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Autore: Eva_Gwen_98    18/08/2011    1 recensioni
Gwen racconta a sua figlia di quando, da giovane, partecipò a quel reality che le cambiò la vita. Di certo si aspettava di ricevere tante domande riguardo al suo passato. Ma di certo non quella domanda.
Genere: Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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                  Conferenza o...Tradimento?






Passarono settimane da quando Emily e io ci trasferimmo alla villa.
Con Courtney e io suoi figli, Jason e Martin , la convivenza era diventata piacevole. Ma dalla sera di quel famoso incontro all’hotel, non parlai e non vidi più Duncan.
Courtney diceva che, per problemi al lavoro, di cui non sapevo nemmeno l’esistenza, andava via presto la mattina e rincasava la sera tardi.
All’inizio la cosa non mi stupì, ma poi, dallo strano comportamento dei miei coinquilini, ho capito che c’era qualcosa che non andava. Qualcosa che ancora non sapevo.
Una mattina, decisi di alzarmi presto per cercare di parlare con Duncan mentre andava al lavoro.
Poco prima dell’alba mi trovavo già davanti al portone d’ingresso. Nella casa non c’erano altre porte che portavano all’esterno perciò doveva passare per forza di lì.
Aspettai quasi un’ora che Duncan si facesse vivo. Alla fine mi venne un dubbio: che fosse già andato via?
Mi rassegnai a quell’idea e feci per tornare in camera mia ma per le scale trovai Courtney.
-è inutile che lo aspetti. Non lo vedrai.-
-perché è già partito? Ma che a che cavolo di ora se ne è andato?-
-Gwen tu non capisci. Lui non è proprio tornato. Non torna più da settimane! Una sera mi chiamò col telefono del suo albergo e mi disse che sarebbe partito per una conferenza. Poi nessuno l’ha più risentito, non ha mai richiamato.-
Duncan sparito? Dove mai poteva essere andato? La cosa della conferenza non mi andava giù e probabilmente neanche a Courtney. Era visibilmente sconvolta e scossa. Sicuramente in tutti questi giorni non ha fatto altro che piangere nella sua camera da letto.
-Gwen io ho paura che abbia un’altra. Non è mai successa una cosa del genere. Di conferenze non ne ha mai avute. È tutto così strano.-
Cominciò a piangere. In un certo senso le davo ragione a pieno. Una moglie che non sente il marito da settimane cos’altro deve pensare? Eppure anche questo ragionamento non mi tornava.
-sono sicura che c’è un altro motivo sotto a questa faccenda. Non preoccuparti, andrà tutto bene. Tu pensa a riposarti, scommetto che non dormi da giorni.-
-si infatti è così.-
-allora cosa aspetti? Vai a dormire a Duncan ci penso io. Proverò a rintracciarlo.-
-Gwen il suo cellulare è sempre spento e al lavoro non risponde nessuno.-
È tutto così strano.
-Courtney ascolta. Entrambe dobbiamo metterci la testa a posto; siamo troppo stressate. tu per un motivo ed io per un altro ma abbiamo bisogno della medesima cosa, cioè riposo. Io per farlo però devo tornare a casa mia con mia figlia.-
-come puoi andartene ora? Noi abbiamo bisogno d’aiuto. Io ho bisogno d’aiuto.-
-lo so ti capisco. Potrai venire tutti i giorni da me per un supporto o per qualsiasi cosa, ma io ho bisogno di tornare a casa. Mi rincresce perché ho cominciato ad affezionarmi a te e ai tuoi figli ma… io e Emily siamo venute qui per un motivo. E ora qual motivo se ne è andato. Domani torneremo a casa. Tu non esitare neanche un istante a chiamarmi se hai bisogno.-
-d’accordo.-
-adesso vai a dormire. Io preparo le valigie e provo a rintracciare Duncan. Ti passo a salutare quando vado via, se non dormi.-
-Va bene. Grazie di tutto Gwen, sono contenta che in poco tempo abbiamo recuperato un amicizia che si era persa in passato.-
Ci pensai un attimo.
-anche per me è lo stesso.-

_______________________________________________

Alle sette in punto chiamai il maggiordomo. A dimenticavo, si chiama Albert, finalmente conosco il suo nome! Gli dissi di non svegliare né Courtney né i ragazzi e di non preparare la colazione.
Due ore dopo ero pronta per tornarmene a casa. Avevo già chiamato Emily e caricato i bagagli su un taxi.
-Mamma perché torniamo a casa?-
-Perché papà non si fa più vivo.-
-come? Ma era in viaggio per lavoro!-
-si questo è quello che ci ha detto…la verità è che non lo so. Nessuno lo sa. A casa proveremo a rintracciarlo.-
Emily non mi chiese nient’altro. Era una bambina molto comprensiva.
Lasciai un biglietto a Courtney con il mio numero di telefono e poi partì in taxi.
All’ora di pranzo eravamo già a casa. Mentre Emily mangiava provai a chiamare i numeri del lavoro e del cellulare di Duncan.
Tentai cinque o sei volte ma nessuno rispose.






Eccomi qui con il nono e penultimo capitolo! Alcuni di voi, probabilmente, avranno notato alcuni errori di ortografia e di lessico nel capitolo precedente. Mi scuso adesso perché me ne sono accorta quando avevo già pubblicato; ho provato a modificare ma si bloccava di continuo e alla fine non c’è stato verso. Mi scuso di nuovo e spero che continuiate ad apprezzare la mia storia! Un saluto a tutti e un ringraziamento particolare a coloro che hanno recensito. Ci vediamo al prossimo e ultimo capitolo!
Baci          Eva98
  
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