Titolo: Stay
with me.
Personaggio scelto: Hermione Granger
Pairing: Draco/Hermione
Rating: Giallo
Genere: Romantico, sentimentale
Avvertimenti: OOC
NdA: L’inizio della loro relazione è descritta
intenzionalmente ad accenni per
far sì che sia il lettore ad immaginarla come più
gli ispira.
Stay with me.
Tell me the wars you're fighting
Behind the smile you're hiding
All the things I know you want to say
[So
Far Gone – James Blunt]
Se
qualcuno mi avesse visto
in quel momento non avrebbe creduto ai propri occhi.
Hermione Granger che
infrangeva tutte le regole del coprifuoco mettendo in pericolo la sua
brillante
carriera scolastica.
Hermione Granger che si
trovava sdraiata sotto un ragazzo su un comune letto candido, nella
Stanza
delle Necessità.
Anche io facevo fatica a
crederci, in verità.
Tra un bacio e l’altro la mia
mente continuava a frullare pensieri senza sosta ed il mio compagno
sembrò
accorgersene.
« Mi spieghi che diavolo ti
prende, Mezzosangue? »
Disse Draco, fissandomi con
evidente astio e tenendosi sopra al mio corpo solamente con la forza
delle
braccia.
« Possibile che ogni volta
che ci vediamo dobbiamo per forza… »
Mossi una mano in aria,
indicandoci e distogliendo lo sguardo da lui per l’imbarazzo.
« …Fare sesso? Che cosa
vorresti fare? Giocare a Gobbiglie? O preferiresti fare una romantica
passeggiata in riva al lago, magari davanti a tutto il corpo
studentesco in
modo che ci vedano bene ed incomincino a sparlare. Magari facciamo
arrivare la
voce anche ai miei genitori… »
« Non intendevo questo,
Merlino! Perché continui ad attaccarmi senza motivo?
»
Sbottai, togliendomelo di
dosso e mettendomi seduta sul letto, infuriata.
Cosa c’era di male nel fare
un po’ di dialogo in una…relazione, per quanto
bizzarra essa possa essere? Non
mi piaceva pensare a lui, a noi, come ad una coppia legata solamente
dal
piacere fisico.
Avevo voglia di parlare con
lui, di poter liberarmi dal peso opprimente che albergava sul mio cuore
e sul
mio stomaco da quando avevo finalmente capito, da quando la
consapevolezza mi
aveva colpito come un fulmine in pieno giorno, terrorizzandomi in una
maniera
nuova e totalmente sconosciuta.
Fissai ostinatamente il muro
davanti ai miei occhi mentre sentivo sbuffi, imprecazioni e cigolii
dietro il
mio corpo.
Percepii un dito sfiorarmi
piano l'avambraccio, provocandomi dei leggeri brividi che,
però, non mi
ammorbidirono affatto.
« Granger, lo sai che in
questi giorni sono stressato e mi innervosisco per qualunque cosa!
»
Disse, non smettendo di
accarezzarmi con i polpastrelli.
Mi girai verso di lui,
spazientita.
« Invece non lo so, visto che
non parliamo mai! »
Aggrottò la fronte, ma non
rispose.
Sembrava che stesse valutando
la situazione e che potesse trovare tutte le risposte ai suoi problemi
solamente guardandomi negli occhi.
Adoravo il modo in cui, senza
dire una parola e forse senza nemmeno accorgersene, mi faceva sentire
così
completa, come se non ci fosse nulla di cui aver paura, come se non
dovessimo
mai nasconderci.
« E di che cosa vorresti
parlare, sentiamo. »
Proruppe lui, all'improvviso.
Riemersi dalle profondità dei
suoi occhi e cercai un argomento per arrivare al discorso che gli avrei
dovuto
fare.
Mi serviva tutto il coraggio
Grifondoro che avevo a disposizione per affrontare i miei sentimenti.
E forse non sarebbe nemmeno
bastato visto che si trattava di un duello catastrofico tra le mie
emozioni e
la sua freddezza, ma ci avrei comunque tentato.
« Hai detto ai tuoi genitori
che vuoi cancellare il contratto di matrimonio con Astoria Greengass?
»
Lui emise un gemito disperato
e si ridistese con un gran tonfo, mettendosi un braccio sugli occhi.
« Deduco da questa tua
reazione drammatica che la risposta sia negativa. »
Dissi, assottigliando gli
occhi e lasciando che il mio tono di voce suonasse accusatorio e
saccente.
Possibile che non prendesse
mai sul serio la questione? Per tutta risposta ricevetti uno sbuffo da
parte
sua che ancora non aveva avuto il coraggio di abbassare quel dannato
arto ed
affrontarmi.
« Merlino, Draco! Sembra
quasi che non t'importi! »
Mi alzai dal letto ed
incominciai a percorrere la stanza a grandi passi, cercando di sbollire
tutta
la rabbia che mi era montata dentro a velocità sovrumana.
Finalmente ebbi una minima
reazione da parte sua, che lasciò da parte l'indifferenza e
si sedette
scomposto sul letto, guardandomi truce.
« Non farmi la ramanzina come
ad un bambino, Mezzosangue. Non è nemmeno lontanamente
semplice come credi. »
Mi fermai davanti al letto,
gesticolando freneticamente in aria mentre sentivo le guance andarmi a
fuoco per
l'irritazione.
Non pensavo fosse facile, ma
non vedevo il bisogno continuo di nascondersi e di non prendersi le
proprie
responsabilità.
Avevamo deciso insieme di
incominciare quella specie di frequentazione ed, in una di quelle rare
volte in
cui non mi era saltato addosso ancor prima che la porta della Stanza
delle
Necessità si fosse chiusa, avevamo discusso sul fatto del
matrimonio.
Eravamo stati entrambi
d'accordo di incominciare annullando il fidanzamento con Astoria, ma
era
passato quasi un mese e lui non aveva fatto nemmeno un minimo passo per
migliorare il rapporto.
« Sei sempre il solito,
Malfoy! Se qualcuno non smuove la situazione tu non ti esponi! Io sto
nascondendo questa storia ai miei migliori amici ed a tutto il mondo
magico e
tu non riesci nemmeno ad annullare uno stupido patto che ha fatto la
tua
famiglia senza nemmeno ascoltare il tuo volere! Io...io... »
Mi passai una mano tra i
capelli, agitata, sentendoli più crespi ed elettrici del
solito.
La conversazione non doveva
prendere quella piega, non avrebbe dovuto assolutamente farci litigare,
ma
evidentemente era impossibile evitarlo.
Gli diedi la schiena, alzando
gli occhi al cielo per ricacciare indietro le lacrime di rabbia.
Perchè doveva essere tutto
così complicato tra di noi?
All'improvviso due braccia mi
strinsero in una morsa che fece aumentare anche i battiti del mio
cuore.
Come si faceva a litigare con
un ragazzo che ti provocava quelle reazioni così pure e
speciali?
« Troveremo un modo, ho solo
bisogno di tempo. »
Sussurrò, con il respiro che
mi accarezzava la nuca e la voce più soffice e gentile.
Nonostante non avessimo un
rapporto di assoluta compatibilità ed alcune volte avevo la
voglia di
affatturarlo e farlo tacere per sempre, lui riusciva a capirmi, in un
modo
alquanto contorto e assolutamente affascinante. Sapeva quando stavo per
crollare, quando avevo bisogno dei miei spazi, quando mi serviva
solamente un
abbraccio e una rassicurazione sussurrata vicino all'orecchio e quando,
invece,
avevo voglia di passare alcuni momenti con i miei amici.
Mi fece girare verso di lui e
mi diede un lieve bacio sulle labbra.
« Credi davvero che sia
giusto fare tutto questo, Draco? Non pensi mai a come sarebbe
più semplice la
nostra vita senza quest'altro problema a gravarci sulle spalle? Quando
arriverà
la vera guerra dovremmo schierarci in una delle due fazioni e se
prendessimo
parti differenti io sarei costretta a...e davvero, non riuscirei mai...
»
Mi fissò assorto per qualche
istante mentre cercavo di non mostrarmi debole davanti a lui.
Poi mi afferrò per le spalle
e mi strinse al suo petto, in un gesto che fece liberare alcune lacrime
che si
immersero disastrosamente nel tessuto della sua camicia.
« Non credo che il termine
''problema'' possa essere corretto. Non credo sia un problema la nostra
storia,
sai? E nel caso in cui dovessimo trovarci rivali, Granger... »
Mi fece scostare il viso
dalla sua spalla, da cui avevo ascoltato attentamente ogni sua parola e
ne
avevo fatto tesoro nel mio cuore, e lo avvolse con le sue mani bianche
e
sottili.
Osservai i suoi occhi chiari
imprimersi nei miei, attenti a non far trasparire nessuna emozione come
tutto
il suo volto.
« Io non troverei mai il
coraggio di colpirti. Non più, non ora. »
Mi ci volle tutto il mio
intelletto per ricordarmi di respirare e di deglutire.
Gli occhi mi si riempirono
nuovamente di lacrime e sfuggii dal suo sguardo inquisitorio per
posarli sulle
piastrelle scure del pavimento.
Non mi era mai piaciuto farmi
vedere così fragile dalle persone, soprattutto da lui.
Era arrivato il momento di
dirglielo o non l'avrei più fatto.
Con la guerra che portava via
ogni giorno più di una persona e con la morte che soffiava
fredda sul collo di
tutti era giusto poter sfuggire da tutta quella paura e rinchiudersi in
un bel
posto con la persona a cui senti di appartenere.
« Draco, che ne dici se ci
sediamo un po'? »
Proposi, nascondendo gli
occhi lucidi e portandolo sul ciglio del materasso.
Appena seduti ebbi il
coraggio di rialzare lo sguardo e lo vidi con un'espressione confusa in
viso e
le sopracciglia aggrottate.
Presi un bel respiro e pensai
che se avessi preso la sua mano sarebbe stato più facile e
così feci.
La sua era molto più grande
della mia e lui non si premurò di stringermela.
Pareva parecchio agitato e
provai ad immaginare i suoi pensieri in quel momento.
Tradimento,
gravidanza, morte.
Cercai di sorridere per
rassicurarlo, ma quello che ne uscì fuori fu solo una brutta
smorfia.
« E' difficile da dire Draco,
e so che starai immaginando una notizia scandalizzante, ma non
è così. E' solo
una...frase che volevo dirti da tanto tempo ma della quale ero ancora
troppo
incerta e non sapevo se avrei rovinato tutto o meno, così
l'ho tenuta per me.
Però ora tutto è cambiato e...Draco... »
Lui serrò la mascella e vidi
la sua espressione diventare glaciale, insieme ai suoi occhi.
Ritirò la mano dalla mia e si
alzò in piedi procedendo spedito verso la porta.
Rimasi per un momento seduta
su quel letto vuoto, spaventata da quel suo gesto così
esplicito.
Non
voleva ascoltarmi.
« Draco, dove
diamine stai
andando? Draco? Draco! »
Lo afferrai per la manica
della camicia bianca prima che potesse scappare da quella stanza.
Prima che potesse scappare da
me.
Lui volse lo sguardo verso di
me, arrabbiato.
« Mezzosangue, un conto è
baciarsi e dire che andrà tutto bene, un altro
è...Merlino, che cosa ti passa
per la testa? Non devi provarci mai più, Granger, non voglio
che niente di
tutto quello ti esca dalla bocca. »
Restai a fissarlo, sentendolo
quelle parole penetrare dentro la mia pelle e ferirmi sempre di
più.
Sapevo che Draco era un
ragazzo molto introverso e schivo, ma ora stava davvero esagerando.
Aver paura di una semplice
dichiarazione! Rimasi lì, ferma ed in silenzio mentre lui si
calmava e
riprendeva il controllo.
Tolsi la presa, ormai
diventata debole, dal suo braccio, e mi diressi verso il comodino in
legno
vicino al letto, dove avevo lasciato il mio mantello.
Lo afferrai, sentendo ancora
le sue parole rimbombarmi dentro la testa creando un'esplosione di
sentimenti e
pensieri nient'affatto piacevole.
« Granger? »
Mi feci forza e mi voltai
verso di lui, nell'intento di sorpassarlo ed uscire a passo di marcia
fuori da
quella maledetta stanza.
«Adesso sei tu che scappi?
Dov'è il famoso coraggio Grifondoro di cui tanto vi vantate?
»
Mi fermai davanti a lui, i
pugni stretti ed il mantello appoggiato al braccio.
« Sei tu che non vuoi
ascoltarmi ed io non ho più nulla da dirti. »
Lui ritornò a stringere la
mascella, evidentemente sotto pressione.
« E' così, quindi? O si fa a
modo tuo o abbiamo chiuso? »
A quelle parole spalancai la
bocca in una mancanza improvvisa d'aria.
Chiuso?
Pensava davvero che lo avrei lasciato solamente perchè non
voleva sentirmi
parlare di sentimenti? Certo, gli avrei tenuto il broncio per un po' di
giorni
e magari avrebbe aiutato la riappacificazione anche un pacchetto di
cioccolatini, ma lasciarlo? Non si rendeva minimamente conto di cosa
avrebbe
voluto dire per me?
« Non ho intenzione di
rompere la nostra relazione, Draco! »
Lui sgranò per un secondo gli
occhi, come colpito da quell'improvvisa novità.
« E tu non ci dovresti
nemmeno pensare, in verità! C-come diavolo fai a credere che
io ti possa
lasciare solo perchè tu sei un Serpeverde cocciuto che si
ostina a non voler
parlare con me? »
Lui serrò le palpebre, come
se fosse improvvisamente stanco, poi prese un bel respiro e mi
afferrò la mano.
Potevamo essere così perfettamente sbagliati? Come le nostre
mani, che erano
completamente diverse sia per grandezza che per tonalità di
pelle, ma
sembravano così armoniche insieme, come due tasselli dello
stesso, difficile
puzzle.
« Mi è difficile fidarmi
delle persone. »
Sussurrò e sapevo che quella
era la più grande confessione che gli avrei estorto.
Nel suo modo contorto quella
era una scusa per come si era comportato pochi minuti prima e per il
suo essere
sempre così chiuso nel suo mondo.
« Lo so, ma tu dovresti
almeno ascoltarmi. Io ho bisogno di dirtelo e tu hai bisogno di
sentirtelo
dire. Non devi avere paura di quello che potresti provare. »
Mi sembrava un bambino
indifeso, con la testa china ed i capelli biondi a nascondere il suo
viso.
Non volevo vederlo in quello
stato perchè era terribile anche per me. Il mio stomaco si
contorceva
dolorosamente ed io soffrivo insieme a lui.
Il
mio Draco.
Tolsi delicatamente la presa
dalla sua mano e gli afferrai il viso, guardandolo negli occhi.
Quello era uno dei
rari momenti in cui i suoi occhi erano
così puri e magnifici e questo significava che, finalmente,
aveva gettato via
la maschera da Malfoy glaciale e virile per far posto al Draco umano
esattamente come tutti gli altri.
Si erano accesi di una
leggera tonalità di azzurro nell'infinito grigio delle sue
iridi.
Ed erano leggermente lucidi.
Draco Malfoy con gli occhi
lucidi ed io che tremavo per l'intensità di quel momento.
I've found a reason for me
To change who I used to be
A reason to start over new
and the reason is you
[The
reason; Hoobastank]
«Ti
amo. »
Le parole uscirono con più
semplicità del previsto mentre osservavo la sua reazione.
Gli occhi ancora lucidi, le
labbra appena dischiuse, i capelli scomposti e le sue mani che si erano
appoggiate dolcemente sopra le mie, ancora sul suo viso.
« Cambierai idea e quando mi
lascerai sarò ancora più debole ed esposto di
prima. »
Era così flebile il suo tono
di voce che rischiai di non sentirlo nemmeno.
Abbozzai un sorriso, sentendo
gli occhi pizzicare ed un immenso calore espandersi per il tutto il mio
petto.
Mai avrei desiderato un'altra persona al suo posto, mai.
« Non succederà, Draco. Se ti
fiderai di me non ci sarà nulla di cui preoccuparsi.
»
Sembrava indeciso se credermi
o meno e lo vidi scuotere la testa, mentre toglieva delicatamente le
mani dal
suo viso.
« Prima che tu decida se vale
la pena o no di portare avanti questa storia, vorrei raccontarti della
prima
volta che ti vidi per davvero. Era il 27 maggio dello scorso anno.
Stavo
passeggiando in giardino e ti vidi sdraiato nell'erba, vicino alla
riva. Eri
così in pace con il mondo e potevo osservarti senza il tuo
cipiglio di disgusto
sul volto. Non avevo mai visto nulla di così perfetto. Mi
ricordo che quando
incominciammo a vederci io dissi ''contro tutti, ma io voglio
provarci''. Ed ho
combattuto, ho ingannato, ho mentito, solo per noi. Poi tu mi baciasti
sotto il
vischio questo Natale ed io mi sentii così in pace e al
sicuro perchè qualsiasi
cosa fosse successa da quel momento in poi io non avrei più
combattuto da sola,
perchè io avevo te. Non ti sto chiedendo di rispondere allo
stesso modo perchè
so quanto possa essere difficile per te, ma perlomeno accetta quel che
ti sto
dicendo. Comunque vada, Draco, io credo che se ti amo devo lasciarti
libero di
decidere quel che senti sia più giusto. »
Piangevo e quando me ne
accorsi non mi vergognai di mostrare, per una volta, che anche una
Grifondoro
poteva mostrarsi libera di manifestare i suoi sentimenti ad un
Serpeverde.
Lui mi guardò come folgorato,
ma io non abbassai lo sguardo.
Non quella volta, non in un
momento del genere.
« Hermione... »
Risi tra le lacrime a sentir
pronunciare il mio nome da lui.
Suonava così bizzarro.
E
bello.
Poi mi baciò e
fu come essere
ritornati a casa dopo un lungo viaggio in solitudine.
« Credo che potrò sopportare
l'ira dei miei genitori ed anche gli sguardi scandalizzati dei
Serpeverde, ora.
»
Risi, abbracciandolo di
slancio e ispirando il suo profumo di pulito.
« Quando la guerra sarà
finita, Granger, nulla potrà più separarci, sai?
»
Aprì la porta della Stanza
delle Necessità e mi guidò fuori, seguendomi nel
lungo corridoio deserto.
Dovevamo aver fatto davvero
tardi.
« Mi vorrai anche quando avrò
le rughe e non riuscirò più ad alzarmi in piedi
senza aiuto? »
Gli chiesi, arrivati davanti
alla scalinata che l'avrebbe portato nei Sotterranei.
Lui fece finta di pensarci
qualche minuto prima di afferrare la mia mano e lasciare una leggera
carezza ai
miei capelli.
« Credo che sarò anche più
felice di ora, Granger. »
Sorrisi, lasciandogli un
lieve bacio e facendo alcuni passi verso la fine del corridoio dove si
trovava
la scala che portava alla Torre.
« Buonanotte Draco. »
« Buonanotte Mezzosangue. »
Rimasi lì ad ascoltare il
rumore dei suoi passi fin quando non fu troppo lontano.
Sorrisi, camminando senza
alcuna fretta fino alle scale.
Amavo Draco Malfoy ed insieme
avremmo sconfitto anche la morte.
Non
bisogna mai dire ti amo
se non è vero. Ma se è vero bisogna dirlo tante
volte. Le persone dimenticano.
[Jessica; 8 anni]