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Autore: Little_Lotte    21/08/2011    7 recensioni
Questa è la prima fan fiction cross over che scrivo, per cui siate clementi.
Mi sono ritrovata a vedere il cartone animato "Anastasia" e dal momento che ultimamente vedo Kurt e Blaine ovunque, ho pensato che sarebbe stato interessante provare a scriverne una versione con loro due come protagonisti.
Cercherò di attenermi molto alla trama del film (salvo alcune necessarie forzature), per cui se troverete delle incongruenze storiche non biasimate me, ma il signor Don Bluth.
Personaggi: Anastasia/Kurt, Dimitri/ Blaine (con ciò non voglio dire che Kurt sia la femmina nella relazione..semplicemente ci vedo più lui a fare il giovane aristocratico) Vlad/Puck, Sophie/Rachel, Pooka/Finn, Bartok/Figgins. Ho voluto lasciare gli altri personaggi invariati, perchè non mi andava di usare Sue come cattiva, dal momento che è un personaggio che adoro e Burt come nonno-imperatore mi sembrava troppo strano.
La nota OOC mi sembra necessaria, soprattutto per Blaine che secondo me ha poco a che vedere con Dimitri dal punto di vista caratteriale.
Enjoy!
Genere: Comico, Fantasy, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Blaine Anderson, Finn Hudson, Kurt Hummel, Noah Puckerman/Puck, Rachel Berry
Note: Cross-over, OOC | Avvertimenti: nessuno
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Kurt aveva passato molti brutti momenti nell' arco degli ultimi anni, soprattutto quando era ancora in orfanotrofio, ma era assolutamente certo che quella fosse la notte peggiore di tutta la sua vita.

Stentava ancora a credere che fosse successo tutto veramente e che quello che stava vivendo non fosse solamente un terribile incubo; non solo aveva completamente perso la sua unica occasione di parlare con l'Imperatrice, ma si era anche ritrovato col cuore in mille pezzi.

Lanciò bruscamente la sua giacca su di una poltroncina e si gettò a peso morto sul suo letto, lasciandosi andare ad un silenzioso pianto.

Odiava disperatamente Blaine per quello che gli aveva fatto, per avergli mentito ed aver giocato con i suoi sentimenti senza alcuno scrupolo; eppure, per quanti sforzi facesse per sopprimere quel sentimento, non poteva assolutamente evitare di esserne ancora così profondamente innamorato.

E per questo odiava sè stesso molto di più quanto odiasse Blaine.

Si tirò su lentamente e si asciugò le lacrime, tirando su col naso e cercando più o meno di ricomporsi; poi, improvvisamente, qualcuno bussò alla porta.

Kurt sbuffò.

<< Vattene via, Blaine! >> rispose severamente, assolutamente certo del fatto che fosse stato proprio il moro a bussare, venuto da lui per dargli chissà quali altre assurde spiegazioni.

Kurt non aveva alcuna voglia di parlare con lui, non voleva più ascoltare nessuna delle sue ridicole scuse; voleva solamente riuscire a dimenticarlo per sempre, così da smetterla di soffrire una volta per tutte.

I colpi alla porta si fecero più forti ed insistenti.

<< Vattene, non ho voglia di parlare con te! >>  ripetè Kurt astiosamente, coprendosi il viso con le mani e mordendosi un labbro per impedirsi di piangere.

Sentì la porta aprirsi alle sue spalle e qualcuno entrare nella stanza, a passo lento e deciso.

<< Ma allora sei sordo! >> sbraitò Kurt, scoprendosi il viso e voltandosi di scatto << Ti ho ho appena detto che non voglio.. >>

Si interruppe di colpo, balzando in piedi e portandosi entrambe le mani alla bocca, con gli occhi spalancati in un' espressione meravigliata.

Non riusciva a credere ai suoi occhi.

Non era Blaine che si trovava di fronte a lui, ma l'Imperatrice Maria in persona, che lo guardava con uno sguardo profondo e concentrato.

<< C...chiedo scusa. >>  balbettò Kurt con imbarazzo << Io credevo che foste.. >>

<< Si, lo so bene. >> lo interruppe l'Imperatrice, in tono piuttosto severo << E mi spiace di aver deluso le tue aspettative mio caro, ma temo che dovrai accontentarti di me! >>

Kurt arrossì violentemente.

<< Non..non pensavo che sareste venuta qui. >> mormorò.

<< Diciamo che mi sono vista costretta a farlo! >> rispose la donna, avvicinandosi un po' di più a lui << Ma sono sinceramente curiosa di sapere chi sei. >>

Kurt abbassò lo sguardo timidamente.

<< Sto ancora cercando di scoprirlo. >> rispose mestamente << E per un po' ho creduto che voi avresti potuto aiutarmi. >>

L'Imperatrice scoppiò in una risata nervosa.

<< Mio caro ragazzo, tu credi davvero che io possa aiutarti?! >>  gli rispose con sarcasmo << E a fare cosa, ad imbrogliarmi e a prendermi in giro?! >>

<< Oh, ma io non voglio imbrogliarvi! >> rispose Kurt, tirando su la testa e guardandola dritto negli occhi << Dico davvero, io non avevo cattive intenzioni. >>

L'Imperatrice fece una smorfia.

<< Non sei interessato ai soldi?! >> domandò, piuttosto scetticamente.

Kurt sospirò tristemente.

<< Sono qui solo perchè sto cercando di ritrovare la mia famiglia. >> rispose con voce quasi sussurrata << E mi chiedevo se, magari, non foste proprio voi. >>

L' Imperatrice non rispose e rimase in silenzio a guardare Kurt; aveva uno sguardo così sincero, i suoi occhi erano chiari e cristallini come quelli di un angelo, sembrava davvero l'ultima persona al mondo in grado di mentire e di imbrogliare qualcuno.

Pareva essere sinceramente toccata dall'espressione quasi supplichevole che il ragazzo continuava a rivolgerle e non riusciva a distogliere la sua attenzione dai suoi occhi; erano davvero splendidi e più la donna li fissava, più le sembrava che, effettivamente, somigliassero incredibilmente a quelli di suo nipote Konstantin.

L' Imperatrice sussultò.

Per quanto Kurt gli sembrasse così puro e di buon cuore, non riusciva a fidarsi completamente di lui; temeva che ancora una volta si sarebbe ritrovata col cuore spezzato, di fronte alla delusione di non aver ancora ritrovato il suo amatissimo nipote e di trovarsi solamente al cospetto dell'ennesimo imbroglione.

<< Ammetto che sei davvero molto convincente. >> dichiarò la donna, allontanandosi di qualche passo da Kurt << Ma ho conosciuto tantissimi bravi attori durante tutta la mia lunga vita e non mi stupirei se tu fossi solamente uno dei migliori. >>

Si voltò per andarsene definitivamente e non appena gli passò acccanto, Kurt avvertì un intenso aroma di menta.

<< Che buon profumo di menta. >> commentò il ragazzo, chiudendo gli occhi ed inspirando profondamente.

<< E' un olio che uso per le mani. >> fu la risposta secca dell' Imperatrice.

Kurt sorrise.

Ecco dove da dove proveniva quel ricordo avuto quella sera a teatro; adesso che avvertiva di nuovo quel meraviglioso profumo, tutto era finalmente più chiaro.

Non si era sbagliato, aveva davvero vissuto quella scena e adesso finalmente ogni cosa iniziava ad avere un senso. 

<< Me lo ricordo.. >> mormorò dolcemente Kurt, appoggiandosi contro una parete e mettendosi a giocherellare col suo ciondolo  << Mi piacevano così tanto i vostri cosmetici, soprattutto le vostre creme per il corpo! L'olio alla menta era il mio preferito e ricordo che un giorno mi cadde la bottiglietta per terra e si rovesciò tutto sul tappeto! >>

Kurt rise, mentre l'Imperatrice si bloccò davanti alla porta e si voltò lentamente verso di lui.

<< Da quel giorno profumò sempre di menta. >> proseguì Kurt, con sguardo sognante << E io passavo quasi tutte le mie giornate disteso su quel tappeto, quando voi non c' eravate! Mi mancavate così tanto... soprattutto quando siete venuta qui a Parigi. >>

L'Imperatrice guardò Kurt con aria letteralmente scioccata e al contempo estatica.

Come poteva quel ragazzo sapere una cosa del genere?! L'Imperatrice ricordava benissimo quell'episodio, ricordava di essersi arrabbiata con suo nipote per aver rovesciato il suo prezioso olio per terra e di essersi poi lasciata completamente intenerire dai suoi occhioni color acquamarina colmi di lacrime, dimenticandosi così dell'accaduto.

Se quel ragazzo sconosciuto era al corrente di quella storia, allora questo voleva dire che stava dicendo la verità?! Era davvero lui, il suo Konstantin?!

L' Imperatrice avrebbe tanto voluto credere che fosse così, ma la sua parte razionale rifiutava ancora di fidarsi così ciecamente di Kurt, cercando persino di giustificare la sua incredibile somiglianza con Konstantin come una banalissima coincidenza; in compenso, però, non gli impedì di dar lui un'altra possibilità di convincerla.

<< Vieni qui. >> disse dolcemente la donna, mettendosi a sedere sul letto di Kurt e facendo lui segno di accomodarsi di fianco a lei.

Kurt si mise a sedere compostamente vicino a lei, arrossendo lievemente e giocherellando nervosamente con il suo ciondolo. Quel gesto attirò immediatamente l' attenzione dell'Imperatrice, che allungò lentamente una mano verso di lui, afferrando la collanina e guardandola attentamente.

<< D..dove l'hai preso questo? >>  balbettò la donna, con sguardo incredulo.

Kurt abbozzò un sorriso.

<< L'ho sempre avuto. >> rispose gentilmente <<  Beh, almeno per quello che riesco a ricordare; ma so per certo di possederlo da sempre. >>

<< Posso vederlo? >> domandò la donna.

Kurt fece segno di sì con la testa, sfilandosi la catenina  e porgendola all' anziana signora, che lo studiò con la massima attenzione.

L'Imperatrice sussultò.

Non c'erano dubbi: quel ciondolo apparteneva a Konstantin, lei stessa glielo aveva regalato dieci anni prima, assieme al carillon che poco prima Blaine le aveva restituito, dicendole così insistentemente di andare a parlare con quel ragazzo.

<< Ma questo...era il nostro segreto. >> mormorò << Del mio Konstantin e mio. >>

Kurt guardò la donna e sorrise; i ricordi continuavano a farsi più nitidi, iniziarono a tornargli alla mente le immagini del palazzo, dei suoi familiari e di tutto ciò che era solito circondare ed allietare la sua vita a corte.

Si ricordò di quel giorno in cui sua nonna gli regalò quel ciondolo, dicendogli che lo avrebbe aspettato a Parigi e che non sarebbero stati lontani a lungo, che niente la mondo avrebbe potuto separarli, mai e poi mai.

Si morse un labbro per trattenere le lacrime, mentre l'Imperatrice, altrettanto emozionata, estrasse dalla sua borsa il carillon dorato.

Il volto di Kurt si illuminò di colpo.

<< Ma quello è il carillon! >> esclamò felicemente, prendendo l'oggetto fra le mani << Per fami addormentare quando eravate a Parigi. >>

L' Imperatrice sorrise ampiamente, guardando Kurt e il carillon con occhi lucidi e porgendogli nuovamente il suo ciondolo. Kurt si accorse che quel ciondolo altro non era che una chiave e lo rigirò un paio di volte in una fessura del carillon, per aprirlo e lasciare che la sua musica si diffondesse per tutta la stanza.

Kurt sospirò beatamente, non appena le prime note di quella melodia giunsero al suo orecchio; era la musica più bella e più dolce che avesse mai udito in tutta la sua vita e sapeva bene di averla sentita altre volte prima di quel momento.

Sebbene ci avesse messo così tanto tempo a ricordarla, quella melodia suonava da sempre ininterrottamente nel suo cuore.

E' il ricordo di sempre.. 

Kurt si mise a canticchiare con la sua voce angelica, guardando teneramente l'Imperatrice, che ricambiò lo sguardo con la stessa dolcezza del ragazzo e si mise a cantare assieme a lui.

Tu con me, amor mio.. quando viene dicembre.

La musica del carillon continuava a suonare, ma Kurt e l'Imperatrice si zittirono di colpo, con gli occhi ancora puntati l'uno sull'altra e le lacrime che lentamente scivolavano lungo i loro volti.

Non vi era rimasto più alcun dubbio, per nessuno dei due.

Si erano ritrovati, dopo dieci anni potevano finalmente riabbracciarsi ancora una volta.

Il principe Konstantin e sua nonna.

<< Konstantin.. >> mormorò la donna, con voce rotta dalle lacrime << Il mio Konstantin! >>

Kurt si gettò letteralmente fra le braccia di sua nonna, singhiozzando e stringendosi forte a lei, mentre la donna gli carezzava dolcemente il viso e i capelli.

Rimasero così a lungo, in silenzio, senza dirsi una sola parola e beandosi di quella meravgiliosa e indescrivibile sensazione di gioia.

Dopo anni di solitudine, di dolore e sofferenza, il sole era di nuovo tornato a splendere su di loro ed entrambi finalmente potevano tornare di nuovo a sorridere.

Sebbene fossero serviti dieci anni affinchè ciò accadesse, erano riusciti a mantenere la loro promessa: erano di nuovo insieme, a Parigi.
 

*

Blaine lanciò un ultimo sguardo alla finestra, mandando dolcemente un bacio verso di essa.

Erano passati diversi minuti da quando l ' Imperatrice era entrata dentro l'abitazione e dal momento che ancora non aveva fatto ritorno, Blaine era certo che le cose fossero andate per il meglio; riusciva ad immaginare con estrema facilità la donna mentre abbracciava dolcemente Kurt e piangeva di gioia assieme a lui, e questo lo faceva sentire immensamente felice.

Abbozzò un sorriso.

Almeno qualcosa di buono era riuscito a farlo: aveva aiutato Kurt a ritrovare la sua famiglia e anche se sapeva ormai di averlo perso definitivamente, si sentiva comunque sereno e in pace con sè stesso.

Blaine sospirò profondamente e poi si allontanò, camminando lentamente, senza fretta e senza una precisa meta da raggiungere.

Non aveva idea di cosa avrebbe fatto quella notte, nè di dove sarebbe andato, ma non gli importava affatto; sapeva che ben presto il dolore avrebbe nuovamente preso possesso di lui, accompagnato da quella devastante sensazione di vuoto per non aver più Kurt al suo fianco, ma per un po' voleva cercare di non pensarci.

Come al solito, la felicità di Kurt veniva prima di ogni altra cosa e sapere che finalmente era riuscito a ritrovare sè stesso, oltre che la sua famiglia, era abbastanza da permettergli di andare avanti.

Almeno, per quella notte.
 

*

L'Imperatrice e suo nipote Konstantin si erano ritrovati da appena un paio di ore e subito la notizia aveva iniziato a diffondersi per tutta la città, destinata a diventare di dominio pubblico in tutta la Francia entro il giorno successivo.

Tale notizia, ovviamente, era giunta immediatamente alle orecchie del malvagio Rasputin, - grazie anche ai suoi incredibili poteri malefici -  il quale era fuggito dal suo antro infernale e aveva scelto come suo nuovo rifugio il campanile di una vecchia chiesa abbandonata, in un paesino di campagna poco distante da Parigi

Lì, assieme al suo fedele pipistrello Figgins, Rasputin si stava preparando ad ultimare il suo diabolico piano di vendetta.

<< Figgins, preparati! >> esclamò questi con voce cavernosa, facendo raggelare per l'ennesima volta il sangue nelle vene al pivero pipistrello << Dobbiamo farci belli per domani sera: andiamo ad una festa! >>

<< Una festa?! >> domandò Figgins eccitato << Davvero?! Oh, che bello! Non sono mai andato ad una vera festa prima d'ora, che cosa si festeggia?! >>

Rasputin sogghignò.

<< La tanto attesa riconciliazione fra l'Imperatrice e il suo adoratissimo nipote Konstantin. >> rispose fra i denti.

<< Davvero?! >> fece Figgins, piuttosto sorpreso << Non credevo che lei volesse festeggiare un simile avvenimento. >>

<< Infatti non sono io a volerlo fare! >>  replicò Rasputin, lanciando un'occhiata torva al volatile << Sarà l'Imperatrice ad organizzare una festa per domani sera, in onore del suo amato nipote ritrovato! >>

Figgins fece lo guardò dubbioso.

<< E lei come fa a saperlo? >>  indagò con fare scettico.

<< L'ho visto nel futuro, Figgins! >> rispose Rasputin, stringendosi il reliquiario fra le braccia e carezzandolo quasi con affetto << Tu sottovaluti i poteri.. >>

<< Delle forze del male! >>  lo interruppe Figgins in tono esasperato e alzando gli occhi al cielo << Si, si..lo so! Ormai la conosco a memoria questa filastrocca! >>

Rasputin lo ignorò e issò in aria il suo reliquiario, scatenando all'esterno una furiosa tempesta di lampi e tuoni.

<< Finalmente la mia maledizione sarà compiuta! >> strillò con ferocia << E anche l'ultimo dei Romanov morirà! >>

Figgins sbuffò e si mise a svolazzare intorno a Rasputin.

<< Padrone, è proprio certo di non volere rinunciare?! >> disse in tono lamentoso << Ha già alle spalle due tentativi andati completamente in fumo, le pare davvero il caso di insistere con questa storia?! Secondo me rischia solo di fare un altro buco nell'acqua! >>

Rasputin fece una smorfia.

<< Figgins, questa volta sento che ce la farò! >> ringhiò << Ucciderò Konstantin dopo la festa, così da distruggerlo completamente una volta raggiunto l'apice della sua gloria! Oh, che cosa meravigliosa! >>

Scoppiò in una risata glaciale, mentre Figgins si appollaiò sulle sue spalle e sbuffò sonoramente.

<< Padrone, la prego! >> lo implorò << Cerchi di darsi una calmata, dimentichi completamente questa faccenda e si prenda una vacanza! La Francia è così bella e io non sono mai stato da nessuna parte, oltre che a Sanpietroburgo; potremmo fare qualche bella gita, che ne pensa?! >>

Rasputin rivolse al pipistrello uno sguardo di puro disgusto e questi si zittì immediatamente.

<< Questa volta non fallirò. >> disse Rasputin a denti stretti, mentre fuori la tempesta si faceva sempre più violenta << Aspetterò che tu arrivi in cima, mio caro Konstantin e poi ti farò cadere nel'abisso più profondo! >>
 

*
 

Sebbene fosse ormai piuttosto tardi, Kurt e l'Imperatrice non sembravano affatto intenzionati ad andare a dormire, entrambi fin troppo eccitati dal loro ricongiungimento. Se ne stavano seduti  sul pavimento, nell'enorme salotto della residenza dell'Imperatrice - la quale aveva insistito affinchè Kurt si trasferisse immediatamente da lei- , ricordando aneddoti e storie del loro passato.

Con sua enorme e piacevole sorpresa, l'amnesia di Kurt sembrava essersi finalmente dissolta nel nulla e da quasi due ore lui e sua nonna non facevano che ridere e scherzare, rallegrandosi di tutti i loro meravgiliosi ricordi.

<< Accidenti, come erano belle! >>  disse Kurt dolcemente, guardando una vecchia foto delle sue sorelle, che sua nonna gli stava mostrando dall'album di famiglia << Ora mi ricordo; oh, quando le amavo! >>

Accarezzò dolcemente la foto, mentre sua nonna lo guardava con occhi colmi di adorazione.

<< Sai, loro non vorrebbero che vivessimo così tanto delle cose passate. >>  disse la donna dolcemente << Ma ora che finalmente ci siamo ritrovati, credo proprio che possiamo permettercelo! >>

Kurt rise.

<< Nonna, hai ancora quella bellissima bambola di porcellana con il vestito da marinaretto?! >> domandò qualche secondo dopo il ragazzo << Ricordo che mi prendevate sempre in giro dicendomi che le assomigliavo e che io ogni volta mi arrabbiavo moltissimo! E' da allora che avete iniziato tutti a chiamarmi Porcellana, non è vero?!  >>

L' Imperatrice annuì e rise a sua volta.

<< Ricordi benissimo, tesoro caro! >> rispose in tono mellifluo << E credo che la bambola sia ancora qui da qualche parte; ricordo di averla portata a Parigi qualche anno prima della tua scomparsa. >>

Kurt fece un mezzo sorriso.

<< Ripensandoci adesso, devo ammettere che avevate tutti ragione! >> commentò, arrossendo leggermente << Assomiglio davvero ad una bambola di Porcellana! >>

L'imperatrice scoppiò in una risata fragorosa.

<< Sei bellissimo, tesoro mio. >>  disse a Kurt, accarezzandogli il viso << Hai gli stessi dolcissimi lineamenti e gli occhi azzurri di tua madre Alexandra.* >>

Lo prese per mano e lo aiutò ad alzarsi in piedi, conducendolo dinnanzi ad un enorme specchio; poi andò ad aprire un armadio di fianco a loro, estraendovi una splendida corona dorata e costellata di pietre preziose, che fece emettere a Kurt un sonoro "ooh" di stupore.

<< Ma hai l'eleganza e il portamento del mio Nicolaj. >> aggiunse l'Imperatrice, adagiando dolcemente la corona sul capo di Kurt, il quale non la smetteva di sorridere << Ed è arrivato il momento che tutti finalmente possano vederti in tutta la tua bellezza. >>

Kurt sorrise dolcemente e arrossì.

Si sentiva incredibilmente felice, come non lo era mai stato in tutta la sua vita; aver finalmente ritrovato la sua famiglia, aver ricostruito tutto il suo passato ed aver di nuovo dato un senso alla sua vita, erano tutte sensazioni fin troppo meravigliose e Kurt credeva di non aver mai provato così tanta gioia prima d'ora.

Beh, quasi mai.

Kurt abbassò mestamente lo sguardo, facendo cadere una leggera ombra sul suo sorriso.

<< Tesoro, va tutto bene? >> domandò l'Imperatrice, non appena si accorse del repentino cambiamento d'umore di Kurt.

Il ragazzo sollevò lo sguardo e tentò di camuffare la sua triste espressione con un sorrisetto un po' impacciato.

<< Si, è tutto apposto. >> mentì.

La donna sorrise e si gettò nuovamente fra le sue braccia, stringendoselo forte al petto.

Kurt tirò su col naso e si morse violentemente un labbro, stringendo con forza gli occhi e inspirando profondamente; l'odore di menta che emanava sua nonna gli solleticava piacevolmente le narici, ma per quanto gradevole e familiare potesse essere, non era abbastanza per farlo sentire davvero a casa.

Sebbene si sentisse così protetto e al sicuro fra le braccia di sua nonna, Kurt sentiva tremendamente la mancanza di quelle così forti e rassicuranti di Blaine e per quanto quel profumo di menta fosse delizioso, non era niente a confronto con quello tanto dolce e confortante del ragazzo che amava.



N.d,A: * Non so se davvero la zarina Alexandra avesse gli occhi azzurri...beh, mi concedo l'ennesima licenza poetica!! xD

Vi dico solo che ho pianto come una fontana mentre scrivevo il capitolo, perchè intanto rivedevo la scena del ricongiungimento nel film e non riuscivo davvero a trattenermi!!! Sono riuscita a placarmi solo quando è arrivato mio cugino - per la cronaca IDENTICO a Dave Karofsky...mi piglia un colpo ogni volta che lo vedo-  e sapevo che avrei rischiato una discreta figuraccia se mi avesse visto il lacrime.

Niente fluff Klaine, solo un paio di accenni...ma vabbè, mica possiamo sempre parlare di Klaine!!! (ok, scherzavo...lo sapete che non parlerei d'altro!).

Abbiate fede, manca poco al lieto fine... <3
  
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