Titolo: Don’t Ask Don’t Tell
Autore: Sai Sama
Frase: And with your
presence my heart knows no shame. (n 8)
Introduzione: “La pioggia cade,
in gocce grandi e pesanti, è scrosciante e non ci lascia in pace da giorni,
guardo in alto, il cielo è nero e non sembra voler smettere molto presto.
So che a chiunque altro questo
tempo sembrerebbe orribile, che si tirerebbe più su il collo del giaccone e più
giù il cappello, ma io non posso fare a meno di allargare le braccia, mostrando
il viso e il corpo a queste gocce.”
Rating: Giallo
Generi: Drammatico,
introspettivo, malinconico.
Avvertimenti: One Shot, Angst,
Slash
Note (opzionali): Mi spiace giudice, ma temo di avere un
po’ di noteXD Innanzitutto vorrei specificare che la fic è ambientato in un
tempo indefinito dopo l’attacco in Afghanistan del 2001, e, visto che non sono
certo un’esperta, ho preferito tenermi sul vago. Ovviamente la ff è ambientata,
però, prima del 2010, anno in cui
[1]
Don't
ask, don't tell (non chiedere, non dire in lingua
inglese), talvolta riportato come DADT,
è il termine con cui comunemente ci si riferiva alla linea politica degli Stati Uniti d'America il 1993 e il
Le restrizioni sono imposte dalla legge federale Pub.L. 103-160 (10 U.S.C. § 654). Eccezion fatta per i casi in cui sussistono le condizioni
dettate da 10 U.S.C. § 654(b), questa politica proibisce a chiunque "dimostri
propensione o intenzione di intraprendere atteggiamenti omosessuali" di
prestare servizio nell'esercito, poiché
questo "creerebbe un inaccettabile rischio all'alta morale, all'ordine,
alla disciplina e alla coesione che sono l'essenza della potenza
militare". La legge inoltre proibisce a qualsiasi persona omosessuale o bisessuale di svelare il proprio orientamento sessuale o di parlare di relazioni omosessuali mentre presta
servizio all'esercito. (Tratto da Wikipedia)
[2] Duty, Honor, Country («Dovere,
Onore, Nazione») è il motto della prima, e più famosa, accademia militare degli
stati uniti, dove i miei personaggi si sono incontrati.
[3] L'Accademia Militare degli Stati
Uniti, in inglese United States Military
Academy è l'Accademia militare dell'esercito degli Stati Uniti. È situata a West Point, una
località della contea di Orange dello stato di New York, posta a circa
[4] Il simbolo che i militari con
il grado di maggiore portano sulla divisa nell’esercito militare è una foglia
di colore bronzeo dorato, non so se sia veramente in bronzo o in rame,
qualsiasi errore è solo mio^^
Don't Ask Don't Tell[1]
La pioggia cade, in gocce grandi e pesanti, è scrosciante e non ci lascia in pace da giorni, guardo in alto, il cielo è nero e non sembra voler smettere molto presto.
So che a chiunque altro questo tempo sembrerebbe orribile, che si tirerebbe più su il collo del giaccone e più giù il cappello, ma io non posso fare a meno di allargare le braccia, mostrando il viso e il corpo a queste gocce.
L'acqua, una cosa così semplice, tanto che non ci accorgiamo di quanto preziosa sia fino a che non ce l'abbiamo, e noi abbiamo penato tanto per questo liquido, giù in Medio Oriente, non è vero Adam? Non è vero, Maggiore?
Per un attimo mi aspetto quasi che tu mi risponda, che punti gli occhi, tanto azzurri da sembrare irreali, su di me e che tu mi sorrida e mi riprenda per il mio poco patriottismo verso il nostro grande Paese.
Ma tu non lo fai, non puoi farlo.
La tua bocca non sorriderà più, non parlerà più, non mi bacerà più, non percorrerà più il mio corpo con la fretta dettata dal desiderio, né le tue mani brandiranno più un'arma o mi accarezzeranno facendomi tremare di piacere.
Non succederà più niente di tutto questo, perché tu sei morto, perché il nostro Paese ti ha mandato a morire, ha mandato a morire tutti noi in realtà.
E non prendertela per queste parole Adam, quello animato da vera passione, da vera voglia di proteggere gli Stati Uniti eri tu, non sono mai stato io, ho fatto quello che facevo sempre, ti ho seguito come il compagno fedele che sono.
Osservo la lapide, dove sotto la tua foto in uniforme e sorridente ci sono la tua data di nascita e quella della tua morte, le conosco bene entrambe, non c'è compleanno che non abbiamo passato insieme e quando sei morto io ero lì, accanto a te.
Ventisette anni, solo ventisette anni, eri troppo giovane per morire, eri troppo buono per morire, avremmo dovuto avere ancora tanto tempo per noi, dovevamo andare in Europa, ti ricordi? Me lo avevi promesso.
Invece non la vedremo mai, perché senza di te io non ci andrò, senza di te non ce n'è ragione.
Avremmo dovuto avere amore, passione, tempo per litigare e fare pace in un letto dalle lenzuola candide, ma tutto ciò che rimane a me è dolore, mentre ciò che rimane a te cos'è? Dovere, onore, Nazione[2]? Il motto dell'Accademia di West Point[3], quella dove ci siamo diplomati insieme, là dove l'amicizia si è trasformata in qualcosa di più.
C'è scritto questo, sotto le date, insieme al tuo grado
e al nome del nostro battaglione e a quello che ha scritto la tua famiglia:
"Figlio e fratello amatissimo".
Quello che non c'è scritto è che, nonostante tutto,
nonostante la politica del "Non chiedere, non dire", nonostante
abbiamo dovuto nascondere tutto, nonostante la tua vergogna verso il nostro
amore, mi hai amato, e sei stato l'amore della mia vita.
Cado in ginocchio, stringendo tra le dita l'erba che
già ricopre la tua tomba.
Non ci sono potuto essere neanche per il tuo funerale,
ero ancora in servizio, in quell'inferno di sabbia e trappole nascoste, non ho
potuto sentire il suono delle trombe o gli spari commemorativi.
Non ti ho potuto vedere neanche un'ultima volta,
l'ultima immagine che ho di te è del tuo corpo steso a terra, coperto di sangue
e sporcizia, per via di quella dannatissima bomba.
Solo ora, a cinque mesi dal tuo rientro a casa sono
potuto tornare, ma sono tornato per sempre.
Lo psicologo ha dichiarato che non ho più la sanità
mentale per combattere, così mi hanno rimandato a casa, congedato con onore per
importanti operazioni in battaglia. Ho anche una medaglia a provarlo...
Che si fottano tutti! Non me ne frega un cazzo delle
medaglie, non me ne frega un cazzo di niente ormai! Tutto ciò che vorrei sono
le tue braccia intorno a me, il tuo corpo caldo contro il mio, senza più
fretta, senza più il terrore che qualcuno dei ragazzi ci scopra. Senza dover
nascondere chi siamo.
Ma, alla fine, se anche fossi vivo tutto questo non
sarebbe possibile, perché tu, nonostante mi amassi, e so che era così, ti
saresti vergognato per sempre. Perché amare un altro uomo non è normale, è
contro natura, è sbagliato.
Mi ricordo ancora il giorno in cui sei diventato
Maggiore, io avevo organizzato le cose in modo che nessuno dei ragazzi venisse
nella sala ricreativa per quelle due ore, in modo che potessimo festeggiare con
un po’ di tranquillità.
Tu sei arrivato con quella nuova foglia di bronzo
sull'uniforme[4], ero così felice per te, mi sono allungato per baciarti e tu
ti sei allontanato, poggiandomi una mano sul petto, per evitare che mi
avvicinassi di nuovo.
Non potevo vedere la mia espressione, ma di certo
doveva mostrare la confusione che provavo dentro di me, non capivo, perché non
mi baciavi? Perché non festeggiavamo insieme?
Hai scosso la testa, allontanandoti ancora.
Mi hai guardato dritto negli occhi e hai detto che era
tutto finito, che non potevamo continuare, che ora, da Maggiore, dovevi dare
l'esempio, non indulgere più in certi...come avevi definito il nostro amore?
Ah, si, sbagli di gioventù.
Non mi hai neanche dato il tempo di elaborare le
informazioni e risponderti, sei semplicemente uscito dalla stanza, lasciandomi
dentro, solo e con il cuore infranto.
Il punto, però, non era dare l'esempio, vero? No,
certo che no. Il punto era che avevi paura, una paura fottuta che gli altri
scoprissero qualcosa, che potessero giudicarti e tutto questo perché tu stesso
non ti sentivi a posto con te stesso, tu stesso ti vergognavi di te.
Io, fin da bambino, avevo sempre creduto che fossi tu
quello più coraggioso.
Di certo eri tu a cacciarti nei guai più grandi, con
me alle costole, eri ancora tu a prenderti la colpa anche per me, per salvarmi,
eri tu ad attaccare briga con quelli più grandi di noi, ad uscirtene sempre con
nuove cazzate, ed a buttarti in battaglia in prima linea, sprezzante del
pericolo.
Ma io ora mi sono reso conto che quello che io pensavo
fosse coraggio non era che spacconeria.
Perché il vero coraggio è altro, è superare le proprie
paure per se stessi e per le persone che si amano, è occuparsi di chi ci è caro
ad ogni costo, è fare delle scelte e, se si ritengono corrette, di portarle
avanti con orgoglio, è amare sempre e comunque, nonostante ciò che pensino gli
altri, nonostante gli ostacoli.
Tu non hai mai fatto niente di tutto questo, mentre io
si.
Quando ti cacciavi nei guai io ti seguivo nonostante
la paura, per assicurarmi che avessi sempre qualcuno su cui contare, quando
facevi a pugni con quelli più grandi ero sempre io a spalleggiarti e a
prenderle con te, quando te ne uscivi con qualche nuova cazzata io ero lì a
cercare di farti ragionare, quando ti buttavi nel mezzo della mischia o quando
inseguivi qualche nemico io ero subito dietro di te, per proteggerti le spalle.
A differenza tua io ho sempre fatto le mie scelte
serenamente e ne sono orgoglioso e, soprattutto, io ti ho amato, con tutto me
stesso, con ogni fibra del mio essere e non avrei mai fatto niente per
nasconderlo se tu non mi avessi pregato, perché a me non importa di quello che
pensano gli altri, io so chi sono e sono fiero di me stesso.
Se me lo avessi permesso ti avrei baciato davanti a
tutti, Generali e talebani compresi, perché il mio cuore non conosceva vergogna
quando c'eri tu.
Tu eri la mia forza e la mia pace, tu eri la colonna
portante della mia vita, per cui non avrei mai provato vergogna, non avrei
potuto.
E ora che sei morto nessuno conoscerà la verità su di
te, se non me, ma ne farò tesoro e di quello che ho imparato da tutto questo,
dalla sofferenza che mi hai causato e della felicità che mi hai donato, anche
se per poco e di nascosto, farò la ragione della mia vita.
Avevo pensato di porre fine alla mia vita, qui, oggi,
sulla tua tomba, ma ora ho cambiato idea, vivrò e combatterò, combatterò perché
quello che è successo tra me e te non succeda più a nessun altro, combatterò perché
le leggi che vietano alle persone omosessuali di entrare nell'esercito vengano
abrogate e perché nessuno si debba più vergognare di come è.
Trasformerò il mio dolore in determinazione e in una
bandiera sotto la quale, lo so, molti si raduneranno, i coraggiosi, i sinceri,
quelli come me.
Combatterò anche per quelli come te, in modo che non
dobbiate più soffrire e combattere con voi stessi, perché possiate stare con le
persone che amate e che vi amano sotto la luce del sole, perché anche noi
meritiamo di essere felici.
Addio amore mio, riposa tranquillo e aspettami, quando ci rivedremo so che sarai orgoglioso di me quanto io lo sono sempre stato di te.
Storia
arrivata terza al concorso Not strong
enough - Rinunciare all'amore indetto da vibs88
Grammatica e lessico: 10/10.
Stile: 12/15.
Originalità: 19/20.
Caratterizzazione dei personaggi: 14.5/15.
Utilizzo frase e attinenza al tema: 10/10.
Gradimento personale: 4.5/5.
Punteggio totale: 70/75.
Giudizio:
Una gran bella storia, un tema delicato trattato,
devo dire, molto bene. Il lessico è semplice, forse un pochino troppo, e ho
solo un piccolo appunto da farti:
- “è scrosciante e non ci ha lasciato in pace da
giorni” la forma più corretta “ci lascia”, anche da un punto di vista di
scorrevolezza.
Lo stile è ciò che ti ha penalizzata di più, devo
dire: usi molte virgole e troppi pochi punti, a mio parere. Le frasi sono
chiare, ma penso che la lettura diventerebbe molto più scorrevole con qualche
pausa ferma non solo a fine paragrafo. Comunque, non in tutti i casi, visto che
in generale il testo è ben scritto e si legge con abbastanza facilità, malgrado
tutto. L’originalità perde quel punto più per la figura del protagonista: il
suo rapporto con l’amico e amante non è nuovo e forse è già un po’ visto, ma
questo non toglie ad una storia ricca di spunti interessanti e che affronta un
tema non credo molto usuale. La caratterizzazione perde quel mezzo punto per la
stessa ragione, la figura del protagonista e del suo compagno sono ben
tratteggiate e ben fatte e anche in un certo senso contrastanti, ma penso forse
avresti potuto approfondirle di più. Ho apprezzato i rimproveri del
protagonista ad Adam, la paura di quest’ultimo che causa tanto dolore
all’altro, e soprattutto la determinazione del ragazzo che una storia come la
loro non si ripeta più. Il tema del contest è trattato benissimo e la frase
inserita davvero bene, con uno spunto interessante che mi ha colpito. L’assenza
di vergogna nel protagonista è qualcosa di molto forte, nell’ambiente che lo
circonda. In sintesi, mi è piaciuta molto: ti consiglio, prima di pubblicarla,
di rileggerla e di sistemare quelle virgole (sono disponibile a darti delle
dritte, in caso), perché è una storia davvero bella, che perde quel mezzo punto
nel gradimento personale in parte per le virgole, in parte perché l’avrei
voluta vedere un po’ più approfondita. Per il resto, complimenti!