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Autore: Beatriz Aldaya    20/08/2011    5 recensioni
Una shot, ambientata al terzo anno.
La domenica prima dell'inizio degli esami di fine anno, Draco e Asteria si incontrano per la prima volta nel parco...
Lei è solo al primo anno. Sono tutti e due piccolini :)
"«Conosci il greco antico?»
Draco ghignò. Perché mai avrebbe dovuto conoscere una lingua morta da babbani?"

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Questa shot si è classificata decima (con gran piacere della sottoscritta) al contest "Tutte pazze per Draco!" indetto da Tefnut sul forum di Efp.
Spero vi piaccia!
Enjoy! :)
Genere: Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Coppie: Draco/Astoria
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Primi anni ad Hogwarts/Libri 1-4
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Sei deluso, Draco?

Quando Draco si svegliò, quella mattina, il dormitorio era completamente vuoto.
Sbadigliando si liberò dal lenzuolo e controllò l'orologio: erano le otto e mezza passate e fuori dalla finestra nuotava pacifico un grosso pesce argentato.
Il ragazzo si alzò svogliato e, stiracchiandosi, si avvicinò alla vetrata per guardare in su, verso la superficie del Lago Nero. Sembrava una bella giornata di sole.
Ritornò verso il proprio baule per mettersi qualcosa addosso e notò nuovamente che i letti a baldacchino erano tutti vuoti: ma questa volta, a differenza della prima, la cosa catturò la sua attenzione.
Cosa ci facevano tutti in piedi a quell'ora? Nessuno si alzava mai prima delle undici, la domenica.
Perché era domenica.
Lo era, vero?

Draco sbarrò gli occhi e cominciò ad infilarsi la prima maglia che gli capitò per le mani.
Avrebbe fatto sicuramente tardi per le lezioni!
Ancora occupato nel disperato tentativo di abbottonarsi i pantaloni e sistemarsi contemporaneamente i capelli, afferrò la cartella coi libri e volò in bagno a sciacquarsi il viso, per poi ricordarsi -nello stesso istante in cui l'acqua gelata proveniente direttamente dal lago gli tolse il fiato- il motivo di una sveglia domenicale ad un'ora così insolita da parte dei suoi compagni.
Si diede mentalmente dello stupido e tornò nel dormitorio strisciando i piedi: l'indomani sarebbero cominciati gli esami di fine anno e sicuramente tutti erano occupati in un frenetico ripasso dell'ultimo minuto.
Draco si ributtò a letto, ma ormai era completamente sveglio. Rimase un po' a contemplare la vita lacustre fuori dalla finestra, poi decise di raggiungere i suoi compagni nella Sala Comune.

Quando varcò la soglia, le mani in tasca e la cartella di cuoio appesa ad una spalla, notò con soddisfazione che le proprie previsioni erano giuste. Divisi in piccoli gruppi, gli studenti ripassavano febbrilmente, mandando a memoria definizioni e ripetendo gli ingredienti delle pozioni, borbottando a mezza voce incantesimi e provando a trasfigurare calzini in gomitoli di lana.
Draco afferrò una sedia e si avvicinò al gruppo degli studenti del terzo anno.
«'Giorno, ragazzi. Che fate di bello, qui?» chiese con voce volutamente annoiata e sedendosi a cavalcioni sulla sedia.
«Studiamo per l'esame di Trasfigurazione. Ti unisci a noi?»
Pansy gli fece un po' di posto accanto a sé sul divano, sorridendogli.
«No, grazie, ho già ripassato tutto. Penso che me ne andrò proprio a fare una passeggiata, c'è una così bella giornata, fuori!» annunciò Draco, sghignazzando.
Godendosi gli sguardi invidiosi di metà dei Serpeverde, augurò buon lavoro ai suoi compagni e si diresse baldanzoso verso l'uscita.
Fece un cenno di saluto a Zabini, occhieggiò verso Tiger e Goyle che cercavano di prendere dal verso giusto la bacchetta e, trionfante, attraversò il passaggio, scomparendo nei sotterranei.

La giornata, fuori, era anche migliore di quanto Draco si aspettasse.
Nonostante le affermazioni di poco prima, aveva deciso di andare in riva al lago per esercitarsi ancora un po' su quelle maledette teiere della McGranitt che non volevano saperne di trasfigurarsi in testuggini, perciò attraversò tutto il parco in direzione delle serre, per poi tagliare costeggiando la Foresta Proibita.
Stava svoltando l'angolo fra le serre due e tre, tenendo d'occhio le radici di uno strano arbusto che sembrava capace di saltellare, quando qualcosa gli toccò una spalla.
Spaventato, si girò di scatto guardando verso l'alto ma, invece di trovarsi davanti qualche pianta carnivora pronta a sbranarlo, dovette abbassare lo sguardo, trovandosi così di fronte ad una bambinetta dai lunghi capelli scuri ed il viso inusuale.
Forse era la maniera di tenere alto il mento per riuscire a guardarlo negli occhi, forse il suo portamento un po' troppo sicuro di sé, ma la bambina emanava una strana aura. Il ragazzo era quasi sicuro di averla vista nella Sala Comune dei Serpeverde, ma non le aveva mai fatto troppo caso.
«Che c'è?» le chiese brusco Draco, punto sul vivo per essersi lasciato cogliere di sorpresa.
«Ti è caduta questa nel parco.» gli rispose lei, porgendogli una teiera d'argento trafugata il giorno prima in vista delle esercitazioni di trasfigurazione.
«Oh... Ehm, allora grazie...» si trovò a dire Draco, afferrando la teiera. La ragazzina lo metteva in soggezione, fissandolo in modo strano come se volesse trapassarlo da parte a parte.
D'un tratto, Draco capì perché il suo sguardo era così insolito: aveva gli occhi di due colori diversi. Entrambi erano screziati di castano, ma mentre uno era di un pallido azzurro, l'altro era verde.
«...Asteria.» concluse lei, sorridendogli.
Draco si stupì nel sentire le proprie labbra stirarsi in una smorfia in risposta ed abbassò lo sguardo, leggermente imbarazzato.
Erano secoli che non sorrideva a qualcuno, che gli angoli della bocca non si inarcavano solo per formare il solito ghigno. Perché aveva sorriso a quella bambinetta che gli aveva raccolto la teiera?
Stava per girare sui tacchi ed andarsene, infastidito, quando il libro che la ragazzina portava nell'incavo del braccio catturò la sua attenzione ed un vivido ricordo gli tornò alla mente.
Quasi senza volerlo, le chiese: «Il tuo nome... Da 'astér', stella?»
La bambina sgranò gli occhi, rendendo ancora più evidente la loro differenza.
«Conosci il greco antico?»
Draco ghignò. Perché mai avrebbe dovuto conoscere una lingua morta da babbani?
Stava già affilando la lingua per comunicarglielo, quando si accorse che la ragazzina aveva nello sguardo una tale aspettativa nei suoi confronti che non se la sentì di mortificarla. Maledicendo quei suoi occhi così singolari e innocenti, il ragazzo si sentì spiegare: «No, ma l'ha detto la Sinistra durante la mia primissima lezione di Astronomia.»
«Sul serio?» chiese Asteria preoccupata, passandosi una mano fra i capelli corvini e facendo in modo che un ciuffo si guadagnasse un buffo orientamento.
Draco non capiva il suo improvviso cambiamento di umore, ma replicò beffardo: «Sì, a voi non l'ha detto?».
«Oh, no... Io la prima lezione di Astronomia me la sono dormita: era la prima volta che stavo alzata ad un'ora della notte così indecente. E domani ho l'esame!»
La ragazzina cominciò a sfogliare febbrilmente il librone che aveva in mano, alla ricerca della definizione saltata, mentre Draco rimase a fissarla, senza sapere se andarsene o no.
Si sentiva un idiota a rimanere lì, dietro le serre, ad assistere una ragazzina del primo anno impegnata col ripasso di fine anno, ma al contempo non desiderava andarsene.
Voleva che lei alzasse di nuovo quegli occhi enigmatici e lo guardasse adorante come poco prima.
Voleva continuare a parlare con lei e sorriderle veramente di nuovo.
Voleva metterle a posto quel ciuffetto ribelle che puntava al cielo invece di stare insieme agli altri.
Confuso, si ficcò le mani in tasca.
Che diavolo gli stava prendendo?
«Buona fortuna, allora.» soffiò fuori, prima di ricominciare a camminare.
«Grazie, anche a te!» gli urlò dietro la ragazzina, quando lui era ormai già lontano di una decina di metri. Draco sghignazzò e proseguì impettito per tutto il vialetto, immaginandosi gli occhi di lei puntati sulla propria schiena.
Si era ripromesso di svoltare l'angolo senza girarsi, ma non ci riuscì: in uno svolazzo del mantello, inclinò la testa di quel tanto che bastava per catturare la sua immagine con la coda dell'occhio, senza essere visto.
Lei non lo stava osservando come si era immaginato, al contrario ripeteva qualcosa col naso affondato nelle pagine del manuale d'Astronomia, camminando lentamente nella direzione opposta e senza guardare dove poggiava i piedi.
Il ragazzo si voltò indispettito schioccando la lingua, mentre una strana sensazione si impossessava del suo cuore.
Sei deluso, Draco?


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Buonasera, bella gente!
Dunque, dunque.
Questa è la mia prima fic su Draco :3
Devo dirvi che su di lui avrò letto al massimo tre storie di numero, perciò ho trovato un po' difficile la caratterizzazione: conciliare il suo lato odioso con quello leggermente romantico... boh. A voi il giudizio xD
Lasciatemi il vostro parere!
Bea <3

Ringrazio Tefnut che con il suo bellissimo concorso mi ha dato l'occasione di cominciare una luuuunga carriera filodraconiana xD
Ecco qui il suo perfetto giudizio :*
E, tra parentesi, quant'è adorabile il banner?? **





Decima classificata

"Sei deluso, Draco?" di Beatriz Aldaya



Grammatica/punteggiatura: 10/10
Forma/stile: 9/10
Caratterizzazione: 8,5/10 (Draco 4,5/5; Astoria 4/5)
Originalità: 10/10
Gradimento personale: 9/10
Totale: 46,5/50

Tu ti sei ricordata che i Serpeverde dormono sott’acqua. Tu l’hai ricordato, diamine!!
Ma dove sei stata finora, me lo dici?!? Cioè, ti sei ricordata che stanno sotto al Lago Nero. Pure io lo dimentico a volte!!
Brava, diamine.
Comunque… beh, la grammatica è a postissimo. La forma e lo stile anche, ma questa volta il tuo stile, seppur buono, non è da dieci, limitandomi ad un commento generale. C’è anche una frase che avrei reso diversamente, cioè “facendo in modo che un ciuffo si guadagnasse un buffo orientamento”… non so, avresti potuto mettere “facendo guadagnare al ciuffo”. Per il resto, direi bene!
Passando alla caratterizzazione… dunque, c’è da dire che sono piccoli. In pochi scelgono di descrivere un paring ambientando il racconto nella loro infanzia, questo è il motivo per cui l’originalità è così alta. Anche perché il modo in cui hai narrato la storia è spensierato, quasi fanciullesco, penso tu ti sia davvero immedesimata nei personaggi. Ma tornando a noi… dunque, Draco è IC. Hai attenuato notevolmente i suoi atteggiamenti beffardi, magari perché l’hai pensato come un bambino, però da piccolo era ancora peggio, ricordi? Comunque, una buona caratterizzazione, anche perché… “Draco ghignò. Perché mai avrebbe dovuto conoscere una lingua morta da babbani?”
Grande!!
Astoria. O Asteria, non è un problema. Dunque, per valutare lei non ho parametri certi e stabili, visto che è un personaggio di cui consociamo soltanto il nome. Non sappiamo nemmeno com’è fatta, tanto che alcuni la vogliono mora (tu, ad esempio) e altri bionda (io, ad esempio, ma tranquilla, non ti ho tolto punti per questa sciocchezza XD). Tuttavia sappiamo che è una Serpeverde, e questo deve significare qualcosa. Dunque, la tua caratterizzazione non mi è affatto dispiaciuta – in particolare sono letterlmente impazzita per il particolare degli occhi diversi – però c’è qualcosa che stona… non ti ricorda Luna Lovegood, la tua Asteria? A me sì.
Riguardo all’originalità, sai già tutto: mi hai davvero stupita.
È stato un piacere leggere questa storia, incominciandola con un bell’accenno al Lago Nero, poi!!
E poi… “Il ragazzo si voltò indispettito schioccando la lingua, mentre una strana sensazione si impossessava del suo cuore.
Sei deluso, Draco?”
Che conclusione.
CHE conclusione.
Complimenti.

   
 
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