Serie TV > Castle
Segui la storia  |       
Autore: pilgrim81    18/08/2011    9 recensioni
Una missione sotto copertura che non va come dovrebbe, una chiacchierata a cuore aperto tra "donne" e tante emozioni contrastanti da gestire. Questo riassunto fa schifo ma non son mai stata brava neanche a scuola! Enjoy
Genere: Commedia, Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

*************************************FLASHBACK*****************************************

Il locale era affollatissimo e questo permetteva a Beckett di ballare più vicina a Castle di quanto un’operazione sotto copertura avrebbe richiesto. Quella sera si stava divertendo a provocarlo e la consapevolezza che ci stava riuscendo era un potente additivo al suo ego. Da quando lui se n’era andato con la sua ex, lasciandola tutta l’estate da sola, doveva ammettere che la sua autostima aveva subito un brutto colpo. Neanche Josh, con tutte le sue attenzioni e premure, era riuscito a ricucire quella ferita procurata dall’essere stata rimpiazzata con tanta facilità.

Iniziò a muovere sinuosamente il suo corpo a ritmo di musica, si passò le mani tra i capelli e si girò improvvisamente verso di lui, con le labbra semi aperte e uno sguardo che non lasciava spazio a fraintendimenti: MANGIAMI! Decisamente c’era in lei più Nikki Heat di quanto Castle potesse effettivamente sospettare. Era consapevole del proprio sex appeal e sapeva come valorizzarlo quando voleva.

“Prendi due drink e tieni gli occhi aperti.”

Aveva notato il pomo d’Adamo dello scrittore avere un sussulto quando si era avvicinata deliberatamente piano verso di lui. Era fin troppo facile prenderlo in giro, pensò. Si era poi allontanata continuando a muoversi, conscia del suo sguardo su di lei, dirigendosi verso il loro obiettivo.

Non resistette alla tentazione di coglierlo in flagranza di reato, così si voltò giusto in tempo per vedere i suoi occhi magneticamente attratti dal suo fondoschiena. Mascherò il sorriso provocato dalla sua aria colpevole e tornò in modalità poliziotto. Era lì per prendere un assassino, non per giocare con gli ormoni di Castle.

Si avvicinò al privè e individuò lo spacciatore circondato da belle ragazze decisamente poco vestite.

“Obiettivo trovato, tento avvicinamento,” comunicò ai colleghi che stavano aspettando al gelo Newyorkese.

Iniziò a ballare in modo provocante cercando di attirare le sua attenzione e incrociare il suo sguardo ma il trafficante sembrava troppo impegnato e ispezionare il corpo della bionda al suo fianco per accorgersi di lei.

“Ehi, ecco il tuo Martini,”disse Castle porgendole il bicchiere.

Lo afferrò e continuò a ballare di fronte a lui fingendo di sorseggiare il drink. Del resto era in servizio.

“Il tizio sulla poltrona, è lui il nostro obiettivo,” gli disse in modo che Castle non lo perdesse d’occhio adesso che lei gli dava le spalle.

“Devo chiedergli come fa a rimorchiare certe ragazze perché la bionda a cui sta analizzando le tonsille non è niente male!”

“Concentrati, Castle!” disse secca, guidata forse più dalla punta di gelosia che dall’interesse per l’operazione.

“Tranquilla, Beckett, non ha neanche la metà della tua bellezza.”

Per fortuna che le luci della discoteca stavano mascherando il suo arrossamento perché questo avrebbe dato a Castle un ulteriore appiglio per una delle sue battute. Stava per rispondergli quando Castle la interruppe nuovamente.

“Si sta muovendo, si dirige verso i bagni.”

“Seguiamolo, non dobbiamo perderlo di vista.”

Lo videro girare l’angolo e Beckett allungò il passo, non voleva rischiare che uscisse dalla porta sul retro senza essere visto. Afferrò Castle per la giacca per trascinarlo con sé e non lasciarlo troppo indietro, in fondo era la sua copertura. Girarono l’angolo anche loro e quasi andarono a scontrarsi col sospettato che si era fermato a intrattenersi nuovamente con la bionda. Il loro arrivo concitato lo aveva allarmato e adesso stava guardando esattamente verso di loro.

Non c’era altro da fare, solo uno poteva essere il motivo per cui una coppia corre verso il bagno di una discoteca.

Lo attirò a sé guidata dall’istinto, memore di tutti gli insegnamento acquisiti all’Accademia. Sentiva ancora la voce del suo istruttore ripeterle: “Fai qualsiasi cosa per non bruciarti la copertura” e così agì nello stesso modo in cui avrebbe agito se si fosse trovata con Esposito. Ma la differenza era notevole: la persona che teneva per il colletto della camicia e che aveva le labbra attaccate alle sue non era Esposito, era Castle.

Sentì distintamente il corpo dello scrittore irrigidirsi per la sorpresa e pochi secondi dopo rilassarsi e appoggiarsi maggiormente al suo, imprigionandola contro il muro. Fu il suo turno, quindi, di irrigidirsi. Aveva dovuto fronteggiare tante emozioni forti nella sua vita, dalla paura per la propria vita all’amore, dal lutto alla rabbia più feroce, ma niente l’aveva preparata al turbine di sensazioni contrastanti che il contatto col corpo di Castle le stava provocando.

Lasciò il colletto della sua camicia e portò le mani sulle sue grandi spalle per allontanarlo da sé quando sentì la lingua di lui percorrerle delicatamente il labbro inferiore. Le mani di Kate, intenzionate fino a quel momento a mettere un po’ di distanza tra i loro corpi, deviarono la loro traiettoria per dirigersi verso il collo, iniziando a sfiorare i corti capelli della nuca dello scrittore. Quando la lingua di Rick le percorse timidamente anche il labbro superiore Kate non resistette alla tentazione di scoprire il suo sapore e schiuse le labbra invitandolo ad approfondire quel contatto che entrambi bramavano di avere. Il primo tocco tra le loro lingue fu una scossa elettrica talmente forte che entrambi si staccarono dalle labbra dell’altro, sconvolti da una tale bufera di emozioni. Kate vide nello sguardo di Rick la stessa confusione che immaginava fosse nel suo e nel momento in cui i suoi occhi si posarono su quelle meravigliose labbra, il suo corpo si trovò nuovamente schiacciato contro quello di Castle.

In altre circostanze si sarebbe sentita minacciata e offesa dal poco controllo che lo scrittore le stava lasciando, ma in quel momento adorava quell’esibizione di maschilismo e leggera prepotenza che stava dimostrando: una mano le afferrava i capelli tenendole la testa inclinata come LUI voleva, l’altra le stringeva un fianco facendola aderire maggiormente al suo corpo e la sua lingua imprimeva un ritmo dettato da sete di comando, da sete di LEI. Kate Beckett non amava perdere il controllo ma quel gemito che non era riuscita a trattenere quando l’erezione di Castle aveva sfiorato la sua femminilità aveva sancito la sua totale resa.

Spinta dal puro istinto e dalla passione, Kate iniziò ad ondeggiare i fianchi assecondando il movimento di Castle che nel frattempo aveva spostato la sua mano più a sud, dove il suo corto vestito lasciava la sua pelle più scoperta e vulnerabile al suo tocco. Le loro labbra si staccarono solo quando il bisogno d’aria divenne più prepotente del bisogno del sapore dell’altro. Ma quando la bocca di Castle sfiorò il suo collo, il nome dello scrittore scivolò fuori dalle sue labbra in un sussurro.

“Rick…”

“BECKETT!” La voce di Esposito le rimbombò nell’auricolare, riattivando in un attimo tutti i suoi istinti.

Spinse Castle lontano da sé e si guardò intorno con aria colpevole, come se fosse stata colta con le mani nella marmellata.

“BECKETT, rispondi. Individuo somigliante al nostro obiettivo ad ore 12 di fronte a noi. Attendiamo conferma prima di entrare in azione.”

Girò velocemente la testa in direzione della porta sul retro: era aperta e del sospettato nessuna traccia.

“Merda,”urlò sbattendo un pugno contro il muro dietro di lei. “Affermativo, è lui, intervenite con la massima urgenza, non lasciatevelo scappare.”

Lasciò cadere tutto il peso del suo corpo sul muro e chiuse gli occhi in attesa di notizie dall’esterno. Solo quando la voce di Esposito l’aveva rassicurata della cattura avvenuta, Kate rilasciò il respiro che stava trattenendo passandosi entrambe le mani tra i capelli.

Era successo. C’erano voluti tre anni ma sapeva che prima o poi quella collaborazione avrebbe finito per danneggiare il suo lavoro. Quello che non s’aspettava era di non poter scaricare interamente la colpa su Castle per questo.

Aprì gli occhi e incrociò lo sguardo di lui: timore, eccitazione, insicurezza e qualcosa a cui non sapeva o non voleva dare un nome. Distolse lo sguardo immediatamente, si sistemò il vestito e si allontanò da lui senza dire una parola.

Prima di uscire dalla porta si voltò, stupita che lui non la stesse seguendo. Lo vide respirare profondamente, con la schiena contro il muro, prima di aggiungere: “Dammi un attimo e ti raggiungo.”

Si voltò e uscì dalla discoteca. L’aria fredda della notte Newyorkese e i sensi di colpa per non aver fatto al massimo il suo dovere, dissiparono in un attimo i residui della passione e del calore provati poco prima.

***************************************************************************************

“Ma quando si capisce che è il momento giusto?”

La dolce voce di Alexis la portò, ancora una volta, alla realtà. Girò la testa verso di lei per concentrarsi sulla domanda che le era stata rivolta ed eliminare il tumulto interiore che i ricordi avevano fatto riaffiorare.

Prese un profondo respiro e sorrise confidente ad Alexis.

“Sai, anche nel mio caso, le attività su quel divano erano interrotte da mie richieste di fermarsi. Per certi versi la mia situazione era anche più difficile dato che per lui non era la prima esperienza e mi sentivo in colpa per obbligarlo a rispettare i miei ritmi causati da paure che lui non aveva più. Ma, come nel caso di Ashley, anche lui era un ragazzo di una sensibilità fuori dal comune e mi rispettava forse molto più di quanto abbiano mai fatto fidanzati successivi.

Dopo mesi di pomeriggi interrotti ogni volta che lui si avvicinava troppo al bottone dei miei jeans, quel giorno, quando la sua mano sfiorò timidamente quel gancio metallico, le parole “Alex fermati” non riuscirono a trovare la via d’uscita. Ricordo ancora la sua espressione quando, dopo qualche minuto, si staccò da me, stupito di non aver ancora ricevuto un segnale di stop. Credo che il mio sguardo trasmettesse tutta l’insicurezza e la paura che potessi provare perché mi sorrise e mi accarezzò delicatamente la guancia, mentre le mie mani gli dettero la risposta che stava cercando. Fui io stessa a sganciare il bottone dei miei jeans e poi dei suoi, con mani tremanti, prima di ricominciare a baciarlo.

Alexis, non so dirti cosa cambiò nella mia testa quel pomeriggio e non so neanche se effettivamente quello fosse il momento giusto. So solo che in quell’istante la voglia di essere con lui e vivere quell’esperienza e quell’amore che provavo era più forte delle mie insicurezze e delle paure che fino al giorno prima mi avevano bloccato.”

Alexis continuava a guardarla con uno sguardo intenso, sembrava ponderare parola per parola tutto quello che le stava dicendo cercando di assorbirne il significato profondo.

“E com’è stato?” chiese infine timidamente.

“Magico, tenero, dolce e allo stesso tempo imbarazzante, terrificante e impacciato,” disse scoppiando a ridere e contagiando nella risata anche Alexis.

“Non posso dirti che è stata la volta più bella della mia vita, ma neanche una che vorrei dimenticare come purtroppo è successo con altre. Il viaggio più bello inizia in quel momento, quando si tratta di imparare a conoscersi  e scoprirsi a vicenda. E imparare a scoprire anche sé stessi più intimamente di quanto si creda possibile.”

Si ritrovò stretta nell’abbraccio di Alexis senza neanche aver tempo di realizzare, “Grazie Kate.”

Portò la sue braccia sulla schiena dell’adolescente e ricambiò l’affettuoso gesto, “Di niente, Alexis. Spero di esserti stata utile e per qualsiasi cosa non dimenticarti che io sono qui.”

 

**

Dopo un’ora si ritrovarono sedute in macchina davanti al palazzo di Castle.

“Sei sicura di non voler salire? Potresti cenare da noi e poi guardiamo un film insieme.”

“Un’altra volta magari, grazie, Alexis.” Per quanto quella vicinanza creata con Alexis rendesse la fine di quel pomeriggio dura, non c’era possibilità che fosse pronta a condividere una serata con Castle. Vide lo sguardo dell’adolescente scrutarla per un po’.

“E continui a sostenere la teoria che va tutto bene tra te e mio padre?”

“Alexis…”

“Lo so… i rapporti tra gli adulti sono complicati e non li posso capire, giusto?”

Kate sorrise, colta sul fatto. Era esattamente quello che stava per dirle.

“Buonanotte, Alexis, sogni d’oro.”

Alexis sbuffò e aprì la portiera della macchina rassegnata, “’Notte, Kate, e grazie ancora.”

Aspettò che il portiere chiudesse la porta dietro  Alexis e che la ragazza fosse salita sul lussuoso ascensore prima di immettersi nuovamente nel traffico, diretta verso casa.

Angolo autrice: date le pessime notizie provenienti da oltre Oceano, consoliamoci con la nostra fantasia!
Il Flash back non è ancora finito... ma vi ho finalmente dato un'idea di quello che è successo!!!!
Grazie a tutti coloro che hanno speso minuti preziosi della loro vita a leggere e ancora più grazie a quelli che hanno recensito... siete troppo buone!!!
Cate
  
Leggi le 9 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Serie TV > Castle / Vai alla pagina dell'autore: pilgrim81