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Autore: LoryFoxie    19/08/2011    1 recensioni
Ether e la sorella sono due principesse del regno di Ezriel.
Da quando il padre parte per la guerra, la sorella maggiore non si da più pace, immergendosi sempre di più nello studio della magia oscura, Alla fine della guerra, ricevuta la notizia della morte del re, decide di andarsene.
Ether non può fare molto, e rimane a "badare" al regno, nella speranza che lei torni prima o poi.
Tre anni dopo sua sorella ritorna, ma non sembra intenzionata a restare... è così che lei decide di seguirla.
Come andrà a finire?
Genere: Fantasy, Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Lenti, camminiamo verso le macerie di quella che una volta era una splendita e segreta città.
Aeth tiene in braccio il corpo di Lucas, mentre io e Helen gli camminiamo dietro, tenendoci per mano.
Sento che il mio cuore non ha ancora accettato l'idea che lui sia morto e mai lo farà.
All'entrata di Jerela veniamo accolti come eroi nonostante la vista del corpo senza vita dello gnomo provochi sguardi tristi.
Camminiamo, sempre più circondati da gnomi che arrivano da ogni parte della città, fino a raggiungere il centro di essa.
I frammenti del cristallo sono stati spostati, e al centro non vi è nulla, se non la folla.
Vedo Marie, vedo il suo sguardo passare dal felice al cadaverico, quando i suoi occhi incontrano quelli chiusi di suo padre.
Sento nuovamente le lacrime assalirmi, senza che io riesca a fermarle, quando la donna mi si avvicina.
Aeth appoggia delicatamente atterra il corpo dell'uomo e guarda gli gnomi, tristemente.
« Jerela è morta, e stavolta per sempre. Il merito di questo è soprattutto di Lucas, morto come eroe. L'incantesimo sarebbe stato vano e noi saremmo tutti morti se non fosse stato per lui. Ricordatelo come un eroe. »
Dice, mentre nella sala cade il silezio più assoluto.
Uno dei capi di Jerela si avvicina a lui, annuendo.
« Sarà fatto. Verrà ricordato come l'eroe che salvò il mondo. Helen, il tuo debito è saldato. »
Conclude poi, rivolgendosi a mia sorella, che annuisce, senza però sorridere.
Il suo sguardo è leggermente arrossato perchè, a differenza di me, sta trattenendo le lacrime.
Non l'avevo mai vista piangere prima, se non da bambine, e per me è una tortura.
L'anziano continua a parlare, dando disposizioni per tutta la città e per il corpo di Lucas, che viene portato via.
Intanto io mi avvicino a Marie, devo parlarle, più passa il tempo e meno mi sento sicura di quello che devo dirle.
« Marie ti devo parlare... »
Le dico sottovoce, facendole cenno di seguirmi.
La gnoma annuisce ed insieme andiamo proprio al negozio di quello che, sebbene lei ancora non lo sa, era suo padre.
« Cosa devi dirmi? »
Mi chiede con voce stanca e bassa.
« Io non so come farlo Marie... non ho mai dovuto dare una notizia del genere a nessuno, ma è l'ultimo desiderio di Lucas, e devo rispettarlo. »
Inizio, torturandomi le mani per il nervoso.
« Cosa devi dirmi? Dimmelo e basta, non ti mangio mica... »
Mi aiuta Marie, poggiandomi una mano sulla spalla per farmi coraggio, regalandomi uno dei suoi sorrisi materni.
« Lucas.. Lucas.. era tuo padre! »
Dico tutto d'un fiato, abbassando lo sguardo senza avere il coraggio di guardarla in faccia.
La mano di Marie non si sposta, nè sento il suo respiro farsi irregolare o altro.
« L'ho sempre sospettato... anzi ne ero quasi sicura. »
Dice improvvisamente, mentre la mia testa si alza di scatto per guardarla in faccia ed incontrare solo un sorriso triste.
« Ho accettato il fatto che non volesse dirmelo direttamente, ma l'ho sempre trattato come un padre e lui ricambiava. E' questo l'importante, ma sono contenta che il suo pensiero sia corso a me, prima di... »
Qui la sua voce si incrinò e non riuscì ad andare avanti, mentre le lacrime la coglievano all'improvviso.
« Oh Marie, avrei dovuto insistere e non farlo venire! »
Dico a mia volta, portando il viso tra le mani per calmare i singhiozzi.
La gnoma mi abbraccia, e piange per un pò insieme a me, sfogandosi e lasciandomi sfogare.
« Non è colpa tua, è sempre stato testardo e comunque vi ha dato un grande aiuto, va bene così... »
Mi dice semplicemente, asciugando con una mano le ultime lacrime, mentre io mi sforzo a fare lo stesso.
« Mamma non ha mai voluto dirmi chi fosse mio padre, ma vedevo il modo in cui guardava Lucas e non ho mai avuto dubbi. Non voleva prendersi le sue responsabilità, la lasciò quando era incinta di me, la loro storia era segreta e lei non ha mai tradito questo patto... Ma alla fine si è sempre preoccupato per me, mi ha sempre aiutata come poteva. Si è preso in carico le spese per il funerale di mia madre, facendolo passare come un semplice aiuto da parte di un amico che teneva a lei, visto che all'epoca non lavoravo. »
Mi spiegò velocemente, sorridendo, mentre ricordava i bei momenti passati con lui e con la madre.
Le parlai anche di mio padre, di mia madre, e per un pò rimasimo a scambiarci ricordi, prima di alzarci ed uscire dal locale.
« Tornerai ad Ezriel? »
Mi chiese, mentre passeggiavamo vicino al cristallo, vedendo gnomi ovunque che si davano da fare per ricostruire la loro amata città.
Non ce n'erano più bloccati nel cristallo a causa della maledizione della fata: erano tutti liberi e lavoravano sodo per raggiungere il loro obbiettivo.
« Credo proprio di si. Senti, come mai non vi siete mai fatti vedere dal resto del mondo? Io nemmeno sapevo dell'esistenza di questa città prima di questa... beh, avventura? Non so come potrei definirla. »
Marie mi sorrise, e scrollò le spalle.
In lontananza vidi Aeth che stava aiutando degli uomini ad issare un pilastro di un negozio crollato.
Helen invece era da tutt'altra parte, presa a parlare con una donna.
« Non lo so, dovresti chiedere agli anziani. Ma credo che sia meglio così, altrimenti in tutti questi secoli chiunque avrebbe provato a liberare quella fata. »
Mi spiegò semplicemente, fermandosi all'entrata degli appartamenti.
Come se fosse stato chiamato, lo stesso anziano che poco prima impartiva ordini ora veniva nella nostra direzione.
« Non ho potuto fare a meno di sentire la vostra domanda, principessa. E la spiegazione è quella che Marie vi ha dato. Ora non abbiamo più questo problema, grazie a voi e Lucas, e come tale potremo venire allo scoperto. Mi interesserebbe intraprendere uno scambio merci con il vostro regno, ma ve ne parlerò più tardi. Marie, porta la nostra ospite nella sua camera. Stasera per cena siamo tutti riuniti al centro della città. Ci serve un pò di allegria dopo gli avvenimenti dell'ultimo periodo... »
Dice, prima di allontanarsi.
Marie mi conduce nuovamente nella stanza dove mi ero risvegliata dopo essere svenuta davanti all'entrata delle Grotte di Selah.
« Ci vediamo dopo. »
Mi dice, salutandomi con una mano e voltandosi, sparendo dietro il primo angolo, probabilmente diretta alla sua stanza, dove forse piangerà ancora per suo padre... o forse no.
Entro nella stanza, chiudendo la porta.
C'è un abito blu che sembra della mia taglia appoggiato sul letto, un paio di scarpe nuove, una spazzola, una spugna e tutto il necessario affinchè io mi possa rimettere in sesto.
Entro nella doccia, concedendomene una lunga e calda, per lavare via tutta la polvere accumulata nel vulcano Furos.
Mi sono anche rifiutata di specchiarmi, sapendo che mi sarei spaventata.
Dopo la doccia mi avvolgo nell'asciugamano ed esco per tornare in camera, dove però trovo Aeth, disteso nel mio letto ed in un sonno profondo.
Forse voleva farmi una sorpresa, ma, esausto, è crollato.
Mi vesto, pettino i capelli, e gli vado accanto, sfiorandogli una guancia.
« Aeth? »
Le grandi ali del ragazzo si muovono appena, mentre invece il torace si perde in lunghi respiri finalmente rilassato.
Sorrido, sfiorando con un dito un paio di cicatrici lasciate dai serpenti di fuoco.
« Ether? »
Mi chiede piano, riaprendo gli occhi e prendendomi la mano delicatamente, portandola alle labbra e baciandola.
Arrossisco per quel gesto così spontaneo e dolce, sorridendogli.
« Scusa, non avrei dovuto svegliarti. »
Dico, scompigliandogli piano i capelli con l'altra mano.
Mi lascia andare e si mette seduto, sgranchendo le ali ed infine alzandosi.
« No, non importa... mi serviva veramente. »
Mi dice ancora con tono assonnato, sbadigliando.
« Forse dovresti riposare un altro pò, stasera ci sarà una cena e siamo tutti invitati... »
« Si lo so, forse hai ragione... però prima ho bisogno di una doccia, guardami, sembro uscito da un camino! »
Dice scherzando, fuggendo in bagno.
Intanto, non sapendo cosa fare, vado a cercargli degli abiti puliti.
Una donna mi aiuta e quando torno in camera vedo che il ragazzo e seduto sul letto, avvolto in un asciugamano dalla vita in giù, intento a rimuovere le pietre laviche rimaste impigliate fra le piume.
Mi avvicino a lui, posando gli abiti su una sedia, e gli do una mano.
« Grazie »
Mi dice sorridendo, quando riusciamo a togliere l'ultima pietruzza che cade nel cestino con un tonfo.
Non mi da il tempo di rispondere perchè preme le sue labbra sulle mie.
« Non sarai troppo vestita? »
Mi chiede improvvisamente con una punta di malizia, mentre il mio volto va in fiamme.
Provo a rispondere, ma già sento che mi sta slacciando i nodi che tengono chiuso l'abito, così mi abbandono nuovamente a quella dolce tortura.
Tanto c'è tempo.
Adesso c'è tempo per tutto quello che vogliamo fare in futuro.
Quando riapro gli occhi mi ritrovo avvolta fra le sue ali, mentre mi abbraccia con dolcezza.
« Bensvegliata. E' quasi ora per la cena, andiamo? O vuoi restare qui? »
Mi chiede sfiorandomi il collo con le labbra.
Sbuffo divertita e mi alzo.
« Andiamo, staranno sicuramente aspettando noi. »
Quando arriviamo al centro della città, notiamo con piacere di non essere gli ultimi.
La piazzetta è allestita con lunghi tavoli bianchi, sopra i quali ci sono cibi di tutti i tipi.
Prendiamo posto accanto ad Helen, vestita in un bellissimo abito rosa, mentre i capelli le ricadono elegantemente sulle spalle, sciolti.
Sorridiamo, e quando siamo tutti, la festa ha inizio.
Un gran chiacchericcio si leva per la sala, mentre una musica allegra risuona per tutta la grande grotta.
L'anziano parla con mia sorella di scambi mercantili fra le due città e io non posso che sorridere: finalmente gli gnomi non saranno costretti a nascondersi, e gli scambi di minerali e altri beni agevolerà il mondo intero.
Improvvisamente la musica cambia, diventando lenta e romantica.
« Balliamo? »
Mi chiede Aeth con il solito sorrisetto malizioso, tenendomi una mano, dopo essersi alzato in piedi.
Anche lui sembra un principe con l'abito elegante e bianco che indossa.
Accetto di buon grado, e in un attimo siamo in pista insieme a tante altre coppie, dove faccio volteggiare il mio abito blu.
Non posso ancora credere che sia tutto vero, che io sia abbracciata ad Aeth, finalmente libero dalla maledizione, e che mia sorella stia scherzando con Marie, libera dall'influenza della magia nera su di lei.
Quando finiamo di ballare, Aeth mi conduce fuori da Jerela, prendendomi improvvisamente in braccio e volando in alto, fino a raggiungere le cime delle montagne più alte.
Atterra elegantemente sull'erba fresca della cima e ci sediamo tenendoci per mano.
La luna brilla nel cielo, inondando il posto con i suoi deboli raggi, regalandoci un atmosfera veramente romantica. Nell'aria c'è il profumo di piccoli fiori bianchi, sparsi in giro per la piccola radura.
« Si sta bene qui... »
Dico sussurrando, come per paura di rompere quella bella atmosfera con la mia voce.
« Si... »
Risponde lui, sereno, guardando il cielo stellato davanti a noi e stendendosi atterra, lasciando la mia mano e portando le braccia dietro la testa.
Mi sdraio anche io, appoggiando il volto al suo petto e guardando i piccoli puntini luminosi.
Non so per quanto tempo rimaniamo così, in silenzio, in pace con noi stessi e con tutto ciò che ci circonda.
« Non dovevi dirmi qualcosa di importante? »
Chiedo improvvisamente, alzando il viso verso di lui, per incontrare i suoi occhi.
Sorride, sbuffa, e si rimette seduto, prendendomi una mano.
« Hai ragione. Beh, in realtà è il motivo per cui ti ho portata qui... »
Inizia, giocherellando con le mie dita, prima di tirare fuori una piccola scatolina nera da una delle tasche della giacca.
Sento che sto diventando rossa come un pomodoro, e il mio cuore prende a battere alla velocità della luce quando la scatolina si apre con uno scatto, rivelando ai miei occhi curiosi un piccolo anello rotondo, con incastonato una piccola pietra a forma di stella.
Aeth mi guarda, serio, e prende l'anello in mano.
« Ci penso da un pò... ne ho anche parlato con Helen. Non sapevo come poteva prenderla, ma volevo fare le cose ben bene e quando eravamo a Furos gliel'ho chiesto. Ether, vuoi sposarmi? Vuoi sposarmi pur sapendo che sono uno Spirito? »
Mi chiede, veloce, agitato e trattenendo il respiro.
« Si... »
Sussurro, ricacciando indietro le lacrime di gioia e saltandogli al collo.
« Si! Si! Oh Aeth, sono così felice! »
Continuo sentendomi al settimo cielo, ed appiccicandomi a lui così tanto da sentire anche il suo cuore battere alla stessa velocità del mio.
Questa avventura è finita, il mondo è salvo e sta per vedere l'inizio di una nuova era dove finalmente tutti potranno vivere più tranquilli.
Io sono felice, ho di nuovo mia sorella con me ed ora anche Aeth.
So che il futuro ci riserva ancora grandi sorprese, ma sono sicura che tutto andrà sempre per il meglio.
Vedo una stella cadente in lontananza, ed esprimo il desiderio che più di tutti so essersi già realizzato: E vissero per sempre felici e contenti.



C'è ancora l'epilogo, ma la FF può considerarsi conclusa. ^^
Grazie a tutti.
   
 
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