo biondo interruppe le mie riflessioni:

“Bella e Reneesme… uno dei miracoli più grandi operati dalla medicina e dal veleno dei vampiri. Sai… fin da quando Bella ha scoperto la gravidanza, l’abbiamo controllata e siamo riusciti ad evitare tante conseguenze che la non conoscenza avrebbe potuto tramutare in tragedie vere e proprie. Io sono un medico, Nahuel… avevo gli strumenti per prendermi cura di loro, i miei figli sapevano bene cosa fare, se fosse stato necessario trasformarla senza di me..” si bloccò per un attimo, forse volendomi dare il tempo di riflettere, o forse per dare a se stesso quello di raccogliere le idee.. o forse, in effetti, entrambi. E riflettei davvero, chiedendomi il motivo delle sue parole e capendolo subito dopo: stava cercando di consolarmi, di farmi capire che non ero io ad essere sbagliato… ma non riuscivo a crederci davvero. Si avvicinò e mi posò una mano sulla spalla, costringendomi ad alzare lo sguardo nella sua direzione

“Nahuel… guarda di fronte a te. Da qui si può vedere l’oceano, ne hai mai sentito parlare?” Mi voltai in direzione del braccio del vampiro osservando quella enorme distesa d’acqua di un azzurro intenso. Non avevo mai visto nulla del genere e quella vista mi abbagliò per qualche istante: non avevo mai visto nulla di così maestoso in tutta la mia vita. Ma quell’uomo mi aveva fatto una domanda, dovevo rispondere

“No, signore, non ne ho mai sentito parlare” ammisi e potei notare una scintilla di tristezza attraversare il suo sguardo. Era forse… compassione? Quell’idea mi fece indurire l’espressione, l’ultima cosa che volevo era essere compatito.. e non l’avrei permesso neanche a quel vecchio.

Sembrò capirlo, perché, pochi istanti dopo, mi regalò un sorriso mentre tornava ad osservare quello che aveva chiamato “oceano”. E a quel punto, anch’io mi persi nella contemplazione, ascoltando il suono prodotto dal vento contro l’oceano e quello della spuma bianca che si infrangeva sulla terra: era rilassante, avrei potuto restare ad osservarlo per ore senza mai stancarmene, annullava i pensieri in maniera divina. Quel momento era così perfetto che avrei voluto non finisse mai, mi sentivo come cullato dal suono prodotto dall’acqua che avanzava e si ritraeva, c’ero solo io, in quel momento, io e nessun altro. Ma tutte le cose belle hanno una fine e fu il vecchio a decretarla per me, rompendo il silenzio

“Sai, Nahuel forse è proprio l’acqua che può chiarire la tua situazione meglio di qualsiasi altra cosa. Non c’è nulla di più importante dell’acqua per un essere vivente. Tu non lo ricordi, ma sei vissuto in un liquido simile all’acqua nel periodo prima di venire alla luce, l’acqua ha donato a tutti noi la vita, l’acqua continua a permettere a tutti gli esseri viventi di vivere” Si interruppe per un istante e io rimasi assorto, seguendo il filo di quei pensieri su cui non mi ero mai soffermato, curioso soprattutto di dove volesse andare a parare. Non mi diede il tempo di chiederglielo:

“E ci sono così tanti tipi di acqua, che non potresti neanche immaginarli: c’è l’acqua delle sorgenti, pura e incontaminata, quella dei mari, che ha il sapore del sale, quella di una piscina pubblica pulitissima ma che sa di cloro o ancora l’acqua piovana o quella che gli umani purificano apposta per alcuni usi, come quella che chiamiamo, ad esempio, acqua distillata. Ognuno di essi serve ad uno scopo nobile e giusto alcune irrigano la terra, altre vengono utilizzate nelle case, altre ancora possiamo solo immaginarle. Non diresti mai dopo questo discorso, che l’acqua può essere distruttiva, vero?” mi chiese con un accenno di sorriso. Annuii appena, quando ad un tratto una folata di vento più forte delle altre fece sollevare una massa d’acqua ancora più grande di quelle che avevo visto finora che si infranse sulla sabbia. Il vampiro acanto a me –accidenti, non gli avevo neanche chiesto il suo nome- annuì, per poi tornare a guardarmi.

“Ora, hai appena avuto un esempio di come l’acqua possa essere distruttiva. L’acqua può essere quanto di più nobile ci sia al mondo, può spegnere incendi ed evitare la distruzione di case e foreste, ma come è datrice di vita, può essere anche portatrice di morte. Come ha salvato case dalla distruzione, può essere lei stessa distruttiva: la sua forza può distruggere anche cose che sembrano indistruttibili come le rocce. È un fenomeno lento, si chiama erosione e dura moltissimi anni… ma se l’acqua decide di distruggere nulla le sopravvive”

Nonostante non capissi ancora dove quell’uomo volesse andare a parare, il suo discorso era assolutamente incredibile: non avevo mai valutato la cosa da quel punto di vista, non mi ero mai reso conto che in una cosa semplice come l’acqua potessero esserci tante sfaccettature. Forse perché non mi ero mai preso il disturbo di rifletterci davvero.

“Lei è molto saggio, signor…” Accidenti! Mi ero tradito! Avevo appena dato ad intendere di non sapere il suo nome, mentre lui conosceva il mio. Eppure sperai che non si offendesse, mi ero trovato bene a parlare con lui e avrei voluto poter continuare. Mi posò una mano sulla spalla e tornò a parlare con quella voce tranquilla che avevo imparato ad apprezzare

“Carlisle, figliolo, Carlisle Cullen. Hai ragione non mi sono presentato, mi sono avvicinato sperando che mi seguissi perché ti ho visto preoccupato e speravo di sollevarti da un peso. Spero che le mie parole ti siano servite a chiarirti le idee. Se al contrario ti avessero confuso ancora di più, ti chiedo scusa fin da ora” Il suo volto assunse un’espressione corrucciata e pensosa, esprimendo chiaramente la sua preoccupazione.

Scossi la testa, deciso a tranquillizzarlo: non ero confuso, non particolarmente almeno; avevo compreso la maggior parte dei concetti che mi aveva espresso, tuttavia con l’andare avanti del suo monologo, si erano formate delle domande nella mia testa e speravo che lui vi avrebbe potuto trovare risposta:

“No, direi che è stato chiarissimo, signor Cullen. Tuttavia, c’è ancora qualcosa che non riesco a comprendere..” cominciai fermandomi poi in cerca delle parole più adatte: era un concetto difficile da esprimere ma volevo capire.

“Da cosa dipendono l’acqua che fa del bene e l’acqua che distrugge? Come può la stessa cosa avere differenze così enormi? Poteva apparire una domanda stupida e infantile, ma non riuscivo ad arrivarci: avevo bisogno di qualcuno che mi guidasse, aiutando mia capire e il mio istinto mi diceva che avevo appena trovato la persona giusta

“Bella domanda ragazzo mio” annuì pensoso il mio interlocutore “Non posso dartene la certezza assoluta, ma suppongo che, come per le persone, dipenda dall’ambiente in cui si trova e da come viene trattata: se viene lasciata libera di scorrere o intrappolata da dighe o argini, se viene  mantenuta pura o inquinata. L’acqua reagisce a ciò che gli esseri viventi compiono su di lei e quando essi smettono di rispettarla, lei si ribella aggredendoli: se invece la lasciano in pace, essa permette loro di continuare per la loro strada. Lo stesso vale per le persone e per noi vampiri: siamo innocui finché non ci infastidiscono, ma se qualcuno minaccia la nostra tranquillità è meglio per lui che non si sia mai messo sulla nostra strada” concluse con una strana luce negli occhi, forse  residuo dello scontro sventato appena poco prima. Le sue parole si facevano sempre più interessanti e non potei fare a meno di ribattere

“Lei vuole dire, per caso… che noi siamo come l’acqua e che l’acqua è come noi? Che come l’acqua può essere buona o cattiva, anche noi possiamo essere buoni o cattivi?” Vidi l’uomo annuire nuovamnete

“Esatto, hai inteso perfettamente ciò che intendevo. E abbiamo anche un’altra cosa che ci accomuna all’acqua” Sollevai un sopracciglio, la curiosità era alle stelle ma attesi pazientemente che proseguisse lui.. e non si fece pregare “Vedi questa immensa distesa di fronte a noi? Questa è solo una piccola parte di quello che è conosciuto come Oceano Pacifico: oltre a questo di fronte a noi, moltissimi altri fiumi, apparentemente tutti diversi corrono per strade diverse ma prima o poi tutti giungono alla loro destinazione nell’Oceano e lì, le differenze che prima c’erano, non contano più nulla.” Fece una pausa, poi riprese

“Ricorda ragazzo mio che questo vale anche per noi vampiri: possiamo essere buoni o i peggiori sanguinari, vegetariani o affamati di sangue umano, ma resteremo sempre una famiglia, pronta a sostenersi se ce ne sarà bisogno. E un giorno, anche gli umani lo capiranno, quando entrambi faremo un passo gli uni verso gli altri, che da noi non c’è nulla da temere. Tua madre l’aveva capito ed è stato per questo che ti ha dato alla luce rischiando la sua stessa vita. Io non la conosco, ma sono certo che se ha agito così è stato perché ti amava e ha preferito cedere la sua vita in cambio della tua: è  istinto naturale in tutte le madri e tu non devi sentirti in colpa per quella che è stata una sua scelta. Non sei un assassino, figliolo, ricordalo: qualunque altra donna fosse vissuta nelle condizioni di tua madre avrebbe subito lo stesso destino”

Fu in quel momento che tacque. Lo ringraziai silenziosamente per le sue parole e per il silenzio di quel momento: erano stati esattamente quello di cui avevo bisogno. Tutta quella conversazione prese a girare vorticosamente nella mia testa e piano piano mi sembrò di iniziare a capire ciò che Carlisle voleva dirmi. Non seppi mai con certezza quanto tempo passò, ma ad un certo punto, alzai il viso e annuii nella sua direzione

“Ho capito la ringrazio per le sue parole, sono state preziose. Ora finalmente so che contro la natura non si può nulla, che non è colpa mia. E oggi ho imparato che la natura si può tenere a bada e le prometto che sarà quello che farò, da oggi in avanti”. Non dissi altra parola e me ne andai, alla ricerca di Huilen: era giunto il momento di ritornare a casa con la consapevolezza di aver trovato un nuovo amico e il cuore più leggero.
   
 
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