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Autore: skiblue    09/04/2006    10 recensioni
I vicini disprezzano i Black, infidi e malvagi, ma non tutti. Sirius Black è bene accetto, lui è diverso dalla propria famiglia, e questa è la storia di una sera che l'ha segnato.
Genere: Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Sirius Black
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Se

Grimmauld Place numero 12

 

Quando si viaggia per Londra ci si può imbattere in una casa che solitamente non si vede, ci si può imbattere in una casa insolita, ci si può imbattere in Grimmauld Place numero dodici.

I vicini odiano le persone che la abitano, cattivi, li descrivono, infidi e perfidi, gente con la puzza sotto il naso, gente che quando incontri per la strada ti spaventa, gente strana, anormale ecco.

Del resto i Black li odiano a loro volta, ricambiano quel sentimento distruttivo, loro detestano quel mondo babbano che si staglia là fuori, loro non possono soffrire quelle persone che non conoscono l’arte della magia, loro odiano quella gente che sia aiuta l’un con l’altro, loro disprezzano quei ragazzetti innocenti che sgambettano nei giardinetti dietro l’angolo, più semplicemente i Black odiano i babbani.

C’è però una persona che i vicini dei Black tollerano, anzi amano, di quella famiglia, un ragazzo dai capelli scuri dai riflessi blu e dagli occhi grigi, Lui è il ragazzo della porta accanto, lui è quello che rende apprezzabile quella famiglia che altrimenti sarebbe insopportabile, da mandare via, molti sarebbero disposti a dare tutto per vedere sul volto allegro ma al contempo offuscato da un perenne stato di lieve tristezza.

La stessa persona è odiata e disprezzata del contesto della casa, perché diverso, nessuno può concepire che quel ragazzo dai capelli corvini possa essere denigrato, così gentile, buono, magari un po’ scorbutico, di poche parole, possa essere così emarginato in una famiglia che pare dare più importanza all’aspetto esteriore che interiore, in molti si chiedono perché un ragazzo così dolce col prossimo, così ubbidiente possa essere a tal modo escluso in una famiglia che fa della  disciplina uno stile di vita.

Dunque perché, pur essendo un ragazzo fantastico, bello ed intelligente, Sirius Black è odiato dalla sua famiglia? Per lo stesso motivo per cui lui la odia a sua volta. Loro sono diversi.

La famiglia è snob, ama le origini, rifiuta le persone diverse, le persone di origini più umili ma di natura migliore, la famiglia è dalla parte di una persona il cui solo nome provoca paura, la famiglia è razzista.

Lui, Sirius, non potrebbe essere più diverso, forse chi lo vede per strada lo direbbe un po’ sbruffone, esageratamente in cerca d’attenzioni, come dargli tuttavia torto? Lui di attenzione non ne ha mai avute se non per criticarlo, lui sa amare e stimare tutti a seconda del proprio carattere, lui al contrario dei Black guarda dentro, e non fuori. Se lo non facesse non avrebbe amici come Peter Minus, o come Remus Lupin o soprattutto come James Potter. L’uno diverso dall’altro, l’uno uguale per alcuni aspetti, Peter quello che ha bisogno delle rassicurazioni, che invece Sirius vorrebbe ma non ha mai avuto dalla propria famiglia, Remus la testa, la coscienza del gruppo, ma è James la “vera e esclusiva” famiglia di Sirius. È lui quello che lo conosce, perché lui è il suo migliore amico dall’inizio.

Nessuno dei Black conosce Sirius, nessuno del resto lo vorrebbe, per loro lui è semplicemente quello sui contavano e che li ha delusi sin da quando aveva tre anni, per loro lui è il reietto, è il ribelle che mai avrebbero voluto avere.

Per Sirius loro sono il sangue che gli scorre nelle vene, nient’altro, loro per lui sono solo delle persone che vede due mesi l’anno, e che non vorrebbe vedere più. Prima di Hogwarts la sua casa era la strada, la sua famiglia la gente accanto, dopo i vicini furono il modo con cui sopportava le vacanze, ma la sua casa era Hogwarts, i Grifondoro, e i malandrini la sua famiglia.

Ma adesso era stufo di essere odiato perché sapeva amare, era stufo di essere considerato un persona indegna di vivere. Per lui tutto deve cambiare.

 

Una signora dai capelli neri e gli occhi viola è seduta davanti al fuoco, tiene gli occhi chiusi, si sta riposando, in realtà sta solo prendendo una pausa da quello che crede un’estenuante giornata di lavoro, giornata brutta sotto ogni punto di vista, resa soprattutto tale dalla presenza del suo figlio primogenito, se così si può definire.

Sente in lontananza sbattere una porta, una ruga si forma sulla fronte della donna, senza sollevare le palpebre schiocca le dita.

-La signora ha chiamato Kreacher?- mormora una voce gracchiante, la donna sbuffa infastidita e apre gli occhi, scrutandolo con una smorfia disgustata.

-Mi sembra ovvio stupido elfo domestico, altrimenti perché saresti qui?- la domanda cade nel vuoto, rendendo la stanza carica di tensione, l’elfo domestico assume un’aria contrita alla smorfia delusa della padrone.

-La padrona scusa Kreacher, Kreacher stupido- l’elfo prende a sbattere la testa contro il muro, la donna non pare accorgersene, non gli importa, potrebbe anche morire davanti a lei ma non farebbe una smorfia, almeno non la farebbe finché non sporca il pavimento, ma quello è un altro discorso.

-Smettila razza di stupido elfo, smettila mi sta venendo l’emicrania- l’elfo smette e guarda la padrone, preoccupato.

-Kreacher può fare qualcosa per vostra signoria?- si capisce che l’elfo stravede per la padrona, la donna annuisce nervosa, si capisce che non gli interessa fatto dell’elfo ma vuole solo capire la causa dei rumori dell’anticamera, che nel frattempo sono aumentati.

-Cosa sta succedendo in anticamera?- chiude gli occhi in attesa di essere lasciata sola, in attesa di una risposta.

-Allora non vai a scoprirlo?- chiede allora.

-Kreacher sa cosa sta succedendo- silenzio, l’elfo non sa se deve continuare, aspetta un segno che non viene, e allora decide di parlare, di continuare.

-Il signorino vostro figlio vuole andarsene ed adesso, Kreacher ha vistoli urlare contro le sue amabili cuginette e contro vostro marito- la donna si alza di scatto, guarda l’elfo, poi esce dalla stanza lasciandolo solo, lui sa che la donna che è uscita lo disprezza, eppur e lui non può fare a meno di ammirarla e, a modo suo, amarla.

Nel pianerottolo di casa Black pare scatenato un terremoto, il cui nome è Sirius Black, non che stia urlando è più quello che sta facendo che turba la quiete famigliare della casa, è quello che si appresta a concludere che fa preoccupare le due ragazze nel pianerottolo e l’uomo dall’aria ricercata che gli dinnanzi.

-Fammi passare- dice il ragazzo tranquillo, la voce vuota atona eppure decisa, spinge di lato l’uomo, che però non si smuove, lo guarda disprezzandolo, quello è suo figlio eppure non lo conosce.

-Non ti permettere ragazzo. Io sono tuo padre, mi devi rispetto- dice l’uomo, Sirius lo guarda male, storto, un sguardo che trasmette più di un intero discorso, odia quell’uomo che lavora al ministero, odia quello sporco razzista che poi è suo padre, anche se non lo ha mai dimostrato.

-Beh scusa, ma non mi importa, levati che devo uscire- lo spinge di nuovo, il padre lo fredda con uno sguardo, Sirius cerca di passare ma è spinto indietro.

-Vuole andare da quel Potter, zio, da quel babbanofili- si intromette Narcissa, la ragazzina di quattordici anni, la bellissima di casa Black, l’uomo le sorride, un sorriso, nota Sirius con una smorfia, più dolce di tutti quelli che ha rivolto a lui, sorrisi di circostanza, li definisce.

-Potter eh?- domanda Bellatrix, Sirius si gira verso la cugina della sua stessa età, la manderebbe a quel paese ma non gli sembra il luogo, anzi forse lo è, lui vuole andarsene, e lo vuole fare in grande stile.

-Perché ai problemi? Solo perché a volte non siamo in buoni rapporti, non dovresti fare queste scenate, non sta bene- sorride il ragazzo pronunciando quelle parole, la ragazza ride, si odiano da sempre, lei è uno dei motivi perché odia essere un Black, non gli importa nulla della ragazza bionda che le è accanto, adesso vede solo lui e quella giovane che lo importuna sempre, che non si fa scappare mai l’occasione di ricordagli che non è nessuno.

-Non è questo il motivo, la gente parlerà- si intromette il padre, lo guarda, Sirius tenta di spostarlo non ci riesce. Sfodera la bacchetta che non lo ha mai tradito.

-Sai che me ne frega, la gente, smettila di mentire a te stesso, tu mi detesti, non mi puoi vedere, l’unico motivo perché mi tieni qui è perché la gente parlerebbe, io mi sono stufato- fa un incantesimo che manda l’uomo contro il muro, la ragazzina bionda grida, la mora scuote la testa.

-Figlio che cosa ha fatto? Vergognati- Sirius si volta, “Figlio” così impersonale, così poco materno, così poco diverso dalla signora Potter, se ne vuole andare ne è certo, vuole dire addio a quella donna perfida e crudele.

-Me ne vado- dice, la donna scuote la testa.

-Bene, Vattene- è sicura che non lo farà come avrà da vivere, da loro non avrà soldi, questo è certo, lo sa anche Sirius, ma lui ha James, e gli basta, si dirige verso la porta, poi si volta si guarda attorno, non rimpiangerà nulla di tutto quello, c’è suo padre per terra che lo guarda deluso come al solito, Bellatrix e Narcissa si voltano non lo vogliono vedere lo odiano fino a questo punto, poi guarda sua madre che sta incendiando qualche cosa, l’arazzo di famiglia. Scopre che non lo tocca, adesso non è più un Black, o almeno non lo è più nel nome.

Attraversa la strada, sente delle urla provenire dalla casa, Ride con la sua risata simile ad un latrato, è felice. Vede una signora faticare, è la donna che lo ha aiutato tutte le estati, la sua nonna acquisita, la signora Green.

Si avvicina e le racconta l’accaduto lei ride, ma poi scoppia piangere, lui l’abbraccia.

-Ehi, ti scriverò Titti, non ti preoccupare- dice ridendo, ma in realtà e triste anche lui.

-Puoi scommetterci se no ti vengo a cercare da questi Potter, ma sei poi sicuro che siano gente a posto?- dice scompigliandogli i capelli affettuosa.

-Ma si, ti scrivo quando arrivo-

-Va bene, e non fare troppi casini-

La donna si allontana lungo il viale, Sirius la guarda è per quello che ama quella gente, perché gli p vicina e lo conosce. Lancia un urlo e si mette a correre e, quando e sicuro che nessuno lo stai guardando, un cane prende a balzare sulla strada, felice, libero, per poi scomparire nel buio della notte estiva.

 

 

Vi è piaciuta?

Spero di si, in attesa di continuare Steps ho avuto quest’idea, che spero di aver reso, magari una storia un po’ noiosa, ma mi ha sempre incuriosita la storia di Sirius che ho visto così.

Vi saluto e spero in un piccolo commentino.

Bye Bye Ski

  
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