Rimasero così, avvolti
l’uno tra le braccia dell’altro per
parecchi minuti prima che il più giovane decise di prendere
la parola.
“Mello, sono davvero
contento che tutto si sia risolto.
Perché è tutto risolto, vero?”
Domandò entusiasta.
“Certo Matt.”
Disse l’altro accennando un
lieve sorriso per poi alzarsi
dal letto ed avvicinarsi alla finestra che dava sul cortile.
Se Matt avesse potuto, in quel
momento si sarebbe messo a
scodinzolare per mostrare la sua felicità.
Proprio come un cagnolino farebbe al
ritorno del suo amato
padrone.
“A proposito, ti ho sentito
dire prima che hai bisogno di un
aiuto per lo studio. Se vuoi possiamo prepararci insieme
all’esame generale.”
Quando doveva farsi perdonare, Mello
sapeva come fare.
Agli occhi di Matt lui era tutto.
Lo idolatrava, era talmente evidente.
“Parli sul serio Mel?
Grazie!”
Finì alzandosi dal letto
andando ad abbracciarlo.
Il biondo sorrise per un momento a
quella situazione,
costatando che tutto era tornato alla normalità, prima di
scostare da sé l’amico.
“Tutti questi abbracci non
fanno per me.”
Disse poi sedendosi davanti alla
scrivania del rosso,
cercando di fare spazio tra i videogame per posizionare i libri.
Matt gli si avvicinò, un
sorriso sulle labbra ne faceva
risaltare la luce interiore.
Quella luce che solo Mihael gli
provocava.
“Allora, per quale
argomento ti serve una mano?”
Domandò iniziando a
sistemare parecchi libri davanti a lui.
Se aveva bisogno di un aiuto in
qualche materia era certo
che Mello lo avesse aiutato su tutto.
Alla fine lui era il numero due
dell’istituto.
Matt ci pensò un
po’ prima di rispondere.
In realtà era certo di
cosa avesse bisogno ma …
Non ne andava così fiero.
“Ecco, in realtà
… Sull’intero programma di matematica!”
Affermò ridendo per
nascondere l’imbarazzo.
Di tutta risposta il biondo gli
lanciò un’occhiata glaciale
prima di prendere tra le mani il libro della materia interessata.
- -
-
Il pomeriggio passò
velocemente per i due, quasi senza
accorgersi che la cena doveva quasi essere pronta.
Sembrava tornato davvero tutto alla
normalità di sempre.
Matt e Mello scesero per mangiare,
risero e scherzarono
amichevolmente come loro solito.
Linda sembrò pensierosa,
non aveva ancora digerito il modo
sgarbato che il rosso assunse nei suoi confronti quello stesso
pomeriggio, ma
in cuor suo era felice.
Il suo Matt era tornato quello di un
tempo.
E Near …
Bè, Near era tornato ad
essere un’eremita.
Mangiò poco, anzi quasi
nulla, mentre teneva d’occhio
costantemente i due amici senza farsi notare.
Una volta finita la cena Matt decise
di avvicinarsi a Linda,
doveva ancora scusarsi apertamente con lei.
“Ehi Lin, possiamo parlare
un attimo?”
Domandò bloccando la
discussione che la ragazza stava
facendo con le altre compagne.
Quando vide il rosso avvicinarsi il
suo cuore sobbalzò, e
quando lui le rivolse la parola diventò paonazza ed il
battito cardiaco aumentò
freneticamente.
“Ah, ma certo
Matt.”
Lo seguì verso un angolo
della mensa, così da poter rimanere
lontani dalle interruzioni che avrebbero potuto avere, e dai pettegoli.
Pronti a parlare appena ne avevano
l’occasione.
Lui le sorrise prendendole una mano e
portandola alla sua
bocca per baciarne il dorso.
Nessuno aveva mai osato regalarle un
gesto così dolce ed
affettuoso in vita sua.
Era davvero un ragazzo speciale
questo Mail Jeevas.
E il cuore di Linda gli diceva che
era quello giusto.
“Volevo scusarmi per come
mi sono comportato questo
pomeriggio. Ma vedi, Mello … Insomma abbiamo chiarito e tu
sai quanto ci tenevo
quin-“
Non riuscì a finire la
frase che la ragazza posò un dito
sulle labbra del rosso per zittirlo.
“Matt accetto le tue scuse
ma sai … Mi è bastato vedere il
tuo sorriso questa sera per non pensare più
all’accaduto. Sono davvero felice
per te.”
Disse veramente felice abbracciandolo.
-
-
-
Toc Toc
Qualcuno bussò alla porta
dell’albino quella stessa notte.
Ma Nate quella sera non riusciva a
prendere sonno, ed era
andato a fare un giro.
Quella persona bussò
nuovamente, finché decise di entrare
senza aspettare oltre.
Voleva, anzi doveva,
parlargli.
Una volta all’interno
cercò invano il proprietario della
camera.
Sbuffò in segno di
disappunto.
Decise allora di tornare nella
propria stanza, stando
attento a non fare il minimo rumore per i lunghi corridoi.
Se Roger lo avesse trovato in giro di
notte non l’avrebbe di
certo passata liscia.
Una volta entrato in camera
iniziò a sbadigliare.
Aveva sonno, ma il caldo non aiutava.
Si apprestò ad aprire la
finestra facendo così entrare una
leggera brezza che scostava ritmicamente la piccola tenda bianca.
Per casualità vide un
ragazzo che teneva stretto tra le
braccia un peluche che si dirigeva dietro al grande albero di ciliegie.
Ecco
dov’è Near,
pensò.
Non lo credeva il tipo da andarsene
in giro in piena notte.
Sorrise inconsciamente mentre
pensò di raggiungerlo.
Di certo non ci avrebbe messo molto
ad arrivare lì, ma
qualcosa lo bloccò.
I suoi pensieri svanirono di colpo,
senza preavviso, così
come il suo corpo smise di rispondergli.
Era in un completo black out.
Tutto perché vide lui
avvicinarsi all’albino.
Nota
dell’Autrice:
Ok, ho finito anche questo capitolo! Chiedo scusa per il ritardo, ma
abbiate
fede. Come vedete aggiorno ormai ^^ Comunque che dire di questo
capitolo?
Lascio a voi la parola. Come vedete non ho messa la frase finale
“ad effetto”
ma c’è il pezzo finale che un po’ di
suspense la crea no? ^-^ Anche se non
dovrebbe essere difficile inquadrare i personaggi quali siano. Ma ci ho
provato
xD c’è il 50% di possibilità che si
indovini.
Grazie
a tutti
coloro che leggono, ma in particolare a chi ha recensito lo scorso
capitolo:
L_Nael,
HunterKeehl,
ChibyLilla, Vanessa94 ed Hera95 (per aver recensito il primo capitolo)
Un
bacione, Liena
<3