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Autore: Pwhore    18/08/2011    1 recensioni
Arin ha 22 anni, è un batterista e suona con gli Avenged Sevenfold. Il suo migliore amico è Synyster Gates, chitarrista della stessa band.
Synyster ha problemi con la ragazza, Cassidy, e quando viene buttato fuori di casa per colpa di Arin, viene a stare da lui. All'inizio va tutto a gonfie vele, ma man mano che le ore passano, il giovane batterista si accorge che i suoi sentimenti per l'amico stanno cambiando. Spaventato, deve fare una scelta: sarebbe stato meglio confidare al ragazzo i suoi nuovi sentimenti e mettere a repentaglio la loro amicizia, o continuare a comportarsi come se niente fosse, sopprimendo i propri sentimenti, ma senza dover temere un distacco?
Genere: Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Syn mi guardò, senza muoversi, per qualche minuto. Aveva un'aria stanca ma felice, e probabilmente l'unica cosa che voleva fare era dormire. Improvvisamente capii che stava aspettando il mio permesso per salire sul divano, dato che pensava che forse non volessi più che ci salisse. Sorrisi e diedi un paio di pacche al materasso accanto a me, invitandolo a sedersi. Lui sorrise e mi raggiunse, accomodandosi a qualche passo da me. Improvvisamente, il sonno si fece sentire. Sbadigliai e alzai le coperte, fiondandomici sotto. Le mie preoccupazioni inutili mi avevano stancato da morire, e quindi scivolai velocemente in un sonno tranquillo e senza pensieri. Mi svegliai verso le due, con la faccia illuminata dal sole. Mi riparai il volto con una mano e borbottai qualcosa, poi mi girai, intenzionato a dormire un altro po'. Improvvisamente mi accorsi che quello che stavo stringendo non era un cuscino, ma Synyster. Sgranai gli occhi, chiedendomi come avessi trovato il coraggio di abbracciarlo mentre era a letto. Mi guardai attorno, e notai che il braccio di Syn mi circondava il collo, per poi ricadere sulla mia spalla. Arrossii, intuendo che non ero stato io ad abbracciarlo, ma il contrario. Feci scorrere la mano sul petto di Syn, piano e delicatamente, memorizzandone la morbidezza. Lasciai ricadere la mia mano sul suo fianco, e poi la riportai vicino alla mia faccia, come a nascondere la carezza. Speravo solo che non se ne fosse accorto, o sarebbe stato imbarazzante da spiegare. Sorrisi, appoggiando la testa contro il suo torace, molto più grande del mio. In effetti, ero abbastanza minuto. Non ero altissimo e neanche muscoloso, ma del resto non facevo mai a botte e lo sport non era mai stato il mio forte. Synyster, invece, era più grande di me. Le sue braccia erano forti e possenti, e il suo fisico enorme rispetto al mio. Facevo un po' ridere, quando lo abbracciavo. Era come se un gatto abbracciasse un San Bernardo. Buffo. Sorrisi, chiudendo nuovamente gli occhi. Non volevo che quel momento finisse. Synyster POV: Vedere che Arin non se l'era presa e mi lasciava dormire con lui era fantastico. Temevo si fosse incazzato da morire, che mi avrebbe buttato fuori da casa sua senza esitazione. Invece no. Questo mi fece pensare a che persona straordinaria avessi davanti; capace di perdonare, aiutare e confortare. Beata chi se lo sposa. Mi avvicinai al letto con un enorme sorriso stampato sulla faccia, ma decisi di non abusare della sua gentilezza, e mi sedetti a tre quattro passi da lui. Era visibilmente spompato, e infatti si addormentò pochi secondi dopo. Io, invece, di sonno non ne avevo più. Mi sdraiai sul letto e guardai il soffitto, in cerca di ragnatele. L'appartamento di Arin era davvero pulito, in realtà, quindi non trovai proprio un bel niente. Mi voltai verso di lui e lo guardai respirare per un po'. Il suo fisico minuto sembrava davvero fragile quando dormiva. Probabilmente non voleva lasciarlo a vedere, ma c'era qualcosa che lo preoccupava. Sospirai. Vederlo giù di morale mi dispiaceva, ma il gesto dell'altra notte era stato qualcosa che non avevo potuto evitare. Sembrava di una dolcezza infinita quando dormiva. Per un secondo, avevo sentito l'impulso di baciarlo, abbracciarlo, stringerlo come se fosse mio. Avevo provato quella sensazione un paio di altre volte, ma l'avevo ignorata. Non potevo innamorarmi di lui. Sarebbe stata la fine della nostra amicizia. Eppure, in quegli attimi, non mi era importato nulla della nostra amicizia. L'unica cosa che avevo voluto era che Arin fosse mio, mio e solo mio. Mi imbarazzava pensarci, perché probabilmente lui non pensava a cose di questo genere, ma non potevo evitarlo. Era di una carineria assurda, perfino col viso rigato di lacrime e i capelli scompigliati. Chissà se se ne rendeva conto o se pensava di esser brutto. Se avesse chiesto a me, probabilmente gli avrei detto che era la cosa più carina che avessi mai visto, e lui sarebbe scoppiato a ridere, dicendomi di smettere di scherzare. In effetti, Arin era timido, ma con me si era aperto velocemente. Con Matt, invece, c'erano voluti mesi. Scrollai le spalle. Evidentemente dovevo essere un tipo simpatico o rassicurante, uno di quelli che sai non ti tradiranno mai. Sorrisi al pensiero che Arin pensasse qualcosa del genere di me, e mi stesi accanto lui. Chissene frega se mi avrebbe odiato, in quel momento era così dannatamente carino che lo volevo tutto per me.
   
 
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