Titolo: 27 Marzo. Buon
compleanno, Rose.
Personaggio scelto: Rose Weasley
Pairing: Rose/Scorpius
Rating: Verde
Genere: Romantico
Avvertimenti: One-shot
NdA: Non mi piace per niente questa cosa, non so da dove sia uscita
fuori,
però, mi dispiace cestinarla: è comunque una mia
creaturina!
A parte questo, non
c’è niente da specificare.
Ah sì. Gatto
è il gatto di Rose e Scorp ** tenero, vero?
-E’ mezzanotte, Rose. Auguri!
-Grazie.
-Soffia sulla candela ed esprimi un
desiderio.
-Uno solo.
-Sì, uno solo.
-Perché?
-Perché ne vuoi di più?
-Perché io lo griderei al mondo intero,
Al…
TI AMO, Scorpius Hyperion Malfoy.
-Sei solo ubriaca, Rose. Soffia e smettila
di ridere.
Sorrisi,
ripensandoci.
Mi
tornava in
mente, ogni anno, la scena delle notti prima del mio compleanno. Una in
particolare, apriva la danza dei miei ricordi.
Una
scena che, tra
l’altro, avevo ricostruito con qualche difficoltà
e con particolari che mi
aveva fornito Al.
Ero
da poco
rientrata a casa, perciò trovai il caos a regnare sovrano
tra quelle quattro
mura.
Rimboccai
le
maniche e cominciai a sistemare, raccogliendo da terra i peluches che
Gatto
aveva tirato dalle mensole.
Quello, per me, era un giorno speciale,
perché, finalmente, avrei compiuto sedici anni.
Non che le cose sarebbero cambiate…
semplicemente, ero io che mi sentivo più grande.
-Buongiorno.- dissi, entrando in cucina.
Papà voltò il viso altrove,
senza degnarmi
di uno sguardo, mentre mamma, una volta che le fui vicina, mi
baciò una tempia.
-Auguri.
-Grazie.- sorrisi.
Era strano essere a casa il 27 Marzo, ma,
chissà come, i miei genitori erano riusciti ad ottenere un
permesso speciale.
Lo stesso aveva fatto zio Harry per Albus.
Questo era il lato bello dell’essere
figli
di uno o due Auror, a seconda.
Mi sedetti e mangiai in silenzio la mia
colazione.
Continuavo a fissare papà che,
ovviamente,
guardava altrove.
Rubai le briciole dal tavolo e barcollai
vistosamente quando cercai di rialzarmi.
-Sei ancora ubriaca, Rosie?- chiese
dolcemente mamma.
-Credo di sì.
Papà sbuffò e posò
il suo sguardo sul
giornale.
Non riuscivo a capire perché tenesse
quel
comportamento strano, ma decisi di ignorarlo visto che, spesso e
volentieri, sembrava
una donna in menopausa.
O, probabilmente, qualche Nargillo gli aveva
confuso le idee ed ora chissà solo quale aspetto mostruoso
mi vedeva.
Tornai a letto, dopo essere inciampata
parecchie volte nei passi ed aver rischiato di rompermi le dita dei
piedi contro
lo spigolo della porta.
Poggiai la testa sul cuscino con forza, con
il risultato che, all’interno, sembrava esserci una banda al
completo di trombe
e tamburi.
Sistemai
la torta
sul tavolo e cominciai a tagliarla, esattamente al centro, con un filo
di
cotone, come avevo letto in qualche libro di cucina.
Terminata
l’operazione, poggiai la parte superiore del pan di spagna su
un altro vassoio
e cominciai a spalmare la crema.
Cosparsi
la
superficie morbida di golose gocce di cioccolata, poi, Scorpius ne
rubò
qualcuna con il dito che, prima posò sul mio naso e poi
assaggiò.
-Buona.
E’ magica?
-No,
è opera delle
mie mani.- dissi, agitando le dita sottili.
Sorrise
e andò via,
non dopo avermi dato un bacio a stampo ed avermene mandato un altro con
la
mano, appena sull’uscio della porta.
Posai
la parte
superiore del pan di spagna sopra quella su cui avevo appena lavorato,
poi,
cercai di far aderire la glassa al dolce.
Il
rosso dello
zucchero si stese a disegnare un cerchio perfetto, alto qualche
centimetro in
più e sorrisi vittoriosa di fronte alla torta più
bella che avessi mai fatto.
Disegnai,
intorno
al bordo, i fiocchi con la panna montata e riposi tutto in frigo.
Sentii
qualcuno che mi scrollava dolcemente. –Rose.
Rosie… svegliati: è ora!
-No, mamma, lasciami dormire ancora un
po’.
-Tra poco arriveranno tutti.
-Mamma…- mi lamentai.
-Su.
A malincuore, poggiai i piedi sul pavimento
e andai in bagno.
Il mal di testa era ancora lì,
perciò,
decisi che, se avessi voluto essere presentabile, avrei dovuto
rilassarmi:
riempii la vasca e mi immersi nell’acqua calda fino alle
spalle.
Sentivo i muscoli rilassarsi e mi beai di
quella sensazione.
Poi, richiamata più volte da mamma,
tornai
in camera mia, in accappatoio e cominciai a vestirmi.
Odiavo i miei capelli, perché erano
uguali a
quelli di mamma ed erano indomabili. –Ti prego.- le dissi,
piagnucolando.
–Sistemali.
Prese la bacchetta e pronunciò qualcosa
sottovoce.
Mi guardai allo specchio e vidi i miei
capelli trasformati in ricci finalmente normali e ordinati.
-Grazie.
Quando rimasi sola, indossai un jeans e un
maglione bianco a collo alto.
Poi, uscii e cercai di andare verso la
cucina. –Hey, Rose, auguri. Sorridi alla telecamera.
-Hugo, lasciami passare. Togliti.
Voltò l’obiettivo della
telecamera verso di
lui. –Ha solo sedici anni, ma sembra più vecchia
di nonna Molly
-Tanti
auguriii.
-Grazie
mamma,
papà, Hugo…
-Quanto
sei
cresciuta, Rosie.
-Hey,
ho un regalo
per te.
-Davvero?
-Già…
-Che
non sia
qualcuno di quei tuoi animaletti schifosi, Hugo…
-No,
ma è molto più
imbarazzante.- tutti tacemmo. –Non per te, almeno.- si
affrettò a specificare.
-D’accordo.
Cos’è?
-Ho
bisogno di un
lettore DVD.
-E’
in salone.
Venite.- dissi, invitando mamma e papà ad accomodarsi.
Hugo
era già
intento ad avviare, perciò mi sedetti comodamente.
-Buon
compleanno,
Rosie.- la voce di mamma sembrava distorta attraverso la televisione e
la
rividi bellissima, con qualche anno in meno. –Ron, sbrigati,
dai gli auguri a
Rose.
-No.-
disse, scontroso.
-Perché
papà?- la
voce di Hugo. La voce di Hugo quando era ancora un bambino.
-Rose
ha dichiarato
il suo amore ad un altro e tuo padre è molto arrabbiato. Non
dargli retta,
Rose: hai fatto un’ottima scelta.- disse bisbigliando contro
la telecamera,
come se fossi davvero io.
Guardai
la data
segnata sotto le immagini che scorrevano: era il giorno del mio
sedicesimo
compleanno e un’altra valanga di ricordi mi
investì.
-Sì,
proprio così.-
la voce di papà mi riportò alla
realtà. –L’ha urlato, ieri sera.
-E
tu l’hai
spiata.- Hugo inquadrò mamma mentre asciugava i piatti.
-Ti
sbagli, sono
casualmente passato di lì mentre lo diceva.
-Smettila,
Ron.
Mi
sembrava di essere
in un film, uno di quei film in cui si ritrovano le vecchie cassette
che
contengono i ricordi più belli dell’infanzia di
una bambina.
-E,
comunque, buon
compleanno.
Sullo
schermo
apparve, in primo piano, il viso imbronciato di papà.
Sentii
gli occhi riempirsi
di lacrime e guardai Hugo. –Perché solo adesso?
-Non
ricordavo dove
fosse e, oggi, l’ho trovato. Forse, è
perché non sapevo cos’altro regalarti.
-Già…-
dissi,
malinconica. Guardai papà che aveva gli occhi lucidi, forse
più dei miei e
sorrisi. –Amo anche te.
-Oh,
Rose, sapessi
quanto mi sono arrabbiato!
-Lo
ricordo bene,
papà!
-Vieni
qui, fatti
abbracciare.
Lo
strinsi forte e
restammo così per un bel po’, fino a che
all’abbraccio non si unirono mamma e
Hugo. A quel punto, avrei voluto avere braccia tanto grandi da poterli
stringere tutti.
-Un
po’ di torta?-
chiesi, per alleviare l’emozione che sentivo.
-Sì.
Un’ora
dopo ero
sola, in attesa che Scorpius tornasse.
Mi
aveva avvisato
che avrebbe dovuto lavorare e che non era stato possibile avere la
serata
libera, ma decisi di ugualmente di aspettarlo, mentre un altro ricordo
prese
vita davanti ai miei occhi.
-Weasley?
-Che vuoi, Malfoy?
-Albus mi ha detto che è stato il tuo
compleanno e mi ha rotto i coglioni perché ti facessi gli
auguri, quindi… auguri.
Rimasi sorpresa da quel gesto, anche se fatto,
probabilmente, sotto minaccia di Albus. –Grazie.
-E’ stato sempre lì a dirmi
“Fai gli auguri
a Rose, falle gli auguri”, fino a che non mi sono deciso. Non
riuscivo più a
sopportarlo.
-Beh, ora l’hai fatto, anche se non credo
ad
una sola parola. Perciò, saluta Al con la manina.- dissi,
mostrandogli come si
faceva, come avrei fatto con un bambino.
Ovviamente, Al aveva assistito alla scena.
-Ciao Weasley.
-Malfoy.- dissi, accompagnando il saluto con
un cenno del capo.
Poi, mi incamminai per andare verso la
biblioteca per studiare in santa pace.
Quando aprii le porte, fui eternamente grata
a Godric, visto che ero sola..
Una biblioteca immensa, scaffali stracolmi
di libri e, almeno finché non fosse arrivato qualcuno,
sarebbero stati tutti
miei.
I miei sogni svanirono
come castelli di sabbia accarezzati dal mare nel momento in cui sentii
la
pesante porta di legno girare sui cardini consumati dal tempo e
richiudersi.
-Weasley?
-Cosa vuoi, Malfoy?
Perché devi sempre rovinare i miei momenti di trionfo?
-Perché, prima, non ti
ho detto tutto.
-Dimmelo e va via.
Veloce.- dissi, continuando a guardarmi intorno.
-Preferirei che mi
guardassi.
Mi voltai con una
lentezza estenuante. Il tutto doveva dare l’impressione che
io stessi cercando
di trattenere il fastidio che provavo, mentre in realtà,
cercavo solo di far
stemperare l’imbarazzo dalle guance. –Dimmi.-
dissi, con un sorriso finto.
-Prima… prima…
insomma, non ti ho raccontato proprio la verità.
-Non m’importa se
Albus ti abbia chiesto gentilmente o meno di farmi gli auguri,
perciò…
-Non è solo questo.
-E allora cos’è?-
chiesi, con aria annoiata.
Ovviamente, ero
interessata a quello che aveva da dire. Forse fin troppo.
-Albus non mi ha
chiesto niente.
-No?
-No.
-E allora perché mi
hai fatto gli auguri?
-Perché mi andava.
-Va bene, hai detto
quello che volevi, ora vai…- cominciai ad avanzare tra i
corridoi creati dagli
scaffali.
-Mi ha detto quello
che provi per me.- mi bloccai, con lo sguardo inchiodato al pavimento.
Era arrivato il
momento che avevo temuto per tanto tempo, il momento in cui non avrei
saputo
cosa fare.
Feci ricorso a tutta
la mia indole Grifondoro e mi voltai a guardarlo negli occhi.
–E allora?
-Voglio sapere se è
vero.
-Se fosse?
-Voglio saperlo.
-Sì.
-D’accordo.- si voltò
in direzione della porta, poi tornò a guardarmi.
–E… ho un regalo per te.
-Non lo voglio.
-Te lo darò lo stesso.
-No, grazie: mamma mi
ha detto che non si accettano regali da uno sconosciuto.
Si avvicinò
lentamente e posò le sue labbra sulle
mie.
Sentii un vorticare di
farfalle nello stomaco che mi impedivano anche di respirare.
Rimasi immobile, pur
se con la tremenda paura di morire a causa della mancanza di ossigeno,
ma, a
quel punto, sarebbe anche potuto tornare il Signore Oscuro, avrebbe potuto puntarmi la
sua bacchetta
dritta in mezzo alla fronte e porre fine alla mia vita con il suo Avada
Kedavra.
Quando si staccò, mi
sembrò che i miei piedi toccassero di nuovo la terra- anche
se in realtà non si
erano mai staccati dal suolo.
-Buon compleanno,
Weasley.
-Grazie.- per la prima
volta, gli regalai il mio sorriso. Quello vero.
-Ti amo anche io.
Poi, andò via.
Erano
trascorsi
otto anni da quella sera e Scorpius era diventato quello che nessuno
dei due
pensassimo potesse essere: un amico, un fidanzato e, con il tempo, era
diventato anche un uomo e un marito perfetto.
Pensai
al fatto
che, in tanti anni, mai dalle mie labbra era uscito un “ti
amo”, ma lui si era
fatto bastare il mio silenzio e la certezza che lo amassi davvero,
alimentata ovviamente
dalle dimostrazioni che ne erano seguite.
Raccolsi
con il
cucchiaino un altro pezzo di torta e lo mangiai come se fosse la cosa
più
noiosa da fare…
Poi,
sentii la
porta cigolare e mi voltai: un enorme fascio di rose rosse copriva la
visuale.
-Tu
devi essere
pazzo…
-Lo
credo anche
io.- disse, rivolgendomi il suo sorriso più dolce.
-Già..
Posò
i fuori
sull’enorme tavolo di vetro e prese dalla torta una manciata
di crema. Me la
spalmò sulle labbra, poi, sorrise ancora.
-Buon
compleanno,
amore.- mi baciò, portando con sé la crema dalle
mie labbra, per lasciarmi il
suo sapore che era infinite volte più dolce.
-Grazie.
-Ho
un regalo per
te.
-Ma
Scorpius, dai…
-Non
sono più un
estraneo, giusto?
-Giusto.
-Allora
chiudi gli
occhi.
-Aspetta…
prima,
devo dirti una cosa.
-D’accordo.
-Ti
amo.
-Ti
amo anche io.
Poi, mi persi di
nuovo in quei ricordi, tra quei sapori e quegli odori che sarebbero
rimasti lì,
sempre uguali, perché Scorpius, con il suo amore, non
avrebbe mai permesso che
invecchiassero.
Giudizio
della GIUDICIA:
Grammatica: 9.98/10
Stile: 10/10
Originalità della trama: 10/10
Caratterizzazione: 8.5/10
Gradimento personale: 5/5
Totale:
43.48/45
Grammatica:
Non ho trovato particolari errori e la tua grammatica era buona! Ho
tolto solo
uno 0.01 per il trattino attaccato ai dialoghi (si mette lo spazio), e
un altro
0.01 per una minuscola che doveva essere maiuscola dopo i tre puntini
sospensivi (“cambiate… semplicemente”)
Stile:
Lo stile mi è piaciuto molto e per questo hai avuto il
massimo. Mi è piaciuta
molto l’idea dei ricordi :)
Originalità
della trama:
Ho trovato la tua storia molto, molto, originale. Sarà la
nuova generazione, ma
l’idea che hai avuto mi è piaciuta molto :)
Caratterizzazione:
E qui, purtroppo, hai perso 1.5 punti. Non perché hai usato
la nuova
generazione, non la discrimino, ma perché proprio
perché l’hai usata, a mio
parere, dovevi descrivere un po’ i personaggi e farmi capire
la loro
personalità. Per Rose era intuibile, ma non ho capito bene
Scorpius. Ron,
invece, era perfetto! Ah, Gatto è dolcissimo xD
Gradimento personale:
Anche se la caratterizzazione ti ha fatto perdere punti, quella
è una categoria
a parte. La tua storia mi è piaciuta davvero tanto, il
regalo di Hugo mi ha
commossa e l’idea era magnifica. Brava :)
Angolo
Autrice:
Sono tornata e sono fierissima
del risultato di questa
storia.
Il decimo posto non
è affatto importante quando si riceve
un punteggio del genere.
E’ stata una shot
scritta d’impulso, in meno di mezz’ora
e non credevo potesse arrivare a tanto.
Per questo, ringrazio bell25_
e il suo giudizio.
E lascio
l’arduo compito ai posteri, cioè a voi, di farmi
sapere se questa storia vi piace oppure no.