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Autore: x_cyanide    17/08/2011    1 recensioni
{ HIATUS }
{ Warning!some Yaoi content}
– Se vuoi ucciderti, impiccati, ma non provare a farlo su una roccia – il seccante tono della signora Kim colpiva ancora. Le sopracciglia s'inarcarono in una smorfia di rabbia – per colpa di voi idioti, la montagna ha il record di vittime di quest'anno – finì mente s'incamminava verso Son, che non la degnava nemmeno di uno sguardo.
Genere: Drammatico, Erotico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: What if? | Avvertimenti: Incompiuta | Contesto: Contesto generale/vago
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{ Love like oxygen }

1. First sight efect

Nota: I personaggi, luoghi e situazioni sono frutto di immaginazione della sottoscritta.
Take out with full credits.



State attenti, diritti con la schiena e siate estremamente gentili e sorridenti a costo di sembrare dei completi babbei. –

Un uomo sulla cinquantina di anni, vestito elegantemente, camminava avanti ed indietro su un lungo tappeto in stile Hollywoodiano che si stendeva da enormi porte di legno fino ad una fine scrivania posta in centro ad un grande salone dalle lucenti piastrelle nere e le pareti di legno minuziosamente elaborato.
Dall'alto tetto pendevano grandi lampadari in stile ottocentesco dai quali irradiava una forte luce giallastra che rifletteva il bagliore della spilla portata fieramente sul petto dell'uomo; questa recitava: '
HOTEL CARL EMPEROR EMPIRE'.

Valentina, Simone, voi due avrete a carico due clienti –

Parlava con voce firme e profonda ad una fila di ragazzi e ragazze di una ventina d'anni che stavano in piedi ai lati del tappeto e lo ascoltavano attentamente.
Sembravano quasi dei soldati di
Buckingham Palace, sorridenti ed immobili.
In totale erano sei, tutti vestiti con la divisa nera e la stessa spilla rilucente che portava il loro capo.

Capito –
– Capito! – dissero Valentina e Simone, chinando leggermente il capo in avanti e dimenticando per pochi secondi l'espressione beota.

Loro due, essendo i più anziani nel lavoro seppur tra i più giovani, erano i più vicini alle porte a capo delle rispettive file di compagni. Il loro lavoro non era tanto quello di occuparsi dei clienti che sarebbero arrivati, quanto quello di tenere sott'occhio gli altri compagni ed aiutarli in momenti di possibile panico.

– Valentina – disse il capo richiamando la sua attenzione – appena arriveranno gli ospiti, puoi scegliere a chi presentarti.
– Anche tu Simone – aggiunse rivolgendosi al giovane mentre ruotava leggermente il capo.

Il rumore di porte ed il mormorio di voci ignote che provenne dall'esterno allarmò tutti i ragazzi che si misero per l'ultima volta in posizione mentre il capo si avvicinava alla porta.

Eccoli – disse sussurrando.

Le porte lussuose di legno e vetro si aprirono riflettendo la luce che immerse per qualche istante le otto persone vestite elegantemente che entravano a passo lento trascinando piccole valige.
Anche se non lo sembrava, erano sportivi; erano giunti per un'importante congresso sull'infortunistica che si sarebbe tenuta in un paio di settimane e la quale contava la presenza di più di venti Paesi del mondo.
Piccole spille riflettevano chiaramente la bandiera della Corea del Sud posta sui loro petti.

Quattro ragazze e quattro ragazzi tra la ventina e la trentina d'anni sfilavano davanti alle facce sorridenti di porcellana dei sei ragazzi che si sarebbero occupati di loro per la durata di tutto il congresso.
Scrutavano l'hotel con aria interessata e soddisfatta mentre avanzavano sul tappeto rosso, verso la lussuosa scrivania dove li attendeva il responsabile dell'hotel.

Era estate, le camere erano quasi tutte occupate ma in quel momento, non c'era alcun segno di vita, erano ormai le tre del mattino. Un silenzio quasi inquietante calò quando le ruote delle valige smisero di girare e gli ospiti smisero di parlare.

Signori, – esordì il responsabile parlando in un perfetto inglese – prima di niente vi do il benvenuto nel nostro hotel. Sono sicuro che vi troverete più che bene e che sarete più che soddisfatti della vostra scelta.
È giunto il momento di affidarvi il vostro cameriere personale, potete contare su di lui in qualsiasi momento e per qualsiasi necessità
. –
Gli ospiti, si girarono quasi incuriositi verso i sei ragazzi che avevano lasciato indietro qualche minuto fa, mentre, il responsabile prese le chiavi delle camere prenotate e le poggiò sul lucido e freddo marmo nero della scrivania.

Valentina e Simone erano i primi due a doversi presentare; dunque, ruppero le righe e si avvicinarono agli ospiti con passo deciso.
Già da prima, Valentina si era accorta di uno di loro. Un personaggio particolare, alto, dai capelli neri ed un po' spettinati, portava gli occhiali ed il suo fisico sembrava essere proprio quello di un forte atleta. Qualche minuto prima, mentre avanzava sul tappeto rosso aveva incrociato lo sguardo di Valentina ed aveva avuto difficoltà a staccarsene.
Valentina era infatti, una ragazza nella norma e abbastanza attraente, non era raro che qualche ospite si avvicinasse a lei con strane intenzioni.
In ogni caso, non era proprio il tipo di ragazza che si fa abbindolare facilmente da rilucenti gioielli, soldi o macchine sportive, sapeva restare al suo posto.

Lentamente si dirigeva verso quel ragazzo che l'aveva incuriosita particolarmente, aveva un'aria misteriosa che lo circondava e lo rendeva sicuramente più interessante degli altri ospiti.

Buona sera signore – disse chinando leggermente il capo facendo scivolare lentamente i lunghi capelli ramati – Il mio nome è Valentina e sarò la sua assistente durante la sua permanenza nell'hotel – tenendo le mani strette l'una all'altra, sfilò da un piccolo porta schede uno dei suoi biglietti da visita e lo porse con estrema delicatezza al giovane che la guardava quasi timidamente.

Ehi!, ehi tu! Scusa! – una mano gelida le toccò una spalla ed interruppe il suo discorso.
Si girò pronta a rispondere al capriccioso richiamo di una voce maschile un po' stridula; un altro giovane si era avvicinato e con un sorriso in faccia prese a parlarle;

Potresti essere anche la mia assistente?!, le altre mi fanno paura! – disse segnalando le ragazze rimanenti che, ancora in piedi vicino al tappeto, furono in grado di mantenere la quiete interiore.
Valentina sbuffò, conosceva gli orridi pensieri che in quel momento attraversavano le menti delle compagne ed ammirava la loro forza di volontà.

Senz'altro rimedio, estrasse un altro biglietto da visita e chinando il capo si presento al giovane accettando la sua richiesta, in fondo, doveva occuparsi di due ospiti e non era permesso rifiutare una richiesta di un'ospite.
Questo ragazzo, era visibilmente più giovane degli altri. Aveva i capelli rossicci, era alto quanto lei ed aveva una faccia pulita e risplendente di energia che non lasciava spazio a presunte menzogne sulla sua vera età.

Anche Simone scelse chi seguire e gli altri furono rapidamente assegnati al resto dei ragazzi che stavano ancora in fila. Una volta finita la lunga operazione di divisione dei compiti, si spostò verso il grande salone principale dal quale si aprivano come un mazzo di fiori, tre grandi scale in legno massiccio ed elaborato e riprese a parlare:

Signori, siete in compagnia della miglior squadra di assistenti specializzati in lingue e culture asiatiche, spero che il vostro soggiorno possa essere piacevole, abbiate una buona notte – concluse chinando il capo.

Valentina, che si era fermata davanti ai suoi ospiti, si girò velocemente e con il suo solito sorriso si rivolse ai due giovani:

la nostra scala è quella centrale, mentre le signorine Kim e Choi andranno a destra ed il coach Young insieme alla signora Lee a sinistra –

Gli sguardi spaesati dei due ragazzi seguivano a fatica i movimenti leggeri del braccio della loro assistente che, si era resa conto della loro difficoltà e proseguì:

non vi preoccupate, l'hotel non è così grande come può sembrare e visto che sarete nostri ospiti per due settimane, avrete modo di conoscere la struttura a memoria. –

I due seguivano attentamente il discorso e dunque, Valentina prese a salire le scale.
Il rumore dei suoi tacchi risuonava in tutta la scala e le voci che sussurravano strisciavano in tutti i corridoi.

Wah, è tardi, no hyung? – chiese il più giovane guardandosi in torno ed ammirando i diversi quadri appesi alla parete.
– Hn, già.. – rispose con voce stanca il misterioso ragazzo.

Era la prima volta che lo si sentiva parlare, Valentina era sorpresa dal tono basso della sua voce e quasi le venne da ridere; anche se lavorava a contatto con persone provenienti da tutte le parti di Asia, non aveva mai sentito un ragazzo così giovane con una voce così particolare. Gli ricordava un po' quella del suo Idol preferito.

Il lungo corridoio aveva all'incirca cento porte, le pareti in legno e una morbida moquette bianca perfettamente pulita.
Gli ospiti erano obbligati a togliere le scarpe prima di ingessare alle parti dedicate alle stanze, in questo modo, era più facile mantenere la quiete durante la notte e la pulizia della moquette. Inoltre, era un hotel nel quale, una buona parte delle visite era di asiatici, era come farli sentire a casa, decisamente una buona strategia.

I tre si fermarono finalmente davanti alla porta numero 136.
Valentina la aprì fermandosi ad un lato.

Questa è la vostra stanza – disse indicando l'interno della stanza – nel caso abbiate bisogno di qualcosa, non esitate a chiamarmi, il mio numero è scritto nei biglietti da visita che vi ho dato, vi prego di tenerli sempre con voi. –

Il più vecchio dei due, frugò nelle tasche del suo smoking e tirò fuori il biglietto, lo guardò ed alzò lo sguardo verso Valentina che si sentì correre un brivido gelido sulla schiena.
Gli occhi neri e profondi di quel ragazzo la stavano guardando direttamente e si sentiva quasi in imbarazzo., non riusciva a togliere lo sguardo e faceva fatica a non perdere la sua faccia preconfezionata.
Lo scambio di sguardi fu intenso, quasi si sentiva bruciare.

Hyung, entri? – disse il più giovane tirando la sua manica dall'interno. Gli altri de furono sorpresi al vederlo all'interno, erano così concentrati e persi nei loro occhi che non si erano accorti dei movimenti attorno a loro.

Sì – rispose con aria fredda il più vecchio.
– Bene signori, vi auguro una buona notte – disse Valentina chinando ancora una volta il capo.
Quando sentì le ciabatte del ragazzo strisciare e la porta chiudersi, alzò lo sguardo, aveva una gran voglia di riaprire quella stupida porta che li separava e guardare ancora una volta i suoi occhi, ma era cosciente di non poterlo assolutamente fare e mente si allontanava sussurrò:

Interessante .. –

Bene, questa è la fine del primo capitolo, spero di non avervi annoiato.
Naturalmente, commenti e critiche sono ben accetti.

Al prossimo capitolo!.
{ x-cyanide

  
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