Titolo capitolo: Nella latrina
Personaggi: Nord Italia
Genere: drammatico, storico
Avvertimenti: AU
Nella latrina
Un dolore insopportabile, talmente forte da far male al petto ma le lacrime non sembravano voler scendere sul suo volto. Ma in fondo Feliciano se lo aspettava, doveva aspettarselo almeno, Lovino era troppo occupato a non farsi catturare, sempre se era ancora vivo, e non aveva certo tempo di spedire lettere a quel fratello codardo prigioniero dei tedeschi, figurarsi un pacco contenente cibo, vestiti e quant'altro come ai suoi commilitoni i quali stavano allegramente banchettando con i viveri spediti dalle famiglie. Feliciano sapeva che suo fratello aveva altre cose per la testa ma vedere tutti i suoi compagni così felici e sereni nel vedersi arrivare notizie e regali da casa, lo faceva star male. Fortunatamente c’era Ludwig a tenergli compagnia almeno con lui, per qualche minuto, riusciva a dimenticare tutti i problemi che lo circondavano rendendo più serena e tranquilla la fine della giornata e permettendogli di dormire sogni sereni consapevole che là fuori, oltre quel recinto di filo spinato, lo aspettava qualcuno.
Accidenti. La razione di cibo di quel giorno, una brodaglia che spacciavano per zuppa, doveva avergli fatto indigestione. Un altro crampo allo stomaco, questa volta più forte, tanto da farlo fuggire in quella che si potrebbe definire una “latrina”, in realtà era una piccola casa di legno in cui non esisteva il pavimento, solo qualche asse buttata qua e là dove poter camminare senza sprofondare in quelle deiezioni umane. A Feliciano non piaceva quel posto maleodorante che solo una volta al mese veniva pulito da parte di due sventurati internati, un lavoro ingrato e sporco con il quale si tornava con un orribile puzzo addosso, oltre al pericolo di infettarsi.
Feliciano si posizionò su una trave dall’aria stabile, armeggiò con la cintura e si abbassò i pantaloni.
- Mon Dieu!- Esclamò una voce, facendo sobbalzare Feliciano. - Ce n'est pas une salle de bain. Cela est une porcherie! [1] -
Feliciano si rivestì il più in fretta possibile cercando di passare inosservato agli occhi dello sconosciuto, purtroppo non lo fu abbastanza.
- Oh! Ma guarda un po’ chi abbiamo qui, un italiano!- notò la voce.
Feliciano si immobilizzò sbigottito, stupito che il francese, sebbene con un forte accento, avesse parlato in un italiano molto chiaro. Per questo, con un po’ di imbrazzo per essere stato visto in una situazione così privata, si girò verso lo sconosciuto.
Di fronte a lui un uomo sulla trentina, capelli biondi un po’ lunghi e barbetta incolta. Lo guardava in modo strano, gli occhi azzurri luccicavano di curiosità, sorpresa e qualcos’altro che Feliciano non era riuscito a identificare poichè questo aveva subito cambiato espressione mostrandogli un enorme e amichevole sorriso .
- Non temere petit, non ti farò niente di male- disse il francese, avvicinandosi al ragazzo più giovane. – ah che stupido! Non mi sono ancora presentato, io sono Francis!-
[1] Mio Dio! Questo non è un bagno, è un porcile! (by Google traduttore)