20/08/2011
3 recensioniGrazie ad un pallone da calcio.
Il sole illuminava il cielo, quella mattina di maggio. I bambini dell’orfanotrofio Sun Garden erano usciti per giocare e divertirsi in compagnia.
Lo faceva spesso, quasi sempre, mentre la signora che si occupava di loro incominciava le pulizie generali, quasi sempre aiutata dalle bambine che non volevano andare a giocare con i bambini.
Due bambini si stavano passando una palla da calcio, sorridenti, mentre un altro li guardava da lontano, desideroso di giocare con loro.
Però era troppo timido, non avrebbe mai avuto il coraggio di avvicinarsi e chiedere se potesse giocare.
Non c’è l’avrebbe mai fatta.
Si sedette a gambe incrociate sotto un albero rigoglioso, e incominciò ad osservare i giochi di luce che si formavano tra le foglie verdi degli alberi.
Verdi come i suoi capelli.
Capelli verdi.
Verdi capelli.
Uhm, si potevano avere i capelli verdi?
Sì, si potevano avere. Infondo lui era la prova vivente che si potevano avere i capelli verdi.
Alzò lo sguardo verso il cielo.
Si stava annoiando a morte, e per colpa della sua stupida ed insensata timidezza. Però era arrivato da soli pochi giorni all’orfanotrofio, no? Era normale che avesse paura di socializzare con i suoi compagni.
Sospirò affranto, mentre un raggio di sole gli illuminava i capelli verdi, facendoli luccicare ancora di più.
All’improvviso qualcosa gli finì letteralmente in faccia, facendolo urlare di dolore.
Un pallone da calcio.
Chi cavolo aveva tirato quel cavolo di pallone di calcio verso di lui, l’avrebbe pagata!
Nessuno la passava liscia con lui.
Per quanto potesse essere timido, insicuro e taciturno, era anche vendicativo, ed anche molto.
Si alzò con tutta calma, mentre con la destra si massaggiava il nasino che ancora gli doleva e con la mano sinistra reggeva il pallone, e si voltò: “Chi ha calciato questo pallone?” domandò.
I due bambini di prima si avvicinarono a lui, grattandosi le teste.
“E stato Hiroto” disse il primo dei due, un bambino dai capelli rossi e occhi gialli come i gatti, indicando il compagno che arrossì di botto, sentendosi accusato.
“Io… mi dispiace averti colpito” mormorò il bambino, abbassando lo sguardo sulle scarpe da ginnastica, ormai consumate.
Per la prima volta decise di non vendicarsi, infondo se non fosse stato per quel pallone, non avrebbe mai avuto l’occasione di parlare con quei due.
“Fa niente” facendo spallucce e passò la palla a quello dai gli occhi gialli.
“Io comunque sono Nagumo” si presentò quello.
“E come avrai capito io sono Hiroto!” trillò l’altro.
“Oh, io sono Ryuuji” e sorrise.
Un sorriso sincero e dal cuore, che scaldò quello degli altri due.
Quello era solamente l’inizio di una grande e duratura amicizia, tra i tre, che presto sarebbero diventati anche quattro.
Però, in quel momento erano solamente loro tre come i tre moschettieri.
Tre bambini di solamente cinque anni, diversi tra loro ma che si completavano al meglio.
Ryuuji, Nagumo e Hiroto…
Angoletto PikaPì.
Come ho scritto nell'introduzione codesta cosa è la mia prima one-shot.
E credo che mi sia uscita bene.
Almeno credo.
Suzuno non c'è, poiché mi sono basata sulla mia storia a capitoli, quindi i protagonisti sono solo loro tre.
Beh, spero vi piaccia.
Alla prossima.