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Autore: Tinotina    20/08/2011    7 recensioni
[ZukoxKatara]
La battaglia finale non si è conclusa come tutti si aspettavano. L'Avatar aveva vinto, questo era certo, ma la vittoria non aveva portato solo gioia e speranza per il nuovo mondo che tutti aspettavano.
Zuko si è risvegliato ferito, con nuove verità schiaccianti ed ora deve compiere scelte per il suo nome, per il suo regno, per la sua vita.
[STORIA SOSPESA]
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Katara, Quasi tutti, Zuko
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Capitolo Primo

 

Katara aveva perso ogni energia quella notte. Si era addormentata con la testa sul letto di Zuko sfinita.

Toph la vide ancora bloccata in quel sonno rigido e stancante quando entrò con un vassoio in mano.

Sentiva il cuore di Katara battere furiosamente mentre quello del ragazzo al suo fianco stava rafforzandosi.

Entrò senza paura, appoggiò il vassoio su un tavolo lì vicino e scuoté l'amica.

<< Katara … Katara svegliati >>

La ragazza non diede segno di averla sentita.

<< Katara, ti ho portato la colazione >> disse più forte.

<< Porta … portala via … >> sbuffò.

<< Eh no, mia cara! Oggi devi mangiare! Io non sono Aang, ricorrerò perfino al dominio se opponi resistenza! >>

<< Toph, vattene >>

La voce di Katara era rude e dura. Pochissime volte aveva sentito l'amica parlarle a quel modo. Ma lei non si sarebbe fatta piegare. Lei era una roccia.

<< Non ci penso nemmeno >>

Katara alzò la testa e ripeté: << Vattene >>

<< E tu mangia >>

<< Non ho fame >>

<< Bugia! Lo sai che riesco a percepire quando qualcuno mente >>

<< Toph, per favore... >>

<< No. >> disse << Non ho alcuna intenzione di farti un favore. Pensi che mettendoti alla fame Zuko guarirà prima? Io ne dubito >>

<< Sta zitta... >> sussurrò

<< E ti dirò di più. Non c'è niente che tu possa fare per lui al momento. Sei inutile quanto me, o Aang, o Sokka.. Il suo organismo deve riprendersi dal fulmine autonomamente. Deve farcela da solo; deve salvarsi da solo. >>

<< Non è vero, io posso … >>

<< Tu non puoi niente! Zuko deve riposare in una zona tranquilla e sono sicura che sentendo la tua ansia questa non sia più una zona tranquilla. Come pensi che reagirà quando saprà della morte di Mai, ci hai pensato? No, vero? A te non importa >>

<< Certo che mi importa! >> esclamò lei offesa.

Era questo che pensava? Era questo che pensavano tutti? Che a lei non importava niente?

<< Ah, davvero? Questo cambia tutto. Quindi vuoi che si svegli ora per lanciargli addosso un fardello? In questo modo affronterà due cose insieme. La sua guarigione fisica e la sua guarigione psicologica. Ottimo piano Katara, non c'è che dire >>

<< Non pretendo che tu possa capire >> mormorò.

<< Cosa? La logica in questa situazione. Hai fatto centro Katara, perché non la capisco. >>

<< E' colpa mia, Toph! >> esclamò arrabbiata. << E' solo colpa mia se lui sta per morire. Non posso far finta di nulla... non riesco a lasciarlo qui da solo >>

Perché nessuno si prendeva la briga di mettersi nei suoi panni? Era un desiderio così difficile da comprendere?

<< Katara … >>

<< Quindi rimango con lui >> continuò imperterrita << Devo saperlo in salvo. Deve guarire. Non può morire per me, non posso permettere che accada. Se resto qui almeno ho qualche possibilità di aiutarlo con il mio dominio se le cose si mettono male. Così io... così io non … io … >>

<< Katara, calmati >>

<< Toph, io non posso andare avanti sapendo che lui è morto per me. Per me, che non valgo niente per lui >>

<< Katara, il suo cuore si sta riprendendo. Pompa sangue via via sempre più velocemente. Guarirà, fidati di me. Lo sento. >>

Ma per Katara quelle parole di conforto avevano senso. Cosa significava per lei sapere che il suo cuore batteva più veloce di ieri? Tutto sarebbe stato inutile fino a che non lo avesse visto nuovamente in piedi a lanciare il suo dominio.

<< Katara? Hai capito quello che ho detto? >>

<< Certo, ho capito >>

Ritornò a guardare il volto di Zuko.

Sembrava sereno racchiuso dentro il suo mondo perfetto. Magari un mondo senza guerre, senza problemi, senza responsabilità e senza dubbio un mondo per lui e Mai.

Ed è solo per questo che si chiama immaginazione... perché è qualcosa che si può vivere solo nei sogni.

Lui non avrebbe potuto più avere un mondo insieme a Mai nella loro realtà.

<< Posso... posso rimanere sola con lui? >>

Toph la guardò scettica.

<< Prometto che mangio >> le disse e, per dimostrarsi ancor più convincente addentò una fetta di pane tostato.

<< D'accordo. Ma vedi di svuotarlo quel vassoio, intesi? >>

 

***

 

Katara era rimasta con Zuko tutto il giorno, come aveva detto a Toph, e così anche tutto il giorno successivo, ma nonostante la sua assidua presenza, non c'erano stati che lievi miglioramenti.

Il ragazzo aveva ripreso parte del suo colorito e sembrava più sano, anche se non apriva ancora gli occhi. Si poteva dire che stava meglio... molto meglio dei giorni passati, per lo meno.

Forse fu per questa pallida ripresa di colore, o forse perché ne aveva abbastanza di stare in quella stanza che, dopo aver medicato nuovamente la ferita sul petto, se ne andò via.

Corse fuori, nel giardino del palazzo reale della nazione del fuoco e si fermò solamente di fronte al laghetto privato della casa.

Aprì le braccia ed iniziò a muoverle secondo specifici movimenti. I movimenti del dominio. Secondo i suoi comandi l'acqua iniziò a muoversi, dapprima con movimenti flebili, poi sempre più

veloci e tormentati.

L'acqua schizzava via sotto i movimenti frenetici di Katara, bagnandola da cima a fondo.

Le gocce picchiavano forte, ma Katara non ci fece caso.

L'unica cosa importante era sentire il potere sotto le sue mani. Sentire che era ancora capace di fare qualcosa, qualunque cosa, e l'acqua sotto di sé le dava quel potere.

<< Katara! >>

Aveva iniziato a piovere.

Meglio. Più acqua.

Iniziò a governare anche la pioggia, e in quel momento si sentì bene. Come se tutti i suoi problemi iniziassero a scorrere via e la lasciassero in pace.

<< Katara! >>

Perché non poteva restare così per sempre? Continuare a rimanere sotto la protezione dell'acqua e dimenticarsi di tutto il resto. Perché non poteva?

Sarebbe stato bello, bellissimo...

<< KATARA! >>

… ma non sarebbe mai successo. I problemi non si possono ignorare, e se si vogliono dimenticare, c'è sempre qualcuno sempre pronto a ricordarteli.

<< Katara... >>

Velocemente l'acqua si condensò, formando tanti aghi acuminati sospesi in aria.

Affilati e pericolosi.

<< Cosa vuoi, Aang? >>

<< Volevo solo … senti non puoi abbassarle quelle lame di ghiaccio? >>

Bastò un semplice colpo della mano e gli aghi caddero a terra con un tonfo sordo, uno dopo l'altro, all'infinito.

<< Gra … grazie >>

<< Allora? >> chiese glaciale, ignorando la gratitudine.

<< Zuko si sta svegliando. Credevo lo volessi sapere >>

 

***

 

Katara non si fermò ad ascoltare ulteriori dettagli.

Zuko si stava svegliando.

Dopo tutto questo tempo, dopo tutte le settimane in cui lo aveva vegliato, si stava finalmente riprendendo.

Non appena la notizia entrò in circolo dentro di sé, ritornò di corsa all'interno del palazzo.

Impressionante come i corridoi, le statue, perfino le scale, sembrano moltiplicarsi quando esiste qualcosa ad aspettarti alla fine del percorso … una fine che sembra non arrivare mai.

Perfino ora, davanti alla sua porta, aveva delle esitazioni.

Lui non la stava aspettando; altrimenti perché si sarebbe risvegliato proprio mentre lei era lontano da lui?

Doveva entrare?

La voglia era tanta … ma doveva?

La porta della camera si aprì e uscì Sokka.

<< Katara, che ci fai qui? >>

<< Io... Aang mi ha chiamata >> disse come se dovesse scusandosi.

<< Oh, allora hai portato gli asciugamani? >>

<< Asciugamani? >>

<< Si, asciugamani! Glieli ho chiesti dieci minuti fa, ma sembra scomparso! Lui e Momo! >>

<< Se devi asciugare qualcosa ci penso io >> propose.

Sokka la guardò.

<< Tu? La zuppa umana? >>

<< Cosa? >>

<< Senza offesa, ma hai bisogno più tu di un asciugamano che lui >>

Solo in quel momento Katara si ricordò di essere rimasta sotto l'acqua corrente e di essere fradicia.

Scosse le spalle e con un leggero movimento evaporò le ultime gocce.

<< Ora non mi serve più; invece a te...per cosa serviva? >>

<< Oh, giusto >> disse, scioccato dalla dimostrazione del dominio della sorella. Molte volte l'aveva vista all'opera, dimostrando una capacità fuori dal comune. Non aveva mai dato per scontato il suo dominio, ma quella volta aveva negli occhi un'espressione fredda e indifferente. Qualcosa l'aveva cambiata. << Zuko è in preda alla febbre. Mi servivano per asciugargli il sudore >>

<< Va a prenderli tu. Io sto con Zuko. >>

 

***

 

Katara si avvicinò al letto di Zuko. Il ragazzo era colpito da violenti spasmi ed era in un bagno di sudore.

Come avevano potuto dirle che si stava svegliando?

Gli accarezzò la fronte e, prima di iniziare ad occuparsi di lui, gli sussurrò << Ora ci penso io a te >>.

  
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