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Autore: MrFedeHann    20/08/2011    3 recensioni
"Come sarebbe a dire che dobbiamo ritornare ad Hogwarts?" - Domandò Ron, esterrefatto e assai preoccupato.
"C'è scritto qua. A quanto pare, il nuovo Ministro ed il suo assistente si sono dati da fare." - Rispose Harry. "Leggi pure il testo del Decreto. Mi è appena arrivato..."
Ron gli diede un'occhiata:
"Tutti coloro che non hanno portato a termine la propria istruzione, presso la Scuola di Magia e Stregoneria di Hogwarts o altri istituti, sono obbligati, in base al seguente Decreto, a frequentare nuovamente uno di questi, per un periodo pari a quello che mancava loro prima dell'eventuale abbandono. In caso contrario, sarà loro negato l'accesso a un qualunque tipo di professione magica."
"Ma è terribile." - Considerò Ron.
"Già." - Fece Harry.
"Tornare a studiare Pozioni... E' un incubo!" - Si disperò Ron.
"Considera il lato positivo: almeno stavolta non ci sarà Piton..." - Tentò di sorridere Harry.
Genere: Avventura, Comico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Harry Potter, Hermione Granger, Neville Paciock, Ron Weasley
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace
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Capitolo 1
E’ TEMPO DI ELEZIONI

Sfogliando “La Gazzetta del Profeta”, che in prima pagina titolava “Oggi è il gran giorno delle elezioni!”, peraltro a caratteri cubitali, Harry, Ron ed Hermione si scrutarono perplessi; e come accidenti si votava, a quelle maledette elezioni? Era difatti da poco terminata la guerra magica che aveva portato alla sconfitta di Voldemort, ed il Ministero della Magia doveva essere completamente ristrutturato, possibilmente con un bel giro di vite, viste le infiltrazioni di stregoni oscuri o semplicemente babbei che l’avevano popolato fino a qualche settimana prima. Ed, ovviamente, da dove avrebbe dovuto avere inizio questa ristrutturazione, se non dai vertici dell’apparato, ovverosia dal Ministro della Magia in persona? Quel posto era difatti stato ricoperto, a seguito della morte di Rufus Scrimgeour, nientepopodimeno che da Percy Weasley, che di Scrimgeour era Assistente; tuttavia, il fratellino di Ron non era durato granchè, in questa veste: egli avrebbe dovuto reggere il governo per cinque-sei mesi, ma era stato costretto alle dimissioni, in seguito ad uno scandalo a luci rosse che lo vedeva coinvolto; eh già, perché il nostro Percy era stato beccato (e successivamente pubblicato in prima pagina sulla Gazzetta del Profeta) da Rita Skeeter, e con le pive nel sacco, mentre cantava a squarciagola – si suppone in stato di ebbrezza - “Finchè la barca va…” e sbaciucchiava una Stagista del Ministero all’interno del pub “La testa di Porco”, che i giornalisti, spiritosi come sempre, per l’occasione avevano ribattezzato “La testa di Percy-Porky”. E così, morto (politicamente parlando) un Ministro, come si suol dire, se ne fa un altro, ed erano, per l’appunto, state indette le elezioni. Sfortunatamente, la baraonda regnava un po’ ovunque, poichè la gioia per la vittoria su Voldemort si faceva ancora sentire, e si concretizzava, per le strade, nelle piazze, in generale un po’ dappertutto, in continui lanci di petardi, di fuochi d’artificio, di petardi misti a fuochi d’artificio, di fuochi d’artificio misti a petardi, di fuochi di petardi messi in artificio, e di artifici di petardi infuocati, nonché di petardi di fuochi al dentifricio. In particolare questi ultimi, scagliati dalla gioventù stregonesca più propensa alla movida selvaggia, erano i più temuti dalle vecchiette Babbane che rincasavano con la borsa della spesa, le quali, spesso, se li trovavano addosso, e, non potendoli avvistare – si trattava pur sempre di roba magica – non comprendevano da dove arcipigna provenisse quella strana sensazione di bruciore che talvolta le assaliva… Fatto sta che, complice la cagnara di cui sopra, le informazioni su dove, quando e come si dovesse votare, nonché su chi fossero i candidati alla poltrona di Ministro, si erano perse nel vuoto, e nessuno, strega, mago, Magonò, Magosì, Magoforse che fosse, le aveva udite, come dimostrava il fatto che Harry, Ron, e persino quell’ex-secchiona di Hermione, i quali giacevano, per la cronaca, mezzi stravaccati sul sofà di casa Potter, mentre Ginny in cucina era intenta a predisporre le pietanze per il pranzo (crocchette di chiappe di folletto in salmì come primo piatto, e salmì di folletto in crocchette di chiappe come secondo), addirittura quei tre, dicevo, salvatori del mondo magico nonché delle natiche di Malfoy, non avevano la più pallida idea dei termini secondo i quali si svolgesse la procedura di voto. La qual cosa, rappresentava invero un problema piuttosto grosso, se si pensava che dalle elezioni di quel giorno sarebbe dipeso il futuro dell’intero Mondo Magico Inglese, anzi, talmente grosso che al confronto Hagrid pareva un nano da giardino… Ad ogni modo, immersi ciascuno nei propri pensieri, e parimenti immersi nel divano di casa Potter, Harry, Ron ed Hermione seguitavano a sfogliare “La Gazzetta del Profeta”, nella speranza che contenesse qualche informazione utile, tra una pubblicità sui Magici Grattapalle Automatici di Mister Bin ed il necrologio di una strega che era morta ingoiata dalla propria stessa dentiera, dopo aver tentato di risciacquarla col Magiccolluttorio. Non trovando un bel niente, eccezion fatta per le succitate curiosità, invero più degne del Cavillo che d’un giornale serio come il Profeta, decretarono di lasciar perdere elezioni e politicanti, e, dopo una signorile alzata di spalle compiuta in sincrono, i tre si trasferirono presso il tavolo della cucina, ove Ginny aveva appena finito di poggiare le già citate nonché squisite “Crocchette di chiappe di folletto in salmì”. Gustando quelle leccornie, a Harry, Ron ed Hermione prese la voglia di parlare; dunque, imbastirono una simpatica conversazione, pressappoco di questo tenore:

“Eh già, Harry, quelli sì che erano bei tempi, quando volavamo leggiadri nell’aere, quali colombe dal disio chiamate, sui manici di scopa nel Campo di Quidditch, e spensierati segnavamo punti a non finire...” - Cominciò Ron, brandendo la forchetta.

“Ma tu non eri un Portiere?” - Lo interruppe Hermione.

“Sì, e allora?” - Fece Ron, irritato.

“I Portieri, a Quidditch, mica segnano, che io sappia. Devono solo proteggere i tre anelli…” - Spiegò Hermione.

“Zitta, donna.” - La tacitò Ron. “Il Quidditch è roba da uomini. Da maschi duri, puri, coraggiosi, prodi, ardenti, zelanti, forti, muscolosi, valorosi, senza macchia e, soprattutto, senza paura…”

Ciò detto, Ron si mise a strillare come un ossesso.

“Che c’è?” – Gli domandò Harry, preoccupato.

“Un ragno!!! Aiuto, che orrore, un ragno!!!” - Gridava Ron. “UN RAGNO NELLA MIA CROCCHETTA!!! UNA BESTIACCIA IMMONDA, FETIDA, SCHIFOSA, TERRIFICANTE NELLA MIA BELLISSIMA CROCCHETTA… Qualcuno mi salvi!!! Sto per svenire.. Svengo.”

E svenne.

Hermione ridacchiò: “Ma guarda un po’… L’uomo senza macchia e senza paura ha il terrore dei ragni! Ma non mi dire…”

Harry squadrò Ron, disteso per terra privo di sensi, con aria di sufficienza.

“Eh, che cosa vuoi, cara Hermione.” - Prese a sentenziare. “Non ci sono più gli uomini di una volta. Povero Ron! Ah, rimpiango quei bei valorosi Grifondoro, dal cuor di leone e dal corpo massiccio che popolavano un tempo le nostre terre, e nel quale novero, fortunosamente, io mi fregio d’essere incluso…”

Ginny, che fino a quel momento era stata zitta, con un ghigno si portò di soppiatto alle spalle di Harry, lo sfiorò con le mani, dunque gridò: “Dissennatore!!! Attento al Dissennatore!!! Harry, un Dissennatore dietro di te! Ti sta assalendo!”

A quest’affermazione, Harry divenne bianco come un lenzuolo, dopodichè svenne, e cadde disteso esattamente accanto a Ron. Al che, Ginny ed Hermione presero a ridere a più non posso.

“Per fortuna che ci siamo noi donne! Altrimenti, il mondo come andrebbe avanti?” – Gongolò Hermione.

“Proprio così.” – Fece Ginny. “Senza di noi, l’Inghilterra andrebbe a rotoli. Siamo dure e coraggiose se necessario, ma sappiamo anche mostrarci dolci ed amabili. Sbrighiamo tutti i compiti che quei fanfaroni degli uomini non vogliono o non possono svolgere (per mancanza di neuroni), e ci prendiamo cura dei bambini. E sai qual è la cosa più bella? Sappiamo stare insieme, apprezzarci, aiutarci, insomma, siamo in grado di cooperare, a differenza di quei maschiacci sempre pronti ad attaccar briga l’uno contro l’altro…”

“Parole Sante” – Concordò seria Hermione. “Scusa, Ginny, potresti passarmi la Gazzetta, che mi pare di aver visto un articolo tutto sommato degno di nota?”

“No, mi dispiace, ma adesso me la voglio leggere io.” – Disse Ginny, irritata.

“Perdonami, ma è mia. L’ho pagata io”. - Ribattè Hermione, con fare indisponente.

“Non è vero, è mia, tutta mia, solo mia. L’ha comprata Harry, io sono sua moglie, quindi è mia! Mia! MIIIAAA! Non provare a toccarla…” – Gridò Ginny, furibonda.

“Tu menti! Bugiarda! Capra! Capra! Capra! E’ mia! L’ho vista prima io!” – S’imbelvì Hermione.

“Brutta baldracca! Non è vero! Dici il falso! Vile, vile, vile! Vile! Voglio la Gazzetta!! La voglio! La vogliooo!!!”

“Nooo! La tengo io… Amelia! Amelia! Amelia! Caccola di Troll! Babbuina babbana! Babbana babbuina!”

Mentre Hermione e Ginny così amabilmente disquisivano (da rilevare che Ms Granger aveva appena afferrato la Firebolt di Harry e minacciava di spaccarla sulla zucca dell’amica, roba che se Mr Potter l’avesse saputo, sarebbe svenuto - di nuovo), mentre così amabilmente disquisivano, dicevo, s’udì un prolungato fruscio d’ali, ed un gufo entrò a tutta velocità dalla finestra, schiantandosi sulla faccia di Ginny, che, percependo le chiappe del volatile sulla propria faccia, tentò irritata di scrollarselo di dosso. Senonchè Hermione, approfittando della distrazione della socia, le strappò di mano la Gazzetta del Profeta, per poi sedersi in poltrona, a leggerla beatamente. Frattanto, Ginny vagabondava per la cucina giocando a Moscacieca; già, peccato che al posto della classica benda avesse sopra gli occhi un gufo in carne ossa. Vorrà dire che ribattezzeremo temporaneamente il gioco “Gufo-acceca”. Hermione era arrivata all’ultima pagina della Gazzetta, quando finalmente Ginny riuscì a togliersi il gufo dalle guance, e lo gettò nel caminetto. Frattanto, Harry e Ron si destarono dal coma da spavento.

“Cos’è quest’odore?” – Domandò Harry, annusando tutt’intorno come un mastino col raffreddore.

“Intendi questa puzza di gufo bruciato?” – Fece Ron.

“Be’, è un gufo che sta bruciando…” – Replicò Ginny, in tutta tranquillità.

“Ehm… E come mai stiamo bruciando gufi?” – Intervenne Harry, perplesso.

“Me lo chiedevo pure io. Guardate che abbiamo già mangiato! Ed io non ho mica voglia di gufo arrosto…” – Esclamò Ron.

“Vorrà dire che lo gusteremo come dessert…” – Concluse Harry, con un’alzata di spalle; aveva l’acquolina in bocca.

“Tirate subito fuori dal caminetto quel povero animale!” – Gridò Hermione, che soltanto in quel momento s’era resa conto di ciò che stava accadendo. Ironia della sorte, l’ex-studentessa aveva appena fondato, dopo che il C.R.E.P.A. si era sciolto per mancanza di calzini, il C.R.A.G.I.C., ovvero il “Comitato Recupero Amici Gufi In Calore”…

“Tiratelo fuori, ho detto!” – Ribadì Hermione.

“Sta’ zitta, oca, che altrimenti finisci nel camino a fare compagnia al gufo. Così magari vi accoppiate pure.” – Si scaldò Ginny, i capelli rosso fuoco.

Ron sogghignò, malefico. Harry era interdetto, e si grattava la crapa con la bacchetta, rischiando di arrostirsi i capelli.

Hermione non demorse. “Ma non vedete che sta portando una lettera?!” – Strillò, contrita.

Ron assunse una tipica espressione stupefatta. “Già, è vero. La vedo chiaramente, legata alla zampetta.” – Assicurò.

Harry fu il più rapido ad agire. Appellò un secchio, borbottò “Aguamenti”, e quello si riempì d’acqua. Dopodichè, lo versò sul gufo nel caminetto, spegnendo il caminetto e lavando il gufo, che non dovette gradire, visto che cominciò a beccarlo furiosamente, inseguendolo per l’intera stanza…

“Fate qualcosa! Il gufo è ingufalito, e mi attacca! Aiuto!” – Gridò il mago.

Ron lanciò un Pietrificus Totalis sul Gufo, mancandolo, e colpendo invece Harry, che, immobilizzato, cadde per terra, e si ruppe il naso.

“Ho un deja-vù…” – Fece Ginny, mentre annullava l'incantesimo pietrificante ed aggiustava con un colpo di bacchetta la canappia del marito.

Il gufo, reputando d’aver sconfitto il proprio carnefice con le sue sole forze, s’inorgoglì fino a gonfiare il piumaggio, per poi posarsi dolcemente sul braccio di Hermione, che gli staccò la lettera dalla zampa. La busta recava il sigillo del Ministero della Magia. La streghetta ne lesse ad alta voce il contenuto:

“A tutti i Maghi, le Streghe e le Creature Magiche d’Inghilterra: complice il caos che si è scatenato in questi lieti giorni, che ha comportato difficoltà d’organizzazione d’ogni sorta nelle nostre strutture, il Ministero della Magia, per direttiva del Dipartimento degli Auror e dei Coniglietti Incantati, ha decretato che le Elezioni, le quali si sarebbero dovute tenere quest’oggi, siano rimandate di sei mesi, ovvero 121 giorni, cioè 17,28 settimane, o, per essere più precisi, di 2903 ore, 59 minuti, e 48 secondi. Nel frattempo, è stato estratto a sorte - attraverso una complicata operazione di sorteggio che ha coinvolto il Cappello Parlante – l’uomo che guiderà il governo in questa fase di transizione temporanea. Si tratta di Babby Bietolon, giovane membro del Dipartimento Pluffe Roteanti del Ministero. Confidiamo che il suddetto saprà svolgere al pieno delle sue indubbie qualità questo difficile compito. Nel frattempo, gli porgiamo i nostri migliori auguri al riguardo…
In bocca al lupo, Babby.

Firmato: Il Ministero della Magia”

“Ma è terribile” – Considerò Hermione, ottimista come di consueto.

“Come mai?” – Domandò Harry, arguto come di consueto.

“Già, perché?” – Chiese Ron, originale come di consueto.

“Voi due siete proprio ignoranti” – Fece Hermione, simpatica come di consueto. “E per giunta non leggete mai” – Rincarò poi la dose. “Io lo conosco, Babby Bietolon. Lo conosco di fama: dire che è un babbeo scemo, puzzolente e rimbambito sarebbe fargli un complimento. E’ l’uomo che ha proposto una legge per castrare le Puffole Pigmee, cosicchè non possano riprodursi.”

“Be’, mi pare una proposta intelligente” - disse Ron, convinto.

“Già, peccato che le Puffole Pigmee siano donne, capra che non sei altro!!! Cosa le castri a fare?” – gli fece notare Hermione, con gli occhi fiammeggianti.

“Effettivamente, non ci avevo pensato” – si scusò Ron, più rosso del solito.

Harry ghignò.

“Si prospettano tempi divertenti, allora. Un brindisi al nuovo Ministro!” – Esclamò.

  
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