Raggio di sole
Aprì
gli occhi, lentamente, e liberò le caviglie dal lenzuolo. Si
era attorcigliato tutto, durante le poche ore di sonno, e gli aveva
imprigionato le caviglie.
Si voltò fino ad incontrare la
figura distesa accanto a sé, ancora addormentata.
La
vecchia maglietta, scolorita e stropicciata, le copriva a malapena le
ginocchia. I capelli lunghi disegnavano un intreccio disordinato
sulla sua schiena. Le labbra, schiuse e rilassate, lasciavano uscire
lievi sospiri ritmici.
Un raggio di sole, che filtrava dalla
finestra attraverso le imposte, avvolgeva il suo cuscino in un'aura
di tranquillità.
La rendeva bella, semplicemente. E sua,
come mai era stata prima.
Si concesse un sospiro, assaporando una
quiete quanto mai rara in un tempo inquinato dalla guerra.
“Ehi.”
Si
riscosse da quei pensieri pigri, all'improvviso consapevole della
stanza disordinata, dei rumori della strada, di quanto era accaduto
solo poche ore prima.
“Ehi,” rispose. “Sei
davvero tu?”
Emmeline rise, stiracchiandosi. “Chi
dovrei essere?” indagò, incuriosita.
“È
che è stato tutto così...” Fabian scosse le
spalle, cercando di dissimulare l'imbarazzo. “Gideon era
convinto che non sarei mai riuscito a dirtelo.”
Le immagini
della sera precedente si affollarono nella sua mente, come figure
colorate.
L'agguato dei Mangiamorte al Ministero, l'ennesimo
combattimento, l'Avada Kedavra che aveva sfiorato Emmeline, la sua
espressione impaurita e sorpresa quando le aveva preso il viso fra le
mani e l'aveva baciata, senza parlare.
Il terrore di perderla che
si era sciolto fra le sue dita, la figura esile adagiata sul letto,
la fretta di gesti sopiti per troppo tempo, i sospiri tiepidi.
Il
raggio di sole, impertinente, colpiva gli occhi scuri di Emmeline,
riempiendoli di bagliori dorati. “Non me l'hai ancora detto, a
dire il vero,” lo prese in giro, scompigliandogli i
capelli.
“Sei proprio crudele!” esclamò Fabian,
prima di tornare a rivolgerle uno sguardo serio. “Mi piaci, Em,
e sono stato così idiota da non confessartelo prima.”
Sul
viso di Emmeline si dipinse un sorriso. “Meglio tardi che mai,
Fabian.” Prima di alzarsi lo baciò, lievemente. “E
anche tu mi piaci.”
Spalancò la finestra, lasciando
che la luce di maggio riempisse ogni anfratto della stanza.
* * *
NOTE
Mi
sto fissando con questa coppia, sì. I personaggi dimenticati
del vecchio Ordine della Fenice stanno diventando la mia nuova
ossessione! Sono anche in vena di fluff – almeno a giudicare
dalle ultime fic che ho pubblicato – , e questo mi stupisce
dato che non mi ritengo una persona particolarmente sdolcinata
^^'
Comunque, bando alle ciance. Storia scritta in un'ora per il
“1 h contest second edition”, di mazza94. Il mio prompt
era “Un raggio di sole sul cuscino che entra dalla finestra”,
e per fortuna mi ha ispirato! Devo dire che, nonostante tutto, il
risultato mi piace. Avrei potuto fare di meglio, certo, ma va bene
così. L'unica cosa che proprio non riesco a fare è
trovare dei titoli decenti ù_ù
Alla
prossima!
Flea.