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Autore: HarryJo    20/08/2011    6 recensioni
Dopo quella sera, era tornato parecchie volte a portare del mangiare a lei e a Olivander.
Era diventato una specie di capriccio: stranamente stare nelle segrete di Malfoy Manor lo faceva sentire libero.
Luna si dimostrava sempre gentile, mentre lui molte volte continuava ad aggredirla e ad essere scontroso. Eppure era grato per il suo non demordere, per la vitalità che continuava a possedere in quegli occhi azzurri, nonostante fosse stata privata della sua vita normale.
Lei credeva. Aveva fiducia.

Quarta classificata al "Tutti pazzi per Draco! Contest" di Tefnut e vincitrice del Premio caratterizzazione per Luna Lovegood.
Genere: Introspettivo, Malinconico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Draco Malfoy, Luna Lovegood | Coppie: Draco/Luna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: II guerra magica/Libri 5-7
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Forse è tardi, forse invece no.

 

 

 

 

« Ehi, tu ».

Una voce scontrosa le stava rivolgendo la parola.

Luna Lovegood alzò lo sguardo verso l’uomo che la stava squadrando, smettendo per un momento di leggere Il Cavillo.

« Parla con me? »

« Sei la figlia di Lovegood, vero? Quel vecchio direttore di questa spazzatura! » le sbraitò, rubandole la rivista di mano e gettandola a terra.

Tutti erano paralizzati. Il treno che stava andando da Hogwarts a Londra per le vacanze di Natale era stato fermato da due Mangiamorte, che erano saliti a bordo cercando una ragazza in particolare. E, evidentemente, l’avevano trovata.

« Tu ora vieni con noi » le comunicò il secondo Mangiamorte. « Così vedremo quanto il tuo bel paparino ci ripenserà la prossima volta che vuole scrivere qualcosa contro di noi su quel maledetto giornale ».

Luna durante tutto il tempo si era limitata ad alzare un sopracciglio, sorpresa. Poi, tranquilla, disse loro: « Ah, è per questo. Non sopportate che la gente dica la verità sul vostro conto ».

« Senti, ragazzina » il primo dei due si infuriò, afferrandola per un braccio. « A te non deve importare perché lo facciamo, e chiudi quella benedetta bocca ».

« Yaxley, controllati » lo rimbeccò l’altro. « Sono sicuro che la signorina Lovegood sarà ben lieta di unirsi a noi, se non vuole rimanere completamente orfana. Poverina, un po’ ti compatisco, sai? » si rivolse a lei sfiorandole la guancia con un dito. « Senza madre e condannata a vivere con un padre completamente pazzo ».

« Sono io che compatisco te » rispose sognante Luna, mentre le lacrime le riempivano gli occhi, ma non si accingevano a scendere. « Sei così oscurato e convinto che il mondo sia migliore con il Signore Oscuro, che non riesci a vedere quanta luce c’era prima ».

Yaxley restò zitto a guardare il compagno, che, nel frattempo, alle parole della ragazza, aveva ritratto la mano con un gesto brusco.

« Benissimo. Non vuoi collaborare » sentenziò, con voce fredda e pacata. « Beh, questo è un treno, ragazza mia, e non hai vie di fuga. Malfoy Manor ti insegnerà a non parlare per niente ».

Prima che qualcuno potesse dire qualcosa o comprendere cosa stava succedendo, il Mangiamorte prese Luna per un braccio e si Materializzò, lasciando il vuoto al suo posto.

Passò qualche minuto, dove gli studenti cominciarono a borbottare sull’accaduto ipotizzando cosa avrebbero fatto a Luna per la sua risposta, e poi il treno ripartì, come se non fosse successo nulla.

 

Malfoy Manor era il posto più tetro che lei avesse mai visto. L’eleganza della casa dava il senso di ricchezza e di benessere, ma avvolta nel manto grigio del cielo sembrava un edificio travolto da tristezza e malessere. Le vennero i brividi mentre attraversava l’enorme cancello, tenuta per un braccio da Yaxley.

Quando entrarono Luna non ebbe molto tempo per scorgere i mobili della casa, per farsi un’idea del posto dove erano, perché venne portata subito direttamente giù nelle segrete, rinchiusa dietro una sbarra assieme ad un vecchio uomo.

« Resterai qui finché tuo padre non si riscatterà per ciò che ha pubblicato » le disse gelido Yaxley.

« Non lo farà » rispose tranquillamente lei. « Non vi consegnerà mai Harry Potter ».

Un nervo cominciò a pulsare nella tempia del Mangiamorte, che si morse le labbra e socchiuse gli occhi, trattenendosi dal lanciare un Anatema alla ragazza.

« Staremo a vedere » si limitò a rispondere, e sparì via.

« Ehi… Tu sei Luna Lovegood, vero? »

Una voce flebile la stava chiamando e la ragazza si girò. Rannicchiato in un angolo poteva distinguere chiaramente la figura di Olivander. Se lo ricordava bene, le aveva venduto lui la bacchetta.

« Sì, sono io, signor Olivander. Sta bene? » chiese dolcemente, cercando di risultare il più tranquilla possibile.

« Per quanto possibile… Ti hanno fatto qualcosa? Ti hanno torturato? »

« No, tranquillo. Va tutto bene » gli rispose, distogliendo lo sguardo e guardando fuori dalle sbarre.

Si costrinse a non pensare a suo padre, e strinse a sé la sua collana di Burrobirra. Non gli avrebbero fatto del male, ne era convinta.

 

***

 

Erano passati parecchi giorni dall’arrivo di Luna, eppure nessuno si era curato di portare a lei e al signor Olivander da mangiare. A quanto pare non era così necessario.

« Codaliscia » chiamò Lucius, ricordandosi all’improvviso di aver degli ospiti. « Porta ai prigionieri da mangiare. Codaliscia! »

Ma nessuno gli rispondeva. Sembrava non essere in casa.

« Padre, lui è andato via, lo ha chiamato Lui… »

Suo figlio Draco fece capolino nella stanza, sussurrando piano. Quei mesi l’avevano distrutto, sfigurato. La sua figura era diventata sempre più magra e minuta e la voce era più flebile. Ogni movimento lo faceva con un po’ di esitazione e, se poteva, passava la maggior parte del tempo da solo o con sua madre. Il suo orgoglio e la sua fierezza erano svaniti; lui era un Mangiamorte solo all’apparenza.

« Ah, ok… Ti dispiace portare tu qualcosa a quei due, allora? » chiese Lucius, un po’ contrariato. « Sennò muoiono tra un po’, e Lui potrebbe aver ancora bisogno di loro ».

C’era tensione in quella casa, ed era palpabile nella loro semplice conversazione. Facevano fatica ad essere se stessi, a ritrovare quella pace e quella spensieratezza che una volta accoglieva le loro vite. Ormai erano consci del fatto che tutta quella Guerra non aveva fatto bene nemmeno a loro, che erano state parte dei promotori.

Draco non voleva andare in quella sudicia prigione, ma qualcosa – forse la stanchezza, la debolezza, o semplicemente la rassegnazione – lo fece annuire silenziosamente e, prendendo un vassoio con qualche pezzo di pane tostato e del Succo di Zucca, si avviò silenziosamente verso le segrete.

 

Si era sempre chiesto a cosa potessero servire, a loro, delle prigioni. Dopotutto non avevano mai rinchiuso nessuno lì dentro, da quel che si ricordava. Forse i suoi genitori l’avevano fatto senza dirgli nulla, e magari lì sotto un tempo c’erano nascoste delle persone. Magari addirittura innocenti. Magari c’erano addirittura morte.

Si costrinse a non pensarci – gli faceva male lo stomaco ad immaginarsi una cosa simile – e aprì le sbarre della cella, cercando di assumere un’aria seria e fredda, ma, purtroppo, si era dimenticato di come si faceva.

« Qui c’è il vostro cibo » disse flebilmente al vuoto, ponendo un vassoio per terra.

« Draco? »

Lui aveva già sentito quella voce sognante, da qualche parte, ma non riuscì a riconoscerla subito. Illuminò la bacchetta per fare un po’ più di luce, e si ritrovò davanti il volto degli inconfondibili capelli biondo sporco.

« Lovegood » salutò distrattamente, ansioso all’improvviso di ritornare da solo. Ci mancava solo avere come prigioniera a casa una ragazzina di Hogwarts.

« Tutto bene? » gli chiese, con dolcezza.

Lui si fermò di botto, come se fosse sicuro di non aver capito bene. Che cosa le importava di come stava? Forse voleva prendersi gioco di lui?

« Non sono affari tuoi, Lovegood » replicò freddo, al buio della notte.

« Volevo solo aiutarti. Parlare potrebbe farti bene » le spiegò lei con voce candida, senza aspettarsi alcunché. Non sembrava molto turbata per la risposta sgarbata che aveva ricevuto.

Lui invece si innervosì ancora di più e sbuffò contrariato, prima di dirigersi verso l’uscita della cella.

« Parlare » la canzonò. « Le parole non hanno mai cambiato niente, e non lo faranno di certo adesso. Tu non sai niente di me, quindi per favore, non credere di potermi capire ».

« Non so nulla di te perché non mi dai la possibilità di conoscerti » gli fece notare, mantenendo il suo tono sognante. « Ma conosco abbastanza di te da poter intuire il resto dal tuo sguardo. Draco, se hai bisogno… »

« Luna, smettila! »

Aveva urlato. Lui non voleva urlarle contro, ma non aveva avuto altra scelta. Doveva farla tacere, sennò sarebbe crollato e non avrebbe più resistito alle prepotenti lacrime.

« Forse è troppo tardi » le disse, congedandola.

Richiuse dietro di sé la porta, senza voltarsi, ma riuscì a distinguere perfettamente la sua voce cristallina.

« Forse invece no ».

 

***

 

Il Signore Oscuro era nel salotto di Villa Malfoy, e continuava ad urlare come Draco non l’aveva mai sentito fare prima. Per la prima volta dava per scontato che sarebbe morto in quella stanza da un momento all’altro, che non li avrebbe perdonati.

Si erano lasciati sfuggire Harry e quei suoi due amici insulsi. Li avevano lasciati scappare, non erano stati in grado di trattenere tre ragazzini diciassettenni. Le loro forze venivano meno. Non erano più in grado di fare i Mangiamorte perché a loro non interessava più. Loro desideravano la libertà, smettere di essere oppressi dal potere e dalla paura.

Ma era troppo tardi.

 

« Forse invece no ».

 

Una voce sognante ripeteva quelle parole nella sua testa, e lui cercava di non pensarci.

Aveva capito che Luna non era più lì. Potter e Lenticchia l’avevano di sicuro fatta Materializzare grazie a Dobby, e probabilmente non avrebbe più avuto occasioni con lei.

Dopo quella sera, era tornato parecchie volte a portare del mangiare a lei e a Olivander.

Era diventato una specie di capriccio: stranamente stare nelle segrete di Villa Malfoy lo faceva sentire libero.

Luna si dimostrava sempre gentile, mentre lui molte volte continuava ad aggredirla e ad essere scontroso. Eppure era grato per il suo non demordere, per la vitalità che continuava a possedere in quegli occhi azzurri, nonostante fosse stata privata della sua vita normale.

Lei credeva. Aveva fiducia.

Questo li differenziava, e forse era proprio per quello che Draco aveva sentito sempre più bisogno di starle vicino.

Voleva appropriarsi di un po’ di quella spensieratezza che sembrava possedere quando gli raccontava della prima volta che era riuscita a prendere da sola uno dei Plimpi d’Acqua Dolce che infestavano il torrente ai piedi della collina dove viveva.

Desiderava che lo spiazzasse con le sue verità che lo facevano riflettere sulla propria vita, sulla scelta giusta da fare.

Sperava sempre, ogni volta, che lo fermasse e gli chiedesse di restare lì con lei ancora un po’; invece lei si limitava a prendergli una mano e, ogni tanto, dargli un lieve bacio sulla guancia come saluto.

Lei brillava nel buio della sua ombra. Aveva disegnato una luce in fondo al suo tunnel, e lui durante quel tempo si era rischiarato con le sue strane rivelazioni.

Ora non l’avrebbe più avuta. Aveva perso anche l’unica cosa che lo faceva sorridere e sperare. Se n’era andata.

Quanto avrebbe voluto poter andarsene anche lui, e raggiungerla, per bearsi ancora un po’ di un amore che non aveva saputo riconoscere.

Non si sarebbe mai dimenticato di Luna. L’aveva fatto vivere, nella prigione del suo cuore.

 

E se mai la rivedrò, giurò a se stesso, senza più badare al Signore Oscuro e alla paura che attanagliava il suo cuore, l’amerò per la vita che mi ha dato, e non le permetterò più di andarsene.

 

E così accadde.






 

 {Spazio HarryJo.
Ciao a tutti! Questa è la prima volta che scrivo su Draco, e quindi anche la mia prima Draco/Luna.
Ha partecipato al contest "Tutte pazze per Draco!" di Tefnut e si è classificata quarta *-*
Ho cercato di correggere gli errori prima di pubblicare, ma non sono sicura di aver trovato tutto quanto xD
In ogni caso, fatemi sapere che ne pensate!
A presto,
Erica :3



Quarta classificata 

"Forse è tardi, forse invece no" di Erica Weasley
 


Grammatica/punteggiatura: 9,2/10 
Forma/stile: 9,8/10 
Caratterizzazione: 10/10 (Draco 5/5; Luna 5/5) 
Originalità: 9,8/10 
Gradimento personale: 10/10 
Totale: 48,8/50 
Ti mangio viva!!! 
Non disdegnare mai più – mai più – i tuoi lavori bellissimi. Non ci provare. 
Grazie a te e AliH, le Draco/Luna sono il mio nuovo amore!! Mi hai fatto entrare talmente dentro la tua storia che se non fosse stato per un “convinse” dove sarebbe stato meglio un “costrinse” ti avrei dato 11 in stile e forma. 
La grammatica è punita da alcune sviste. Innanzitutto, “Villa Manor”, l’ibrido made in HarryJo fra Villa Malfoy e Malfoy Manor. Sarà che il personaggio non è dei tuoi preferiti, ma non credevo che sarebbe subentrato un lapsus freudiano XD 
Le ultime due sviste, invece, sono un termine tecnico riferito a Xenophilius Lovegood (tu hai scritto dirigente, ma il termine corretto è direttore) e un errore di battitura, infatti hai scritto “cosìnecessario” tutto attaccato!! ^^ 
La storia è originale. Sì incastra perfettamente all’interno di un Missing Moment preso in prestito dall’autrice e crea una realtà nella realtà. Mi piace. 
La caratterizzazione è il punto forte di questa storia. Draco è nel pieno dei suoi mesi bui e nella tua storia questo è perfettamente intuibile. Ci sono delle frasi che… oh, Ericaaa!!! 
“Questo li differenziava, e forse era proprio per quello che Draco aveva sentito sempre più bisogno di starle vicino.”, o anche “Eppure era grato per il suo non demordere”. Me li hai fatti amare insieme. 
E Luna? Luna è perfetta, mentre brilla nella sua ombra! Perfetta quando si rivolge ai Mangiamorte, perfetta quando parla con Olivander, perfetta quando mette a nudo i sentimenti di Draco. 
Okay, se non si fosse capito, sei arrivata quarta. Quarta, non ultima, hai inteso?!?! Non voglio più sentirti dire che hai scritto un orrore!!! >.< Se costringerti a partecipare porta questi risultati… beh, preparati, perché lo farò più spesso!!! 

   
 
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