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Autore: AntheaMalec    18/08/2011    4 recensioni
Sembrava che stesse valutando la situazione e che potesse trovare tutte le risposte ai suoi problemi solamente guardandomi negli occhi.
Adoravo il modo in cui, senza dire una parola e forse senza nemmeno accorgersene, mi faceva sentire così completa, come se non ci fosse nulla di cui aver paura, come se non dovessimo mai nasconderci.
[Storia arrivata quarta al contest "Quel ti amo maledetto" e vincitrice del Premio Dolcezza]
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Hermione Granger | Coppie: Draco/Hermione
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessun contesto
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Titolo: Stay with me.
Personaggio scelto: Hermione Granger
Pairing: Draco/Hermione
Rating: Giallo
Genere: Romantico, sentimentale
Avvertimenti: OOC
NdA: L’inizio della loro relazione è descritta intenzionalmente ad accenni per far sì che sia il lettore ad immaginarla come più gli ispira.

 

 

 

 

Stay with me.

 

 

Tell me the wars you're fighting
Behind the smile you're hiding
All the things I know you want to say

[So Far Gone – James Blunt]

 

 

 

 

Se qualcuno mi avesse visto in quel momento non avrebbe creduto ai propri occhi.
Hermione Granger che infrangeva tutte le regole del coprifuoco mettendo in pericolo la sua brillante carriera scolastica.
Hermione Granger che si trovava sdraiata sotto un ragazzo su un comune letto candido, nella Stanza delle Necessità.
Anche io facevo fatica a crederci, in verità.
Tra un bacio e l’altro la mia mente continuava a frullare pensieri senza sosta ed il mio compagno sembrò accorgersene.
« Mi spieghi che diavolo ti prende, Mezzosangue? »
Disse Draco, fissandomi con evidente astio e tenendosi sopra al mio corpo solamente con la forza delle braccia.
« Possibile che ogni volta che ci vediamo dobbiamo per forza… »
Mossi una mano in aria, indicandoci e distogliendo lo sguardo da lui per l’imbarazzo.
« …Fare sesso? Che cosa vorresti fare? Giocare a Gobbiglie? O preferiresti fare una romantica passeggiata in riva al lago, magari davanti a tutto il corpo studentesco in modo che ci vedano bene ed incomincino a sparlare. Magari facciamo arrivare la voce anche ai miei genitori… »
« Non intendevo questo, Merlino! Perché continui ad attaccarmi senza motivo? »
Sbottai, togliendomelo di dosso e mettendomi seduta sul letto, infuriata.
Cosa c’era di male nel fare un po’ di dialogo in una…relazione, per quanto bizzarra essa possa essere? Non mi piaceva pensare a lui, a noi, come ad una coppia legata solamente dal piacere fisico.
Avevo voglia di parlare con lui, di poter liberarmi dal peso opprimente che albergava sul mio cuore e sul mio stomaco da quando avevo finalmente capito, da quando la consapevolezza mi aveva colpito come un fulmine in pieno giorno, terrorizzandomi in una maniera nuova e totalmente sconosciuta.
Fissai ostinatamente il muro davanti ai miei occhi mentre sentivo sbuffi, imprecazioni e cigolii dietro il mio corpo.
Percepii un dito sfiorarmi piano l'avambraccio, provocandomi dei leggeri brividi che, però, non mi ammorbidirono affatto.
« Granger, lo sai che in questi giorni sono stressato e mi innervosisco per qualunque cosa! »
Disse, non smettendo di accarezzarmi con i polpastrelli.
Mi girai verso di lui, spazientita.
« Invece non lo so, visto che non parliamo mai! »
Aggrottò la fronte, ma non rispose.
Sembrava che stesse valutando la situazione e che potesse trovare tutte le risposte ai suoi problemi solamente guardandomi negli occhi.
Adoravo il modo in cui, senza dire una parola e forse senza nemmeno accorgersene, mi faceva sentire così completa, come se non ci fosse nulla di cui aver paura, come se non dovessimo mai nasconderci.
« E di che cosa vorresti parlare, sentiamo. »
Proruppe lui, all'improvviso.
Riemersi dalle profondità dei suoi occhi e cercai un argomento per arrivare al discorso che gli avrei dovuto fare.
Mi serviva tutto il coraggio Grifondoro che avevo a disposizione per affrontare i miei sentimenti.
E forse non sarebbe nemmeno bastato visto che si trattava di un duello catastrofico tra le mie emozioni e la sua freddezza, ma ci avrei comunque tentato.
« Hai detto ai tuoi genitori che vuoi cancellare il contratto di matrimonio con Astoria Greengass? »
Lui emise un gemito disperato e si ridistese con un gran tonfo, mettendosi un braccio sugli occhi.
« Deduco da questa tua reazione drammatica che la risposta sia negativa. »
Dissi, assottigliando gli occhi e lasciando che il mio tono di voce suonasse accusatorio e saccente.
Possibile che non prendesse mai sul serio la questione? Per tutta risposta ricevetti uno sbuffo da parte sua che ancora non aveva avuto il coraggio di abbassare quel dannato arto ed affrontarmi.
« Merlino, Draco! Sembra quasi che non t'importi! »
Mi alzai dal letto ed incominciai a percorrere la stanza a grandi passi, cercando di sbollire tutta la rabbia che mi era montata dentro a velocità sovrumana.
Finalmente ebbi una minima reazione da parte sua, che lasciò da parte l'indifferenza e si sedette scomposto sul letto, guardandomi truce.
« Non farmi la ramanzina come ad un bambino, Mezzosangue. Non è nemmeno lontanamente semplice come credi. »
Mi fermai davanti al letto, gesticolando freneticamente in aria mentre sentivo le guance andarmi a fuoco per l'irritazione.
Non pensavo fosse facile, ma non vedevo il bisogno continuo di nascondersi e di non prendersi le proprie responsabilità.
Avevamo deciso insieme di incominciare quella specie di frequentazione ed, in una di quelle rare volte in cui non mi era saltato addosso ancor prima che la porta della Stanza delle Necessità si fosse chiusa, avevamo discusso sul fatto del matrimonio.
Eravamo stati entrambi d'accordo di incominciare annullando il fidanzamento con Astoria, ma era passato quasi un mese e lui non aveva fatto nemmeno un minimo passo per migliorare il rapporto.
« Sei sempre il solito, Malfoy! Se qualcuno non smuove la situazione tu non ti esponi! Io sto nascondendo questa storia ai miei migliori amici ed a tutto il mondo magico e tu non riesci nemmeno ad annullare uno stupido patto che ha fatto la tua famiglia senza nemmeno ascoltare il tuo volere! Io...io... »
Mi passai una mano tra i capelli, agitata, sentendoli più crespi ed elettrici del solito.
La conversazione non doveva prendere quella piega, non avrebbe dovuto assolutamente farci litigare, ma evidentemente era impossibile evitarlo.
Gli diedi la schiena, alzando gli occhi al cielo per ricacciare indietro le lacrime di rabbia.
Perchè doveva essere tutto così complicato tra di noi?
All'improvviso due braccia mi strinsero in una morsa che fece aumentare anche i battiti del mio cuore.
Come si faceva a litigare con un ragazzo che ti provocava quelle reazioni così pure e speciali?
« Troveremo un modo, ho solo bisogno di tempo. »
Sussurrò, con il respiro che mi accarezzava la nuca e la voce più soffice e gentile.
Nonostante non avessimo un rapporto di assoluta compatibilità ed alcune volte avevo la voglia di affatturarlo e farlo tacere per sempre, lui riusciva a capirmi, in un modo alquanto contorto e assolutamente affascinante. Sapeva quando stavo per crollare, quando avevo bisogno dei miei spazi, quando mi serviva solamente un abbraccio e una rassicurazione sussurrata vicino all'orecchio e quando, invece, avevo voglia di passare alcuni momenti con i miei amici.
Mi fece girare verso di lui e mi diede un lieve bacio sulle labbra.
« Credi davvero che sia giusto fare tutto questo, Draco? Non pensi mai a come sarebbe più semplice la nostra vita senza quest'altro problema a gravarci sulle spalle? Quando arriverà la vera guerra dovremmo schierarci in una delle due fazioni e se prendessimo parti differenti io sarei costretta a...e davvero, non riuscirei mai... »
Mi fissò assorto per qualche istante mentre cercavo di non mostrarmi debole davanti a lui.
Poi mi afferrò per le spalle e mi strinse al suo petto, in un gesto che fece liberare alcune lacrime che si immersero disastrosamente nel tessuto della sua camicia.
« Non credo che il termine ''problema'' possa essere corretto. Non credo sia un problema la nostra storia, sai? E nel caso in cui dovessimo trovarci rivali, Granger... »
Mi fece scostare il viso dalla sua spalla, da cui avevo ascoltato attentamente ogni sua parola e ne avevo fatto tesoro nel mio cuore, e lo avvolse con le sue mani bianche e sottili.
Osservai i suoi occhi chiari imprimersi nei miei, attenti a non far trasparire nessuna emozione come tutto il suo volto.
« Io non troverei mai il coraggio di colpirti. Non più, non ora. »
Mi ci volle tutto il mio intelletto per ricordarmi di respirare e di deglutire.
Gli occhi mi si riempirono nuovamente di lacrime e sfuggii dal suo sguardo inquisitorio per posarli sulle piastrelle scure del pavimento.
Non mi era mai piaciuto farmi vedere così fragile dalle persone, soprattutto da lui.
Era arrivato il momento di dirglielo o non l'avrei più fatto.
Con la guerra che portava via ogni giorno più di una persona e con la morte che soffiava fredda sul collo di tutti era giusto poter sfuggire da tutta quella paura e rinchiudersi in un bel posto con la persona a cui senti di appartenere.
« Draco, che ne dici se ci sediamo un po'? »
Proposi, nascondendo gli occhi lucidi e portandolo sul ciglio del materasso.
Appena seduti ebbi il coraggio di rialzare lo sguardo e lo vidi con un'espressione confusa in viso e le sopracciglia aggrottate.
Presi un bel respiro e pensai che se avessi preso la sua mano sarebbe stato più facile e così feci.
La sua era molto più grande della mia e lui non si premurò di stringermela.
Pareva parecchio agitato e provai ad immaginare i suoi pensieri in quel momento.

Tradimento, gravidanza, morte.
Cercai di sorridere per rassicurarlo, ma quello che ne uscì fuori fu solo una brutta smorfia.
« E' difficile da dire Draco, e so che starai immaginando una notizia scandalizzante, ma non è così. E' solo una...frase che volevo dirti da tanto tempo ma della quale ero ancora troppo incerta e non sapevo se avrei rovinato tutto o meno, così l'ho tenuta per me. Però ora tutto è cambiato e...Draco... »
Lui serrò la mascella e vidi la sua espressione diventare glaciale, insieme ai suoi occhi.
Ritirò la mano dalla mia e si alzò in piedi procedendo spedito verso la porta.
Rimasi per un momento seduta su quel letto vuoto, spaventata da quel suo gesto così esplicito.

Non voleva ascoltarmi.
« Draco, dove diamine stai andando? Draco? Draco! »
Lo afferrai per la manica della camicia bianca prima che potesse scappare da quella stanza.
Prima che potesse scappare da me.
Lui volse lo sguardo verso di me, arrabbiato.
« Mezzosangue, un conto è baciarsi e dire che andrà tutto bene, un altro è...Merlino, che cosa ti passa per la testa? Non devi provarci mai più, Granger, non voglio che niente di tutto quello ti esca dalla bocca. »
Restai a fissarlo, sentendolo quelle parole penetrare dentro la mia pelle e ferirmi sempre di più.
Sapevo che Draco era un ragazzo molto introverso e schivo, ma ora stava davvero esagerando.
Aver paura di una semplice dichiarazione! Rimasi lì, ferma ed in silenzio mentre lui si calmava e riprendeva il controllo.
Tolsi la presa, ormai diventata debole, dal suo braccio, e mi diressi verso il comodino in legno vicino al letto, dove avevo lasciato il mio mantello.
Lo afferrai, sentendo ancora le sue parole rimbombarmi dentro la testa creando un'esplosione di sentimenti e pensieri nient'affatto piacevole.
« Granger? »
Mi feci forza e mi voltai verso di lui, nell'intento di sorpassarlo ed uscire a passo di marcia fuori da quella maledetta stanza.
«Adesso sei tu che scappi? Dov'è il famoso coraggio Grifondoro di cui tanto vi vantate? »
Mi fermai davanti a lui, i pugni stretti ed il mantello appoggiato al braccio.
« Sei tu che non vuoi ascoltarmi ed io non ho più nulla da dirti. »
Lui ritornò a stringere la mascella, evidentemente sotto pressione.
« E' così, quindi? O si fa a modo tuo o abbiamo chiuso? »
A quelle parole spalancai la bocca in una mancanza improvvisa d'aria.

Chiuso? Pensava davvero che lo avrei lasciato solamente perchè non voleva sentirmi parlare di sentimenti? Certo, gli avrei tenuto il broncio per un po' di giorni e magari avrebbe aiutato la riappacificazione anche un pacchetto di cioccolatini, ma lasciarlo? Non si rendeva minimamente conto di cosa avrebbe voluto dire per me?
« Non ho intenzione di rompere la nostra relazione, Draco! »
Lui sgranò per un secondo gli occhi, come colpito da quell'improvvisa novità.
« E tu non ci dovresti nemmeno pensare, in verità! C-come diavolo fai a credere che io ti possa lasciare solo perchè tu sei un Serpeverde cocciuto che si ostina a non voler parlare con me? »
Lui serrò le palpebre, come se fosse improvvisamente stanco, poi prese un bel respiro e mi afferrò la mano. Potevamo essere così perfettamente sbagliati? Come le nostre mani, che erano completamente diverse sia per grandezza che per tonalità di pelle, ma sembravano così armoniche insieme, come due tasselli dello stesso, difficile puzzle.
« Mi è difficile fidarmi delle persone. »
Sussurrò e sapevo che quella era la più grande confessione che gli avrei estorto.
Nel suo modo contorto quella era una scusa per come si era comportato pochi minuti prima e per il suo essere sempre così chiuso nel suo mondo.
« Lo so, ma tu dovresti almeno ascoltarmi. Io ho bisogno di dirtelo e tu hai bisogno di sentirtelo dire. Non devi avere paura di quello che potresti provare. »
Mi sembrava un bambino indifeso, con la testa china ed i capelli biondi a nascondere il suo viso.
Non volevo vederlo in quello stato perchè era terribile anche per me. Il mio stomaco si contorceva dolorosamente ed io soffrivo insieme a lui.

Il mio Draco.
Tolsi delicatamente la presa dalla sua mano e gli afferrai il viso, guardandolo negli occhi.
Quello era uno  dei rari momenti in cui i suoi occhi erano così puri e magnifici e questo significava che, finalmente, aveva gettato via la maschera da Malfoy glaciale e virile per far posto al Draco umano esattamente come tutti gli altri.  
Si erano accesi di una leggera tonalità di azzurro nell'infinito grigio delle sue iridi.
Ed erano leggermente lucidi.
Draco Malfoy con gli occhi lucidi ed io che tremavo per l'intensità di quel momento.


I've found a reason for me
To change who I used to be
A reason to start over new
and the reason is you

[The reason; Hoobastank]

 

«Ti amo. »
Le parole uscirono con più semplicità del previsto mentre osservavo la sua reazione.
Gli occhi ancora lucidi, le labbra appena dischiuse, i capelli scomposti e le sue mani che si erano appoggiate dolcemente sopra le mie, ancora sul suo viso.
« Cambierai idea e quando mi lascerai sarò ancora più debole ed esposto di prima. »
Era così flebile il suo tono di voce che rischiai di non sentirlo nemmeno.
Abbozzai un sorriso, sentendo gli occhi pizzicare ed un immenso calore espandersi per il tutto il mio petto. Mai avrei desiderato un'altra persona al suo posto, mai.
« Non succederà, Draco. Se ti fiderai di me non ci sarà nulla di cui preoccuparsi. »
Sembrava indeciso se credermi o meno e lo vidi scuotere la testa, mentre toglieva delicatamente le mani dal suo viso.
« Prima che tu decida se vale la pena o no di portare avanti questa storia, vorrei raccontarti della prima volta che ti vidi per davvero. Era il 27 maggio dello scorso anno. Stavo passeggiando in giardino e ti vidi sdraiato nell'erba, vicino alla riva. Eri così in pace con il mondo e potevo osservarti senza il tuo cipiglio di disgusto sul volto. Non avevo mai visto nulla di così perfetto. Mi ricordo che quando incominciammo a vederci io dissi ''contro tutti, ma io voglio provarci''. Ed ho combattuto, ho ingannato, ho mentito, solo per noi. Poi tu mi baciasti sotto il vischio questo Natale ed io mi sentii così in pace e al sicuro perchè qualsiasi cosa fosse successa da quel momento in poi io non avrei più combattuto da sola, perchè io avevo te. Non ti sto chiedendo di rispondere allo stesso modo perchè so quanto possa essere difficile per te, ma perlomeno accetta quel che ti sto dicendo. Comunque vada, Draco, io credo che se ti amo devo lasciarti libero di decidere quel che senti sia più giusto. »
Piangevo e quando me ne accorsi non mi vergognai di mostrare, per una volta, che anche una Grifondoro poteva mostrarsi libera di manifestare i suoi sentimenti ad un Serpeverde.
Lui mi guardò come folgorato, ma io non abbassai lo sguardo.
Non quella volta, non in un momento del genere.
« Hermione... »
Risi tra le lacrime a sentir pronunciare il mio nome da lui.
Suonava così bizzarro.

E bello.
Poi mi baciò e fu come essere ritornati a casa dopo un lungo viaggio in solitudine.
« Credo che potrò sopportare l'ira dei miei genitori ed anche gli sguardi scandalizzati dei Serpeverde, ora. »
Risi, abbracciandolo di slancio e ispirando il suo profumo di pulito.
« Quando la guerra sarà finita, Granger, nulla potrà più separarci, sai? »
Aprì la porta della Stanza delle Necessità e mi guidò fuori, seguendomi nel lungo corridoio deserto.
Dovevamo aver fatto davvero tardi.
« Mi vorrai anche quando avrò le rughe e non riuscirò più ad alzarmi in piedi senza aiuto? »
Gli chiesi, arrivati davanti alla scalinata che l'avrebbe portato nei Sotterranei.
Lui fece finta di pensarci qualche minuto prima di afferrare la mia mano e lasciare una leggera carezza ai miei capelli.
« Credo che sarò anche più felice di ora, Granger. »
Sorrisi, lasciandogli un lieve bacio e facendo alcuni passi verso la fine del corridoio dove si trovava la scala che portava alla Torre.
« Buonanotte Draco. »
« Buonanotte Mezzosangue. »
Rimasi lì ad ascoltare il rumore dei suoi passi fin quando non fu troppo lontano.
Sorrisi, camminando senza alcuna fretta fino alle scale.
Amavo Draco Malfoy ed insieme avremmo sconfitto anche la morte.

 

 

 

Non bisogna mai dire ti amo se non è vero. Ma se è vero bisogna dirlo tante volte. Le persone dimenticano.

[Jessica; 8 anni]

   
 
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