Rieccomi
qui dopo una lunga assenza.. mi scuso con tutti quelli che aspettavano un
aggiornamento più tempestivo ma ho dovuto rimandare la pubblicazione di questo
mio nuovo capitolo per alcuni impegni.. beh.. visto che avete già atteso
abbastanza non mi dilungherò sulle anteprime.. inforcate gli occhiali e
leggete! =)
- Novembre 1958 –
Theeb (Norfolk) –
-Bardak-
E’ ancora molto presto. I primi
raggi di luce cominciano solo ora a filtrare tra le spesse nubi autunnali e
quello dei miei passi è l’unico suono che rompe il silenzio sordo del
serpeggiante vicolo.
Tengo stretto il braccio nella benda
unta di sangue e, zoppicando, arranco sostenendomi solo grazie alle fredde e
umide mura delle casupole affacciate sulla stradina. Respiro. Mi fermo. Lascio
che il mio corpo stanco abbandoni il suo peso alla pietra grigia e sporca che
poco sa del dolore che mi prosciuga le forze e mi mozza il fiato.
Stringo i denti, mordo il labbro
screpolato e reso secco dal freddo pungente, mentre con le ultime forze
rimastemi nelle gambe mi do slancio per alzarmi e sorreggermi.
La spedizione sul pianeta Kreber è
stata bloccata appena in tempo, cinque uomini da soli non ce l’avrebbero mai
fatta, se il re non avesse inviato un ordine immediato di sospensione della
battaglia sarei stato io stesso, in qualità di capo team, a svolgere
un’immediata ritirata. Le mie ferite sono nulla rispetto a quelle di altri miei
compagni, per non parlare di coloro che combattendo coraggiosamente hanno perso
la vita..
- Che Mahal glorifichi la loro
anima.. – mormoro con voce rauca mentre il mio fiato caldo crea una sottile
nuvola di fumo a contatto con l’aria gelida.
Mi guardo attorno. In questa piccola
e sporca città i vicoli e le stradine sono tutti uguali, tutti intrecciati
insieme a formare un complicato labirinto di pietra scura. Sento i ciottoli
della strada scricchiolare sotto ai miei piedi mentre a fatica arranco verso
casa.
Ecco, una scala che porta ad un
cortile.. scendo piano, attento a non far troppo rumore ed un sospiro di
sollievo mi scuote non appena intravedo la scura porta in legno e la debole
luce provenire dai vetri appannati e sporchi.
Mi bastano pochi pugni sordi alla
vecchia porta, un occhio scuro compare attraverso lo spioncino, la palpebra si
abbassa due o tre volte prima che io possa sentire il familiare rumore dei
lucchetti che si aprono. Un cigolio, due o tre spinte, ecco che un sottile
soffio di aria calda mi sfiora gentilmente le guance intorpidite.
Muovo qualche passo fino ad
appoggiarmi all’esile donna che mi sta davanti..
- Bardak! Per l’amor del cielo, come
ti sei ridotto? – ringhio dolorante accasciandomi sulla scomoda e dura sedia
vicino al tavolino..
- Muoviti donna! Mi serve una benda
per il braccio! – dico irritato scostando la pezza ormai fradicia e dalla tinta
cremisi.
Taanipu fa bollire dell’acqua e vi
intinge una garza. Prima di coprirmi la ferita vi spalma un unguento alle erbe,
non so a cosa serva, ma brucia in modo orribile..
- Ma che vuoi fare? Uccidermi? Cosa
mi hai messo sul braccio dannata femmina, an?! –
- Chiudi il becco razza di
scimmione, ti metto questo per disinfettarti.. a meno che tu non voglia perdere
il braccio per una cancrena ti conviene star fermo e buono, pezzo di idiota! –
faccio roteare gli occhi indispettito e mi ribello con poca convinzione al tocco
delicato delle mani di mia moglie sulla ferita, che ora sta pulendo e fasciando
con cura con delle bende disinfettate ed intrise di erbe ricostituenti.
Passano pochi minuti, con l’aiuto di
Taanipu mi sposto nella poltrona vicino al caldo caminetto acceso, dal quale
proviene un piacevole odore di legno ardente accompagnato da un vivace
scoppiettio.
- Chiederò a sua maestà che ti
dispensi dal combattere o dall’intraprendere spedizioni per le prossime due
settimane.. almeno avrai il tempo di rimetterti in sesto e recuperare le
forze.. – comincia mia moglie sedendosi davanti a me e ravvivando di tanto in
tanto le fiamme del fuocherello..
- Non farneticare.. sto benissimo..
tra due giorni ripartiremo alla volta di Kreber per completare la missione con
l’aiuto di altri due team.. Quel farabutto, bastardo di Freezer non gradisce
che gli si tardino a fare le consegne dei pianeti.. inoltre necessitano altri
schiavi nelle cave. – rispondo con voce ferma, lei scuote il capo..
- Tu starai qui caro mio.. se
perdessi la pellaccia in battaglia io e tuo figlio saremmo spacciati..
l’accademia di addestramento costa mille pezzi d’oro al mese.. come credi che
riusciremo a pagarla? Combatti incessantemente ed è da due lune che Freezer non
ti fa vedere un soldo! Figuriamoci se tu morissi.. sarei costretta a mandare
Radish nei campi d’addestramento degli scagnozzi di quella grossa lucertola e
io dovrei chiedere la carità.. –
Sbuffo sonoramente..
- Non dire idiozie, Taanipu.. una
volta che i pianeti saranno stati rivenduti avrò il denaro che mi spetta.. ma
non guadagnerò nulla standomene qui a casa ad oziare.. –
- Bardak, ti supplico ragiona! Hai
un figlio ora, un maschio! Va educato e temprato come si deve perché diventi un
guerriero abile e forte.. devi esserci, sei suo padre.. e devi esserci anche
per me che sono tua moglie! Due settimane di riposo di occorrono per
riprenderti.. dammi retta.. – Taanipu mi passa delicatamente la mano sulla
cicatrice del volto sorridendo..
- Sta qui.. ti riscaldo qualcosa da
mangiare.. –
mi sveglio di botto.. ero così
concentrato sul dolore al braccio da non accorgermi minimamente del potente
morso della fame, e, non appena un fumante piatto di carne in brodo mi si
presenta davanti, senza fare troppi complimenti, mi ci avvento sopra.
- Non credere di avermi comprato con
il cibo, donna.. non rimarrò a riposo per due settimane.. un giorno basterà.. –
lei mi guarda di traverso..
- Vedremo.. –
- SVEGLIA GENTE!!! SVEGLIA! LUNGA
VITA AL RE E ALLA REGINA! –
Un araldo corre veloce ripetendo ad
alta voce questa cantilena, io e mia moglie ci scambiamo uno sguardo
interrogativo, dopodiché lei, alzandosi, si dirige verso la porta seguita
lentamente da me..
- Ma che succede? Cos’è tutto questo
frastuono? –
chiede ferma impalata sull’uscio
rivolta ad una donna intenta a sbattere un impolverato tappeto..
- Ma come? Non lo sapete?
..stanotte, è successo stanotte!! – esclama quella avvicinandosi..
- Cosa..?! Cosa è accaduto stanotte,
buona donna? –
domando con sollecitazione..
- La regina ha partorito un figlio
maschio! Le loro maestà hanno un erede! –
Spalanco gli occhi per lo stupore..
- Dite sul serio? Un maschio..
stanotte?! –
- Certo che dico sul serio! Vegeta
Hyperion Meyers.. così l’hanno chiamato.. – ripete quella, annuendo con
sicurezza..
- Ma.. non sarebbe dovuto nascere
tra una settimana, Bardak? .. –
- Infatti.. beh.. non ha alcuna
importanza.. Taanipu, muoviti! Prepara le nostre cose.. partiamo subito per
Norfolk.. – esclamo ad alta voce rientrando velocemente in casa, seguito da una
non contenta moglie..
- Norfolk!? Tu hai perso la testa!
E’ a quasi quattro ore di viaggio da qui..! E’ mattina presto, le strade
saranno piene di pattuglie di Freezer.. non sarebbe meglio.. –
- Ho detto che noi partiamo adesso!
– le urlo contro scocciato..
- tsk.. almeno prepara il carro.. e
non voglio sentirti lamentare del dolore al braccio! –
- Taci oca..! –
Guardo l’orizzonte, aldilà delle
colline vi è Norfolk, la città dei re, in festa per la nascita del principe..
- Lunga vita al re, alla regina e al
frutto della loro unione.. che Mahal ci conceda un principe giusto e saggio.. –
sospiro.
Novembre 1958 –
Norfolk – Palazzo di Pherya
- Sorahl –
Il suono allegro delle campane si
diffonde in fretta, superando anche le guglie più alte del palazzo.
Suonano a festa, un continuo
ridondare di gioia è il loro canto, che invita tutti, dal nobile allo schiavo,
dal guerriero alla meretrice, a gioire per la nascita del reale infante, figlio
del popolo… eppure..
tutt’intorno al palazzo la gente si
affolla, si accalca, tutti con il viso e la fronte contrita, tutti intenti a
pregare e a supplicare Mahal perché salvi la vita della regina.. la loro amata
Rosicheena.
Quando arrivai qui, poco tempo fa, a
palazzo era un via vai di feste, luci, banchetti, balli in maschera.. la nostra
giovane regina ama il divertimento, ogni occasione era per lei buona per
organizzare un festeggiamento.. sempre. Si festeggiava quando arrivava una
nuova dama; si festeggiava quando una truppa tornava vittoriosa dalla conquista
di un pianeta.. si festeggiava persino dopo la sepoltura di un coraggioso sayan
morto in battaglia.. questa è la corte di Vegeta e Rosicheena.
Il popolo ama la sua briosa e
giovane regina.. una ragazza fin troppo di buon cuore è lei, generosa, saggia
per la sua giovanissima età.. chi avrebbe mai detto che una diciassettenne
appena salita al trono, un così tenero bocciolo, avrebbe saputo gestire conti e
prendere in mano tutti i progetti del nostro grande Paese? Rosicheena, guidata
da Altea, ha imparato in fretta ad amministrare la legge e a risolvere problemi
di tutti i giorni con innata diplomazia e, cosa che ha indotto la gente ad
adorarla, ha subito messo al sicuro la sua dinastia dando al re dapprima una
principessa e, successivamente, un principe.
Sua maestà il re l’ama, ne sono
certa.. o quanto meno la considera una parte di se stesso.. altrimenti non mi
avrebbe chiesto a tutti i costi di salvarle la vita.. una regina può essere
sostituita è questo quello che comunemente si pensa e si dice.
Torno al cospetto della regina, ferma,
apparentemente tranquilla sotto l’effetto di un sedativo che le ho
somministrato per farla riposare.
La pelle pallida non accenna a
riprendere il normale colorito roseo, le labbra sono secche, la fronte
leggermente increspata ed imperlata di sudore.. la tampono ancora un po’ con il
panno caldo, almeno la temperatura sembra risalire..
- Maestà.. maestà potete sentirmi? –
non ottengo alcuna risposta, la
copro affinchè non perda il calore accumulato nel corpo.
Attizzo il fuoco nel camino senza
far rumore..
- Signorina, il principe è stato
lavato, se siete pronta potrete venire a constatare di persona il suo stato di
salute – annuisco e seguo la dama di compagnia nella nursery reale, mandando un
ultimo sguardo alla figura addormentata di Rosicheena.
La piccola stanza è ampiamente
illuminata, mille raggi di sole si riflettono in diverse tonalità per tutta l’area,
riflettendosi sui cristalli colorati incastonati alle pareti.
Al centro della stanza vi è una
culla riccamente decorata, sormontata da un prezioso e sottilissimo velo
azzurro. Mi avvicino cauta, allungando appena il collo per guardarvi dentro.. eccolo..
Prendo tra le mie braccia il neonato
che scalcia e sgambetta con notevole forza. Con la codina mi sfiora il braccio,
sorrido e fisso le sue attente e brillanti pupille nere che mi scrutano avide e
curiose.
- Peso ottimo – dico togliendolo
dalla bilancia..
- Il principe è sano come un pesce,
non ho dubbi che sopravvivrà e passerà il test della forza domani –
Osservo il visetto paffuto ancora
per un attimo..
- Portatelo alla balia perché lo
allatti.. – dico infine passandolo ad una dama..
- E finita la poppata dategli due o
tre gocce di miele.. è tutto.. –
Esco dalla stanza, ricordando
mentalmente le parole del re.. “il piccolo non mi appartiene”..
Voilà..
finito anche questo! Spero di cuore che vi sia piaciuto! Ringrazio tutti quelli
che hanno recensito fin ora per tutti i consigli e gli imput che mi hanno dato J
che
dire.. al prossimo capitolo e recensite numerosi!! =)