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Autore: Pwhore    18/08/2011    1 recensioni
Arin ha 22 anni, è un batterista e suona con gli Avenged Sevenfold. Il suo migliore amico è Synyster Gates, chitarrista della stessa band.
Synyster ha problemi con la ragazza, Cassidy, e quando viene buttato fuori di casa per colpa di Arin, viene a stare da lui. All'inizio va tutto a gonfie vele, ma man mano che le ore passano, il giovane batterista si accorge che i suoi sentimenti per l'amico stanno cambiando. Spaventato, deve fare una scelta: sarebbe stato meglio confidare al ragazzo i suoi nuovi sentimenti e mettere a repentaglio la loro amicizia, o continuare a comportarsi come se niente fosse, sopprimendo i propri sentimenti, ma senza dover temere un distacco?
Genere: Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Saranno state le undici e quarantacinque, quando scendemmo dalla macchina ed entrammo in casa, anche se dal buio si sarebbero dette le due passate. Appena entrato, mi apprestai a infilarmi il pigiama, in modo da ridare a Syn la sua giacca. Non ne avevo la minima voglia, ma sapevo che era la cosa giusta da fare. Quando tornai in salotto, Syn era senza maglietta sul divano-letto, pronto ad andare a dormire. 'Probabilmente non gli va di parlare' mi dissi, sorpassandolo. Aprii il frigo e tirai fuori la bottiglia del latte, girandomi poi verso Synyster. Decisi di preparare del latte anche per lui, anche se temevo l'avrebbe rifiutato. Misi a scaldare il liquido bianco in un pentolino, e tirai fuori due tazze dalla credenza. Aspettai qualche decina di secondi, poi versai il tutto nelle tazze e mi avvicinai a Syn.
"Vuoi?" dissi, avvicinandogliene una. Lui annuì senza convinzione e afferrò l'oggetto, per poi posarlo su un comodino improvvisato.
"... Immagino vorrai restare solo..." considerai. "Stanotte dormo di là, quindi avrai il divano tutto per te" conclusi, indicando la porta della mia camera con un dito. Tacqui per qualche secondo, poi diedi un paio di pacche sulla schiena del mio amico e mi alzai dal letto. Abbozzai un sorriso e mi avviai verso la porta, fissando il contenuto della mia tazza.
"Aspetta". Mi voltai di scatto, stupito di sentire la voce di Syn. "Non voglio rimanere da solo... Non abbandonarmi..." mormorò con voce flebile, abbracciandosi lo stomaco. Sorrisi, mentre il cuore mi si scioglieva. Mi avvicinai al divano e alzai le coperte, scivolando al fianco del mio amico. Sembrava così fragile, così delicato... Mi veniva voglia di proteggerlo, baciarlo, abbracciarlo finché il suo dolore non se ne fosse andato. Invece mi limitai a sorridere, mentre lui faceva lo stesso, con l'aria di chi ha visto la prima cosa bella dopo anni di sofferenza. Com'era bello, anche con quella faccia bastonata e con il broncio. Era bello, bello da morire. E io per lui sarei morto mille volte.

Quella notte:
Mi svegliai all'improvviso verso le tre del mattino. Avevo avuto un incubo, l'ultimo di una lunga serie. Scivolai silenziosamente fuori dal letto, avviandomi verso il bagno. Aprii l'acqua e la guardai scorrere per un po', prima di schizzarmela in faccia. Mi asciugai il volto in un asciugamano e rimasi immobile per un po' di tempo. Avevo avuto abbastanza incubi di recente, ma di solito non mi svegliavo mai nel cuore della notte, con la sensazione che qualcosa di terribile stesse per accadere. Tornai in salotto e mi sedetti sul letto, cercando di scacciar via l'angoscia. Misi la faccia tra le mani e scossi la testa un paio di volte, prima di calmarmi e mettermi a guardare il muro davanti a me. Stavo per addormentarmi, quando sentii due braccia cingermi i fianchi. Sussultai e mi girai di scatto, trovando il viso di Synyster a pochi centimetri dal mio.
"Ciao" sussurrò lui, chiudendo gli occhi.
"C-ciao" balbettai io, deglutendo.
"Hai avuto un incubo?" mi chiese, indicando il bagno con la testa. Annuii e guardai in basso.
"Ora è tutto passato, però" mormorai a mo' di scusa. Lui aprì gli occhi e mi guardò dubbioso.
"Sicuro?"
"Sicurissimo" mi affrettai a rispondere. Synyster mi squadrò qualche secondo, poi esitò un attimo.
"Se ci fosse qualcosa che non andasse... me lo diresti, vero?" chiese con la voce soffocata dalla mia spalla. 'Povero, caro Syn. Ti sto davvero facendo preoccupare molto, vero?' pensai. Annuii e mi voltai a guardarlo.
"Saresti la prima persona a saperlo" dissi. Lui sorrise annuendo e disse che per lui era lo stesso. Sorrisi dal profondo del cuore e gli sfiorai la guancia con un bacio.
"Ora è meglio che torni a dormire, però" sussurrai, alzando le lenzuola e stendendomi nella mia parte.
"Mmmhh" mormorò lui, lasciandomi andare. "La prossima volta, sveglia anche me" disse con aria seria. Lo guardai stupito, ma poi annuii. Lui parve contento della cosa e mi sorrise.
"Buonanotte allora" esclamò.
"Buonanotte".
Piombai in un sonno agitato e senza sogni, da cui emersi solo verso le cinque. Sentivo che qualcuno era accanto a me, ma ero troppo intontito per pensare a Syn. Pensai invece che fosse qualche ragazza, una di quelle che Matt si portava a casa la sera per i pochi giorni in cui avevamo abitato insieme. Mi spaventai e cercai di far funzionare la memoria, mentre un paio di labbra fine mi sfiorava il collo. Dire che non mi ricordavo niente e che andai nel panico più nero è niente. Mi scaraventai giù dal letto, andando a sbattere contro un tavolo. Alzai lo sguardo verso il letto e vidi Synyster che mi guardava con occhi sgranati. Lo fissai col cuore che batteva a mille per almeno venti secondi, poi deglutii. Lui sembrava imbarazzato, probabilmente non si aspettava una reazione del genere. Restai sdraiato contro il muro col sudore che mi correva lungo il volto e le tempie che mi pulsavano per due minuti buoni, poi mi alzai lentamente in piedi e mi avviai verso la mia camera. Ero scioccato. Nel chiudermi la porta alle spalle, cominciai a tremare. Avevo appena rifiutato Synyster Gates, l'amore della mia vita. Avevo appena buttato al cesso l'unica possibilità che avevo di sfiorare di nuovo le sue labbra perfette, di poterlo abbracciare e baciarlo sulla pelle nuda. Affondai la faccia nel cuscino e cercai di trattenere le lacrime, mentre il mio cuore si spezzava in mille pezzi. 'Sei uno scemo, Arin, uno scemo' mi ripetei. 'Questo non solo non ti farà avvicinare a lui, ma potrebbe anche danneggiare la vostra amicizia! Sei solo un povero idiota'. Strinsi forte il cuscino e vi soffocai i singhiozzi, mentre le lacrime scendevano copiose. 'Non avrò mai un'altra possibilità..' pensai, tremando.
"Sono un idiota..." mormorai tra i denti.
"No, non lo sei affatto" ribatté una voce accanto a me. Alzai lo sguardo, e notai che accanto a me c'era Synyster. "Sono io l'idiota, qui" continuò dolcemente, accarezzandomi la gamba. "Ho forzato le cose, mi dispiace" sussurrò. Mi morsi il labbro e guardai in basso, trattenendo le lacrime. Lui non capiva. Non capiva che lo amavo con tutto me stesso. Pensava solo che non avessi voglia di baciarlo, ecco tutto. Maledizione. Maledizione, maledizione, maledizione. Avrei dovuto diglielo, parlargli. Urlargli in faccia che si sbagliava, che io desideravo baciarlo più di ogni altra cosa al mondo, che lo amavo con ogni fibra del mio corpo. Però non ci riuscii. Fissai il pavimento finché lui non se ne andò, un paio d'ore dopo. E quando sentii la porta socchiudersi, per la prima volta in vita mia ebbi veramente paura.
   
 
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