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Autore: QuellaCheNonSei    19/08/2011    4 recensioni
Si tratta di una mini ff su un preciso istante della vita di Sana, sebbene non sia stato preso in esame nella storia che tutti conosciamo. Ma ho provato ad immaginarlo io, dandogli una mia interpretazione.
Non vi aggiungo nulla di più, sarebbe come svelarvi la trama della one shot ed ovviamente non è quello che voglio fare! Buona Lettura (:
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Coppie: Sana/Akito
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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L'appuntamento

Si chiedeva se sarebbe bastato quel velo di trucco a coprire quell'altrettanto velo d'emozione, quella fierezza che sarebbe sgorgata volentieri dai suoi occhi, che le sue guance avrebbero successivamente vomitato verso il basso, seguendo leggi di gravità che nemmeno immaginava di poter trattenere in sè.
Avrebbe dovuto essere tre persone, almeno, per poter sopportare tutto quello che stava accadendo nel suo corpo, quello che la notte passata in bianco non le aveva permesso di chiudere occhio, quello che ancora in quel momento sembrava scoppiettare in sè come pop corn in una padella. Così si guardò per l'ennesima volta allo specchio, intravedendo quell'umidità nelle sue iridi color nocciola, le stesse che non avrebbero retto ancora per molto prima di piangere, prima di rovinare tutto il lavoro compiuto dalle sue amiche. Niente estetiste, truccatrici o roba simile. Del resto aveva passato tutta la vita sotto i riflettori, coperta da fondotinta che quasi le faceva perdere la sensibilità, tanto era spesso, tanto era forte. Talmente tanto forte da nascondere il suo viso, quello che alla fin fine aveva utilizzato per vivere nel mondo, in quello stesso mondo che amava e con cui quel giorno si sarebbe definitivamente accoppiata, legata indissolubilmente. Al diavolo le cure riservate alle star, lei quel giorno non lo era. Quel giorno era Rossana, Sana e basta.
A risvegliarla da quel torpore mentale fu una delle sue amiche, le stesse che fremevano e saltellavano ovunque intorno a lei, preparandola, aggiustando ogni minimo particolare, quasi come se ce ne fosse bisogno. E magari era così, ma lei, internamente, sapeva di non riuscire ad averne la necessità. Come poteva no interessarle l'acconciatura o le pieghe dell'abito che non andava assolutamente sgualcito?! Se avesse potuto sarebbe andata a cavallo, avrebbe corso anche nel bel mezzo di una foresta colma di rovi insidiosi pur di arrivare il più in fretta possibile a quell'appuntamento che l'attendeva probabilmente da una vita, che l'aveva aspettata a lungo, che era stato scritto nel loro destino fin da subito, fin da quando i loro pianti avevano squarciato il mondo, dandovisi il benvenuto. Ma bisognava trattenersi, così dicevano, bisognava attendere il momento giusto. Che poi, a dirla in breve, esisteva seriamente un momento giusto? Si trattava di questo? Venivano messi in ballo il giusto e il sbagliato in un simile giorno?! Ma al diavolo!
Mamma, sbrigati! Voglio andare ora, adesso, non posso più aspettare!
Si ridestò dai suoi pensieri quasi come se avesse appena ricevuto un secchio d'acqua gelata in faccia, quasi come se il tempo stesse per scadere e dovesse combatterlo, vincendolo.
Ma che dici, tesoro, manca mezz'ora! Lo sai che è tradizione che la sposa si faccia attendere!
Sbraitò la madre rimproverandola con un misto di irritazione e dolcezza, uniti al nervosismo e l'emozione che solo una madre - soprattutto una donna come lei - riusciva a percepire il giorno del matrimonio della sua bambina.
Ahaha!
Si udì quella risata minacciosa e sarcastica provenire direttamente dal ventre di Sana, volta a sottolineare quanto le parole della madre l'avessero fatta divertire, sgualcendo con quella sola espressione vocale tutto il significato intriso nella precedente affermazione della donna.
Siete tutti impazziti, per caso? Come se io, proprio io, potessi essere un tipo da tradizioni! Forza, scendete, salite in macchina, io ne ho abbastanza!  E tu, cara mamma, mi seguirai. Devo forse ricordarti che devi accompagnarmi all'altare? Coraggio, andiamo, Akito m'aspetta!
Esclamò come un fiume in piena, prendendo per mano le sue amiche e sbattendole senza troppi complimenti fuori dalla porta di casa, per poi saltare in ogni dove - ed era impossibile capire come diavolo facesse, vista la complicazione del vestito - in attesa che la madre l'accontentasse e che si recassero prima del dovuto in Chiesa. Non era chiaro cosa sarebbe accaduto una volta arrivati; proprio quando nessuno avrebbe potuto immaginarlo, ma ciò che era lampante per ogni persona che era stato in contatto con la ragazza fino a quel momento era che - sebbene quello fosse il giorno del suo matrimonio con Akito - lei non sarebbe mai cambiata, mai. Era pur sempre Sana, cosa ci si poteva aspettare da una così?!








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Oh, era da molto che non scrivevo su di lei; ed è un piacere averlo fatto, sebbene io non sia molto convinta del risultato. In ogni caso, lascerò che siate voi a giudicare.
Ringrazio sin da ora chi leggerà questa mini ff, mandando un grosso abbraccio a MusicDanceRomance, che grazie alle sue recensioni e ai suoi commenti mi fa sempre nascere un grande sorriso sulle labbra. E quanto è importante sorridere al giorno d'oggi?!
A presto,
QuellaCheNonSei.

   
 
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