Anime & Manga > Kaichou Wa Maid Sama!
Segui la storia  |       
Autore: DreamingBK    21/08/2011    25 recensioni
-La storia riprende dalla venticinquesima puntata-
Misa è una giovane studentessa nonchè presidentessa del consiglio scolastico che a causa della povertà della sua famiglia è costretta a lavorare come cameriera in un Maid Cafè.
Usui, ragazzo super popolare tra le ragazze,un giorno la scopre mentre lavoro e Misa teme subito che lui vada a rivelare il suo segreto ai membri del consiglio studentesco.Inaspettatamente però mantiene il suo segreto.
I due fanno amicizia ,litigano e ne combinano di cotte e di crude insieme,...la madre di Misa comincerà a frequentare un nuovo uomo,la sorella si allontanerà per vari motivi e tra Misa e Usui ci sarà qualcosa, tocca a voi scoprire cosa...
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: Lemon | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Sedetevi comodi, stropicciatevi gli occhi.
 Ascoltate con gli occhi del cuore questa storia.



 Episodio 10.Oh SO SPECIAL!part 2


 -Ricordo quel giorno come se fosse oggi.Avevo cinque anni e fuori di casa diluviava, io era appena tornata a casa.
Scossi l'ombrello energicamente prima di appoggiarlo dentro a un lungo vaso al lato della porta e infine entrai.
Ero completamente mezza, l'uniforme gialla e verde che prima doveva essere di cotone ora era diventata qualcosa di più simile a uno straccio che la mamma usava per lavare, quindi decisi di andare subito a cambiarmi ancora prima di andare a sedermi a tavola per mangiare qualcosa, quindi mi diressi diligentemente verso la mia stanza, presi dei vestiti asciutti e puliti e poi filai in bagno per cambiarmi. Ricordo che nel tentare di fare veloce inciampai sul mio stesso pigiama e caddi sul pavimento facendomi un grande livido, ma in ogni caso non piansi. A quel tempo la casa non era affatto distrutta, anzi, era una delle case più belle del quartiere, era perennemente addobbata a festa.
 I futon non erano bianchi come quelli di ogni normale famiglia giapponese, ma bensì arancioni. Arancioni come gran parte dei soprammobili in casa mia.
 L'attuale cucina, mi ricordo, era la stanza forse più bella della casa.
Nonostante fosse abbastanza piccola perchè serviva solo alla mamma per cucinare nella parete opposta a quella dove c'era la cucina vera e propria c'era una grandissimo mobile, lungo e largo, di legno pregiato, di un colore che sembrava quasi cangiare sul miele.
Questo mobile essendo molto grande conteneva tantissime cose, nella prima parte infatti c'erano varie foto di famiglia, nella seconda c'era un set di tazzine per il Tè. Avresti dovuto vedere quant'erano belle, erano lavorate persino sul manico, che aveva la forma di una corona di fiori intrecciati.Girasoli per la precisione.
In ogni caso Io ero ancora abbastanza piccola e Suzuna aveva solo tre anni, quindi la mamma si occupava sempre di lei, forse nel profondo del mio cuore da piccola sono stata un poco gelosa di Suzuna, la mamma la venerava come una piccola Dea e la riveriva in ogni suo capriccio, ma la sera non potevo fare a meno di avere un dolce sorriso dipinto sulle labbra quando sentivo arrivare di soppiatto mia madre. O perlomeno, lei credeva che io non la sentissi ma in realtà proprio vicino al mio letto c'era un asse che scricchiolava e io con il mio sonno leggero non potevo fare a meno di non svegliarmi.
Ed era un gran piacere vederla sedersi ai piedi del mio letto, sorridermi e benedirmi come ogni madre felice e fiera della propria bambina. Comunque quel giorno stava piovendo molto forte e subito dopo essermi cambiata mi precipitai alla finestra, le gocce di pioggia ticchettavano a ritmo irregolare instancabili, quel giorno pensai che il cielo fosse arrabbiato, perchè un suo figlio stava per disubbidire alla sua volontà.
 O almeno questo era quello che mi raccontava la mamma.
Solo ora posso dire quanto vera fosse quella sensazione. Passai tutto il giorno alla finestra, a interrogarmi sul perchè della pioggia e ad immaginarmi le avventure che alcune persone stavano vivendo fuori dalla mia casa, fuori da quel paese, fuori dal Giappone e fuori da qualsiasi pensiero.
 Quando incominciò a farsi tardi però mi accorsi che mio padre non si era ancora fatto vedere, era strano, era da qualche tempo che non tornava più a casa per pranzo e vedevo ogni volta la mamma che si angosciava, che si prendeva le mani l'una dentro l'altra e incominciava a strizzarsele come se volesse espellere tutti i dubbi che le sondavano la mente. Quando mamma venne alla finestra davanti alla quale io ormai mi ero incantata per dirmi di andare a dormire io , testarda proprio come sono ora, le dissi che non mi volevo muovere e lei, già debole di salute, non aveva trovato la forza per contrastare la mia decisione.
 Non ricordo bene quante ore rimasi ancora sveglia, sapevo solo che non stavo guardando la pioggia, ma oltre, aspettavo che mio padre tornasse a casa e alleviasse le sofferenze di mia madre.Una madre felice, ma una moglie molto preoccupata.
Quando la porta si aprì era ormai notte fonda e i miei occhi cominciavano a chiudersi a causa del sonno che , ovviamente, una bimba di cinque anni non riusciva a sopportare più di tanto. Mi intimò una volta ancora di andarmene a letto mamma e proprio quando stavo per cedere alle sue preghiere vidi mio padre entrare in casa:nei suoi occhi c'erano strani lampi di luce, il volto era arrossato e nella mano aveva una bottiglia verde.
Un brivido mi attraversò la schiena e decisi di rimanere con mia madre che nel frattempo si allontanava con faccia allarmata da mio padre. Poi un gran chiasso:aveva buttato a terra il mobile con le foto di tutta la famiglia insieme per terra.
 Ricordo che aveva lasciato la porta aperta e dentro casa entrava la pioggia, bagnando il pavimento di legno pregiato che sicuramente si sarebbe rovinato.
Purtroppo però il pavimento sarebbe stato il nostro ultimo pensiero dopo quella notte.
Mamma urlava contro mio padre cose incomprensibili, si allontanava sempre di più da lui e infine cominciò anche a lanciargli oggetti contro.
 Io però non riuscivo a capire più nulla, ricordo che c'erano tanti vetri a terra e che io avevo lasciato le ciabatte dall'altra parte del salotto, quindi nel tentativo di andare a riprenderle mi bucai i piedi più di una volta, poi quand'ero a metà strada vidi mio padre alzare la bottiglia che aveva in mano e spaccarla sulla schiena di mia madre che si contorceva penosamente in un angolo della casa, con le mani piegate a coprirle la testa in un vano tentativo, in una vana supplica di non farle del male.
 Caddi sul pavimento e contro il muro quando vidi gli occhi di mia madre guardare mio padre in una tacita preghiera. Pregava che la risparmiasse, pregava che mi risparmiasse, pregava che mi nascondessi da qualche parte dove non mi avrebbe fatto del male.
 I vestiti di mia madre erano macchiati di sangue e di birra, il suo volto era diventato una maschera di dolore e dagli occhi sgorgavano fiumi di lacrime quando lui la prendeva per i capelli e le sbatteva l viso contro la parete.
 Poi svenne.
Ma solo un attimo prima la vidi, la sua bocca muoversi cercando in vano di sussurrare una supplica.
Il suo volto piegato dal dolore, delle rughe che non avevo mai visto sul suo viso e il sangue che usciva dal naso.
Poi tagli, tantissimi tagli su tutto il suo corpo.
 Sentivo dentro di me l'istinto che mi gridava di scappare, via, di nascondermi da quella furia, ma c'era anche un'altra parte mi me che mi sussurrava che non potevo andarmene:non finchè mia madre e Suzuna fossero rimaste in quella casa.
Peccato che una bambina di cinque anni non potevo fare assolutamente nulla, ma proprio perchè ero una bambina di cinque anni e non capivo quelle cose avevo deciso di rimanere in casa, rannicchiata in un angolo, spiaccicata contro la parete nel tentativo di diventare trasparente e mimetizzarmi, nonostante il sangue che usciva dai tagli con i vetri ancora conficcati nei piedi. Sentivo un dolore indescrivibile, sentivo i vetri conficcarsi sempre più dentro e il sangue fluire sempre più velocemente fuori. Poi lo vidi, li vidi. Mio padre che mi si avvicinava con volto omicida e antri tre uomini che entravano in casa.
 Anche loro avevano la stessa bottiglia che aveva mio padre in mano e io subito terrorizzata cercai di sfuggire da quegli uomini, ignorando i vetri che si conficcavano sempre più nella carne e in nuovi che aprivano nuove ferite in quei piedi che tutto sembravano ormai tranne che i piedi di una bambina di cinque anni.
In un attimo però lui mi fu addosso, non ricordo cosa mi fece, ricordo soltanto un dolore e intenso, che riusciva a superare anche quello che avevo ai piedi, sentivo la pelle delle mie braccia lacerarsi sotto una forza indicibile mentre il mio corpo di acciambellava da solo nella ricerca di trovare una salvezza.
Quando mi voltai verso mio padre lui continuò a schiaffeggiarmi anche il volto, ricordo che le immagini diventava sempre più sfocate fino a che poi non mi lasciò cadere, nello stesso angolino dove avevo cercato di ripararmi.
 Poi vennero gli altri uomini e il ricordo del dolore che mi aveva inferto mio padre era diventato soltanto un ricordo sfocato e quasi felice paragonato al dolore che mi inflissero quei tre uomini.
Uno mi strappo via la maglietta con ferocia e un altro mi tolse con altrettanta ferocia il resto degli indumenti che indossavo.
 Le immagini diventavano sempre più sfocate, forse per il dolore e o forse per il mio pianto, ricordo il mio fragile corpo di bimba di cinque anni tra le mani di quegli uomini bruti che cercavano il primo buco che avessero trovato per infilarsi.
 E lo trovarono, quello di una fragile bambina di cinque anni che rimase distrutta, con più di dieci ossa rotte a causa dello stupro di turno di tre uomini.Più uno. Quell'uno era mio padre, che con gli occhi liquidi e un sorriso quasi satanico sul viso si era slacciato i pantaloni e mi aveva completamente sfatto il corpo.
Il mio era un corpo di una bambina di cinque anni!cinque!.
 Mi aveva toccata prima con le mani e io urlavo, urlavo dal dolore,poi vedevo il sangue e non riuscivo a fare altro che piangere.Ad un certo punto smisi però, proprio mentre mio padre muoveva il mio corpo avanti e indietro in cerca di assecondare il suo movimento io smisi di piangere, più che altro diventai qualcosa di molto simile a una bambola, mi lasciai sbattere da una parte a un altra, da un uomo all'altro, senza fare una piega.
Nel vano tentativo che senza il mio pianto le loro menti sarebbero state più lucide e avrebbero smesso di uccidermi nell'anima, nel corpo. Avevano consumato ogni centimetro del mio copro, le mie mani, la mia bocca, il mio Essere. Solo dopo diverse ore qualcosa mi salvò.
 E questo qualcosa non furono i miei vicini di casa che ero sicura avevo risvegliato con le mie grida e che ero altrettanto sicura che codardi come erano non avevano avuto il coraggio di venire a vedere cosa era successo...ma un pianto.
 Il pianto di Suzuna, che giaceva sulla sua culla che ben presto sarebbe dovuta essere rimpiazzata con un bel letto da bimba ormai ''adulta''. Mio padre amava Suzuna, più di me e mia madre.
L'amava come fosse se stesso, fosse perchè era la copia esatta di sua madre, forse perchè per lui era normale odiare me e la mamma.
 Suzuna pianse e pianse più forte che poteva e mio padre si risvegliò dalla sua trans e uscì, come se gli avessero versato dell'acqua santa addosso e portò fuori quegli altri demoni con lui.
 Quando smisero di usarmi mi buttarono a terra, ricordo che sbattei la spalla sinistra che durante l'abuso era stata spezzata.
La lista di tutte le ossa che mi ritrovarono spezzate probabilmente è anche troppo lunga, e anche la lista degli psicologi che ho frequentato, senza contare l'intervento di chirurgia plastica a cui mi ero dovuta sottoporre per modificare e ricostruire il mio bacino distrutto e sformato.
Nonostante però quello che avevo subito mi addormentai, anzi, più probabilmente svenni e dopo non so quanti giorni nè ore mi risvegliai in ospedale, poi fu tutto confuso, ricordo solo che tutto l'ospedale mi aveva accolto come una Dea o come un dono di Dio perchè tutti mi ritenevano 'la sopravvissuta -
Conclusi quella frase con l'ultimo filo di voce che mi era rimasto.
Non avevo mai raccontato a nessuno quello che mi era successo, ma ora mi ritrovavo qua, davanti ad Usui a piangere come undici maledetti anni fa.
 La vista mi si annebbiò a causa del piano e sentii qualcosa avvolgermi:le sue braccia.
Le braccia dell'unica persona che potevo desiderare, le braccia dell'uomo che amavo e al quale mi ero quasi del tutto concessa.
 -Non ho mai conosciuto una ragazza come te Misaki Ayuzawa.
Non perchè la tua determinazione è la più incosciente e folle che io abbia mai visto, non perchè sei la persona più onesta che io abbia mai incontrato , non perchè sei di una bellezza ultraterrena e nemmeno perchè sei l'unica donna che io abbia mai amato e che amerò per sempre , ma perchè sei pura nell'anima.
Nel tuo cuore si possono solo scorgere lealtà per i propri cari, dedizione per i poveri e i bisognosi, amore per chi lo necessita.
 Nella vita a volte succedono cose di questo genere a persone molto sfortunate e anche se è difficile accettarlo bisogno andare avanti, voltare pagina e guardare con occhi nuovi il futuro, più misericordiosi verso il prossimo e a cuore più aperto.
Quello che è capitato a te è stato qualcosa di indescrivibilmente brutto e io ti amo di più ogni secondo perchè hai avuto la forza di raccontarmelo e non ti sei nascosta dietro una stupida scusa o una pallida buia nel tentativo di scappare dal tuo passato.
Non cred
o che ci siano altre cure oltre il tempo per rimarginare delle ferite come le tue però cerca di guardare il presente, il futuro e sappi che io ti sarò sempre accanto, sia ora che per sempre. Misaki non dovrai mai più avere paura di nessuno, non dovrai più avere paura che qualcuno di faccia del male fisico nè dovrai più soffrire per una litigata con una amica, non dovrai più ascoltare le stupidaggini che dicono quei cretini di scuola nè vergognarti del tuo lavoro perchè Misaki Ayuzawa io ti starò sempre accanto, ti proteggerò sempre da tutto e da tutti, ti amerò fino a che l'ultima goccia del mio sangue non diventerà blu- Mi staccai dal suo abbraccio e lo guardai, suoi occhi erano uno specchio di verità e non potevo fare altro che cominciare a piangere sempre di più per ciò che mi aveva detto.
-Ti amo Usui, e ti amerò sempre, fino a che sole e luna non si congiungeranno davanti ai miei occhi-
-Misa, Misa..devo chiederti una cosa...-mi disse con voce tremolante.
-Dimmi tutto Usui- gli dissi asciugandomi le lacrime e giurandomi mentalmente che quel giorno non avrei più dovuto piangere.
-Mi ami?- Lo guardai sbigottita, poi congiunsi le nostre labbra e chiusi gli occhi.
 Un bacio casto tra le nostre labbra e i nostri corpi stretti tra loro che battevano all'unisono.
 -Ti amo e ti amerò per sempre Takumi Usui- dissi con una nota seria nella mia voce.
 QUello che sentivo scatenarsi nel mio petto era indicibile.
Quando lo guardavo, quando mi abbracciava, quando mi proteggeva, quando mi diceva che mi avrebbe protetto da tutti e da tutto, c'era una tempesta di emozioni dentro di me.
Una tempesta che infuriava dentro di me facendomi accelerare il battito del cuore, quel sentimento era così giusto, era così sacro,puro che non potevo fare altro che volermi sentire ancora più vicina a lui.
 -Allora Misaky Ayuzawa, sposami- Un silenzio imbarazzante cadde nella stanza mentre Usui si inginocchiava davanti a me e mi prendeva la mano tra le sue.
 Sentivo qualcosa pungermi alla base degli occhi e mi maledissi mentalmente:mi ero giurata che non avrei più pianto.
 -Usui, sposiamoci ora, sposiamoci subito-gli risposi presa dall'impeto del momento buttandomi tra le sue braccia.
Usui emise una lieve risata mentre io ero appolipata a lui e per un attimo pensai che quello che mi aveva appena detto era uno scherzo, quindi alzai subito il volto e lo guardai. Rimasi sbalordita per la millesima volta nella giornata.
 Una lacrima silenziosa gli solcò il volto mentre mi abbracciava energicamente in modo quasi possessivo.
 -Sono l'uomo più felice del mondo in questo momento Misaki.Tutto il dolore che hai provato e il tuo modo di aprirti completamente a me mi ha toccato nel profondo.Sono felice e triste allo stesso tempo-disse sorridendo, col volto immerso nei miei capelli.
 Il mio cuore batteva furiose per tutto quello che era successo quel giorno, quella maledetta serata di undici anni fa che mi assillava da undici stramaledettissimi anni sembrava lontana, proprio come quel maledetto postino depravato, o la centrale di polizia nella quale eravamo stati per quasi tutta la giornata.
La povertà della mia famiglia, il lavoro imbarazzante che facevo, l'incarico di presidentessa perso, era tutto un lontano ricordo tra le sue bracci e sentivo che quell'amore mi avrebbe potuto annientare da un momento all'altro.
Sentivo che miliardi di emozioni mi colmavano il cuore, ma principalmente c'era amore, amore per ogni cosa che lui dicesse, amore per Usui, amore per il suo viso, i suoi capelli morbidi, le sue labbra e i suoi occhi verdi.Amore per quello che mi aveva chiesto di sposarlo.
 Sentivo che anche lui percepiva le stesse cose che percepivo io, sentivo le nostre anime unite .
Insieme.Per sempre.
Mi prese tra le sue braccia e mi appoggiò dolcemente sul letto, baciò ogni singolo centimetro di pelle a lui disponibile e continuò per minuti infiniti a dedicarsi alle mie labbra che in automatico gli rispondevano con amore.
 Ci crogiolammo nel nostro nido d'amore per diversi minuti fino a che mia madre non venne nuovamente a chiamarci.
A quel punto imbarazzati per l'idea che mia madre si sarebbe potuta fare di quello che avevamo fatto ci precipitammo in salotto da lei e Suzuna a spiegare tutto quello che era successo.
 Mano nella mano gli spiegammo per filo e per segno tutto e cercammo anche di alleviare le pene di mia sorella che aveva il cuore e la testa pieni di sensi di colpa. Fino a che mia madre non si lasciò scappare un:''Ah Usui, saresti un marito perfetto per la mia piccola Misa '' Vidi Usui che stava per dirgli quello che era appena successo in camera mia ma io lo fulminai con lo sguardo e lui esitò fino a che non rinunciò e rispose semplicemente con un sorriso.
 Avevo paura a dirlo a mia madre, quello avrebbe ufficializzato il tutto e, nonostante avessi accettato senza nessun ripensamento, io non ero ancora pronta a un matrimonio, anzi, sarebbe stato uno scandalo una ragazza giovane come me già sposata!per non parlare delle voci che si sarebbero diffuse a macchia d'olio in tutta la scuola rendendoci gli zimbelli di tutti.
 Io amavo Usui, ma non ero pronta ad un passo del genere, non così presto.
 Inizialmente Usui credo che ci rimase molto male, poi mi guardò negli occhi per qualche secondo, come se cercasse una risposta e evidentemente la trovò.
-Io non stavo scherzando, per me andrebbe bene anche ora..ma se non ti senti ancora pronta aspetterò-mi disse non appena fummo soli di nuovo.
 -Usui io ti amo, però questo passo comporterebbe miliardi di problemi..ho bisogno di tempo-dissi incerta, con una grandissima paura nel cuore di ferirlo.
-Avrai tempo fino a che il mio cuore non smetterà di battere-e detto così mi baciò facendomi distendere sul divano dove inizialmente eravamo seduti e togliendomi il fiato.
 -Usui..poi ti vorrei parlare anche di un'altra cosa...-continuai
-Dimmi- rispose curioso.
-Quello che beh..ehm...ecco si...è successo oggi..io..non so come dire..ecco sì..è stato...sì è stato molto wow ma....-dissi impacciata usando espressioni che non avevo mai pensato che avrei potuto usare. Usui scoppiò in una risata, probabilmente per il 'è stato molto wow ' e io lo assecondai unendomi nella risata
. Poi mi prese il volto e lo portò al suo petto rendendomi ancora una volta schiava di quell'inebriante profumo che non molto tempo prima avevo avuto occasione di assaggiare.
 -Misa, quello che abbiamo fatto prima è stato troppo affrettato, ma nonostante tutto non devi pensare che sia stata una cosa sbagliata.
Sei adulta e vaccinata e poi scegliere di amare nel modo che più ti piace, ma in ogni caso non devi sentirti in colpa per quello che hai fatto.
Ci siamo solo amati e la prossima volta che ricapiterà, in qualsiasi modo ricapiterà, sarà quando sarai pronta-
Quelle parole mi fecero scoppiare il cuore e come se non bastasse lui si chinò all'altezza delle mie labbra e mi baciò, un bacio cauto e controllato e mi soffiò dolcemente 'anche questo è amarsi '', poi disseminò una scia di baci fino alla mia spalla continuando a dire ''e anche così '' ''e così..'' Aveva perfettamente ragione, l'amarsi non implicava per forza una dimensione fisica, ma quella spirituale non escludeva certamente quella fisica.Noi c'eravamo amati in modo spirituale e in modo fisico, ora dovevamo solo unire le cose in un altro passo che sarebbe stato uno dei più importanti della mia vita e che proprio per questo avrebbe richiesto ancora molto tempo. Credo.
Quando mi risvegliai da questi pensieri chiesi ad Usui...'Ah, Usui..com'è che si chiama tua sorella?'
-Sakura Takumi-disse atono riprendendo a passarmi la mano tra i capelli.
 -Che bel cognome..non vedo l'ora di prenderlo...-dissi maliziosa scatenando una sua occhiata molto eloquente che stava per 'tra poco ti salto addosso'



Note:Si,potete, anzi DOVETE ammazzarmi.Vi ho promesso che sarebbe stato svelato il nome della gemella di Usui e ce l'ho fatta solo a pelo, poi avevo promesso che sarebbe entrato anche un altro bell'ometto nella storia e che molte cose si sarebbero spiegate ma mi sono completamente lasciata andare-si e si vede- Spero che il primo pezzo non lo troviate troppo forte e che nel secondo chi era rimasto deluso dallo scorso capitolo cambi almeno un pò idea :) In ogni caso come sempre grazie mille per le recensioni e il vostro supporto e anche se piano piano ci avviciniamo sempre di più alla scoperta della famiglia di Usui e di altri misteri che, nonostante la mia lentezza in tutto e per tutto, scopriremo al più presto. SCUSATEMI SE SONO UNA CASINISTA CRONICA!GRAZIE MILLE PER TUTTO. Baci.
 Misa-chan.

ps:Ho fatto una piccola one-shot, se qualcuno la volesse commentare mi farebbe piacere dato che è deserta di commenti ç_ç haha xD ah, e non dimenticate tumblr per news varie sulla FF o anche sulla mia vita-che poi mi dico...a voi non ve ne frega nulla...ma non importa hahaha :)- : http://dreamingbk.tumblr.com/
  
Leggi le 25 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > Kaichou Wa Maid Sama! / Vai alla pagina dell'autore: DreamingBK