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Autore: Deirdre_Alton    20/08/2011    1 recensioni
C'è un piccolo ragno di nome Agravain che tesse la propria tela, nella sua trama saranno in molti a cadere. Sarà l'imprevisto però a far crollare il suo mondo.
C'è un'altra tela, grande, immensa, tessuta da Dio e dalla Dea. Questa trama si espande, oltre il mare, chi ne rimarrà impigliato?
Genere: Avventura, Drammatico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Agravaine, Gawain, Mordred, Morgana, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo 36

Compresi di essere in vita quando mi risvegliai sentendo il dolore al petto, leggermente attenuato, ma ben riconoscibile.
La freccia era stata estratta.
Qualcuno mi aveva medicato, lavato, fasciato e cambiato.
Il luogo in cui mi trovato non mi era per nulla familiare, ma vedendo la Regina Ginevra seduta su di una semplice sedia vicino al mio giaciglio, compresi di essere ad Avalon.
Ginevra non si accorse che mi ero svegliato, io ero troppo intontito per dire qualcosa, già il solo pensare mi costava non poca fatica.
Lei stava canticchiando a bocca chiusa mentre piegava delle bende pulite.
Mio padre doveva essere vivo.
Lei non poteva essere così tranquilla e serena se lui fosse morto.
Oh Dea, almeno sperai che fosse così e che non fosse così felice per essersi liberata del marito. Questo pensiero mi costo una sorta di smorfia e Ginevra si bloccò. Mi guardò a lungo, aprì la bocca ma riuscii a parlare io prima che lei si decidesse a formulare un qualche genere di frase.
«Lui è vivo?»
«Sì, Mordred. Sta bene, sta meglio di te.» Mi sorrise timidamente abbassando lo sguardo.
«Quindi ho fatto più che riportarlo da te, mi stai dicendo forse che l'ho anche salvato?» Avevo detto troppo e sebbene fossi disteso la testa prese a girarmi e sentii un dolore colpirmi la spalla.
«Era... era quello che ti volevo dire appena ho visto che ti eri svegliato. Tu... sei stato in grave pericolo Mordred. La freccia... perdonami io non sono esperta come le sacerdotesse in queste cose. Hai perso tanto sangue e non riuscivamo a tamponare il tuo male. Eri semi cosciente e deliravi, non so in che lingua. Tu non capivi quello che ti dicevamo, non stavi fermo. Lady Morgana... io non l'ho mai vista così pallida in vita mia.» Si fermò, mi lanciò una rapida occhiata e si mise a riavvolgere le bende che aveva in mano, nervosa.
Io in vita mia non avevo mai sentito la Regina parlare così a lungo.
Io in vita mia non le avevo mai sentito rivolgermi un discorso così lungo e direi quasi gentile.
«Quando... quando mi hai visto arrivare ad Avalon con Nimue... non sembravi particolarmente... direi felice di vedermi.»
Le salì il sangue al viso.
«La tua teoria preferita sulla mia scomparsa era quella in cui Galahad mi avrebbe ucciso, ho indovinato? Oppure quella in cui mi ero su-»
«No!»
Rimasi in silenzio fissando il moto imbarazzato delle sue mani che non riuscivano a stare ferme.
«Io... mi era piaciuto il fatto che tu e Galahad vi foste avvicinati, tua zia... Morgana mi ha parlato tanto di te, che ho quasi iniziato a pensare di conoscerti. Oh, ti prego non ti offendere per quello che ho detto! Ho pensato... che Galahad fosse la persona giusta per starti accanto, anche se altri non erano di questo avviso.»
Oh, sapevo perfettamente chi erano questi altri. Ce n'erano tanti ma Ginevra ne conosceva uno in particolare.
«Questo non ti ha impedito di non invitarmi alla tua caccia al tesoro, Regina.» Sputai fuori dai denti. Mi stavo mostrando come uno stupido ragazzino invidioso.
Di nuovo.
L'aria di Avalon forse assomigliava troppo a quella di Camelot, stavo regredendo.
«Farò finta di crederti, Regina. Comunque... grazie al tuo non-invito sono successe molte cose e non so fino a che punto positive o negative.»
Lei mi guardò incuriosita.
Non so perchè, ma parlare con lei mi fece stare via via meglio, cercai di alzarmi un po' dal cuscino, volendo provare a stare semi seduto invece che disteso.
Mi fece male muovermi, ma lei mi aiutò con cautela sistemando il mio giaciglio. La ringraziai e decisi di raccontarle di Lamorak e del piano di mio fratello Agravain.
Lei si portò le mani alla bocca mentre le snocciolavo quei segreti.
Dopo rimanemmo in silenzio per un poco.
Le chiesi come mai fosse qui con me.
«Morgana sta riposando, è stata qui con te tantissimo tempo, era esausta. Artù... tuo padre, anche lui dorme e quindi ho pensato di farti compagnia, sperando di non darti fastidio.»
«O sperando che non mi svegliassi?»
La vidi deglutire a vuoto. «Ammetto di aver avuto un po' di paura a stare qui. Ma non è stato così terribile parlare con te, Mordred.»
«Lui, è qui?» Dalla luce che si accese nei suoi occhi per un istante, compresi che sapeva di chi parlavo.
«No. Sono passati un po' di giorni dalla battaglia, Nimue ieri è tornata fuori da Avalon ed ha raccolto un po' di notizie. Lancillotto ha deciso di ritirarsi a vita monacale, non vuole più fare il cavaliere, questa vita non... non fa più per lui. Così ha detto.»
«Hai altre notizie per me? Vorrei sapere dei miei fratelli. E dei cavalieri? Da quello che ho visto, sulla pianura di Camlann devono essersi salvati in pochi.»
Lei annuì. Iniziò.
«Gawain è salvo grazie a Sagramore.» Sorrise. «Gawain si è insediato a Camelot e Sagramore è con lui, molti dicono che sarà il nuovo re, se... se nessuno si metterà contro di lui.»
«Ho sempre pensato che Artù lo avrebbe dovuto nominare il suo erede legittimo, sono contento per lui.»
Che Ginevra pensasse pure che volevo fare il finto disinteressato, la verità era proprio quella che avevo detto, mio fratello era degno di essere il re della Britannia.
«Gaheris... non è tornato dalla Gallia. L'hanno perso di vista durante uno scontro. Gareth, che era andato al Nord, è tornato con i suoi uomini che ormai la battaglia era conclusa, tornerà presto a Dunpeldyr e Bedivedere lo seguirà. Bors...» scosse la testa.
La lista dei caduti fu interminabile, Kay, re Urien, Gahalantine, Lucan... tutte persone che non avevo mai conosciuto veramente, che avevo solo incrociato nella vita.
Persone che prima o poi mi avevano indicato come un bastardo indegno di vivere, che mi avevano augurato di morire presto.
Persone che avevano ammirato Galahad.
Ecco, solo questo mi aveva accomunato a loro.
Io non li avevo salvati. Avrei potuto farlo?
Se non fossi partito rincorrendo Galahad, cosa avrei potuto fare?
Forse tutto questo non sarebbe successo.
Forse, forse, forse.
Avevo un peso addosso e non me lo sapevo spiegare.
Mi sentivo in colpa ma non capivo di preciso per cosa.
Ginevra aveva gli occhi rossi dopo aver terminato la lista dei caduti.
«Regina-»
«Regina di cosa?» Rise tristemente. «Ti prego Mordred, solo Ginevra.»
«Bene, Ginevra. Tu che farai ora?»
«Resterò qui, come è giusto che faccia una moglie con suo marito. Tu me l'hai riportato e io non posso fare altro che stargli accanto.»
«Mmm.» Emisi un suono scettico. Lei arrossì.
Le fanciulle arrossivano spesso.
Pensai al bacio che mi aveva dato Galahad prima che partissi.
No, non solo le ragazze avevano questa tendenza.
«Solo per Artù allora? Nessun altro?»
«Io... io credo che tu, Mordred, ti stia prendendo delle libertà e cercando di estorcermi delle confidenze che non credo di essere pronta a condividere con te!» Disse alzando pian piano la voce.
«Ah! Grazie davvero! Io ti ho rivelato un segreto della mia famiglia e tu rispondi così, bella moglie è andato a scegliersi Artù! Sempre pensato che non ci capiva nulla di donne, quello! E nemmeno di uomini se devo essere sincero fino in fondo!»
Questa sorta di sfuriata mi costò caro, incominciai a vedere scuro. Non feci in tempo a sentire l'indignata risposta di Ginevra perchè fummo interrotti dalla voce preoccupata di Morgana.
«Ah, mia Dea, lo sapevo, lo sapevo che non era una idea saggia lasciarvi da soli.»


   
 
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