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Autore: Fiery    20/08/2011    7 recensioni
«Non posso crederci! Damon?»
Sollevò un sopracciglio, nel sentire quella voce familiare sopra al vociare fastidioso dei clienti del bar. La collegò subito ad un volto giovane, contornato da lisci capelli biondi e una parlantina che aveva detestato molte volte arrivando a desiderare di cucirle la bocca.
«Che ci fai qui, Blon-» voltandosi per salutare la ragazza, ma non appena la individuò nei suoi jeans e la sua giacca di pelle, sgranò gli occhi mettendo a fuoco quella versione non meglio identifica di Caroline Forbes, «…die.»
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Caroline Forbes, Damon Salvatore
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
- Questa storia fa parte della serie 'Ginger'
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Timeline: vent’anni dopo la fine di “tutto” (io continuo a pensare che non finirà un tubo, ma fa niente :D)

 

Challenge:

TVG!Fest @ vampiregeometry (gne, non voglio che finisca.)

Prompt Caroline/Damon - "Che ci fai qui Blon... die..." "Credo che da oggi sarebbe meglio se mi chiamassi Ginger!"

 

Note:

Ho lasciato volutamente i nomignoli “Blondie” e “Ginger” in inglese, li preferisco rispetto a “biondina” e “rossa”. Suonano molto meglio, che ne dite?

Dedicata a Invisible, perchèCarolinerossaèdisuaproprietàok?

Per qualsiasi errore chiedo perdono /o\ al momento sono senza la mia adorata beta quindi è probabile che nonostante l’abbia riletta mille volte ci sia qualche errore.

 

Disclaimer: I personaggi di “The vampire diaries” non mi appartengono (ma se lo fossero sarei taaaanto felice, sì :D).

 

 

 

Ginger

 

 

 

Posò il bicchiere vuoto sul bancone lucido del bar, fissando con un sorrisetto il tovagliolo macchiato di caffè sopra al quale la barista aveva scritto il suo numero di telefono. Afferrò il tovagliolo, fissandolo un momento per poi scuotere la testa e riappoggiarlo accanto al bicchiere. Damon non aveva alcuna intenzione di richiamare quella ragazza, neanche per passare una serata diversa dal solito. Un tempo l’avrebbe fatto, non avrebbe sprecato un’occasione del genere, un divertimento come quello; ma non era più il Damon Salvatore di vent’anni anni prima. Erano cambiate troppe cose, da quando aveva lasciato Mystic Falls. Erano cambiate le sue abitudini, il suo modo di vivere… e in qualche modo anche le sue compagnie.

«Non posso crederci! Damon?»

Sollevò un sopracciglio, nel sentire quella voce familiare sopra al vociare fastidioso dei clienti del bar. La collegò subito ad un volto giovane, contornato da lisci capelli biondi e una parlantina che aveva detestato molte volte arrivando a desiderare di cucirle la bocca.

«Che ci fai qui, Blon-» disse voltandosi per salutare la ragazza, ma non appena la individuò nei suoi jeans e la sua giacca di pelle, sgranò gli occhi mettendo a fuoco quella versione non meglio identifica di Caroline Forbes, «die

La vampira scoppiò a ridere, in mano una bottiglia di birra mezza vuota e gli occhi che le brillavano – era ubriaca, per caso? –, «Credo che da oggi sarebbe meglio se mi chiamassi Ginger.» fece notare portandosi dietro all’orecchio una ciocca di capelli rosso fuoco. Damon la fissò sconvolto mentre prendeva posto nello sgabello accanto al suo e accavallava le gambe con naturalezza.

«Mi sono perso qualcosa?» domandò lasciando che un sorrisetto sghembo gli si disegnasse sul viso, «L’ultima volta che qualcuno ti ha chiesto di tingerti i capelli, l’hai mandato a quel paese. E non poco delicatamente, tra l’altro.» affermò portandole alla mente i ricordi del liceo, quando sosteneva che non avrebbe cambiato colore di capelli per nulla al mondo.

Ma non era solo il colore dei capelli ad essere cambiato: c’era qualcosa nello sguardo di Caroline che la distingueva dalla ragazzina spaurita che era stata prima di trasformarsi in vampira, una maggiore sicurezza sul suo corpo e su chi era.

«Katherine sa essere molto persuasiva.» scrollò le spalle Caroline, con un sorriso divertito di fronte allo sguardo di Damon che si faceva sempre più confuso e sorpreso, «Abbiamo passato un paio di anni a viaggiare insieme, per l’Europa.» spiegò.

«Stiamo parlando della stessa Katherine che odia qualsiasi tipo di legame?»

«Ti stupiresti di quanto siano importanti per lei, invece.» commentò Caroline, facendo segno alla barista di portarle un altro drink, «Non è cambiata per niente, su questo hai ragione… però viaggiare con lei è stato divertente dopo un primo approccio non troppo carino.»

«E ora dov’è?»

«Oh, non la vedo da quattro anni ormai.» tamburellò con le dita sul bancone, le unghie smaltate di rosso, «L’ultima volta che l’ho sentita è stato un paio di mesi fa, credo stesse esplorando Tokyo o un paese lì vicino.»

«Tipico di Katherine, ora che non deve più scappare può godersi la sua ritrovata libertà.» piegò la testa da un lato Damon, riempiendosi il bicchiere di scotch. Pensare a Katherine e Caroline come due “amiche”, in un certo senso, gli riuscì sorprendentemente facile; erano tutte e due alla ricerca della libertà e del divertimento, forse in modo diverso, ma era una buona base per un legame che si avvicinasse all’amicizia in qualche modo contorto.

«Stefan, invece?»

«È da qualche parte a Los Angeles, chissà dove.» scrollò le spalle Damon, «Sono a New York solo per qualche giorno, stanotte parto per raggiungerlo.»

Caroline sorrise, «Sono contenta che siete rimasti in contatto.» Damon sollevò le sopracciglia in un chiaro segno di conferma, bevendo d’un fiato il suo scotch ghiacciato, «Ascolta… che ne dici se vengo con te a Los Angeles?» propose entusiasta.

«Potrei almeno sapere il motivo?» appoggiò il bicchiere, mentre Caroline batteva le mani come una bambina di fronte a una casa delle bambole: beh, forse certe cose non cambiavano.

«Non vedo Stefan dall’anno scorso, voglio fargli una sorpresa! Dai, portami con te!» lo implorò, iniziando a sbattere le ciglia ripetutamente.

Damon roteò gli occhi, «Saresti solo una scocciatura, l’ultima volta che ti ho vista mi hai quasi distrutto la macchina!»

«Ero ubriaca!»

«Perché, ora non lo sei?» indicò con un cenno della testa il drink che Caroline aveva appena buttato giù d’un sorso come fosse acqua.

La vampira arricciò le labbra, osservandolo divertita, «Reggo l’alcool molto di più, rispetto a dieci anni fa.» alzò un dito per bloccare la sua replica, «E poi dove c’è Damon Salvatore c’è il divertimento! È un insegnamento che ho capito molto tempo fa, ormai.»

Inarcò un sopracciglio, «In effetti sono il fratello più divertente.» ammiccò facendola scoppiare a ridere.

«Sarà fantastico!» promise la rossa, per poi alzarsi dallo sgabello e agitare le mani per aria, «Avviso gli altri, voglio essere a Los Angeles il prima possibile! Ah, non vedo l’ora di raccontarti tutto dell’Europa… anche se sono sicura che la conosci a memoria e…»

«Ginger, mi stai facendo venire il mal di testa! Non è un buon inizio.»

Caroline si interruppe immediatamente dalla sua frenetica ed usuale parlantina, «Sai… mi piace molto di più rispetto a “Blondie”.» asserì dopo qualche secondo passato in silenzio.

Damon roteò appena la testa, «Sbrigati, oppure ti lascio qui.»

«Faccio in un attimo!» trillò lei, per poi posargli le mani sulle spalle e stampargli un bacio sulla guancia. Damon sbatté le palpebre, voltandosi verso la chioma rossa dell’amica, che sparì in mezzo ai clienti alla ricerca di quelli che probabilmente erano i suoi “amici” ora. Un sorriso si impossessò delle sue labbra, mentre pagava ciò che aveva bevuto e tirava fuori le chiavi della macchina; la vampira fu di ritorno poco dopo, gli arrivò alle spalle urlando “si parte!” non appena furono in macchina. Appoggiò i piedi sul cruscotto e accese la radio. Stranamente Damon non si oppose; in qualche modo, quella piccola macchia di colore aveva riacceso ciò che si era spento tempo fa in lui. E non aveva alcuna intenzione di spegnerla proprio in quel momento.

«A proposito, sai che in Italia ho incontrato questa interessante signora, che mi ha raccontato un sacco di cose sul…» iniziò a parlare a macchinetta, facendolo sospirare stancamente.

Forse.

  
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