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Autore: Molly182    20/08/2011    1 recensioni
Uscendo con lui non mi ero illusa di aver incontrato il principe azzurro o il ragazzo che ogni madre vorrebbe, no, lui era diverso! Il suo mezzo di trasporto era uno skate. I suoi capelli non erano di certo biondi, anche se una volta lo erano stati poi sono passati al rosso, al viola, al blu, credo, e ora erano tornati al suo colore naturale, castani. Certo, gli occhi sono l’unica cosa che ti possono ingannare, sono di un maledetto azzurro dove ti riesci perfettamente a perderti dentro.
Genere: Commedia | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: OOC, What if? | Avvertimenti: nessuno
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Take all you can from me
Ho dovuto aspettare ben due anni!
Non si è mai degnato nemmeno di una chiamata o una maledetta mail. Ma in fondo, chi se ne frega! Ammettiamolo, io non ho mai fatto realmente parte della sua vita, certo che no! Lui si preoccupava soltanto della sua musica e dei suoi stupidi problemi con la band. Io sono stata solo un suo passatempo tra una canzone e l’altra, vero? Eh si! È proprio cosi!
Era sparito! Non mi aveva lasciato nemmeno un messaggio. Come una volata di vento se ne era andato.
Ma non è giusto restare qui a commiserare me stessa, certo che no!
Tutta questa storia non ha senso. La cosa che mi fa incazzare non è che se ne era andato ma che ho saputo del suo ritorno grazie ai media.
Squallido!
Uscendo con lui non mi ero illusa di aver incontrato il principe azzurro o il ragazzo che ogni madre vorrebbe per sua figlia, no, lui era diverso! Il suo mezzo di trasporto era uno skate. I suoi capelli non erano di certo biondi, anche se una volta lo erano stati poi sono passati al rosso, al viola, al blu, credo, e ora erano tornati al suo colore naturale, castani. Certo, gli occhi sono l’unica cosa che ti possono ingannare, sono di un maledetto azzurro dove riesci perfettamente ad annegarci dentro senza che te ne accorgi.
Prima che mi trasferissi a Londra era tutto perfetto. Eravamo noi due e la nostra amicizia. Nulla di più se non un basso che continuava a suonare. Poi mi dovetti trasferire dalla soleggiata e calorosa Poway in questa piovosa e scura città. Più il cielo si oscurava, più mutava il mio umore.
Intanto lui era diventato famoso e chi più l’aveva sentito. Mi era capitato di vedere qualche suo concerto quando era in tour nella mia città ma non ho mai avuto il coraggio di andare da lui e dirgli: “Hei Mark, sei un fottuto cazzone! Ho aspettato una tua chiamata ma niente, a proposito se non ti ricordi sono la tua amica Lillian!”. Lui cosa mi avrebbe risposto? “Lillian, chi?”, di sicuro non si sarebbe ricordato di me.
Come ogni cosa perfetta, c’è sempre qualcosa che deve andare storto, no? Infatti, col passare del tempo, per colpa di uno stupido chitarrista con manie di grandezza, il suo gruppo si sciolse e formò un’altra band.
Non so se il nome di quel progetto l’aveva deciso casualmente o si era ispirato a me ma quei mesi furono i più belli ma c’era sempre un problema che rimaneva irrisolto. Lui era sposato da qualche anno ormai e io lo sapevo benissimo. Sapevo tutto su di lui eppure avevo deciso di fare finta di niente.
 
Mark p.o.v.
Nei dodici mesi passati, avevo fatto di tutto per non pensarci ma i sensi di colpa erano diventanti sempre più forti e si facevano sentire, ogni giorno, sempre di più.
Non sono del tutto certo sul perché l'avessi fatto. Forse perché non volevo che lei mi odiasse o forse perché volevo semplicemente scusarmi della mia scarsa presenza, e avevo realmente pensato che, forse, un bacio avrebbe, di sicuro, cambiato le cose o almeno ci avevo sperato.
Ma un bacio non si da così tanto per dare, c'è sempre un motivo ben preciso. Infatti, nessuno si pente mai di un bacio, almeno non quando lo riceve o lo sta dando, ma si pente sempre dopo, perché riflettendo ti fa capire quanto è stato sbagliato e ingiusto. E io me ne ero rese conto, solo, quando mi sono trovato davanti a mia moglie con notevoli ricordi delle notti passate insieme a Lillian.
Ma le persone non vogliono far mai del male, giusto? Non io e, soprattutto, non a Skye.
Ma in quell'istante mi ero sentito un cretino perché avevo preferito Skye a lei, soltanto perché aveva usato il cervello per la medesima volta, per la volta sbagliata, e non il cuore come avrei dovuto ed ero insicuro sul dirgli la verità o continuare a fare finta di niente, come avevo fatto fin ora.
Mi sentivo distrutto e quel segreto sarebbe uscito comunque in una discussione o nel momento sbagliato. Ecco perché dovevo farlo e non aspettare altro tempo. Per non fargli male più del dovuto.
Il punto è che dopo che stai insieme ad una persona da quasi tutta una vita è difficile dire “Ehi ciao, sai a Londra mi sono divertito molto e me la sono spassata con una mia vecchia amica. Mi dispiace, è stato bello vivere con te, salutami mio figlio!”, se le avessi detto una frase così sarei stato più che stronzo e questo, lei, non se lo meritava. Non sapevo cosa fare ma non volevo rovinare le cose con Lillian, volevo comportarmi bene, e anche se avevo ancora una moglie quando le avevo chiesto di farmi fare un giro per la città, di darmi il suo numero di telefono e quando l’ho baciata, non mi importava.
 
Lillian p.o.v.
Questo perché in tutti quest’anni l’ho sempre amato, fin da quando aveva quegli stupidi capelli e quel maledetto skate ma questo lui non lo sapeva. Ero solo la sua vicina di casa che lo assecondava sempre fino a quel giorno.
Avevo rischiato, ero ceduta. Sapevo che era atterrato a Londra già da qualche settimana e non ero riuscita a resistere alla tentazione di chiamarlo. Per quanto mi ero promessa di non farlo ne è valsa la pena, ho passato il miglior anno che potessi mai avere, finché non dovette tornare in America.
Ed ora era ritornato a Londra per chi sa quale motivo. Che farabutto!
Non ci sarei cascata un’altra volta. No, non sta volta! Ora lui aveva la sua vita, io la mia. Dannazione, aveva una famiglia, una moglie e un figlio non ci sarebbe stato modo che le nostre vite si incontrassero di nuovo e questo non lo avrei permesso. Avrei fatto di tutto per impedirlo.
Riaccendo la televisione e giro sul telegiornale. Un po’ di notizie mi avrebbero di sicuro distratta soprattutto visto che è mezzogiorno, non fanno mai gossip a quest’ora e mentre annunciano che sarà un’estate torrida e che allo zoo era nato il tanto atteso cucciolo di panda inizio a cucinare.
Distrattamente sento la giornalista pronunciare il cognome ‘Hoppus’ e involontariamente alzo la testa per guardare lo schermo della tv.
No, non avrei ascoltato quelle stupide notizie su di lui!
“Arrivo!”, urlo. Spengo la tv buttando il telecomando sul divano e corro verso la porta.
“Ciao Lillian ”, Mark è davanti a me con un mazzo di rose in mano e un gran sorriso sul volto. Quei maledetto occhi azzurri sembrano più luminosi di quello che mi ricordavo e fanno contrasto con la parete scura del pianerottolo. “Mi sei mancata!”.
   
 
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