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Autore: _hurricane    18/08/2011    14 recensioni
Kurt Hummel è un ragazzo molto particolare, di quelli che forse incontri una sola volta nella vita. E’ fiero di sé stesso ma mai spavaldo, pungente ma mai arrogante, e tremendamente impacciato nelle questioni di cuore.
Kurt Hummel è un ragazzo speciale, così speciale che difficilmente potresti trovare un altro come lui… ma quando Blaine, solista dei Warblers della Dalton Academy, incrocia il suo sguardo in un negozio di dischi, non sa che dentro quegli occhi azzurri si nasconde una bugia.
"E intanto Kurt sentiva il suo profumo, e il cuore di Blaine che batteva proprio sotto il suo orecchio, che sembrava chiamarlo e ipnotizzarlo.
Come se battesse per lui.
Cercò di ignorarlo, perché un cuore, un organo fatto di tessuti, carne, vene e sangue, non batte per nessuno se non per il corpo a cui appartiene. Non batte per nessun motivo, se non per assicurare la vita a colui che lo possiede.
Eppure quel battito regolare, più accelerato a tratti – che strano, sembrava più veloce proprio quando Blaine inspirava tra i suoi capelli – alle sue orecchie non appariva meccanico e ripetitivo. A lui sembrava musica."
Genere: Fluff, Introspettivo, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Altri, Blaine Anderson, Kurt Hummel, Nuovo personaggio
Note: OOC, What if? | Avvertimenti: nessuno
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2 – Two

 

 

Colin sapeva che quella battuta avrebbe fatto imbestialire Kurt, e infatti gli venne rivolta la puntuale occhiata di rimprovero, la solita carta “Abbiamo condiviso lo stesso utero, non puoi trattarmi in questo modo!”

“Colin, lo sai che non mi piace quella parola” intervenne Burt mettendosi tra i due ed incrociando le braccia, pur tenendo il suo sandwich ancora stretto in mano.

“Sì sì, ok… scusami Kurt” disse il ragazzo dagli occhi chiari – Colin – senza sforzarsi di sembrare convincente. D’altronde, sapeva che suo fratello lo avrebbe perdonato all’istante. Guardò la perfetta copia di sé stesso spaparanzata sul divano beige del salotto mentre sorrideva compiaciuta, rivolgendogli un’occhiata affettuosa. Proprio come previsto, lo aveva già perdonato.

“Uh, a proposito” - disse portandosi una mano alla fronte, ricordando quello che si era prefissato di dirgli mentre tornava verso casa – “al negozio di dischi un tipo ha quasi cercato di molestarmi, deve avermi scambiato per te!”

Kurt lo guardò nuovamente accigliato, ma invece di arrabbiarsi scoppiò a ridere. Burt intanto, pur di non sentire qualcosa di osceno uscire dalle labbra di uno dei suoi figli, girò i tacchi e tornò in cucina senza dire una parola.

“Ah si? E com’era?” rispose Kurt mettendosi a sedere ed incrociando le gambe sul divano, come faceva sempre quando qualcosa sembrava essere interessante. Colin sorrise soddisfatto, gettò la tracolla ai piedi del divano e si sedette accanto a suo fratello, beandosi della curiosità che traspariva dai suoi occhi.

“Beh, aveva i capelli neri e pieni di gel, due sopracciglia che se le vedessi gli salteresti addosso urlando – un po’ come hai fatto con me prima di costringermi a diventare la tua cavia – e mi ha praticamente analizzato con i raggi X. Perciò direi che avresti buone probabilità!” rispose Colin.

“Come sarebbe? Ha guardato te, non me!”

“Kurt…” rispose Colin rivolgendogli uno sguardo eloquente.

“Non guardarmi così sai! Non potrei uscire con un ragazzo sapendo che ha cercato di flirtare con te, mi sentirei la ruota di scorta!”

“Ma se non sa nemmeno che siamo due ruote!”

Kurt rise alla battuta di suo fratello, specchiandosi in quegli occhi così inquietantemente uguali ai suoi. Gli sembrò così strano pensare che un altro ragazzo, poco tempo prima, li aveva guardati vedendoci dentro chissà che cosa.

Era risaputo che alla sua scuola, il liceo McKinley, lui era l’unico gay dichiarato… e infatti suo fratello, pur mascherando il tutto con la sua vena sarcastica, aveva probabilmente cercato di “lusingarlo” e fargli capire che, prima o poi, avrebbe trovato qualcuno come lui.

“Tutto questo non sarebbe successo se qualcuno” – Colin alzò palesemente la voce, in modo da farsi sentire da suo padre – “avesse lavato i vestiti che volevo mettere, invece di costringermi a indossare quelli della qui presente Lady Gaga!”

“Come ti permetti!” – rispose Kurt dandogli una gomitata – “E comunque dovresti sentirti onorato, il push-up dei miei jeans ti ha fatto fare colpo!”

“Quando uno dei tuoi pantaloni aderenti mi farà fare colpo su qualcuno che abbia le tette, allora ne riparleremo!”

Entrambi risero di gusto, e persino Burt, che aveva ascoltato dalla cucina, dovette trattenersi dall’imitarli. Quella era solo una delle tante conversazioni esilaranti alle quali aveva assistito nel corso di quegli anni, visto lo scherzo che il destino gli aveva voluto fare.

Sua moglie, venuta a mancare quando i due erano molto piccoli, era sempre stata molto orgogliosa di quanto i suoi figli fossero speciali: “le facce opposte di una stessa medaglia”, così li chiamava. Certo, qualunque madre che avesse due gemelli omozigoti avrebbe potuto dire una cosa simile, ma per gli Hummel l’espressione calzava proprio a pennello: era come se qualcuno avesse deciso di scindere la stessa persona in due, ma facendo in modo che ognuna delle copie fosse, a modo suo, perfetta. D’altronde, non si poteva dire che Kurt e Colin si completassero a vicenda: passavano buona parte del loro tempo a battibeccare come due vecchie zitelle.

“Allora, questi compiti?!” ribadì Burt spuntando ancora una volta in salotto, stavolta senza sandwich. Incrociò le braccia e iniziò a picchiettare sul parquet con il piede destro, rendendosi terribilmente fastidioso agli occhi di Colin, ed esilarante a quelli di Kurt.

“Va bene, ho capito, me ne vado!” rispose il primo sbuffando. Si alzò dal divano, riprese la tracolla e si diresse verso la piccola stanza che lui e suo fratello dividevano da sempre, al piano di sotto.

Kurt rimase lì dov’era, spossato da una giornata di scuola faticosa. Per l’ennesima volta, gli energumeni della squadra di football avevano pensato bene di rendere inutile la sua pulizia del viso con una granita alla fragola, David Karofsky lo aveva spinto contro un armadietto per un motivo che ancora gli sfuggiva, mentre al Glee Club Rachel Berry si ostinava a cantare canzoni che lui avrebbe cantato meglio.

A volte gli capitava di invidiare suo fratello, e pensare – sbagliando – che forse Colin era la versione migliore di lui. Quella giusta. Quella che non doveva costantemente parlare del suo orientamento sessuale, perché nessuno se ne faceva un problema – tranne quando lo scambiavano per lui, naturalmente. Il che capitava solo di tanto in tanto, nonostante fossero esteticamente identici: Colin infatti, ad eccezione di quel giorno, indossava vestiti completamente diversi da quelli che piacevano a Kurt.

Fermamente ostile a tutto ciò che potesse vagamente ispirare femminilità – forse proprio per prevenire di essere confuso – metteva più che altro magliette dimesse con stampe di band hardcore o felpe a tinta unita con la cerniera. Cappelli e stivaletti di pelle con i lacci, una delle cose che Kurt preferiva di più, lo facevano quasi rabbrividire, così come i lustrini e ovviamente le creme per il viso. Kurt lo aveva più volte maledetto con delle sottospecie di anatemi, predicendo per lui anni di acne irreversibile e punti neri grandi come vulcani hawaiani, ma nessuna delle sue previsioni si era mai avverata.

Tuttavia, tanto per rendere suo fratello soddisfatto, Colin si era lasciato convincere a farsi sistemare le sopracciglia e a poco a poco si era abituato alla lacca con la quale Kurt si divertiva a modellargli i capelli la mattina, in modo che fossero uguali ai suoi. Era più che certo che tenere il ciuffo basso sulla fronte fosse più da gay che alzarlo con la lacca (o almeno, questa era stata la sentita argomentazione di Kurt), e tagliarli era decisamente fuori questione. 

Un’altra cosa che differenziava tragicamente Colin da Kurt era la sua repulsione per il canto corale coreografato. “Ascoltare la musica è un conto, cantare muovendo i fianchi avanti e indietro su un palco è un altro” era stata la sua risposta alla timida richiesta del fratello di unirsi a lui nel Glee Club. Il che era decisamente un peccato: avevano caratteri praticamente opposti, ma la voce era pressoché identica.

Kurt, avendo un certo orecchio per le note, in realtà aveva stabilito che quella di Colin era più bassa di un’ottava, ma soltanto perché sin da piccolo si era sforzato così tanto per differenziarla dalla sua da finire per cambiarla leggermente. Tuttavia, se soltanto si fosse esercitato adeguatamente, avrebbe potuto raggiungere il Fa naturale proprio come suo fratello.

Alla notizia di poter essere in grado di eseguire un suono così femminile, Colin non aveva esattamente fatto i salti di gioia. “Non dire in giro che questa cosa potrei farla anch’io” aveva detto a Kurt un giorno, quando lo aveva sorpreso in camera mentre eseguiva un perfetto acuto da far invidia a Michael Jackson. E Kurt non l’avrebbe fatto.

Qualunque cosa che lo potesse distinguere dalla versione etero di sé stesso, era più che gradita.

 

 


 


Note di _hurricane:

Bene, adesso che il mistero è stato svelato, mi sembra giusto fare qualche precisazione. Mi rendo conto io stessa che l’idea è… strana. Diciamo che scrivere la storia (non ancora finita, in realtà) non è stato facile perché continuavo a temere che sarebbe sembrata un po’ malsana. E quelli che hanno letto “How can I break this spell?” ora si domanderanno “Ma hai per caso una specie di ossessione per i gemelli?”

La risposta è… sì xD

Tutto è nato da un discorso con mia sorella – sì, sempre la stessa dei Dwarflers! – anzi, più che altro da lei che parlava dei gemelli Hikaru e Kaoru dell’anime Host Club e io che stavo pensando a Kurt in quel preciso istante. La mia mente, che in quanto ad associazioni sembra avere qualche serio problema, ha unito le due cose e BOOM.

Kurt. Con un gemello. Un gemello identico e etero.

A proposito di questo, ci tengo a precisare che la cosa non cambierà e che non ci saranno risvolti incestuosi; rabbrividisco al solo pensiero, ma ho pensato che coi tempi che corrono fosse il caso di dirlo.

Sono curiosa di sapere cosa ne pensate… incrocio le dita e spero di non ricevere una marea di insulti e recensioni indignate!

Klisses to all of you <3

 

   
 
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