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Autore: Cicciolgeiri    20/08/2011    15 recensioni
Ambientato qualche mese dopo la fine di Pirati dei Caraibi: Oltre i confini del mare.
Jack Sparrow e il signor Gibbs sono da mesi alla disperata ricerca di un metodo efficace e possibilmente non mortale per riportare l'amata Perla Nera alle sue dimensioni originarie; Hector Barbossa, ormai capitano della Queen Anne's Revenge, è interessato ad un losco segreto che il cittadino più illustre dell'isola di Hispaniola custodisce gelosamente da vent'anni. Le strade dei nostri eroi si incroceranno nuovamente tra emozionanti ed incredibili avventure, scontri in mare aperto, riti vodoo, "figli del mare" e misteriose profezie.
Ce la farà Capitan Jack Sparrow a carpire finalmente il segreto per l'immortalità? Venite a scoprirlo ...
Barbossa scoppiò a ridere sguaiatamente, seguito immediatamente da tutti i suoi uomini, e Beatrice arricciò il naso, disgustata: il suo fiato sapeva di rum e di quelle che avrebbero potuto essere mele bacate.
- Siete una ragazza sveglia, miss Compton - acconsentì Barbossa quando ebbe finito di sganasciarsi, - ma è strano: mi avevano riferito che Lord Compton, vostro padre, avesse solo due figlie piccole - inarcò le sopracciglia con fare inquisitorio.
- Ebbene, vi hanno riferito male - ribatté Beatrice, cercando di imprimere alla sua voce una sicurezza che non aveva.
- A quanto pare - concluse Barbossa vagamente divertito. - I vostri lineamenti mi risultano stranamente familiari, miss Compton - aggiunse subito dopo, con gli occhi ridotti a fessure, afferrandole il viso con una mano e costringendola a voltarsi per osservarla da tutte le angolazioni. - Vi ho già vista da qualche parte? -
- All’Inferno, forse! - grugnì Beatrice con stizza, divincolandosi bruscamente dalla sua stretta.
A quelle parole i pirati ridacchiarono e Barbossa, con aria teatrale, strabuzzò nuovamente gli occhi, sogghignando in modo raccapricciante.
- Oh, ci siete stata anche voi? - rantolò sollazzato.
Genere: Avventura, Azione, Comico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Angelica, Hector Barbossa, Jack Sparrow, Nuovo Personaggio, Un po' tutti
Note: AU, What if? | Avvertimenti: nessuno
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Prima di tutto: scusate per il ritardo. il blocco dello scrittore è una disgrazia, soprattutto se lo si aggiunge al fatto che fa un caldo boia xD Però, dai, il caldo ci piace! Ok, spero che questo chappy vi piacerà e che qualcuno vorrà ancora commentare questa storia. Bacioni e buna lettura :D

Scivolarono e scivolarono, scendendo lungo cunicoli oscuri e ripide cascate sotterranee, trascinati dalla corrente impetuosa; l’aria era satura di urla terrorizzate più o meno acute e del continuo e fragoroso scrosciare dell’acqua, mentre pirati e corsari venivano sballottati qua e là dai flutti.
Alla fine di una tortuosa galleria, il fiume sotterraneo compiva un salto impressionante, gettandosi da un’altura e dando vita ad una serie di rapide; i membri della ciurma precipitarono dallo strapiombo uno dopo l’altro, e piombarono giù sollevando grandi schizzi .
Il primo a riemergere fu Jack, che si aggrappò con tutte le sue forze alla sponda sabbiosa e si issò sulla terraferma, sputacchiando affannato.
Ben presto molti altri lo seguirono: il signor Gibbs crollò a faccia in giù nella sabbia, stremato ed in preda alla nausea a causa di tutto quello sballottamento; il Commodoro Rogers stramazzò al suolo con aria decisamente sconvolta, ansante e senza più né tricorno né parrucca; Pintel e Ragetti barcollarono sino a riva con un colorito piuttosto verdognolo, tremando vistosamente, e, quando Ragetti si rese conto di avere attaccate al bavero della giacca due mani scheletriche, cacciò un urlo terrorizzato e iniziò a saltellare sul posto nel tentativo di scrollarsele di dosso, ma senza successo; Barbossa si fece strada fino all’argine del fiume avanzando nell’acqua bassa, ma la sua gamba di legno rimase incastrata nella rena ed il pirata capitombolò poco decorosamente per terra.
<< E’ così è questa la caverna sotterranea >> commentò Angelica guardandosi attorno. << E’ qui che è nascosto il tesoro di Morgan >>.
<< E’ qui >> confermò Barbossa, liberando la sua gamba dalla sabbia con uno schiocco secco. << Sono un uomo di parola, io, Capitano Teach >> aggiunse sogghignando. << Dovresti essertene accorta, ormai >>.
Per tutta risposta Angelica lo fulminò con un’occhiataccia, dopodiché fece vagare il suo sguardo fiammeggiante attorno a sé.
<< Ci siamo tutti? >> tuonò a gran voce per sovrastare i gemiti ed i conati di vomito dei marinai stesi a ventaglio tutt’intorno. << Commodoro? Jack? Miss Beatrice? Padre Fernandez? Grog … >> si guardò febbrilmente intorno facendo mulinare le umide code del cappotto. << Grog? >> chiamò nuovamente, con voce stridula. << Dove diavolo si è cacciato? >>
Anche il resto della ciurma iniziò a scrutare in giro per vedere dove fosse finito il bocor, ma di lui non c’era alcuna traccia.
<< Sarà morto? >> ipotizzò Beatrice nervosa, strizzandosi i capelli con le mani.
<< Non può morire >> replicò aspramente Barbossa << E’ lo stregone più potente di tutti i Caraibi, che diavolo! Sarebbe una morte davverostupida! >> abbaiò.
Ma di Grog Arson non si vedeva neppure l’ombra; Scrum ed altri pirati iniziarono a sondare il fondale del fiume alla ricerca del corpo del vecchio, nel caso fosse affogato, ma le acque erano troppo torbide e buie per riuscire ad avvistare qualcosa.
<< Niente di niente, capitano >> comunicò tristemente Scrum. << Arson sembra scomparso >>.
Angelica urlò un’imprecazione in spagnolo, furibonda, e la sua voce riecheggiò per tutta la caverna, facendo sollevare dal soffitto costellato di stalattiti un nugolo di pipistrelli, che volarono via strillando terrorizzati.
<< Smettila di lanciare i tuoi soavi richiami, Teach >> la apostrofò acidamente Barbossa, << o ci farai crollare addosso questo posto! >>
Lei si voltò a guardarlo con gli occhi che mandavano lampi inquietanti.
<< Ma non capisci? >> gli sbraitò contro. << Senza di lui abbiamo fatto tutta questa strada invano! Senza Arson non posso … >> si mise le mani nei capelli e mugghiò inferocita senza terminare la frase.
<< Piantala di sbraitare, stupida cagna! >> latrò di rimando Barbossa con gli occhi fuori dalle orbite. << Arson serve anche a me, maledizione! >>
<< Stupida cagna? >> ripeté Angelica, inviperita. << Come osi, viscido avanzo di letame di capra? >>
<< D’accordo, d’accordo! >> s’inserì Jack alzando le mani e correndo a frapporsi tra i due. << Adesso basta scambiarsi amabili apprezzamenti correlati al regno animale e facciamo tutti un respiro profondo, sì? >> propose con un sorriso stiracchiato, facendo correre lo sguardo da Angelica a Barbossa, che si stavano lanciando occhiate in cagnesco. << Quello che dobbiamo fare adesso è semplicemente contare fino a dieci e … >>
<< Che cosa? >> gracchiò Angelica scrutandolo torvamente. << Dobbiamo? >> ripeté inarcando le sopracciglia.
<< Contare fino a dieci >> ribadì Jack annuendo con aria significativa, << hai presente tutti quei simpatici simboli grafici che si usano per l’enumerazione di quantità e oggetti? >> spiegò agitando le dita inanellate con fare significativo.
<< Noi non dobbiamo fare proprio un bel niente >> sibilò la donna. << Niente bocor … niente accordo! >> sguainò la spada e la puntò addosso a Barbossa; quello la imitò all’istante e con uno svolazzante gesto della mano brandì contro di lei la sua sciabola, gli occhi sbarrati che lasciavano intravedere più bianco del solito.
<< Sfidi la sorte, Capitano Teach? >> la schernì con voce ringhiante, facendole sibilare la lama ad un soffio dal viso. << Un accordo smette di sussistere solo nel momento in cui uno di coloro che l’hanno siglato muore. Ed io non ho intenzione di morire di nuovo! >> affermò con ferocia.
<< Niente bocor … >> iniziò lentamente Jack con le palpebre ridotte a fessure << … niente Perla! >> sfoderò la sciabola e la puntò contro Barbossa; questi si voltò verso di lui con i denti neri scoperti in un ringhio.
<< Cane traditore! >> lo apostrofò sputacchiando.
<< Ho imparato dal migliore >> ribatté Jack con un ghigno. << E poi lei mi fa più paura di te >> aggiunse  alludendo ad Angelica.
<< Ma tu l’hai sedotta e abbandonata! >> replicò Barbossa; Angelica grugnì e puntò l’arma su Jack.
<< Ha ragione! >> stridé.
<< Ma tu hai ucciso suo padre! >> fece notare Jack accennando a Barbossa con la punta della sciabola; Angelica si voltò di nuovo verso Barbossa.
<< Anche lui ha ragione! >> strepitò.
<< Questo non è del tutto vero >> la corresse Barbossa esibendosi in un ghigno sgradevole, << non eri tu, Jack, che non molto tempo fa ti vantavi di … com’era esattamente? >> assunse per un momento un’aria fintamente pensosa. << Oh, sì >> esclamò subito dopo, ammiccando con fare sardonico, << avere il merito di aver fatto risucchiare Barbanera da un turbine d’acqua assassino >> recitò sogghignando soddisfatto.
<< Però, che memoria >> commentò Jack arricciando le labbra con stizza; Angelica rivolse la spada nuovamente contro di lui.
<< Ho imparato dal migliore >> asserì Barbossa compiaciuto, << cioè da me >> aggiunse sgranando gli occhi.
Ad un tratto si udì il rumore di un’altra arma sguainata e tutti si voltarono nella direzione da cui proveniva il suono: il Commodoro Rogers stava minacciando Jack con uno stocco.
<< E tu che c’entri? >> chiese Capitan Sparrow stralunato.
<< Mi stai antipatico >> replicò Rogers a denti stretti.
Tutti gli altri si strinsero nelle spalle.
<< Comprensibile >> acconsentì Barbossa in tono pratico.
<< Vale anche per te >> sibilò il Commodoro fulminandolo con un’occhiataccia.
I quattro iniziarono a girare in tondo lanciandosi sguardi truci e tracciando nella sabbia un solco circolare con i loro stivali, le armi puntate l’uno contro l’altro.
Il primo a farsi avanti fu Rogers, che abbatté il suo stocco su Jack; questi riuscì a parare il colpo e lo deviò su Barbossa, che a sua volta lo scansò e vibrò una stoccata contro Angelica. Angelica fece una piroetta e gli restituì l’affondo, Barbossa lo parò senza difficoltà e si scagliò contro Jack, Jack scartò di lato e parò col piatto della lama, poi si voltò con un tintinnio e sferrò un colpo a Rogers.
Quel serrato fraseggio di lame andò avanti per un bel po’: i quattro contendenti facevano vorticare le loro spade a ritmo impressionante, generando un forte clangore metallico ad ogni affondo, e le armi si scontravano e incrociavano in elaborati intrecci, correndo più volte il rischio di rimanere incastrate tra loro.
<< Alt! >> esclamò Jack ad un tratto, facendo un passo indietro e smettendo di combattere. << Angelica >> disse, << tu vuoi il tesoro di Morgan, ma per volere ciò che tu vuoi, volendolo, vuoi trovare Grog per la volontà di volere il tesoro. Comprendi? >> sorrise scaltramente ed i suoi denti d’oro brillarono nell’oscurità.
Angelica aggrottò la fronte, confusa.
<< Io voglio trovare Grog per arrivare al tesoro di Morgan >> ripeté lentamente, poi il suo sguardo si illuminò. << Ma certo: la bussola! >> rinfoderò la spada e frugò nella tasca interna del soprabito, per poi estrarne il magico oggetto ed iniziare a consultarlo. Jack, Barbossa e Rogers si strinsero dietro di lei per sbirciare da oltre la sua spalla i movimenti dell’ago: esso vacillò per un momento, compiendo un incerto giro del quadrante, poi ebbe un fremito e ruotò velocemente verso nord.
Ci fu un istante di silenzio; i quattro si scambiarono uno sguardo circospetto.
<< A chi arriva prima! >> farfugliò Jack scattando svelto in avanti. Gli altri lo imitarono subito e si scapicollarono nella direzione indicata.
Jack era il più veloce e correva alla testa del gruppo dondolando e sbracciandosi; Rogers seguiva dappresso lanciato al galoppo e dietro al Commodoro caracollavano Angelica e Barbossa, che se le stavano dando di santa ragione durante la corsa.
Angelica fece mulinare la spada e tranciò di netto la parte finale della gamba di legno di Barbossa, facendogli perdere l’equilibrio e superandolo; ma il pirata non si perse d’animo e, lanciandosi in avanti, afferrò Angelica per i capelli e la gettò per terra. Lei ruzzolò al suolo e Barbossa le calciò una nuvola di sabbia negli occhi, accecandola, per poi saltellare via su una gamba sola sghignazzando malvagiamente.
Poco più avanti, Rogers spiccò un balzo e tentò di infilzare Jack con lo stocco; Capitan Sparrow si accovacciò appena in tempo e il Commodoro gli volò sopra la testa piombando malamente a terra. Jack lo oltrepassò oscillando e lo salutò beffardamente con la mano mentre si allontanava; stando girato di spalle, però, non vide la roccia che si ergeva imponente proprio davanti a lui e, quando si voltò, ebbe solo il tempo di assumere un’espressione orripilata, prima di andare a schiantarsi di faccia contro di essa.
Il Commodoro si rimise in piedi ed aggirò Jack di gran carriera.
<< Con vostra licenza, Capitan Sparrow! >> lo schernì sfrecciandogli accanto.
Jack imprecò tra i denti e gli corse dietro ancheggiando; raccolse una pietra da terra e gliela lanciò contro, centrandolo dritto sulla nuca, ed il Commodoro crollò a faccia in giù nella sabbia.
<< Licenziato, Commodoro! >> replicò sarcastico Jack portandosi una mano al tricorno, mentre scansava Rogers con un salto.
<< Ma che diavolo stanno combinando? >> domandò Beatrice, mentre, insieme a Pintel e Ragetti, osservava la scena da lontano.
<< Tutti e quattro vogliono trovare Grog per ragioni diverse >> spiegò Ragetti in tono saputo. << A Capitan Barbossa serve per liberare Baron Samedi ed ottenere in tal modo i suoi favori; Jack lo vuole per riportare la Perla Nera alle sue dimensioni originarie; il Commodoro Rogers vuole fare fuori Jack e quindi è ben lieto di ostacolarlo nei suoi piani, anche se non ha un vero interesse nei confronti di Grog; mentre il Capitano Teach lo vuole per poter raggiungere il tesoro di Morgan in tutta sicurezza senza correre il rischio di incappare in qualche maledizione >> annuì ed incrociò le braccia al petto, soddisfatto.
Pintel e Beatrice si scambiarono uno sguardo colpito.
Nel frattempo, seguendo le indicazione della bussola, il bizzarro quartetto di duellanti aveva raggiunto l’oscura imboccatura di una galleria che sorgeva al riparo di alcune enormi stalagmiti. Dall’interno del tunnel provenivano strani suoni soffocati e stridule grida vagamente simili a risate.
Jack si schiarì nervosamente la voce, non osando muovere neppure un passo più avanti.
<< Tetro, a dir poco >> commentò. << Be’, prima le signore >> sorrise accondiscendente ed indicò ad Angelica l’entrata della caverna con un elegante cenno della mano.
Per tutta risposta, Angelica sogghignò acidamente.
<< Sai essere così galante, Jack, quando ti conviene >> ribatté stringendo gli occhi sarcastica.
<< Quanto bene mi conosci! >> assentì Sparrow allegramente. << La convenienza, cara mia, è la chiave della nostra esistenza, disse … quello là >> borbottò arricciando le labbra e agitando una mano con noncuranza.
Angelica alzò gli occhi al cielo e scosse il capo, dominando l’impulso di assestare a Jack una sonora mazzata con il primo oggetto più o meno contundente che le fosse capitato a tiro, dopodiché puntò lo sguardo caparbiamente dritto davanti a sé ed entrò nel tunnel a testa alta. Venne immediatamente inghiottita dall’oscurità e si lasciò Jack, Rogers e Barbossa alle spalle.
<< Allora? >> riecheggiò la voce del Capitano Teach dagli umidi meandri della galleria. << Venite anche voi o aspettate un invito di sua maestà? >>
<< Lei ha la bussola. E se pensa di accaparrarsi Grog si sbaglia di grosso >> replicò Barbossa con voce bassa e ringhiante, più rivolto a sé stesso che agli altri, e anche lui entrò nel tunnel.
Jack e Rogers si lanciarono un’occhiata di sottecchi; il Commodoro non era un codardo, Jack invece sì, ma desiderava più di ogni altra cosa al mondo riavere la sua amata Perla sotto ai piedi, così entrambi si decisero ad avanzare.
<< Non si vede ad un palmo dal naso >> borbottò Jack tendendo le mani davanti a sé nel tentativo di barcamenarsi nelle tenebre della cavità. << Ripensandoci, non mi vedo neanche il naso >> aggiunse cupo.
<< Sparrow >> ringhiò Barbossa da un punto imprecisato davanti a lui, << toccami un’altra volta e giuro che ti taglio le mani e te le faccio mangiare a colazione! >>
<< Ops, credevo fosse Angelica >> si scusò Jack con un sorrisetto che venne celato dal buio. << Chiedo venia >>.
Proprio allora si udì uno sfrigolio e l’oscurità della caverna venne improvvisamente rischiarata dal bagliore della torcia che la donna aveva acceso.
Angelica lanciò uno sguardo alla bussola, che indicava proprio davanti a loro, e riprese a camminare spedita, seguita a ruota dagli altri tre, mentre i loro passi rimbombavano in modo sinistro contro le umide pareti del tunnel.
Avanzarono per un buon tratto nel più assoluto silenzio; la fine della galleria era immersa nella totale oscurità ed il buio era talmente fitto che la luce della torcia riusciva a stento ad illuminare il punto in cui si trovavano i quattro. Ombre tremolanti e oblunghe strisciavano sulle pareti al seguito dei viandanti, simili ad inquietanti inseguitori.
Poi all’improvviso si udì un rumore secco provenire da dietro di loro e Jack, Rogers, Barbossa e Angelica si voltarono di scatto in quella direzione.
<< Chi va là? >> esclamò la donna con voce tonante, brandendo la fiaccola davanti a sé nel tentativo di illuminare la fonte del suono.
Quando nel cono di luce prodotto dalla torcia comparve il volto magro e affilato di miss Beatrice, Rogers per poco non si lasciò sfuggire un gemito.
<< Miss Beatrice! >> proruppe aspro. << Che cosa diavolo ci fate qui? >>
<< Vi stavo seguendo, non è ovvio? >> ribatté lei semplicemente. << Preferisco restare con voi ed il Capitano Teach in un luogo pericoloso, piuttosto che con quegl’altri imbecilli in un luogo squallido >>.
<< Senti, gioia >> s’inserì Jack facendo un passo in avanti, << non riesco a trovare un modo cortese per dirtelo, ma … sei mingherlina, lagnosa e cammini come una lumaca zoppa, e noi, vedi, andiamo di fretta, perciò … saluti! >> girò sui tacchi con un tintinnio e fece per proseguire nell’avanzata, quando si accorse che gli altri tre non si erano mossi e continuavano a fissare Beatrice.
<< Beatrice >> iniziò Angelica in tono insolitamente mansueto, << sarebbe meglio che tu restassi sulla spiaggia finché noi non avremo ritrovato Grog. Capisco il tuo stato d’animo nel ritrovarti in compagnia di certi individui, ma … >>
<< … ma esporsi a rischi inutili è decisamente inopportuno >> completò Rogers apprensivo. << Se dovesse succedervi qualcosa, io … >>
<< D’accordo >> enunciò Barbossa a sorpresa.
Tutti si voltarono a guardarlo con vari gradi di sorpresa dipinti in volto.
<< Davvero? >> domandò Beatrice sgranando gli occhi: si era spettata che Barbossa sarebbe stato quello a fare più storie di tutti, una volta che si fossero accorti di lei, e invece, a quanto pareva, aveva preso un granchio; sembrava che la cosa gli andasse perfettamente a genio.
<< Certamente. Perché negarvi un’allegra scampagnata, se se ne presenta l’occasione? >> replicò il vecchio bucaniere sogghignando in un modo che avrebbe dovuto essere cordiale, ma che invece faceva rabbrividire come al solito. << Coraggio, in marcia >> si voltò e riprese a camminare come se nulla fosse.
Jack lo squadrò con aria decisamente stralunata, ma venne totalmente ignorato; Angelica e Rogers si scambiarono uno sguardo, poi però anche loro iniziarono nuovamente ad avanzare lungo la caverna ed il Commodoro si premurò di prendere sottobraccio Beatrice al fine di assicurarsi che non cadesse, scivolasse, mettesse un piede in fallo o sciagure simili. E a lei, d’altro canto, tutto quell’interessamento non dispiacque affatto.
Mentre camminavano, Jack notò con la coda dell’occhio che Barbossa non faceva altro che tastarsi continuamente il taschino interno del soprabito.  Gli venne in mente la notte in cui avevano attraversato la palude di Le Buisson e si ricordò che era proprio da lì che Barbossa aveva estratto la scatoletta porta-sigari contenente la testa di cane dentro la quale Baron Samedi era tenuto prigioniero.
E di cosa ha bisogno Hector per liberare il Barone?” si chiese Jack. Fece alla svelta mente locale: quando erano andati a Tortuga per cercare Grog, Barbossa gli aveva rivelato che, per officiare il rito, il bocor avrebbe avuto bisogno del sangue di Beatrice, che il capitano della Revenge era convinto fosse una Compton e quindi la discendente di colui il quale aveva avuto la brillante idea di imprigionare Baron Samedi tanti anni prima.
Ecco perché Barbossa non si era lamentato del fatto che la fanciulletta si fosse clandestinamente unita a loro: contava, chissà come, di raggiungere Grog prima di Angelica e di costringerlo in qualche modo a celebrare il rituale che avrebbe restituito la libertà al Barone, ma per farlo necessitava della ragazza. O, almeno, era quello che credeva lui.
Mentre Jack rimuginava su tutto questo successe qualcosa di decisamente inatteso: il suolo iniziò a tremare violentemente ed un rombo lontano simile ad un tuono giunse dalle profondità della terra.
<< Cosa sta succedendo? >> chiese Beatrice spaventata, cogliendo al volo l’occasione per stringersi ancora di più al Commodoro Rogers, mentre dal soffitto piovevano polvere e detriti e la caverna sussultava come in preda ai singhiozzi.
<< Grog non deve essere lontano >> replicò Angelica appoggiando una mano alla parete della galleria per non perdere l’equilibrio e soppesando la bussola con lo sguardo. << Mi chiedo come diavolo sia riuscito a finire in questo posto … >> brontolò riprendendo a camminare con andatura incerta a causa delle forti scosse.
Ad un certo punto i cinque arrivarono dinnanzi ad un bivio: il tunnel si snodava in due direzioni diverse, dando origine ad un paio di cunicoli perfettamente identici.
Angelica fissò nuovamente la bussola e, con suo sommo orrore, scoprì che era come impazzita: l’ago non faceva che oscillare, dondolando incerto, indicando prima a destra e poi a sinistra senza mai fermarsi.
<< Maldiciòn! >> inveì la donna. << Che gli prende a quest’aggeggio? >>
Angelica iniziò a scuotere il magico oggetto nella vana speranza che tornasse ad indicare una direzione precisa, ma l’ago seguitava ad ondeggiare come se nulla fosse, indicando entrambi i cunicoli ad intervalli regolari.
<< Jack! >> esclamò il Capitano Teach voltandosi verso Sparrow. << Dimmi subito perché non funziona e niente bugie o te ne pentirai amaramente! >>
Jack scrollò le spalle con aria quanto mai innocente.
<< Che cosa dovrei dirti? Forse sei un po’ confusa. Magari la mia vicinanza ti ha fatto cambiare idea su quale sia la cosa che davvero brami di più al mondo … >> Sparrow sorrise sotto ai baffi ed ammiccò con fare seducente.
Angelica stava per ribattere con una serie di invettive poco gentili da indirizzargli, ma Barbossa la interruppe.
<< O forse >> iniziò cauto, << entrambe le strade sono giuste >>.
Tutti si voltarono a guardarlo, accigliati.
<< Cosa? >> esclamò Angelica.
<< Ho detto che tutti e due i cunicoli portano ad Arson >> replicò Barbossa sprezzante. << Non è così difficile da capire. La bussola non sbaglia mai, se è nelle mani giuste >> lanciò uno sguardo carico di dileggio a Jack, il quale si sentì quanto mai offeso da quella velata presa in giro.
<< Vorresti dire che le mie mani non sono giuste? >> domandò piccato. << E sentiamo, che cos’hanno che non va? Sono un po’ sporche, questo è vero, ma … >>
<< Taci, perdio! >> ruggì Rogers furibondo.
Jack sobbalzò e si voltò a guardarlo facendo roteare le treccine dei suoi capelli con il volto contratto in una smorfia sorpresa.
<< Se entrambe le strade sono giuste quale delle due strade scegliamo? >> domandò il Commodoro inquieto.
<< Non è detto che siano entrambe giuste >> fece notare Jack in tono saputo, << potrebbero anche essere entrambe sbagliate >> si guardò attorno con aria palesemente soddisfatta, ma nessuno gli prestò minimamente attenzione.
<< Dividiamoci >> sentenziò infine Barbossa. << Tu, Teach, e Rogers andrete a sinistra; io, Sparrow e miss Compton andremo a destra >>.
<< No >> disse Angelica decisa. << Io andrò a destra e porterò con me il Commodoro e Beatrice >>.
<< Sì >> confermò Beatrice stringendo forte il braccio di Rogers, << io voglio andare con loro >>.
<< Certo! E poi magari ti caricherò su una scialuppa diretta ad Hispaniola con tanti saluti >> la schernì Barbossa scoprendo i denti lerci in maniera decisamente acida. << Hai già tentato di svignartela una volta, ragazzina, ed il tuo piano comprendeva il truce omicidio del sottoscritto  >> ringhiò il pirata battendosi un dito sul petto. << Quindi se pensi che ti permetterò di passeggiare allegramente con questi due, dandoti la possibilità di prendere il largo quando più ti aggrada … ti sbagli di grosso! >> sputacchiò con gli occhi sgranati.
Il fatto che Barbossa insistesse così tanto per portarsi appresso la falsa miss Compton non lasciò a Jack adito a dubbi: Hector aveva un piano in mente. E, se tutto andava per il verso giusto, ciò significava che presto la Perla sarebbe stata di nuovo abbastanza grande da starci in piedi senza correre il rischio di fracassarla.
<< Mi sembra quantomeno corretto >> approvò Jack annuendo assennatamente. << Dopotutto la cara miss Compton non è esattamente un esempio di affidabilità, o sbaglio? >> Sparrow sorrise scoprendo i denti d’oro all’indirizzo di Beatrice e lei lo squadrò con un astio, le narici frementi, furibonda. << Ergo, credo proprio sia il caso che siamo noi a scortarla durante il tragitto, per poi farla ricongiungere al caro Commodoro e alla cara te >> disse rivolto ad Angelica << quando le nostre strade torneranno ad incrociarsi >>.
Il Capitano Teach ponderò per un attimo la questione, scura in volto.
<< D’accordo >> acconsentì in fine, facendo sollevare da Rogers e Beatrice grida scandalizzate.
<< E’ inammissibile! >>
<< Non ci penso neanche! >>
<< E invece sì, perché più stiamo qui a battibeccare per te, più il mio bi maledetto bocor si allontana, quindi chiudi il becco e risparmia il fiato per la camminata che ti attende! >> la rimbrottò Barbossa; la afferrò malamente per un polso e la tirò verso di sé, strappandola dalla stretta del Commodoro che dovette fare appello a tutto il suo sangue freddo per non avventarsi contro il vecchio pirata a spada sguainata.
<< Osate sfiorarla anche solo con un dito … >> ringhiò a denti stretti, fissando Barbossa dritto negli occhi in un modo in cui pochi avrebbero osato guardarlo.
<< Non temete, Commodoro >> replicò Barbossa sarcastico. << Se volessi farle del male, un dito sarebbe davvero l’ultima cosa con la quale la sfiorerei >> assentì ammiccando malvagiamente.
<< Sbrighiamoci a trovare Grog e andiamocene di qui >> esclamò Angelica, dato che il tremolio incessante della caverna iniziava a farsi davvero preoccupante. << Ho la bussola, perciò non tentate di fare deviazioni. Se lo farete … io lo saprò >> li avvertì la donna in un sibilo minaccioso, alludendo all’oggetto prodigioso con fare significativo.
Detto questo, Rogers e lei si incamminarono nel tunnel di destra, mentre Jack, Barbossa e Beatrice in quello di sinistra.
Non ci volle molto per capire che Barbossa aveva calcolato tutto e che, in verità, sapeva perfettamente dove stavano andando: la galleria di sinistra era illuminata da pallide lame di luce solare che filtravano timidamente da alcuni squarci che costellavano l’alto soffitto a volta zeppo di stalattiti e conferivano all’ambiente una luminosità fredda e grigia, ma pur sempre un’illuminazione.
Ben presto i tre si ritrovarono all’interno di una vasta caverna nella quale affluiva un ramo del fiume sotterraneo e, adagiato sulla riva sassosa a sonnecchiare tranquillamente, stava niente meno che Grog Arson.
<< Eccolo lì, quel fetido buono a nulla >> grugnì Barbossa zoppicando alla massima velocità consentita dalla sua malconcia gamba di legno verso il vecchio bocor addormentato. << La corrente deve averlo trascinato fin qui mentre dormiva e non se n’è neppure accorto >> commentò osservando lo stregone con disgusto.
Jack pungolò Grog con la punta del suo stivale, ma quello si limitò a grugnire debolmente e a girarsi dall’altra parte, un sorriso ebete e sdentato dipinto sul volto rugoso, seguitando a russare come se nulla fosse.
<< Mh >> borbottò Sparrow massaggiandosi il mento. << Qui ci vogliono le maniere forti >> si voltò versò Barbossa. << Hector >> disse deciso, << necessito della tua gamba di legno, se non ti dispiace, e anche se ti dispiace dammela lo stesso >>.
Barbossa inarcò un sopracciglio, ma si chinò e svitò la sua protesi, per poi consegnarla a Jack, che stappò il fiaschetto porta-rum e lo agitò sotto al naso di Grog.
A quell’odore il vecchio aprì repentinamente gli occhi e si rizzò a sedere, guardandosi febbrilmente attorno.
<< RUM! >> gridò. Poi si accorse di chi gli stava attorno e ridusse gli occhi a fessuri, facendoli praticamente scomparire tra le grinze del suo volto incartapecorito. << Dov’è il Capitano Teach? >> chiese con la sua solita vocetta impastata.
<< Ci raggiungerà tra poco >> replicò Barbossa esibendosi in un ghigno gioviale; strappò di mano la gamba a Jack ed iniziò a sventolarla ad un soffio dal viso di Grog, in modo che l’effluvio della bevanda potesse raggiungerlo; il bocor seguiva i movimenti tracciati dalla fiaschetta con gli occhi che brillavano. << Che ne dici di fare un piccolo lavoretto prima che si unisca a noi? >> chiese Barbossa senza smettere di sogghignare.
Grog allungò le mani per prendere la gamba carica di rum, ma Barbossa la allontanò di scatto.
<< Ebbene? >> lo interrogò il pirata sgranando gli occhi.
Grog sbuffò e si lasciò sfuggire un singhiozzo pietoso.
<< Che genere di lavoretto? >> domandò di malavoglia.
<< Uno che solo tu potresti fare >> replicò Barbossa. << E dopo al quale ti darò questa >> aggiunse scuotendo la gamba porta rum che aveva in mano in modo tale che il liquido al suo interno sciabordasse in maniera invitante.
Grog si accigliò.
<< E il Capitano Teach? >> chiese guardingo.
<< A lei non darebbe nessun fastidio >> assicurò Barbossa annuendo in quella che avrebbe voluto essere una maniera rassicurante. << Occhio non vede, cuore non duole >>.
Grog parve rifletterci un attimo, poi le parole di Barbossa dovettero sembrargli convincenti, perché scrollò le spalle ed annuì.
<< E va bene. Lo so cosa vuoi fare, tu, ecco. Non pensare che io non lo sappia. Ma per farlo sai di cosa ho bisogno, eh? >> chiese tra un singulto e l’altro. << Mi serve il sangue di un Compton >>.
Barbossa sghignazzò compiaciuto ed estrasse dalla tasca interna del soprabito la cassettina porta-sigari.
<< Ecco, qui dentro c’è tutto … testa, sangue, Barone … tutto >> poggiò il piccolo contenitore davanti a Grog,  il quale dovette prendere bene la mira prima di riuscire ad aprirlo con la sua mano tremante e poi ne scrutò l’interno con l’espressione più assorta che uomo avesse mai visto dipinto sul suo volto.
<< Non c’è sangue qui. Proprio per niente. Non è che ti sei sbagliato, eh? >> domandò tornando a guardare Barbossa.
A quelle parole, lo stomaco di Beatrice fece una dolorosa capriola ed il suo cuore perse svariati colpi.
<< Che vuol dire non c’è sangue? >> ripeté Barbossa furioso, afferrando la scatola da per terra ed esaminandone con foga il contenuto: era vero! Il fazzolettino macchiato di sangue era sparito! << Corpo di mille polene inabissate! >> ruggì quando appurò che il fazzoletto non c’era davvero. << Deve essermi caduto nella palude, quando ho usato il potere del Barone contro Le Buisson! Ma non è poi una gran disgrazia >> aggiunse ritrovando velocemente la calma, mentre l’ombra di un ghigno iniziava a farsi strada sul suo volto.
Beatrice deglutì sonoramente ed iniziò ad indietreggiare fino a ritrovarsi con i piedi nell’acqua, mentre Barbossa si voltava lentamente verso di lei.
<< Ho un’intera scorta di sangue di Compton pronta all’uso, qui con me >> sogghignò Barbossa. << Non è vero, mia cara? >> chiese rivolto a Beatrice.
La ragazza boccheggiò, terrorizzata.
<< Eh? >> esclamò Grog a quel punto. << E dove? >> domandò guardandosi attorno.
<< Proprio lì! >> replicò Barbossa indicando Beatrice. << Quella è Lady Beatrice Compton, figlia del governatore Compton di Hispaniola >>.
Grog fece vagare il suo sguardo annebbiato da Beatrice a Barbossa e viceversa, poi scosse tranquillamente il capo.
<< No, non è vero. Quella non è una Compton. Non ha neanche uno straccio di sangue di Compton nelle vene >> annunciò.
<< Che cosa diavolo vai blaterando? >> abbaiò Barbossa sputacchiando a destra e a manca, afferrando Grog per il bavero e scrollandolo con violenza. << Quella è una Compton, brutto incompetente della malora, ora officia questo dannatissimo rito o ti faccio passare io la voglia di fare lo spiritoso! >>
Grog si limitò a fissarlo con espressione serafica, mentre Barbossa continuava a sballottarlo in preda ad una furia cieca.
<< Sai, Hector >> s’inserì Jack con calma, osservando con spiccato interesse la lurida unghia del proprio indice sinistro. << Penso che Grog abbia ragione. Forse c’è qualcosa che miss Beatrice sente l’impellenza di dirti, o sbaglio? >> buttò lì lanciando uno sguardo a Beatrice, che era pallida e spaventata come non lo era mai stata in vita sua.
Infine era arrivato il momento di dire la verità; Barbossa lasciò andare Grog ed incominciò ad avanzare verso di lei con gli occhi che dardeggiavano di collera: doveva dirgli la verità, tanto, a giudicare dalla faccia che aveva, l’avrebbe fatta a pezzettini e gettata agli squali comunque.
<< Tu >> sibilò Barbossa con uno sguardo decisamente folle quando fu ad un soffio da lei. << Sei o non sei la figlia del governatore Compton, biscia schifosa? >> latrò afferrandola per le spalle e scuotendola come aveva fatto poco prima con Grog. << Rispondi! Parla! >>
<< No! >> urlò Beatrice lottando disperatamente per liberarsi. << Non lo sono e Iddio solo sa quanto sia felice di non esserlo! >>
Barbossa trattenne sonoramente il respiro, gli occhi fuori dalle orbite, e le assestò un ceffone così brutale da farla finire a gambe all’aria. Un dolore lancinante le esplose in corrispondenza della guancia destra e la vista le si annebbiò immediatamente, mentre in bocca iniziò ad affiorare il sapore metallico del sangue.
Barbossa portò una mano all’elsa della sciabola e stava per estrarla, quando Jack gli corse incontro e si frappose tra lui e Beatrice.
<< Oh, questa sì che è una sorpresa! >> commentò fingendo che per lui fosse tale. << Un atto davvero deprecabile, quello di mentire così spudoratamente, e ad un uomo di tale dirittura morale, poi! >> proseguì indicando Barbossa e facendo schioccare la lingua in segno di disapprovazione. << Ma io ora mi chiedo … di chi sei dunque figlia, figliola? >> domandò rivolto a Beatrice, che se ne stava ancora sdraiata per terra in preda ad un dolore atroce.
<< Chi se ne importa! >> ruggì Barbossa. << Io la ammazzo! Spostati, dannazione, devo ammazzarla! >> il capitano della Revenge spinse Sparrow da un lato e sguainò rumorosamente la sciabola, brandendola contro Beatrice.
In quell’istante, ciò che mastro Gibbs le aveva detto sulla spiaggia, la sera dell’attacco al Fallen Angel, le riecheggiò nella mente: rischiate di più a fingere di essere qualcuno che non siete.
<< Di Anne Bonny! >> urlò disperata. E serrò gli occhi, convinta che quelle sarebbero state le ultime parole che avrebbe pronunciato in vita sua. << Sono figlia di Anne Bonny >>.
E invece il colpo non arrivò e lei non morì. Alla fine si decise ad aprire le palpebre e vide che Barbossa si era bloccato con la spada a mezz’aria, nell’atto di vibrare la stoccata che l’avrebbe spedita a fare compagnia alla sua defunta madre.
<< Di Anne Bonny? >> ripeté Jack sempre utilizzando quel tono falsamente sorpreso. << Ohibò, questa sì che è buona! Ma, effettivamente, noto una certa somiglianza con Bombardiera Anne, eh sì >> constatò massaggiandosi il mento. << Per tutti i gabbiani con la raucedine! Questa fanciulla è la copia sputata della vecchia Anne, parola d’onore! Tranne che per gli occhi >> aggiunse aggrottando la fronte, mentre Barbossa non riusciva ancora a muoversi. << Quegli occhioni azzurri devi averli presi dal papà, vero? >> domandò cordialmente.
<< N-non … non lo so >> replicò Beatrice con voce flebile, facendo correre lo sguardo da Sparrow a Barbossa, sorpresa per le reazioni di entrambi. << Non so chi sia mio padre >>.
<< Oh, hai sentito, Hector? >> esclamò Jack rivolto a Barbossa. << Non è triste? La poverina non ha mai conosciuto suo padre, né tantomeno conosce la sua identità. Una spiacevole vicenda, non trovi? >>
<< Quanti anni hai? >> domandò Barbossa con voce roca, trovando finalmente la forza di parlare e rinfoderando lentamente la spada.
<< Diciannove >> rispose Beatrice confusa, tirandosi lentamente a sedere. << Quasi venti >>.
A quella risposta, Barbossa si lasciò sfuggire una sorta di gemito ringhiante ed assunse la stessa espressione di qualcuno che è stato colpito con una colpo di remo sulla zucca.
<< Sei proprio sicura? >> la interrogò brusco.
Beatrice emise un verso sprezzante, massaggiandosi la guancia che le doleva da impazzire.
<< Sì >> replicò acidamente. << Sì, ne sono abbastanza certa >>.
Barbossa aprì la bocca, ma poi la richiuse subito. La aprì di nuovo e ancora una volta la richiuse. Dopodiché si limitò a deglutire a vuoto, come se avesse mandato giù un boccone particolarmente amaro della sbobba che Scrum era solito preparare, e girò sui tacchi senza dire una parola, incamminandosi nuovamente verso Grog.
E Beatrice, che fino a quel momento era stata a dir poco confusa, capì.
Beatrice ebbe una vera e propria illuminazione, eppure quel momento fu decisamente diverso da come non aveva fatto altro che immaginarlo per i quasi vent’anni della sua vita.
<< NO! >> urlò affannata, schizzando in piedi, all’improvviso dimentica del dolore alla guancia. << NO! >> ripeté sempre più stridula. << Tutti tranne te! >> si voltò appena per lanciare uno sguardo di sottecchi a Jack, che stava mangiucchiando il lerciume incastrato sotto l’unghia del suo pollice con spiccata vivacità. << E te >> aggiunse disgustata; Jack sbatté le palpebre un paio di volte, oltraggiato.
<< Non puoi essere tu! >> proseguì la ragazza con le lacrime agli occhi, mentre Barbossa, dandole le spalle, si riprendeva la sua preziosa scatoletta porta-sigari e la rimetteva al sicuro sotto al soprabito. << Tu non puoi essere mio padre! >>

  
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